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1° maggio 2004 - Tel Aviv
Il ministro della Difesa israeliano oggi ha chiesto al partito al potere, il
Likud, di sostenere la proposta di ritiro da Gaza, dicendo che un rifiuto
significherebbe perdere un’opportunità storica. L’appello di Shaul Mofaz ha
lo scopo di rafforzare il sostegno al piano del premier Ariel Sharon di
evacuare quasi tutti gli insediamenti ebraici nella Striscia di Gaza e
quattro in Cisgiordania prima di un voto chiave in programma domani. Stando
ai sondaggi, ci sarebbero nel partito più membri contro che a favore. "Il
voto di domenica è una chance storica per i membri del Likud per decidere il
destino di un progetto che rappresenta un bene per Israele. Non possiamo
permetterci di perdere questa opportunità", ha detto Mofaz. Sharon ieri ha
avvertito che votare contro il progetto nel referendum spingerebbe a nuove
elezioni, ma ha smesso di minacciare le dimissioni, una decisione che
farebbe cadere il suo governo. Molti nel Likud si rifiutano di cedere
porzioni di territori conquistati nella guerra del 1967 e che i palestinesi
vogliono per il loro stato, in linea con la tradizionale politica del
partito. In base al piano, Israele dovrebbe conservare ampi insediamenti in
Cisgiordania, una decisione che i palestinesi considerano un’usurpazione.
Il presidente palestinese Yasser Arafat si è rivolto a Stati Uniti, Unione
Europea, Nazioni Unite e Russia - il cosiddetto "Quartetto" - chiedendo di
fermare azioni di Sharon considerate in contrasto con la road map
sponsorizzata dagli Usa.
E secondo l’agenzia israeliana Debka (vicina ai servizi segreti), il premier
israeliano Sharon ha buone probabilità di vincere il referendum di domani
sul ritiro unilaterale da Gaza. In un sondaggio tenuto riservato dal
governo, i dati assegnano al piano di Sharon il 54% dei voti del suo
partito, il Likud; contrario il 42%. Ieri la stampa israeliana dava vincente
il "no" al piano. Saranno circa 200mila i membri del Likud chiamati domani a
votare per il referendum consultivo.
1° maggio 2004 - Washington
Il segretario dell’ONU, Kofi Annan, ha chiesto al presidente palestinese,
Arafat, di dare una chance al piano di ritiro israeliano da Gaza. Secondo
Annan, i palestinesi dovrebbero eliminare ogni tentativo di violenza per
favorire gli sforzi di pace e avviare le riforme sulla sicurezza chieste
dalla Road Map.
1° maggio 2004 - Striscia di Gaza
Soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro i palestinesi nel campo
profughi di Khan Yunis, uccidendo un bimbo di 8 anni e ferendone uno di 12.
Il fuoco era in risposta al lancio di pietre contro un bulldozer
dell’esercito israeliano.
2 maggio 2004 - Tel Aviv
I circa 193 mila militanti del Likud, il partito di destra di Ariel Sharon,
si pronunciano oggi con un referendum sul piano del premier israeliano di
ritiro dalla Striscia di Gaza. La consultazione è ad alto rischio per Sharon
visto che tutti gli ultimi sondaggi indicano come vincenti i sostenitori del
"no". I 168 seggi elettorali nel paese si sono aperti dalle 8 locali (le 7
in Italia) e si chiuderanno alle 22 (le 21 italiane). Sharon voterà a
Sderot, nel sud di Israele, località vicina al suo ranch nel Negev e alla
Striscia di Gaza, l’area da cui il premier vorrebbe evacuare le 21 colonie
ebraiche presenti.
I coloni, contrari al piano, hanno gettato tutto il peso della loro potente
lobby nella battaglia per il "no". Per rovesciare la tendenza a lui
sfavorevole, il premier - che ha ottenuto l’appoggio di Washington al
piano - ha condotto fino all’ultimo momento una campagna mediatica per
spiegare e sottolineare che il voto odierno equivale a un voto di fiducia:
"Chi voterà contro il mio piano voterà contro di me, e chi voterà a favore
del mio piano, voterà per me" non ha cessato di ripetere, accusando gli
"estremisti di destra" di voler far cadere il suo governo. Interrogato su
sue eventuali dimissioni in caso di sconfitta, Sharon non ha risposto in
modo diretto ma si è limitato ad affermare che una vittoria del "no"
renderebbe "molto difficile la gestione del paese".
2 maggio 2004 - Tel Aviv
È un "voto decisivo" con il quale si "determinerà se Israele può andare
avanti o tornerà indietro": è l’ultimo appello del premier israeliano.
"Tutti devono pensare molto bene al futuro dei loro bambini e al loro stesso
futuro e votare per il mio piano", ha detto Sharon, secondo cui il
referendum di oggi deciderà il futuro dello Stato ebraico "in tutte le aree,
la sicurezza, l’economia, l’educazione, l’industria, le nostre relazioni con
gli Stati Uniti".
2 maggio 2004 - Territori Occupati
Tre missili sono stati lanciati da elicotteri israeliani nel centro di Gaza.
Colpito un edificio che ospita una radio palestinese vicina al movimento
integralista Hamas e la redazione del quotidiano Al Ayyam. Ci sarebbero
almeno due feriti.
In Cisgiordania un’automobile è esplosa a Nablus, colpita da un missile
lanciato da un elicottero israeliano: morti 4 palestinesi. Erano militanti
delle Brigate di Al-Aqsa e due di loro erano leader locali del gruppo.
3 maggio 2004 - Tel Aviv
Ariel Sharon ha assicurato che non si dimetterà in seguito al referendum con
cui il 59,5 per cento dei delegati del suo partito, il Likud, ha bocciato il
suo piano di disimpegno dalla Striscia di Gaza: "So che la maggior parte
degli israeliani appoggia il piano. So che, proprio come me, sono
contrariati dal risultato del referendum. Una cosa mi è chiara, non sono
stato eletto per non fare nulla, ma per portare sicurezza e pace alla
nazione. Ci aspettano giorni difficili in cui dovremo prendere decisioni
difficili". Secondo i dati definitivi, il 59,5% della base del Likud ha
bocciato il piano Sharon, appoggiato pubblicamente da George Bush. In favore
del piano solo il 39,7% dei votanti. Dei 193.190 iscritti del Likud hanno
votato 96.700.
L’opposizione laburista preme per elezioni anticipate, mentre i palestinesi
chiedono alla comunità internazionale la riapertura di un percorso di pace
sulla base della Road Map. Ma Sharon ha superato la mozione di sfiducia
presentata dalla sinistra di Meretz e da tre partiti arabi. Con 62 voti a 46
la Knesset l’ha respinta. La mozione era stata motivata con "il fallimento
socio-economico e diplomatico" del governo.
3 maggio 2004 - Territori Occupati
Retate di militanti della Intifada sono state condotte la scorsa notte in
Cisgiordania: undici presunti militanti sono stati fermati da unità militari
israeliane a Jenin e altri 27 a Ramallah. A Jenin durante gli arresti un
ragazzo di 12 anni è rimasto ferito.
A Gaza è deceduto un ragazzo di 16 anni che la settimana scorsa era rimasto
ferito a Beit Lahya.
3 maggio 2004 - Washington
John F. Kerry parla a Washington, alla conferenza della più potente lobby
ebraica d’America, la Anti Defamation League di Abraham Foxmam, riunita
all’Hotel Mayflower: "La sicurezza di Israele è fondamentale e non
appoggerò mai iniziative o concessioni che possano compromettere la sua
sicurezza. Vi garantisco, se sarò Presidente, il mio impegno per garantire
allo Stato di Israele la sicurezza e la difesa della democrazia. E prometto
di proseguire nel sostegno militare ed economico ad Israele nella lotta al
terrorismo. È una guerra non soltanto militare ma di intelligence, politica
ed economica. È una guerra che noi vogliamo sostenere insieme ad altri paesi
e non esiterò mai ad usare la forza per difendere i nostri valori ed i
nostri principi e garantire la sicurezza a tutte le Nazioni".
4 maggio 2004 - Cisgiordania
Raid israeliani: elicotteri hanno colpito con missili l’auto su cui
viaggiavano quattro militanti palestinesi a Nablus. I quattro, appartenenti
alle Brigate dei martiri di Al Aqsa, sono rimasti uccisi.
Una quindicina di veicoli militari israeliani hanno bloccato in nottata i
tre ingressi dell’Al-Moqata’a, il quartier generale del presidente
palestinese, dove Arafat è in pratica confinato da due anni. I dirigenti
palestinesi temono "un attacco contro il presidente", ma le autorità
militari israeliane parlano di un’operazione per arrestare sospetti
terroristi. Secondo radio Gerusalemme la operazione, conclusa all’alba, è
stata condotta allo scopo di catturare 18 militanti dell’Intifada e non
aveva niente a che vedere con la presenza di Arafat nella zona.
A Tulkarem, un bambino palestinese è morto e altri due sono rimasti feriti
nello scoppio di un ordigno.
A Ramallah, l’esercito israeliano ha arrestato nel primo pomeriggio la
moglie del leader dell’Intifada palestinese Marwan Barghouti, attualmente in
carcere. Fatwa Barghouti è stata fermata mentre faceva visita al figlio
Qassam in un carcere vicino a Ramallah.
4 maggio 2004 - Striscia di Gaza
Di nuovo colpito da missili nella notte a Gaza il palazzo che ospita una
radio legata al movimento estremista Hamas (due feriti). Altri due
palestinesi sono rimasti feriti in un’incursione nella notte: abbattute una
ventina di case nella Striscia. E all’alba di stamani l’esercito con ’la
stella di David’ ha compiuto un’incursione nel campo profughi di Khan
Younis, a sud della Striscia: due giovani sono rimasti uccisi (di 25 e di 15
anni) e almeno una ventina feriti, dopo che un elicottero Apache ha lanciato
un missile su un gruppo di palestinesi. Alcuni feriti sono molto gravi. Un
portavoce dell’esercito ha riferito che gli elicotteri sono entrati in
azione quando i miliziani della resistenza palestinese hanno tentato di
impedire le operazioni dell’esercito, che con tank e bulldozer, stavano
spianando il terreno e abbattendo edifici nei pressi di un vicino
insediamento ebraico. Almeno due le case completamente distrutte.
4 maggio 2004 - Tel Aviv
Dopo la bocciatura da parte dal 60% degli iscritti del suo partito al suo
progetto di ritiro dalla Striscia di Gaza, il premier israeliano Sharon ha
annunciato che preparerà un piano alternativo e che lo sottoporrà al governo
e al parlamento, non più ai membri del Likud. La modifica comporterebbe una
riduzione del piano, che originariamente prevedeva l’abbandono di tutti i 21
insediamenti di Gaza e di altri quattro in Cisgiordania. Il capo del partito
laburista Shimon Peres ha invitato Sharon a non annacquare il piano,
affermando che il Likud si opporrebbe in ogni caso a qualsiasi cessione di
territorio ai palestinesi. "Non lasceranno fare a Sharon qualcosa di serio,
anche un piano più limitato", ha detto Peres, lanciando un appello alle
elezioni anticipate.
I palestinesi dicono che il piano per il ritiro da Gaza è un complotto per
mantenere il controllo su ampie porzioni di Cisgiordania e che qualsiasi
altra alternativa da parte di Sharon sarebbe più o meno la stessa. "Questa è
una nuova manovra per ottenere più concessioni dagli americani e continuare
in questa direzione significa espandere gli insediamenti nella Striscia di
Gaza", ha detto l’esponente palestinese Yasser Abed Rabbo.
Il presidente USA George W. Bush aveva provocato la rabbia degli arabi
quando, esprimendo il proprio sostegno al piano di Sharon, aveva detto anche
che non ci si può aspettare che Israele restituisca tutti i territori
conquistati durante la guerra del 1967.
Intanto un tribunale militare israeliano, con una decisione piuttosto
insolita, ha condannato un ufficiale a due mesi di carcere per l’uccisione
di un 16enne palestinese. L’adolescente, originario di Nazlat Zeid, in
Cisgiordania, era stato colpito due anni fa da un proiettile israeliano
mentre si trovava in casa. L’esercito aveva giustificato l’ufficiale dicendo
che aveva sparato contro le mura dell’abitazione nel tentativo di disperdere
un gruppo di manifestanti. Il tribunale militare ha sentenziato che il
comportamento dell’ufficiale è stato negligente, per aver aperto il fuoco
nonostante le truppe non si trovassero davvero in una situazione di
pericolo. La corte lo ha condannato a una pena di sei mesi, degradandolo da
capitano a tenente. L’uomo, che ha già passato due mesi in cella, dovrà
passarne altri due in prigione e quattro lavorando per basi dell’esercito.
"Non so che genere di messaggio vogliano dare gli israeliani con queste
sentenze indulgenti" - ha commentato il ministro palestinese Saeb Erekat -
"Non è un incoraggiamento a continuare a uccidere?"
4 maggio 2004 - New York
Qualsiasi accordo sul definitivo assetto del Medio Oriente dev’essere frutto
di negoziati diretti tra Israele e i palestinesi e comunque contemplare una
volta per tutte la fine dell’occupazione di terre palestinesi da parte dello
Stato ebraico. È quanto hanno dichiarato, dopo oltre due ore e mezza di
serrati colloqui a porte chiuse nel Palazzo di Vetro a New York, i membri
del cosiddetto Quartetto di Madrid - Colin Powell, Javier Solana, Kofi Annan
e Serghei Lavrov. Il principio ribadito è quindi il bando verso decisioni
unilaterali, in particolare israeliane, come il piano di Sharon per il
ritiro dalla Striscia di Gaza (bocciato dal suo stesso partito, il Likud, e
comprendente l’annessione di fatto di porzioni della Cisgiordania) o come il
rifiuto del governo ebraico di discutere la questione del ritorno dei
profughi palestinesi alle case (che furono costretti a lasciare nel 1948,
con la nascita d’Israele)
5 maggio 2004 - Striscia di Gaza
Le truppe israeliane hanno ucciso un palestinese oggi nel corso di una serie
di raid in tre città palestinesi nella Striscia. Le truppe israeliane sono
entrate a Deir al-Balah ed hanno ucciso un capitano della polizia e ferito
altre 15 persone in scontri coi manifestanti, che lanciavano pietre. Tra i
feriti ci sono anche sei scolari.
I bulldozer israeliani, difesi da carri armati ed elicotteri, hanno demolito
una decina di case nel campo profughi di Khan Younis.
Intanto è proseguita la ricerca di tunnel per il contrabbando di armi nel
campo profughi di Rafah, alla frontiera con l’Egitto.
5 maggio 2004 - Tel Aviv
Il nuovo piano che il premier israeliano presenterà domenica al governo
prevede la chiusura di 5 sole colonie invece delle 26 del progetto
originario bocciato dal Likud. Sharon vuole recarsi di nuovo a Washington
per colloqui, ma anche con l’obiettivo di un discorso ad una convention
dell’influente gruppo lobbistico pro-israeliano Aipac.
Intanto il ministro della difesa israeliano Mofaz ha detto che Israele
potrebbe costruire anche una barriera di sicurezza attorno agli insediamenti
ebraici a Gaza.
5 maggio 2004 - Cisgiordania
L’esercito israeliano ha ucciso uno dei capi di Hamas della Cisgiordania
settentrionale. I soldati hanno circondato e poi abbattuto la sua casa
vicino a Nablus, nel corso di un’operazione di cattura ricercati.
5 maggio 2004 - Beirut
Due caccia israeliani hanno bombardato oggi la parte meridionale del Libano,
colpendo le posizioni dell’artiglieria di Hezbollah nella zona di Tiro.
6 maggio 2004 - New York
L’ONU protesta per le violazioni della Linea Blu: la Forza Provvisoria delle
Nazioni Unite in Libano (FPNUL) ha protestato energicamente oggi per la
violazione della Linea Blu - che segna la frontiera tra il sud del Libano ed
Israele - da parte della Forza Aerea israeliana.
Milos Strugger, portavoce della FPNUL, ha detto che un numero senza
precedenti di aerei militari israeliane ha invaso ieri lo spazio aereo del
Libano. "C’è stato un momento nel quale una dozzina di jet israeliani
volavano sopra il territorio libanese", ha sottolineato.
Queste incursioni son state ricevute da con spari della contraerea dell’
esercito del Libano e della milizia libanese Hezbolá. Alcuni di questi
proiettili son caduti nel nord del territorio israeliano.
Più tardi, gli aerei di Israele hanno attaccato due posizioni dell’
artiglieria Hezbolá, al sud del Libano.
"La tensione lungo la Linea Blu è stata molto alta", ha ribadito Strugger.
Dopo questa serie di incidenti, l’ONU ha chiesto ai governi del Libano e d’
Israele di agire con misura ed ha ricordato che la FPNUL è un canale de
comunicazione al quale possono appellarsi entrambi le parti.
6 maggio 2004 - Territori Occupati
Un palestinese è stato ucciso ad Hebron, dalle guardie di frontiera
israeliane. Il fatto è accaduto vicino alla Tomba dei Patriarchi, luogo
santo per ebrei e islamici a Hebron, sotto controllo permanente
dell’esercito israeliano. Il giovane palestinese ’non era armato ma ha
aggredito le guardie di frontiera tentando di impadronirsi dell’arma di una
di loro’, secondo il portavoce israeliano.
E oggi le autorità israeliane hanno ordinato la demolizione di case ed
espropri di terreni a Hebron.
Quattro palestinesi sono rimasti feriti a Tulkarem, durante un’incursione
delle forze israeliane: all’operazione hanno partecipato una decina tra
jeep e carri armati.
Un palestinese è stato ucciso e altri 13 sono rimasti feriti nella Striscia
di Gaza durante un’incursione condotta dalle forze israeliane.
6 maggio 2004 - Tel Aviv
Il vice premier e ministro del Commercio ebraico, Ehud Olmert, dichiara che
Sharon presenterà ufficialmente al governo israeliano il piano per il ritiro
unilaterale dalla Striscia di Gaza senza ridimensionarlo anche se già
iniziata oggi la costruzione di una nuova barriera di sette chilometri lungo
i due lati della strada (usata soltanto dai coloni) che dal valico di
Kissufim porta al gruppo di insediamenti di Gush Katif, nel sud della
Striscia.
La comunità internazionale ha già condannato Israele per la costruzione di
un muro che sconfina in territorio palestinese, in Cisgiordania, e che
dovrebbe estendersi complessivamente per oltre 600 chilometri.
7 maggio 2004 - Cisgiordania
Nelle ultime ore almeno quattro palestinesi sono morti in Cisgiordania.
Nella casbah di Nablus, soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro un
18enne, Baseen Kalbouni, che si trovava in piedi su un tetto. Sempre vicino
a Nablus un ragazzo, che lanciava pietre contro una pattuglia israeliana, è
stato ucciso dai soldati. Un altro ragazzo è rimasto gravemente ferito.
Altri due palestinesi, militanti della Jihad islamica e ricercati, sono
stati uccisi nel campo profughi di Nur-a-Shams, presso Tulkarem, dove mezzi
blindati israeliani, spalleggiati da elicotteri erano impegnati nella
cattura di sospetti. I soldati hanno circondato una casa dove si erano
asserragliati ed hanno intimato la resa. Uno di loro si è consegnato ai
soldati, mentre gli altri due - Wahil Rabah e Said Mo’usai - hanno aperto il
fuoco e sono stati uccisi.
Il primo ministro israeliano, Ariel Sharon,e il ministro della Difesa,Shaul
Mofaz, hanno firmato i decreti che ordinano lo sgombero di tre insediamenti
illegali in Cisgiordania.
7 maggio 2004 - Beirut
Ancora tensione ed incidenti lungo la Linea Blu. Agli scontri a fuoco fra i
due versanti del confine hanno preso parte batterie di artiglieria. Israele
è ricorso anche all’aviazione. Da parte libanese si afferma che almeno cento
colpi di mortaio sono stati sparati dagli israeliani contro quattro villaggi
al confine e che i soldati israeliani morti sarebbero stati colpiti dopo
aver oltrepassato il confine.
7 maggio 2004 - New York
Ennesima risoluzione [A/RES/58/292] dell’Assemblea Generale dell’ONU che con
140 voti a favore, 6 contrari (naturalmente USA e Israele) e 11 astenuti
ribadisce che il Popolo Palestinese ha diritto all’autodeterminazione ed
alla sovranità sul suo territorio e che Israele deve rispettare i doveri e
gli obblighi che le competono come potenza occupante.
8 maggio 2004 - Tel Aviv
"Dobbiamo trovare il modo di mettere in pratica il piano di disimpegno
perché troppo importante per il futuro di Israele", ha detto il premier
Sharon sostenendo che in caso di mancato ritiro, gli israeliani diventeranno
una minoranza demografica.
Ed il presidente americano, George W. Bush, ha definito improbabile che
entro il 2005 venga fondato lo Stato palestinese previsto dalla Road Map:
"Io credo che la scadenza del 2005 non sia più così realistica, come due
anni fa, ciononostante credo che dovremmo spingere forte, il più velocemente
possibile, per allestire uno Stato" per i palestinesi.
Anche il consigliere per la politica estera di Sharon, Salman Shoval, ha
detto di prevedere uno slittamento dei tempi per la nascita dello Stato
palestinese: "L’obiettivo del 2005 è diventato impossibile perché siamo
ancora al punto di partenza della Road Map a causa del rifiuto dell’ANP di
combattere il terrorismo".
8 maggio 2004 - Ramallah
Yasser Arafat ha replicato a Bush che: "La scadenza del 2005 " è più che
realistica. perché in base agli accordi sottoscritti il nostro Stato doveva
essere proclamato nel 1998 o nel 1999". Il ministro per i negoziati
dell’ANP, Saeb Erekat, ha accusato il presidente americano di sabotare il
processo di pace: "Bush svuota la Roadmap mettendo in discussione il
calendario di attuazione che ne è un elemento essenziale. In questo modo
Bush accoglie le richieste di Ariel Sharon che ha sempre violato le regole
del gioco con il beneplacito degli americani". E il premier palestinese Abu
Ala ha risposto che fino alla fine del 2005 c’è tempo a sufficienza per
raggiungere un accordo definitivo sullo Stato palestinese indipendente. Se
la scadenza del 2005 fosse rinviata, ha precisato Abu Ala, "il significato
sarebbe una resa alla volontà del governo israeliano, che vuole solo
prolungare le trattative di altri 10 o 15 anni".
9 maggio 2004 - Tel Aviv
Il premier israeliano Ariel Sharon ha rinunciato a compiere la visita negli
Stati Uniti, prevista per la prossima settimana.
9 maggio 2004 - Striscia di Gaza
L’esercito israeliano ha scoperto oggi a Rafah, nel sud della Striscia, un
tunnel in costruzione per collegare Gaza all’Egitto. Dieci palestinesi che
si trovavano sul posto sono stati arrestati. Si tratta dell’undicesimo
tunnel scoperto nella zona dall’inizio dell’anno e del novantesimo
dall’inizio dell’Intifada nel settembre del 2000.
E in serata almeno un palestinese è rimasto ucciso da una pattuglia
israeliana: si trovava vicino ad una cerimonia religiosa organizzata da un
gruppo di coloni nei pressi dell’insediamento di Goush Katif, nella
Striscia.
9 maggio 2004 - Hebron
Otto bambine palestinesi sono rimaste ferite in una esplosione dalle cause
ancora non chiare in una scuola elementare di Hebron.
11 maggio - Gaza City
Pesante offensiva israeliana avvenuta prima dell’alba nel quartiere
densamente abitato di Zeitun nella città di Gaza. La zona è sorvolata da
elicotteri. Nel primo raid è morto un palestinese e 10 sono stati feriti. Un
secondo palestinese è stato ucciso, colpito dall’esplosione di un razzo
lanciato dagli elicotteri. Quando spuntava l’alba era già 4 il numero dei
palestinesi morti e di 30 i feriti (cinque sono molto gravi). I soldati
hanno usato cinque palestinesi come ’scudi umani’ ed hanno isolato case di
militanti mentre altri facevano saltare le porte e sono saliti sui tetti per
stabilirvi posti di osservazione e per i cecchini.
L’occupazione ed i rastrellamenti sono continuati tutta la giornata e
proseguivano in serata con un saldo finale di almeno otto palestinesi morti
e di circa 120 feriti.
12 Maggio 2004 - Striscia di Gaza
Continua l’operazione militare israeliana nel quartiere Zeitoun di Gaza City
anche oggi. Un nuovo raid aereo israeliano è avvenuto a metà mattinata nella
città di Gaza. Un elicottero militare ha lanciato alcuni missili contro un
obiettivo del quartiere Al-Zeitun della città palestinese, provocando almeno
sei feriti palestinesi (di cui uno molto grave). Nella giornata di ieri in
un raid analogo era stata colpita un’automobile uccidendo un ragazzo di 14
anni e ferendo cinque persone. Intanto continuano questa mattina le
perlustrazioni dell’esercito israeliano ed anche una nave militare
israeliana ha iniziato a sparare verso la costa di Gaza City. Tre
palestinesi sono stati uccisi e una decina feriti nello scoppio di un razzo
sparato da un elicottero israeliano vicino a una moschea nel quartiere
Zeitun di Gaza. Un altro razzo ha colpito la casa della famiglia di un
membro di Hamas, ucciso 4 mesi fa. Un uomo è morto e altri 7 sono stati
feriti. In piena notte è iniziato il ritiro delle truppe dal quartiere della
città di Gaza dove erano penetrati nella notte fra lunedì e martedì per
un’operazione che ha portato all’uccisione di 15 palestinesi e di 6 militari
(saltati su una mina).
Nel momento stesso in cui i carri armati uscivano da Gaza City, un
elicottero apache ha lanciato due missili sul campo profughi di Rafah,
uccidendo sette palestinesi e ferendone altrettanti, alcuni in modo grave.
13 maggio 2004 - Striscia di Gaza
Nuovo raid israeliano nelle prime ore di oggi: gli israeliani hanno
infierito un’altra volta sul campo profughi di Rafah e altri tre palestinesi
sono stati uccisi con almeno 15 feriti. L’esercito israeliano ha occupato
diverse case palestinesi per proteggere le truppe che stanno setacciando la
zona alla ricerca dei resti di cinque soldati uccisi ieri nello scoppio di
una mina.
Nella giornata i raid si susseguono portando a 12 i palestinesi uccisi: 11,
quattro di loro militanti, sono morti a causa di due missili che hanno
colpito la folla nel campo profughi di Rafah
Poco dopo mentre stavano entrando a Rafah, dove sono state demolite 10 case,
le truppe israeliane hanno sparato un ragazzo di 19 anni uccidendolo.
Nel pomeriggio in un nuovo attacco un elicottero israeliano ha lanciato un
missile sul campo profughi di Rafah ferendo almeno tre persone.
In tarda serata e in piena nottata gli elicotteri israeliani sono tornati a
colpire a più riprese il campo profughi di Rafah. Il bilancio è di almeno 12
palestinesi morti, una ventina i feriti. Gli elicotteri appoggiano le
incursioni delle truppe israeliane che setacciano la zona. Demolite diverse
abitazioni a Rafah.
Non si riesce più a tenere il conto delle incursioni che si susseguono e dei
morti e dei feriti palestinesi. Un saldo approssimativo è quello in due soli
giorni di 11 militari israeliani morti, almeno 30 palestinesi uccisi ed i
feriti sono più di 175.