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Palestina 13-17 maggio

Publie le sabato 22 maggio 2004 par Open-Publishing

14 maggio 2004 - Tel Aviv

L’ordine è categorico: radere al suolo centinaia di abitazioni nella città
di Rafah, nei pressi della frontiera fra Striscia di Gaza ed Egitto. Il ’via
libera’ alla demolizione di "centinaia di abitazioni" è stato dato
all’esercito dal Ariel Sharon. Il premier ha anche autorizzato l’ampliamento
della cosiddetta ’Philadelphi route’, l’area di confine tra la Striscia di
Gaza e L’Egitto. Per far questo, potrebbero abbattere decine, se non
centinaia di abitazioni palestinesi. Il piano è stato approvato ieri nel
corso di un incontro ad alto livello cui hanno preso parte tra gli altri il
premier Ariel Sharon ed il ministro della Difesa Shaul Mofaz. Cercando di
rispondere alle critiche secondo cui l’esercito lascerebbe scoperto il
fianco ad attacchi nel corridoio a sud di Gaza, i militari hanno deciso di
ampliare la zona-cuscinetto che corre per nove chilometri lungo il confine,
larga oggi 250 metri.

"È una misura che prenderemo per fornire migliore protezione al personale
dei veicoli blindati e ai soldati, e anche per ridefinire il teatro delle
operazioni in modo da avere un vantaggio noi, e non darlo ai palestinesi",
ha detto un ufficiale palestinese.

Secondo un sondaggio condotto dal quotidiano israeliano Yediot Aharonot la
stragrande maggioranza degli israeliani (più del 70%) è favorevole
all’abbandono della Striscia di Gaza. Infatti all’indomani della morte di 11
soldati israeliani in soli 2 giorni, gli israeliani favorevoli al ritiro
unilaterale dalla Striscia di Gaza sono in aumento: il 71% contro il 62% del
precedente sondaggio. Solo il 24% degli israeliani è contrario al piano
(prima erano il 32%). Tra coloro che sono favorevoli all’abbandono dei
Territori Occupati, una larga maggioranza degli elettori del Likud (il 63%),
nonostante che all’inizio del mese abbiano bocciato il referendum proposto
da Sharon. Identico il risultato di un altro sondaggio, proposto dal
quotidiano Maariv: 79% favorevoli al ritiro da Gaza (sia unilaterale che
come parte di un accordo con i palestinesi) e solo il 18% contrari.

14 maggio 2004 - Striscia di Gaza

Israele ha deciso di ampliare il corridoio sotto il suo controllo al confine
tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, demolendo decine o addirittura centinaia
di abitazioni in un campo profughi e le demolizioni in serie sono cominciate
oggi nel campo profughi di Rafah.
E così anche oggi duri scontri a Rafah, fra l’esercito israeliano e gruppi
armati palestinesi: due soldati israeliani e un palestinese sono stati
uccisi, numerosi i feriti.
Gli elicotteri militari israeliani proteggono dall’alto le operazioni ed
hanno sparato diversi razzi contro gruppi di palestinesi. Uno dei razzi ha
ucciso un palestinese di 27 anni, Akram Al Naja. Diversi altri palestinesi
sono stati feriti.

A Rafah da questa mattina l’esercito ha proceduto alla demolizione di una
decina di case lungo il "corridoio Philadelphia", ma l’operazione non
sarebbe collegata con il piano più generale approvato dal governo israeliano
ieri sera, che prevede la demolizione per ragioni di sicurezza di diverse
decine di case nell’area di Rafah e la sistemazione in alloggi sostitutivi
dei loro abitanti.
In totale nella giornata sembra che almeno quattro palestinesi siano morti.
Intanto, all’ospedale Shiffa di Gaza è giunta la salma del palestinese di 18
anni ucciso lunedì scorso nella città di Beit Hanoun.

15 maggio 2004 - Rafah

L’esercito israeliano si è ritirato questa mattina dalla città e dal campo
profughi di Rafah, nel sud della Striscia. Il ritiro mette fine a due giorni
di violenti scontri nell’area. Ma poche ore dopo il ritiro un elicottero
israeliano ha sparato almeno un missile contro il campo profughi. Nel raid è
stato danneggiato anche un vicino centro commerciale
Sarebbero tre i palestinesi rimasti uccisi nelle demolizioni di decine di
case ad opera delle truppe israeliane nel campo profughi di Rafah. Stamani i
soccorritori hanno estratto il corpo senza vita di un uomo dalle rovine dei
35 caseggiati abbattuti ieri dalle truppe israeliane nel campo profughi.
Unione Europea e Nazioni Unite hanno rivolto un appello al governo
israeliano affinché interrompa le demolizioni di abitazioni palestinesi a
Rafah. "Le demolizioni - ha detto il portavoce del segretario generale delle
Nazioni Unite, Kofi Annan, ancora Fred Eckhard, sono equivalenti a una
rappresaglia collettiva, e come tali violano gli obblighi di Israele in
quanto potenza occupante".

15 maggio 2004 - 11:02 - Gaza City

Elicotteri dell’esercito israeliano hanno lanciato prima dell’alba missili
in due raid aerei sulla città. Cinque i palestinesi feriti nelle
incursioni. Elicotteri Apache hanno centrato almeno tre bersagli
interrompendo l’energia elettrica in buona parte della capitale della
Striscia. Tra i feriti vi sono un bambino di tre anni e due ragazzi di 14 e
15 anni. Il primo missile ha colpito un palazzo che ospita la sede di un
ufficio locale dell’organizzazione di Al-Fatah, ferendo lievemente quattro
passanti. Il secondo ha colpito un edificio di quattro piani sempre nel
quartiere residenziale di Sejaiyeh, nel quale hanno sede un centro ricerche
ed "Al Resala", un giornale affiliato ad Hamas, ferendo un altro
palestinese. Il terzo missile ha causato l’interruzione dell’energia
elettrica, probabilmente colpendo un generatore.

15 maggio - 13:15 - Ramallah

In occasione del 56° anniversario della fondazione dello Stato di Israele,
il presidente palestinese Arafat ha chiesto al suo popolo di essere risoluto
nella lotta all’occupazione israeliana. Arafat ha ribadito: "Il ritorno dei
profughi è sacro e confermato dal diritto internazionale" ed ha citato il
Corano: "Cercate con tutte le forze di terrorizzare il nemico vostro e di
Dio" (la frase, che si riferisce alla guerra contro i pagani, nel Corano si
conclude con le parole: "Se vorranno la pace, concedetela"). Per ricordare
la nakba, la "catastrofe" della nascita di Israele, manifestazioni in tutti
i Territori Occupati.

15 maggio 2004 - Tel Aviv

Oltre 150 mila israeliani sono scesi in piazza stasera per chiedere al
governo il ritiro dalla Striscia di Gaza e la rinuncia a difendere gli
insediamenti dei coloni ebrei in quel territorio. Teatro della
manifestazione è stata Piazza Rabin a Tel Aviv, che prende il nome dal
primo ministro Yitzhak Rabin (premio Nobel per la pace), assassinato nove
anni fa da un esponente ultra-nazionalista ebraico, che volle punirlo così
per avere negoziato la pacificazione con i palestinesi.

16 maggio 2004 - Tel Aviv

Il governo israeliano ha chiesto l’assistenza dell’Egitto per fermare il
contrabbando di armi dei militanti palestinesi lungo il confine con la
Striscia di Gaza. Lo ha annunciato in Consiglio dei Ministri il premier
Ariel Sharon. Sharon ha riferito agli esponenti del suo governo di aver
contattato le autorità del Cairo la scorsa settimana e di aver inoltre
chiesto il sostegno degli Stati Uniti.
Sharon ha precisato che i negoziati con il governo del Cairo hanno
l’obiettivo di modificare gli storici accordi di Camp David, in base ai
quali è stato ridotto il numero delle truppe che l’Egitto poteva mantenere
alla frontiera con Gaza. Le modifiche consentirebbero all’Egitto di
incrementare la propria presenza nell’area.

Il governo Sharon, intanto, ha incassato il via libera della Corte Suprema
israeliana alla demolizione di abitazioni palestinesi. Il Tribunale Supremo
ha infatti bocciato il ricorso che era stato presentato da 13 palestinesi
del campo profughi di Rafah per impedire la demolizione di centinaia di
abitazioni nell’area al confine con l’Egitto. La Corte ha in tal modo
abolito l’ordinanza emanata ieri sera che aveva imposto la sospensione
provvisoria delle operazione di demolizione. ’Ragioni di sicurezza - ha
ritenuto il supremo tribunale - giustificano tali interventi definiti’.
Perplessità sono state espresse anche dal segretario di Stato USA Colin
Powell: "Riteniamo che Israele abbia il diritto di difendersi, ma
contestiamo la demolizione di case palestinesi a Rafah. Siamo contrari alla
distruzione delle case, siamo convinti che sia controproducente".
"Centinaia di case sono state censite per la distruzione", ha detto un alto
funzionario citando le parole che avrebbe detto il capo dell’esercito
israeliano Moshe Yallon al consiglio di gabinetto di questa settimana, senza
fornire tempi sulla demolizione.

16 maggio 2004 - Striscia di Gaza

Una esplosione ha danneggiato alle prime luci dell’alba un mezzo blindato
militare israeliano che faceva parte di un convoglio che passava per Rafah.
Subito dopo soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro un gruppo di
abitazioni proprio nell’area della deflagrazione. Vari veicoli militari si
sono diretti verso la zona, controllata dall’esercito israeliano.
Decine di palestinesi hanno iniziato ad evacuare le loro case nel campo
profughi di Rafah, dopo aver appreso della decisione dell’Alta Corte
israeliana. "Non so cosa prendere. Inizierò con gli abiti o il frigo o il
televisore", commentava un residente, preparandosi a lasciare la sua
abitazione.

Funzionari dell’ONU hanno conteggiato che i bulldozer israeliani abbiano
abbattuto circa 80 edifici nei giorni scorsi, lasciando senza casa circa
1.100 palestinesi.
Ed almeno altri due missili lanciati da elicotteri israeliani hanno colpito
stanotte due edifici di Gaza City, con vari feriti.
Quattro palestinesi sono stati uccisi da soldati israeliani al confine tra
la Striscia di Gaza ed Israele. Secondo i soldati stavano cercando di
entrare illegalmente in territorio israeliano.

16 maggio 2004 - Ramallah

La demolizione delle case palestinesi nella Striscia di Gaza e’ "il crudele
proseguo" della campagna d’aggressione di Israele contro il popolo
palestinese: lo ha detto il leader palestinese Yasser Arafat, a commento del
’via libera’ della Corte Suprema alla distruzioni delle abitazioni al
confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, compiute dell’esercito
israeliano. "È un altro crimine.Israele sta continuando la sua campagna di
crudele aggressione contro il nostro popolo, la nostra terra, le nostre
città e i luoghi sacri ai cristiani e ai musulmani".

16 maggio 2004 - Shuneh

Il vice-primo ministro israeliano Ehud Olmert ha detto presenziando al Foro
Economico Mondiale in Giordania: "Non sono a conoscenza di alcun piano
inteso a sbarazzarci di Arafat , so per cento che da noi non esiste un piano
del genere. Ma verrà il giorno in cui i palestinesi dovranno vivere senza
Arafat. La reazione iniziale sarà molto emotiva, ma, alla fine, io credo che
sarà un evento molto positivo".

17 maggio 2004 - Striscia di Gaza

Nelle prime ore del mattino elicotteri israeliani hanno sferrato un attacco
missilistico contro il quartiere Zeitoun di Gaza, distruggendo completamente
la sede di Al-Fatah. L’edificio era vuoto. Almeno due elicotteri hanno
lanciato sei missili contro l’edificio. Sembra che ci sia una sola persona
ferita.
L’esercito israeliano ha lanciato un’imponente operazione militare a Rafah,
al confine tra la striscia di Gaza e l’Egitto. Carri armati, bulldozer
corazzati ed elicotteri sono penetrati in città aprendo il fuoco durante
l’avanzata. Lo scopo dell’operazione è sigillare le vie di uscita dalla
città in vista di un rastrellamento e isolando di fatto la città dal resto
della Striscia e dall’Egitto. Le truppe israeliane sono penetrate per varie
centinaia di metri.

L’esercito sta mettendo a punto un piano per costruire un canale lungo la
cosiddetta Strada Philadelphi sotto la quale, secondo le forze armate, i
miliziani palestinesi scavano gallerie per contrabbandare armi dall’Egitto
nei territori. Il progetto è di una trincea larga tra i 60 e gli 80 metri e
profonda 20. Quindi le più vicine abitazioni palestinesi dovrebbe essere una
distanza di 150 metri, il che comporterebbe la distruzione di centinaia di
case. Corre anche voce che l’esercito vuole alla fine riempire la trincea
con acqua di mare.

Altre truppe hanno continuato ad affluire nella zona. Sette carri armati e
bulldozer, appoggiati da elicotteri sono entrati nella zona tra Rafah e la
città di Khan Yunis, per impedire qualsiasi spostamento fra le due città. I
bulldozer hanno messo sacchi di sabbia sulla strada principale e un carro
armato ha sparato tre colpi contro un posto di polizia palestinese vuoto,
hanno riferito autorità della sicurezza palestinese. Grossi concentramenti
militari sono arrivati nei dintorni della città.
E a centinaia i palestinesi stanno lasciando, in preda al panico, le loro
case.
L’Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA) sostiene che 12.600
palestinesi di Rafah sono rimasti senza una casa in seguito alla distruzione
delle abitazioni da parte degli israeliani dall’inizio della rivolta nel
2000. L’UNRWA ha organizzato quattro scuole provviste di scorte di cibo ed
acqua ed ha apprestato numerose tende in grado di ospitare 1.500 rifugiati.

17 maggio 2004 - Berlino

La Casa Bianca intervenga subito per fermare le demolizioni di case
palestinesi a Rafah, nella Striscia di Gaza. È la richiesta del premier
palestinese Abu Ala, che ha incontrato a Berlino il consigliere di Bush,
Condoleezza Rice. Israele intende demolire centinaia di abitazioni lungo il
confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, per creare un corridoio
militarizzato.

17 maggio 2004 - Bruxelles

Il Consiglio UE degli esteri ha condannato oggi "la demolizione in ampia
scala delle abitazioni palestinesi nella zona di Rafah nel sud della
striscia di Gaza". Tali distruzioni sono "in contrasto con le leggi
internazionali e con gli impegni assunti da Israele nella Road Map". I
ministri degli esteri dell’UE chiedono "al governo israeliano di porre fine
immediatamente a tali demolizioni", che sono "sproporzionate". "Il legittimo
diritto all’autodifesa da parte di Israele deve esercitarsi entro i
parametri della legge internazionale".

17 maggio 2004 - Roma

"La maggior parte degli israeliani é ormai convinta della necessità del
riconoscimento di uno Stato palestinese separato da quello israeliano, di un
piano serio per il ritiro da Gaza e della necessità quindi del riavvio dei
negoziati" - ha affermato Shimon Peres intervenendo alla terza Conferenza
annuale sulla globalizzazione a Roma.

17 maggio 2004 - New York

Il segretario generale ONU Annan chiede nuovamente ad Israele di porre fine
alla demolizione delle case dei palestinesi a Rafah, perché "contraria alle
legge internazionali a protezione dei diritti umani". "In qualità di potenza
di occupazione, Israele deve cessare immediatamente questi atti di
ritorsione di massa" e deplora il fatto che circa 2.200 persone hanno perso
la casa nei primi 15 giorni di maggio in seguito alle demolizioni.