Home > Papillon su lotte carceri
Mentre il Parlamento vara l’ultimo cinico insulto alle cittadine e ai
cittadini detenuti chiamato "indultino" proseguono le lotte. Dura denuncia
di Vittorio Antonini portavoce dell’Associazione Papillon-Rebibbia che ha
promosso questo nuovo ciclo di lotte.
Valerio Guizzardi
Detenuti in sciopero per tre giorni
L’associazione Papillon di Rebibbia: «Condizioni di vita insostenibili»
Celle chiuse dalle due del pomeriggio alle otto della mattina successiva.
Detenuti in fin di vita a cui il tribunale di sorveglianza rifiuta il
diritto a passare gli ultimi giorni fuori dalla galera. Ergastolani sfidati
a pugni da ispettori che vogliono ristabilire la gerarchia. E’ lungo
l’elenco di denunce fatte dai detenuti che ieri mattina hanno iniziato una
tre giorni di scioperi per chiedere «un reale provvedimento di indulto»,
«profonde riforme nel sistema penitenziario» e, in particolare, il passaggio
della sanità penitenziaria al servizio sanitario nazionale. Tre giorni di
rifiuto del vitto e di sciopero dei lavoranti che vedono in prima linea il
carcere di Rebibbia, con i suoi 1.500 detenuti. Ma la protesta ha
attraversato anche molti altri istituti, in particolare quelli di Foggia e
di Alessandria. Ieri mattina i parlamentari Giovanni Russo Spena, Elettra
Deiana e Graziella Mascia di Rifondazione comunista e Francesco Carboni dei
Ds hanno visitato il carcere romano «Si respira un’aria sempre più pesante
con la costante negazione di diritti acquisiti e sanciti dalla legge - dice
Vittorio Antonini dell’associazione Papillon che ha promosso la
mobilitazione - Per questo ci auguriamo che altri deputati e senatori
vengano a verificare di persona le condizioni in cui siamo precipitati».
Fra i tanti episodi denunciati dall’associazione c’è quello del carcere di
Porto Azzurro, sull’isola d’Elba. Un istituto in cui sono detenuti
esclusivamente ergastolani in attesa di usufruire dei benefici della legge
Gozzini e dove il nuovo ispettore appena nominato avrebbe sfidato i detenuti
a pugni per stabilire con i fatti la gerarchia interna «Un fatto che
precipita le condizioni carcerarie direttamente negli anni ’70 e che abbiamo
denunciato ad alcuni consiglieri regionali» ha sottolineato Antonini.
Altrettanto grave il caso dei detenuti trasferiti dal carcere di Fosso
Ombrone a quello di Pesaro in seguito alle manifestazioni pacifiche degli
ultimi mesi.
Per la stessa giornata di ieri, i leader dei Radicali avevano promosso uno
sciopero della fame per chiedere l’approvazione immediata dell’indultino,
ancora impantanato al Senato. All’iniziativa ha aderito anche Adriano Sofri:
«L’indultino è una misura spaventosamente povera - ha scritto nella sua
rubrica quotidiana sul Foglio - Ma è l’unico segno opposto al deserto della
ragione e delle speranze».