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Placanica: Andava a cento all’ora

Publie le sabato 9 agosto 2003 par Open-Publishing

Il carabiniere che sparò al G8 non sarebbe vittima di un sabotaggio, ma
dell’alta velocità. E adesso per i commilitoni è una presenza ingombrante
di Giacomo Amadori

Altro che 80 chilometri l’ora. Quella macchina andava ben oltre i cento. Non
c’è nessun mistero: Placanica si è schiantato perché andava troppo veloce".
Al Comando generale dei carabinieri di Roma l’ennesimo incidente da prima
pagina del loro Mario Placanica viene accolto con rassegnazione.
Le sue dichiarazioni, magari rubate da giornalisti scivolati nella sua
camera d’ospedale, fanno sollevare le spalle: "Interviste autorizzate?

Quelle di Placanica non lo sono mai". L’ex militare di leva che al G8 di
Genova uccise Carlo Giuliani (per legittima difesa, hanno stabilito i
giudici) è ormai più noto di Salvo D’Acquisto. È diventato il carabiniere
più famoso, quello le cui peripezie fanno il giro del mondo in pochi minuti.
Basta che prema troppo sull’acceleratore della sua Ford Focus (che proprio
nuova non è, avendo percorso in più di un anno migliaia di chilometri) e
subito, da destra e da sinistra, si strilla al sabotaggio. Una pubblicità di
cui all’Arma farebbero volentieri a meno.

Ma che cosa sta davvero succedendo nella vita di Placanica? Ha superato il
trauma del G8? Di certo il giorno dell’incidente in Calabria non era in
ferie, come hanno dichiarato i suoi familiari, ma "in licenza di
convalescenza" puntualizzano a Roma. Convalescenza da che cosa non è dato
sapere, anche se non è difficile immaginarlo, dato lo stress psicologico che
continua a subire.

Per questo un colonnello medico dei carabinieri di Catanzaro è diventato il
suo angelo custode e lo protegge dai suoi incubi.
Ombre che a volte prendono corpo: dalla finestra di casa Mario fa la vedetta
e squadra diffidente i volti degli sconosciuti, compresi quelli di chi
vigila su di lui. Venticinque mesi senza pace: a dicembre gli
anarcoinsurrezionalisti della Brigata XX luglio lo hanno minacciato di morte
dopo l’attentato contro la questura di Genova.

Quattro mesi prima, il suo avvocato, Vittorio Colosimo, aveva ricevuto una
musicassetta piena di intimidazioni per Mario: una compilation ancora
anonima. Senza dimenticare che nelle ultime settimane si sono svolti due
sit-in contro di lui sotto il tribunale di Catanzaro. Lo stress di Placanica
non scende quando è tra i commilitoni. "Per la notorietà che ha acquistato
ha suscitato molte gelosie e qualcuno gli ha persino dato del pallone
gonfiato" spiega Colosimo.

Mesi difficili in cui ha avuto bisogno di sostegno psicologico. "Ma non è
assolutamente vero che abbia tentato il suicidio". Eppure, dal 20 luglio
2001, Placanica si sente una presenza ingombrante, anche per i suoi vertici.
"Sebbene siamo sicuri che nessuno lo scaricherà: è un ragazzo che ha solo
fatto il suo dovere" ribadisce il legale.

Intanto al Comando generale attendono i risultati della perizia disposta
dalla procura di Catanzaro sull’auto del giovane. Se il risultato sarà
quello atteso, per lui saranno dolori. Infatti, dopo mesi di inchieste,
sospetti e accuse, all’Arma mancava solo la storia dell’incidente. E
pensano, con angoscia, alla rafferma ottenuta da Placanica. Un suo diritto,
sebbene fosse inimmaginabile togliergli la divisa: sarebbe stato come
condannarlo per quei proiettili o, peggio, abbandonarlo a se stesso.

E così a febbraio, dopo mesi di cure, Mario è rientrato in caserma e adesso
studia per il concorso da maresciallo. Un maresciallo senza licenza di
sparare. "Immaginate che cosa succederebbe se fosse costretto a premere il
grilletto mentre è in servizio" conclude Colosimo.

DAL PROIETTILE ALLA PAURA
Cronologia di due anni vissuti pericolosamente
20 luglio 2001: durante il G8 di Genova un fuoristrada dei carabinieri viene
attaccato dai no global. Mario Placanica, 20 anni, militare di leva, spara
due colpi che uccidono uno degli assalitori, Carlo Giuliani, 23 anni. Viene
aperta un’inchiesta.
Ipotesi di reato: omicidio volontario.
19 luglio 2002: Placanica rilascia la sua prima intervista tv a volto
scoperto: ha smesso di nascondersi.
3 febbraio 2003: dopo mesi di convalescenza e terapie, il giovane riprende
il corso per diventare carabiniere effettivo.
5 maggio 2003: il gup genovese Elena Daloisio, su richiesta del pm Silvio
Franz, archivia l’inchiesta, "avendo Placanica agito per legittima difesa".
3 agosto 2003: il carabiniere, dopo una gita solitaria a Le Castella
(Crotone), esce di strada con la sua auto e riporta numerose fratture.