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Precipita il sostegno degli americani all’intervento in Iraq è sceso dal 58 per cento al 47

Publie le lunedì 3 maggio 2004 par Open-Publishing

Precipita la guerra
Un sondaggio New York Times/ Cbs News mostra che il sostegno degli
americani all’intervento in Iraq è sceso dal 58 per cento al 47. E
cala anche il gradimento verso il Presidente Bush

di Diario

Sempre meno cittadini degli Stati Uniti appoggiano la guerra in
Iraq. Lo dice il sondaggio realizzato da New York Times e Cbs News
tra 1042 persone adulte, alle quali sono state poste 93 domande su
temi come il conflitto in corso, l’andamento dell’economia americana
e la sfida tra Bush e Kerry.

Non sarà un altro Vietnam, ma ormai anche l’affare iracheno sta
perdendo l’iniziale appoggio della gente. Alla domanda se lasciarsi
coinvolgere nella guerra sia stato un errore o una cosa giusta, il 48
per cento ha detto che è stato un errore, mentre per il 46 non lo è
stato. Una domanda successiva rende più chiaro quanto sia precipitato
il gradimento verso l’azione militare.

La domanda chiede: "Guardando indietro, pensi che gli Usa abbiano
fatto bene ad intraprendere azioni militari contro l’Iraq o avrebbero
potuto restarsene fuori?" Il 47 per cento crede sia stata una scelta
giusta, mentre il 46 pensa sia stato un errore. Ma un mese fa, a
pensare che la guerra fosse stata una scelta giusta era il 58 per
cento degli intervistati, percentuale che a dicembre 2003 raggiungeva
addirittura il 64.

Altro dato significativo. Mentre un anno fa, agli inizi delle
operazioni militari, ben il 61 per cento credeva che l’Iraq
rappresentasse per gli Usa una minaccia che richiedeva azioni
militari da subito, oggi la pensa così solo il 32 per cento. Quasi la
metà.

Un anno fa, quando l’appoggio all’invasione era al massimo, alla
domanda se il programma di armi di distruzione di massa dell’Iraq
rappresentasse una minaccia da affrontare con azioni militari, il 50
per cento, un americano su due, la pensava così. Ciò dimostra quanto
siano state decisive le menzogne raccontate dall’amministrazione
americana sulle fantomatiche armi di sterminio di Saddam (vedi Diario
n.15 del 16 aprile 2004).

Il 71 per cento crede che la guerra abbia peggiorato l’immagine degli
Stati Uniti nel mondo arabo.

Bush è promosso solo sul terrorismo: per il 60 per cento ha fatto un
buon lavoro. Poi una sfilza di bocciature. Il 52 per cento, contro il
41, non approva il suo modo di agire in Iraq. Il 51 per cento giudica
negativamente la sua politica estera (il 40 per cento la promuove).
Il 54 per cento, contro il 39, dà pollice verso sull’operato del
presidente in economia. E l’economia è il tema più importante per la
campagna elettorale: così la pensa il 16 per cento, mentre l’11 crede
sia la guerra.

Sulle elezioni, Ralph Nader potrebbe guastare la festa a John Kerry.
Se le votazioni avessero luogo oggi, tra Kerry e Bush vincerebbe il
primo: 46 per cento contro il 44. Ma con Nader di mezzo, le cose
cambierebbero. Nader avrebbe il 5 per cento dei voti, Kerry il 41 e
Bush il 43.