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Primo Maggio a Torino, Pd e Ps per soffocare la protesta Ecco come è andata... (videos)

par Jessica Concas

Publie le giovedì 3 maggio 2012 par Jessica Concas - Open-Publishing

Anche questo primo maggio è archiviato, con una sensazione di maggiore amarezza rispetto ai precedenti. Stamattina, dopo aver visto con i miei occhi ciò che è accaduto, contestazioni, fischi, scontri, ho letto la traduzione della stampa di ciò che è successo e ho avuto la sensazione di leggere la recensione di un film diverso da quello che ho visto. Insomma alcune cose sono andate in modo un po’ diverso, ma soprattutto nei vari racconti c’erano tante, troppe omissioni. E allora lo stupore ha lasciato il posto alla profonda indignazione.

Il Sindaco Fassino è stato pesantemente contestato. Dicono i giornali da poche decine di persone. Ma se fossero state poche decine di persone, che ragione avrebbe avuto il Sindaco di farsi scortare da svariate decine di poliziotti in tenuta antisommossa? E soprattutto chi erano queste poche decine di persone e perché contestavano il Sindaco della loro città?

9,30 del mattino, percorrendo via Po verso piazza Vittorio Veneto si sentono i primi fischi, all’altezza dell’Università. Non sono poche decine di persone. Sono gli studenti, i pensionati, e le insegnanti delle scuole materne e dei nidi comunali. Quello che si è detto è che hanno contestato il Sindaco e la polizia li ha respinti. Anche qui la domanda è d’obbligo: non si respinge chi attacca? Se semplicemente fischiavano e contestavano introducendosi nel corteo che bisogno c’era di respingerli? In ogni caso ciò a cui si è assistito è la carica assolutamente gratuita della polizia nei confronti dei contestatori. Ciò che non si è detto è perché mai le insegnanti dei nidi e delle materne comunali contestassero il Sindaco, che in questo caso (vale la pena di ricordarlo) è il legale rappresentante del loro datore di lavoro. Queste insegnanti lavorano da anni con contratti a tempo determinato per sopperire alle carenze strutturali di organico delle scuole comunali. Molte di loro non sono rientrate nelle procedure di stabilizzazione.

Altre ne restano fuori per una incredibile clausola del bando di concorso. In particolare, al Comune di Torino, la laurea in Psicologia è titolo per partecipare ai bandi di selezione per l’assegnazione dei posti a tempo determinato, ma non lo è per ricoprire l’identica posizione a tempo indeterminato. Quindi, secondo il Comune di Torino, con la laurea in Psicologia puoi fare l’insegnante precaria, ma non l’insegnante di ruolo. Questo piccolo racconto, forse, fa apparire meno isolate e meno immotivate le contestazioni non solo e non tanto al Sindaco della Città, quanto al datore di lavoro Comune di Torino che Fassino rappresenta. Risposte a queste insegnanti che protestano? A giugno, allo scadere dei contratti andranno tutte a casa ed esiste un progetto di privatizzazione dei nidi e delle materne comunali, che il Sindaco condivide e definisce un modo per migliorare la qualità del servizio. Viene quasi da pensare che le insegnanti avessero qualche buona ragione per contestare il Sindaco.

Comunque, nonostante la protesta delle pericolosissime maestre d’asilo, il corteo è partito, Sindaco in testa, scortato dalla polizia.

In piazza Castello, nuova contestazione. Questa volta gli Operatori Sociali Non Dormienti. Chi sono costoro? Sono dipendenti delle cooperative che operano all’interno delle ASL e delle strutture comunali garantendo assistenza alle persone. Sono lavoratori che non percepiscono da mesi la retribuzione perché il Comune che ha appaltato i servizi alle cooperative di cui sono dipendenti, non paga le prestazioni ormai da molti mesi e il loro datore di lavoro, di conseguenza, non li paga. Va ricordato che, nonostante questo, gli operatori sociali stanno continuando a svolgere il loro lavoro e a garantire i servizi. Anche in questo caso mi sembra che la contestazione non fosse affatto gratuita. Così come non lo è stata quella dei NO TAV, considerando che il Sindaco non fa mistero di essere un grande sostenitore dell’alta velocità.

All’interno del corteo, proprio dietro un gruppo di anarchici c’era un gruppetto di rappresentanti del PD con tanto di bandiere e di servizio d’ordine: due cordoni di ragazzoni con la pettorina rossa che racchiudevano poche decine di militanti del partito di Fassino.

I commenti sulla presenza nel corteo del PD sono stati impietosi. Per tutto il percorso il gruppetto è stato contestato da chiunque: NO TAV, CUB, ma soprattutto tanti lavoratori che si sentono traditi da un partito che si è definito e continua a definirsi di sinistra. Tra l’altro è stata vissuta dai più come una provocazione il fatto che cantassero Bella Ciao e urlassero slogan come “ora e sempre resistenza”. L’incredibile, però, questo si davvero incredibile, è successo in piazza San Carlo. All’ingresso della piazza in cui si stavano svolgendo i comizi è stata sbarrata la strada al piccolo gruppetto di militanti PD che sono stati pesantemente contestati al suono dei tamburi della Samba. A questo punto è entrato in azione il servizio d’ordine del PD che ha violentemente forzato il blocco. Hanno aggredito e malmenato le persone che si sono trovati davanti, tra l’altro nemmeno ad armi pari, visto che si sono scagliati a gruppi di cinque su una persona. Nessuno è intervenuto per fermare i giovinastri del PD che malmenavano chi li contestava, nessuno ne ha scritto nulla, il Sindaco non si è sentito in dovere di richiamare all’ordine i suoi e di condannare l’accaduto. Come mai, Sindaco Fassino, la vergognosa azione del servizio d’ordine del PD non ha suscitato la sua attenzione? Come mai non hanno suscitato la sua attenzione le ragioni della protesta delle insegnanti dei nidi, degli operatori sociali e dei suoi concittadini?

Di fronte all’ondata di fischi che lo ha investito Fassino ha dichiarato che i fischi non sono un argomento. Da sempre, che io sappia, i fischi sono la manifestazione più chiara del dissenso: allo stadio quando una squadra viene fischiata dai suoi tifosi, sa che ha giocato male; a teatro quando uno spettacolo viene fischiato, gli attori sanno che è stato un disastro; in piazza, Sindaco Fassino, quando l’amministratore della città viene fischiato, evidentemente non sta facendo un buon lavoro. Questo chiarimento nel caso in cui avesse difficoltà ad interpretare il significato di una così sibillina manifestazione.
Anche gli scontri davanti al Comune, non sono stati scontri, ma cariche gratuite contro chi contestava. Malmenare chi non si allinea al sistema non è un modo per dare delle risposte. Caricare i manifestanti perché si viene definiti “servi dello Stato” (una volta andavano pure fieri di questa definizione), tentando poi di rovesciare la frittata non serve a cambiare la storia degli eventi. Definire i portatori del dissenso (che erano tantissimi) “pochi facinorosi”, è un modo per fingere che i problemi non esistono, è ignorare i propri concittadini, i propri dipendenti ed è un modo per dimostrare che la democrazia è sempre più lontana.