Home > Quel centro sociale, una dépendence del Sisde
Quel centro sociale, una dépendence del Sisde
Publie le domenica 12 ottobre 2003 par Open-PublishingDal ?il manifesto? di domenica 12 ottobre 2003:
Quel centro sociale, una dépendence del Sisde
Roma Breve storia del Cip e di Alberto Luzzi, che torna a dividere il
movimento. Dai fondi neri ai neobrigatisti
A.MAN.
Nei centri sociali romani si è ricominciato a discutere di una vecchi e
torbida storia. Prima del corteo del 4 ottobre, infatti, Indymedia ha
?censurato? i comunicati del cartello Europposizione, causa la presenza
al suo interno del ?Cip di Roma, che dieci anni fa fu pesantemente
coinvolto con i fondi neri del Sisde e che oggi come allora non ha mai
dato una risposta politica?. Rompendo il silenzio il Cip ha replicato
con una nota che respinge la ?provocazione contro Europposizione?,
sostenendo che ?la chiarezza di una forza anticapitalista non può essere
determinata dalle vicissitudini di un personaggio poco chiaro che
abbiamo definitivamente estromesso già dieci anni fa?.
Europposizione non c?entra, questo è ovvio. Il ?personaggio? si
chiama
Alberto Luzzi, 36 anni, nei primi anni ?90 fondatore del Centro
d?iniziativa popolare (Cip) nel quartiere romano dell?Alessandrino,
esponente del Movimento proletario anticapitalista ? Ana) e nel
frattempo dipendente del Sisde. Dal Cip, dopo averlo difeso per 12
lunghi anni, oggi ammettono che c?era qualcosa di ?poco chiaro?. Alla
buon?ora. Ma non può bastare perché il vero mestiere di Luzzi è di
pubblico dominio dal ?95, quando uscì la relazione del comitato
parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza
(http://www.camera.it/_bicamerali/nochiosco.asp?pagina=/_bicamerali/leg14/sis/home.htm)
che dava conto dei fondi neri del Sisde. In un ruolo chiave c?era la
famosa ?zarina? Matilde Martucci, segretaria del direttore Riccardo
Malpica e madre di Luzzi.
Nel capitolo V sulle ?Deviazioni del servizio?, al paragrafo 45 (?una
gestione anomala?) si legge che ?nel luglio 1991, l?ambasciatore
Francesco Paolo Fulci, Segretario generale del Cesis ed Autorità
nazionale per la sicurezza venne a conoscenza di una situazione
irregolare, relativa a due funzionari del Sisde; Michele Finocchi e
Gerardo Di Pasquale. Il primo era Capo gabinetto del Servizio, il
secondo era dirigente dell?Ufficio logistico. Risultò che essi
rivestivano la carica di soci in una società di viaggi, la Miura
Travel, dal marzo 1988, svolgendo così un?attività commerciale. Non si
trattava di una società di copertura del Servizio. Molto,
semplicemente, l?attività dei due funzionari era privata ed aveva scopi
di lucro. Ma la Miura Travel era l?agenzia presso la quale venivano
acquistati tutti i biglietti di viaggio e prenotati i soggiorni fuori
sede dei dipendenti, per una disposizione interna che era stata
impartita già il 5 maggio 1987 dal direttore del Sisde, prefetto
Riccardo Malpica. Tale direttiva era in contrasto con un elementare
criterio di riservatezza (?). I biglietti venivano acquistati tutti a
prezzo intero. Contemporaneamente, l?agenzia utilizzava attrezzature e
personale del Servizio. ?Assumeva personale, che veniva poi dirottato
nel Sisde, come il figlio di Gerardo Di Pasquale o il figlio di Matilde
Martucci, segretaria del prefetto Malpica?.
L?ultimo citato Luzzi. Né per lui né per altri si parlava
dell?eventuale, successivo allontanamento dal servizio tra il ?91 e il
?95, e questo confermava al di là d?ogni dubbio la fondatezza dei
sospetti diffusi in quegli anni sul Cip nel movimento romano. Diversi
suoi componenti avevano lavorato alla Miura Travel, gli arredi del
centro sociale facevano pensare a cospicue risorse e le inchieste sul
movimento della Pantera avevano miracolosamente ?risparmiato? i giovani
del Cip, nonostante l?estremismo verbale e l?apologia di Sendero
Luminoso che facevano sul bollettino Assalto al cielo. Eppure Luzzi è
sempre stato difeso da chi è rimasto al Cip. E da fonti di movimento,
come da fonti di polizia, il giovanotto è accreditato fino al 2002 come
esponente di rilievo del Mpa (oggi Ana), che ha ?aderito? a
Europposizione.
Luzzi si è solo allontanato da Roma, per un po? avrebbe vissuto a
Torino. Dal ?99 il suo nome appare in diverse indagini sulle nuove
Brigate rosse, che con scarsi risultati si concentrano sui presunti
?fiancheggiatori? individuati tra chi vuole rifondare ?un vero partito
comunista?: Carc, Iniziativa comunista (Ic), altri gruppetti e il
Mpa-Ana. Ma c?è una differenza: otto di Ic sono finiti in galera nel
2001 e il loro calvario non è finito, i Carc sono sistematicamente
inquisiti per associazione sovversiva (a volte finiscono in carcere,
come il loro fondatore, Giuseppe Maj, in Francia), mentre ai giovanotti
del Cip non succede mai nulla.
Nessuna conseguenza anche quando a Vienna, nel ?99, la polizia
austriaca uccideva il latitante della Raf Horst Ludwing Meyer e
arrestava la sua compagna Andrea Martina Klump. In tasca, riferisce il
Ros dei carabinieri, i due latitanti avevano passaporti italiani, uno
intestato a una frequentatrice del Cip (Monica Arini) e l?altro al padre
di un altro esponente dello stesso centro (Aimone Spinola), ma non
risulta siano stati arrestati o fermati. Luzzi, peraltro, è
indicato dal Ros e da altri tra i rappresentanti del Mpa-Ana a diverse
riunioni con i Carc e Ic. Anche a quella di Firenze, nel ?98, nella
quale ? secondo un militante dei Carc definito dai Ros ?fonte
fiduciaria? della locale questura ? si sarebbe parlato dei Nuclei
comunisti combattenti (Ncc) e di iniziative armate. Un anno dopo le
?nuove Brigare rosse?, evoluzione degli Ncc, uccideranno Massimo
D?Antona. Natali, che respinge la versione del Ros, la sta pagando cara.
A Luzzi nessun pm ha mai fatto domande.