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REFERENDUM. Il "capolavoro" dell’Ulivo

Publie le martedì 17 giugno 2003 par Open-Publishing
1 commento

REFERENDUM: IL "CAPOLAVORO"
DELL’ULIVOeditoriale del 17 giugno

L’esito dei due referendum sull’art.18 e gli elettrodotti, ha visto il successo del boicottaggio
messo in campo dallo schieramento bipartizan Ulivo-Casa delle Libertà e dai poteri forti. Il non
raggiungimento del quorum ha così permesso ai templari del bipolarismo blindato di estromettere
dalla dialettica politica nel paese una variabile indipendente che poneva al centro il problema dei
diritti generali dei lavoratori e la salute collettiva.

I promotori del referendum - ai quali la nostra radio ha cercato di dare tutta la collaborazione
possibile - non hanno raggiunto l’obiettivo pur facendo pronunciare 10 milioni di persone a
sostegno della propria battaglia.

A cantare vittoria sono i padroni, che affidano ad uno dei presidenti più arroganti e stolidi di
Confindustria come D’Amato l’incarico di celebrarla. Ma in realtà nel ceto politico - a destra come
a sinistra - sembra prevalere la prudenza ed i più prudenti sembrano proprio gli uomini del
governo di centro-destra.

Infatti a nessuno è sfuggito, come la vera vincente di questa battaglia referendaria, sia la
classe dirigente dell’Ulivo, la quale ha dimostrato ai poteri forti dell’industria e della finanza di
essere l’unica ad avere la capacità di neutralizzare le spinte della sinistra radicale, lo stesso
conflitto sociale e di saper assicurare la stabilità.

La destra - al contrario - non ha una classe dirigente adeguata, il suo leader ha troppi "impicci
personali", i suoi ministri cadono nel ridicolo almeno una volta a settimana, l’Unione Europea non
sembra disposta a ritenere compatibile con le sue ambizioni un governo come quello Berlusconi.
Questa incapacità a governare i passaggi difficili senza scatenare conflitti, la destra lo aveva
dimostrato anche sul referendum dando vita ai Comitati per il NO. L’Ulivo, al contrario, ha indicato
la strada più efficace e meno lacerante cavalcando l’astensione e costringendo la destra a
rinunciare alle sue velleità e ad accodarsi.

In questo modo, il referendum è stato prima oscurato e poi depotenziato rivelando a tutti (ed
anche a Bertinotti e alla sinistra antagonista) che questo sistema bipolare e blindato non consente
spazi liberi e conflittuali che lo mettano in discussione. Ragione per cui Cofferati è compatibile,
altre ipotesi no. E’ su questo che dovremo riflettere nei prossimi mesi, abrogando con un
referendum morale il politicismo che strangola la sinistra sociale ed i movimenti nel nostro paese

Radio Città Aperta: segreteria@radiocittaperta.it

Messaggi

  • Il problema non è tanto l’Ulivo (magari), è la politica in generale. Davvero
    vi stupisce che ci sia stata una affluenza così bassa? E in fondo, non era
    l’ennesimo timido tentativo di "dare un segno al governo", che da qualche
    anno in qua se ne frega platealmente? L’Ulivo è forza di governo e non si
    spreca certo a prendere rischi inutili. D’altronde anche il partito
    Cirilluzzo considera se stesso come forza di governo, su scala più piccola ma
    di governo. Chiamasi il complesso del re travicello.
    Tanto nessuno mette in discussione il governo, o il maggioritario... Rema
    rema un nano ci sarà sempre, magari molto alto ma nano sempre.
    O possiamo raccontarci che dopo il nano ci sarà... boh? dio? l’Uomo Nuovo? De
    André?

    E davvero pensavate che il referendum avrebbe rovesciato puramente e
    semplicemente la politica di menefreghismo dei singoli cittadini? E questa
    politica di menefreghismo deriva dalla malvagia natura dell’uomo, o da
    esperienze politiche più o meno rudimentali dei singoli cittadini?

    Sono veramente stupito dalle reazioni di sorpresa e disappunto ai risultati
    del referendum. Precarietas tua, vita mea... la solidarietà dove dovrebbe
    essere stata imparata, all’asilo nido fra i 3 e i 4 anni? Non è all’ordine
    del giorno, neanche nel business che gira intorno al suo sventolamento. Il
    problema del quorum è che per ottenerlo sarebbe dovuta andare a votare gente
    che col precariato non ci azzecca niente. Studenti non lavoratori,
    pensionati... l’indotto insomma.

    Son curioso, se volete parlarne
    Stalkern