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Rai, atti osceni in luogo pubblico. La bulimia mediatica di un Cavaliere preoccupato
Publie le domenica 9 maggio 2004 par Open-Publishingdi Giuseppe Giulietti
«Atti osceni in luogo pubblico», questa è l’unica definizione possibile per quanto è accaduto
alla Rai. Questo giornale ha raccontato con il consueto rigore professionale, la cronaca di queste
giornate. La vecchia Rai aveva giù vissuto giornate scandalose. Basterà ricordare, per fare un solo
esempio, la cacciata di Andrea Barbato dalla direzione del Tg2 e l’espulsione di donne e di uomini
di assoluto valore professionale.
Questa volta si è passato ogni limite. Sono state stracciate le regole della decenza e perfino del
decoro aziendale. Sulla Rai si è abbattuto l’assalto di una banda decisa a conquistare tutte le
piazze televisive e a distribuire qualche sgabello anche agli amici di Varese, quelli che un tempo
urlavano contro «Roma ladrona». L’ex servizio pubblico è ora nelle mani di ex dirigenti Mediaset,
di segretarie e segretari di Berlusconi, di dirigenti leghisti che non esitavano a bruciare
simbolicamente, e non solo, il canone di abbonamento. Sarebbe un grave errore assimilare queste vicende
alle precedenti lottizzazioni della Rai. Quello che è accaduto, infatti, è il frutto di una
strategia preordinata, lucida e disperata. Tale scelta è maturata durante la lunga vacanza natalizia di
Berlusconi. Al crollo nei sondaggi si decide di rispondere con un piano di comunicazione a reti
semiunificate, fondato sulla immagine del capo, sui suoi presunti successi e sulla necessità di
imporre il messaggio nei grandi contenitori familiari e popolari. Da qui la bulimia mediatica di
Berlusconi e la conseguente presenza in ogni luogo: dalla Domenica sportiva a Radio anch’io, da Porta a
porta alle rubriche dedicate al camionista. Di fronte alla possibile sconfitta elettorale hanno
reagito aumentando il controllo sulle tv e dando segni di crescente intolleranza. È assai probabile
che anche questo delirio politico e mediatico li possa condurre alla prossima sconfitta. Sarebbe,
tuttavia, deleterio sottovalutare un avversario ancora forte e di assoluta spregiudicatezza.
Quanto è accaduto alla Rai riguarda, infatti, le modalità stesse di esercizio del voto e il principio
di uguaglianza tra i cittadini, più volte richiamato dal presidente Ciampi.
Nei giorni scorsi l’Europarlamento ha sanzionato l’anomalia italiana, in modo solenne e clamoroso.
Allo stesso modo tutte le grandi organizzazioni internazionali che si occupano della libertà dei
media nel mondo, hanno segnalato i rischi di un impoverimento della democrazia, derivante
dall’irrisolto conflitto di interessi di Berlusconi. Le vicende di queste ultime ore confermano questo
allarme e lo rendono ancora più grave.
Le autorità istituzionali e di garanzia hanno il dovere politico e morale di impedire che possa
esistere il solo sospetto che la prossima consultazione elettorale possa essere inquinata. Questa è
la vera ragione che dovrebbe indurre tutti, anche i cosiddetti moderati della maggioranza, a
favorire un radicale azzeramento del gruppo dirigente, in testa Cattaneo, e la nomina di una autorità
di garanzia che consenta un corretto svolgimento della prossima campagna elettorale. Qualora
l’arbitro o gli arbitri non dovessero sentirsela per le più svariate ragioni, sarà opportuno, come hanno
proposto i radicali e 150 parlamentari italiani, rivolgersi direttamente all’Osce, l’organismo
internazionale che si occupa della libertà dei media, tale organismo ha già monitorato in modo
efficace la recente campagna elettorale nella Russia di Putin, esprimendo un giudizio fortemente
preoccupato in ordine al ruolo dei media.
Mi auguro che gli arbitri vogliano risparmiare questa onta all’Italia, ma nessuno dovrà allora
consentire l’onta di una possibile campagna elettorale truccata.
L’UNITA’