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il manifesto - 04 Luglio 2003 POLITICA pagina 05
SALONICCO
Le molotov della polizia
Un video scagiona un attivista inglese in carcere per gli scontri al vertice
Ue: le «armi» furono portate dagli agenti
ANGELO MASTRANDREA
Un filmato trasmesso dalla tv greca Etr3 lascia poco spazio ai dubbi sulla
colpevolezza di Simon Chapman, attivista inglese fermato dalla polizia greca
durante la contestazione al vertice Ue di Salonicco: lo zainetto pieno di
molotov per il quale era stato arrestato è invece stato artificiosamente
preparato dagli agenti. Ne alimenta invece molti altri sulle modalità di
arresto e sulle accuse di «possesso di esplosivi» nei confronti degli altri
sei detenuti per gli scontri avvenuti durante il corteo del 21 giugno. Fatti
da cronaca greca, se non fossero avvenuti nel corso di una manifestazione
internazionale contro le politiche europee e se non facessero il paio con
altri inquietanti episodi, anche simili come dimostra la vicenda delle
molotov alla scuola Diaz di Genova, accaduti in coincidenza di
manifestazioni antiglobalizzazione. La sequenza video mostra dapprima
l’attivista a terra, accerchiato dagli agenti che lo malmenano. Per la
precisione, lo si vede ricevere un calcio in pieno volto da un agente in
tenuta verde, dunque del Mat, la polizia speciale antisommossa greca. Simon
indossa uno zaino di colore blu, dettaglio fondamentale alla luce di quello
che accadrà di lì a fra poco, anche perché il verbale della polizia non farà
alcuna menzione di uno zainetto di colore blu bensì di tre zaini di colore
nero, con all’interno bottiglie molotov e un martello. Nessuno di questi è
però presente nelle immagini del pestaggio e tantomeno indossato
dall’attivista. Il video continua mostrando l’interno di uno zaino nero. Si
vedono chiaramente alcune molotov pronte per l’uso. Poi l’obiettivo inquadra
un gruppo di agenti che camminano lungo la via Egnatia, corso principale di
Salonicco e teatro principale degli scontri. Uno di loro ha in mano un
martello e al fianco qualcosa che assomiglia a una canna da pesca. Un altro
porta lo zaino. Un altro ancora indica delle cose a terra. La strada è un
campo di battaglia: sassi, molotov inesplose e no, oggetti vari utili per la
guerriglia urbana. Il martello finisce nello zaino, insieme ad altre molotov
evidentemente raccolte lungo il percorso. Sullo sfondo, a diversi metri di
distanza sul marciapiede, c’è il povero Simon. La telecamera si avvicina a
lui. Il pestaggio è finito e l’uomo si porta le mani alla testa, da cui esce
del sangue. E’ in evidente stato confusionale. Il gruppo di agenti con lo
zaino nero si avvicina e con disinvoltura uno di loro, approfittando della
calca, gli poggia accanto lo zainetto nero, lo stesso che Simon porta con
sé, chissà quanto volontariamente, quando viene portato via dalla polizia.
Lo zainetto blu nel frattempo è misteriosamente scomparso.
Trasferito in un carcere di massima sicurezza, l’attivista è accusato di
possesso di esplosivi (le molotov?) e di armi da guerra (il martello?).
Accuse che gli fanno rischiare una condanna molto pesante, dai 7 ai 15 anni
di reclusione. I suoi legali hanno presentato istanza di scarcerazione, ma
probabilmente dovranno aspettare almeno un altro mese per la decisione,
nonostante il video mostrato dalla tv greca rappresenti una prova «pesante»
in suo favore. Le immagini sono state acquisite anche dalla Bbc, che non
l’ha ancora mandato in onda, e pubblicate ieri su www.italy.indymedia.org.