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Sabato 31 - giornata contro lo sgombero del Leoncavallo

Publie le mercoledì 28 maggio 2003 par Open-Publishing

Ore 15.00
Il Leoncavallo non ci basta, rivogliamo la città
MANIFESTAZIONE
dal Leoncavallo a Palazzo Marino

Ore 23.00
Concerto contro lo sgombero
Modena City Ramblers, Enzo Jannacci, Francesco Baccini
e molti altri


Il Leoncavallo non ci basta. Rivogliamo la città
ore 15.00 C.S. Leoncavallo

L’atto di precetto del Tribunale di Milano intima di rilasciare l’immobile
"entro e non oltre il 30 maggio". Ma il Leoncavallo non se ne andrà. Non ce
ne andremo. Se non per un corteo, sabato 31, dalla sede di via Watteau a
Palazzo Marino, sede del Comune: "Il Leoncavallo non ci basta, rivogliamo la
città".
In questi dieci anni, da Formentini ad Albertini si sono mangiati la città e
oggi tocca ai centri sociali, che, a Milano, sono tutti, chi più chi meno,
nelle stesse condizioni di sgombero annunciato.
Riapriamo un conflitto che non riguarda soltanto i centri ma in generale le
scelte di governo della città, dal massacro delle politiche sociali in atto
al destino delle aree ex industriali ormai largamente avviate ad un destino
diverso da quegli usi sociali e collettivi che avrebbero potuto avere.
In questi anni un movimento globale si è messo in moto provando a mettere in
discussione i meccanismi di fondo che governano il pianeta e le scelte
concrete che ne derivano. E un precariato anch’esso globale muove i primi
passi per cambiare le condizioni del proprio lavorare e vivere. E con le
proprie quelle di tutti.
I centri sono una parte non irrilevante di questo tessuto, definitivamente
fuori dal relativo isolamento degli anni ’80. E questo sarà il terreno dove
si giocherà anche questa partita.
D’altra parte lo spazio, a Milano come altrove, è diventato una risorsa più
che in passato scarsa, e più aspro il conflitto intorno ad esso.
Tanto sul terreno dello spazio pubblico dei meccanismi della democrazia
municipale, quanto su quello fisico, concreto, sul quale lavoriamo perché
possano insistere funzioni diverse da quelle previste dal piano, informale
ma concretissimo, dei valori e della speculazione che ha sostituito quello
regolatore generale, assente a Milano dal 1980.
Tre sgomberi tra il 1989 e il 1994, sono tanti, il quarto, oggi, davvero
troppo. Anche perché sono anni passati a cercare soluzioni. Ma senza una
parte attiva di un ente pubblico territoriale, è una ricerca impossibile.
Nel 1997 con il Comune di Milano si era arrivati ad un passo. Ma non se ne
fece niente. Contraddizioni interne al governo della signoria.
Lavoriamo per un prototipo, valido in questo caso e a maggior ragione per
altri spazi, altre associazioni, dove, tra l’altro, i valori in gioco sono
generalmente assai minori. Lo chiamiamo Fondazione disegnando un percorso
esattamente inverso a quanto va succedendo, dove si svende e cartolarizza il
demanio e il patrimonio pubblico. Noi insistiamo su un’area di proprietà
privata che vogliamo diventi a partecipazione pubblica; faremo la nostra
parte ma non possiamo cambiare il patto, solidale, che sta alla base del
nostro agire. Non avrebbe senso. Per adesso, come ogni volta precedente, ci
mettiamo in moto, in mobilitazione, sarà, alla fine, Milano a decidere. La
sua storia ci ha insegnato che le giunte passano, i centri restano.

PER ADESIONI ALLA MANIFESTAZIONE:
info@leoncavallo.org
www.leoncavallo.org