Home > Scienziati indipendenti: relazione sugli OGM
Tratto dal sito dei VAS
IL GRUPPO DI SCIENZIATI INDIPENDENTI (ISP): relazione finale sugli OGM
Dozzine di noti scienziati da sette diversi paesi, specialisti in discipline
quali agroecologia, agronomia, biomatematica, botanica, chimica medica,
ecologia, istopatologia, ecologia microbica, genetica molecolare, biochimica
nutrizionale, fisiologia, tossicologia e virologia, hanno unito le loro
forze per costituire un gruppo di ricerca indipendente sugli OGM, presentato
ufficialmente nel corso di un incontro pubblico tenutosi a Londra il 10
maggio 2003, incontro a cui hanno partecipato il ministro britannico
dell’ambiente Michael Meacher e altre 200 persone.
In occasione di questo incontro è stata ufficialmente presentata la bozza di
un rapporto, The Case for a GM-free Sustainable World (Per un mondo
sostenibile, libero da OGM), con cui l’ISP chiede di vietare le colture GM e
implementare invece ogni forma di agricoltura sostenibile. Questo autorevole
rapporto, presentato come "il più forte e il più completo dossier di prove
sperimentali" mai compilato sui rischi e i problemi connessi con le colture
GM, da un lato, e dall’altro sui molteplici benefici dell’agricoltura
sostenibile, è stato reso pubblico il 15 giugno 2003 [è visibile nel sito
dell’ISP: www.indsp.org
e inoltre nei seguenti siti:
Institute of Science in Society, UK www.i-sis.org.uk
Third World Network www.twnside.org.sg
Institute for Food and Development Policy (Food First), USA
www.foodfirst.org].
Prima della pubblicazione della relazione finale di 120 pagine, l’ISP ha
rilasciato il sintetico riassunto di quattro pagine, qui presentato, quale
contributo al dibattito sugli OGM che sta avvenendo a livello nazionale nel
Regno Unito.
Questo documento sfida i fautori degli OGM a rispondere su tutti i punti qui
presentati. Si prega di dare a questo documento la più ampia circolazione
possibile.
Rapporto dell’ISP (gruppo di scienziati indipendenti)
Sommario del documento reso pubblico il 15/06/03
Perché NO agli OGM?
1. Le colture GM non hanno portato i benefici promessi
Nessun aumento della produttività, né significativa riduzione dell’uso di
antiparassitari ed erbicidi;
L’ammontare delle vendite perdute dagli Stati Uniti, in seguito al rifiuto
delle colture GM in tutto il mondo, è stimato in 12 miliardi di dollari;
In India la percentuale dei raccolti GM falliti arriva fino al 100%;
Futuro ad alto rischio per l’agrobiotech: "Monsanto potrebbe essere un altro
disastro incombente sugli investitori".
2. Le colture GM pongono problemi crescenti all’agricoltura
Le linee transgeniche sono instabili: "la maggior parte dei casi di
inattivazione di transgeni non arriva mai ad apparire nella letteratura
scientifica";
Erbacce e piante dotate di resistenza simultanea a tre diversi diserbanti
sono emerse in America del Nord;
Piante resistenti al glifosato infestano ormai i campi di cotone e soia GM;
per controllarle, si ricomincia a usare l’atrazina;
Le piante che producono tossine Bt minacciano di causare l’emergenza di
piante super-infestanti e di parassiti Bt-resistenti.
3. Un’estesa contaminazione da transgeni è inevitabile
Estesa contaminazione da transgeni riscontrata nelle varietà locali di mais,
in remote regioni del Messico;
in Canada si sono rivelati contaminati da OGM 32 su 33 stock commerciali di
semi;
il polline viene disperso e trasportato dal vento per ore e una velocità del
vento di 35 miglia all’ora non è affatto eccezionale;
non ci può essere coesistenza tra raccolti GM e non-GM.
4. Le colture GM non sono sicure
La sicurezza delle colture GM non è stata provata: la regolamentazione è
stata sin dall’inizio inficiata da errori fatali;
il principio della ’sostanziale equivalenza’, vago e mal definito, non ha
fatto altro che dare alle industrie la totale possibilità di dichiarare che
i prodotti GM sono ’sostanzialmente equivalenti’ ai prodotti non-GM e perciò
’sicuri’.
5. I cibi GM sollevano gravi preoccupazioni circa la loro sicurezza
Malgrado la scarsità di studi credibili, i risultati di cui già oggi
possiamo disporre sollevano serie preoccupazioni circa la sicurezza dei cibi
da OGM;
effetti simili a quelli prodotti da un ’fattore della crescita’
[proliferazione e crescita cellulare], osservati nello stomaco e
nell’intestino tenue di giovani ratti, sono stati attribuiti al processo
stesso della transgenesi o al costrutto transgenico [vettore + gene
estraneo]; è quindi possibile che si tratti di effetti generali che
qualsiasi cibo ottenuto con l’ingegneria genetica può provocare.
6. Geni per prodotti pericolosi sono incorporati in piante transgeniche
alimentari
Le proteine Bt [del Bacillus thuringiensis], incorporate nel 25% del totale
delle piante GM coltivate in tutto il mondo, sono nocive per molti insetti
non-target; alcune sono potenti immunogeni [= sostanze che scatenano
risposte immunitarie] e allergeni [= sostanze che scatenano risposte
allergiche]
per gli esseri umani e gli altri mammiferi;
colture alimentari [soprattutto mais] vengono sempre più spesso
ingegnerizzate per produrre sostanze farmaceutiche e medicinali, tra cui:
a) le citochine, note per agire da soppressori del sistema immunitario e
associate a demenza, neurotossicità e ad effetti secondari sia sull’umore
che sui processi cognitivi;
b) vaccini e sequenze virali, ad esempio il gene di un coronavirus del
maiale, appartenente alla stessa famiglia del virus della SARS che è
all’origine dell’attuale epidemia;
c) il gene gp120 per una glicoproteina del virus dell’AIDS, che potrebbe
interferire con il sistema immunitario e ricombinare con virus e batteri già
presenti nell’ospite, in modo da generare nuovi e imprevedibili agenti
patogeni.
7. Le colture Terminator diffondono tra le piante la sterilità maschile
Le colture transgeniche in cui sono stati inseriti geni ’suicidi’ per la
sterilità maschile, reclamizzate come un mezzo per prevenire la diffusione
dei transgeni, in realtà diffondono nell’ambiente, attraverso il polline,
sia la sterilità maschile sia la tolleranza al diserbante.
8. I diserbanti ad ampio spettro sono altamente tossici per gli esseri umani
e per le altre specie animali
L’ammonio glifosinato e il glifosato, i diserbanti usati con le piante GM
resistenti a questi stessi erbicidi (e che attualmente rappresentano il 75%
di tutte le piante GM coltivate al mondo), sono veleni metabolici sistemici;
L’ammonio glifosinato viene associato a varie forme di tossicità -
neurologiche, respiratorie, gastrointestinali ed ematologiche - e a difetti
congeniti nelle varie specie di mammiferi, compresa quella umana; questo
composto è tossico anche per le farfalle e per molti insetti utili, per le
larve
dei molluschi e delle ostriche, per la dafnia e per alcuni pesci d’acqua
dolce, in particolare per la trota iridea; esso inibisce i batteri e i
funghi che svolgono nel terreno azioni vantaggiose, e in particolare i
batteri fissatori dell’azoto;
nel Regno Unito il glifosato è la causa più frequente di avvelenamento e vi
sono stati casi di disturbi a molte funzioni organiche anche in seguito
all’esposizione ai normali livelli d?uso del composto; l’esposizione al
glifosato ha quasi raddoppiato, tra gli utilizzatori del glifosato, il
rischio di aborti spontanei e di procreare bambini con difetti
neurocomportamentali;
il glifosato ritarda lo sviluppo dello scheletro fetale nei ratti di
laboratorio, inibisce la sintesi degli steroidi ed è genotossico nei
mammiferi, nei pesci e negli anfibi; l’esposizione alle dosi di irrorazione
in campo ha causato nei lombrichi una mortalità di almeno il 50% e
significativi danni intestinali nei lombrichi sopravvissuti; il Round Up
(ovvero il glifosato nella formulazione prodotta da Monsanto) ha causato
disfunzioni della divisione cellulare, un fenomeno che potrebbe essere
collegato al cancro nell’uomo.
9. L’ingegneria genetica genera supervirus
I pericoli più insidiosi dell’ingegneria genetica sono inerenti al suo
stesso processo, il quale fa aumentare notevolmente l’estensione e la
probabilità del trasferimento genico orizzontale e della ricombinazione, la
via principale con cui si generano virus e batteri patogeni;
tecniche recenti, come il DNA shuffling [rimescolamento], consentono ai
genetisti di generare in pochi minuti in laboratorio milioni di virus
ricombinanti, mai esistiti in miliardi di anni di evoluzione;
i virus, i batteri patogeni e il loro materiale genetico costituiscono le
materie prime e gli strumenti di elezione sia per l’ingegneria genetica, sia
per la produzione intenzionale di armi batteriologiche.
10. Il DNA transgenico presente nei cibi viene assorbito dai batteri a
livello dell’intestino umano
E’ stato osservato che il DNA transgenico delle piante alimentari viene
assorbito dai batteri, sia nel terreno che nell’intestino di volontari
umani;
i geni marcatori per la resistenza ad antibiotici, presenti nei cibi
transgenici, possono trasmettersi a batteri patogeni, fatto che rende poi
molto difficile il trattamento delle infezioni.
11. DNA transgenico e cancro
E’ provato che il DNA transgenico sopravvive alla digestione nell’intestino
e che ’salta’ nel genoma delle cellule di mammifero, dando luogo alla
possibilità che si comporti da elemento cancerogeno;
l’uso di prodotti GM, ad esempio mais, per l’alimentazione animale può
comportare rischi non solo per gli animali, ma anche per gli esseri umani
che consumano i prodotti di quegli animali.
12.Il promotore 35S del CaMV [virus del mosaico del cavolfiore] rende più
probabile e frequente il trasferimento orizzontale dei geni
Le prove sperimentali suggeriscono che i costrutti transgenici contenenti il
promotore 35S del CaMV possono essere particolarmente instabili e inclini al
trasferimento orizzontale e alla ricombinazione dei geni, con tutti i rischi
che ne derivano: mutazioni geniche dovute a inserzione casuale, cancro,
riattivazione di virus latenti e generazione di nuovi virus.
13. Una storia fatta di falsità e occultamenti di prove scientifiche
La storia degli OGM è fatta di falsità e occultamenti di prove scientifiche,
in particolare per ciò che riguarda il trasferimento orizzontale dei geni.
Gli esperimenti-chiave non sono stati effettuati, o sono stati effettuati
male e poi presentati in modo distorto. Molti esperimenti non sono stati
ripetuti nel tempo, comprese le ricerche sulla possibilità che il promotore
35S del CaMV sia responsabile degli effetti da fattore di crescita,
osservati
in giovani ratti alimentati con patate GM.
In conclusione, le colture GM non hanno portato i benefici promessi e stanno
ponendo all’agricoltura problemi sempre più gravi. La contaminazione da
transgeni è oggi un dato di fatto ampiamente riconosciuto come inevitabile,
quindi non può esservi coesistenza tra agricoltura GM e non-GM. Cosa più
importante di tutte, la sicurezza delle colture GM non è mai stata provata.
Al contrario, le prove già emerse sono sufficienti a suscitare serie
preoccupazioni circa i rischi posti dagli OGM, rischi che se ignorati
potrebbero provocare danni irreversibili alla salute e all’ambiente. La cosa
più opportuna sarebbe quindi respingere e mettere immediatamente al bando le
colture GM.
Perché Sì all’agricoltura sostenibile?
1. Produttività e rese maggiori
soprattutto nel terzo mondo 8,98 milioni di agricoltori hanno adottato
pratiche agricole sostenibili, per un totale di 28,92 milioni di ettari così
coltivati in Asia, America
latina e Africa; i dati, scientificamente affidabili, raccolti da 89
progetti dimostrano che queste pratiche portano a un aumento della
produttività e delle rese del 50-100% per le colture non irrigate e del
5-10% per le irrigue.
I maggiori successi si sono avuti in Burkina Faso, dove si è passati da un
deficit di cereali di 644 chili all’anno a un’eccedenza annuale di 153
chili, in Etiopia, dove 12 500 famiglie di agricoltori hanno goduto di un
aumento del 60% nelle rese dei raccolti e in Honduras e Guatemala, dove
45 000 famiglie hanno visto aumentare le rese da 400-600 kg/ha a 2.000-2.500
kg/ha;
studi a lungo termine condotti in paesi industrializzati dimostrano che le
rese dell’agricoltura biologica sono equiparabili a quelle dell’agricoltura
convenzionale e spesso sono superiori.
2. Miglioramento dei terreni
Le pratiche agricole sostenibili riducono l’erosione del suolo, migliorano
la struttura fisica del terreno e la sua capacità di ritenzione dell?acqua,
tutti fattori di cruciale importanza per evitare la perdita dei raccolti
durante i periodi di siccità; La fertilità del suolo è mantenuta e aumentata
dalle pratiche agricole sostenibili;
I suoli coltivati con le pratiche sostenibili mostrano una maggiore attività
biologica: un più alto numero di lombrichi, artropodi, micorrize ed altri
funghi, e di microorganismi, tutti organismi utili per il riciclo dei
nutrienti e per l?eliminazione naturale delle malattie.
3. Ambiente più pulito
Nell?agricoltura sostenibile è scarso o del tutto assente l?uso di prodotti
chimici inquinanti;
Minori quantità di nitrati e fosforo raggiungono la falda freatica;
La filtrazione dell’acqua è migliore nei sistemi ad agricoltura biologica,
che quindi sono meno esposti all?erosione e contribuiscono meno
all’inquinamento delle acque per dilavazione delle superfici;
4. Riduzione degli antiparassitari, senza aumento dei parassiti
La lotta integrata ai parassiti ha ridotto il numero delle irrorazioni con
antiparassitari da 3,4 a una per stagione in Vietnam, da 2,9 a 0,5 in Sri
Lanka e da 2,9 a 1,1 in Indonesia;
nella produzione californiana di pomodori, la scelta di non usare
insetticidi di sintesi non ha comportato alcun incremento delle perdite di
raccolto per danni da parassiti;
Il controllo dei parassiti si può realizzare senza ricorrere a
antiparassitari e senza che ciò comporti perdite del raccolto, usando ad
esempio colture "trappola" per attirare la piralide, come si è visto
nell’Africa orientale dove la piralide è un parassita importante;
5. Mantenimento e utilizzo della biodiversità
L’agricoltura sostenibile promuove la biodiversità in agricoltura, cruciale
per la sicurezza alimentare; l’agricoltura biologica può sostenere un
livello molto maggiore di biodiversità, con grande vantaggio per le specie
che hanno subito significative riduzioni;
a Cuba i sistemi agricoli integrati sono da 1,45 a 2,82 volte più produttivi
delle monocolture;
in Cina migliaia di coltivatori di riso hanno raddoppiato i raccolti e quasi
eliminato una delle malattie del riso più devastanti, semplicemente
piantando una mescolanza di due diverse varietà;
l’agricoltura biologica fa crescere la biodiversità, portando effetti
benefici
quali il recupero di terreni degradati, il miglioramento della struttura
del suolo e della sua capacità di filtrazione dell’acqua.
6. L’agricoltura biologica è sostenibile sia dal punto di vista
dell’ambiente che dell’economia
Una ricerca sulla produzione delle mele con sistemi agricoli diversi ha
rivelato che l’agricoltura biologica si colloca al primo posto per quanto
riguarda la sostenibilità ambientale ed economica; al secondo posto si
piazza il sistema della lotta integrata e all’ultimo quello dell’agricoltura
convenzionale;
le mele biologiche si sono rivelate le più redditizie per il loro più alto
prezzo di mercato, per il più rapido ritorno degli investimenti e un più
veloce recupero dei costi;
uno studio condotto su tutta l’Europa ha indicato che l’agricoltura
biologica dà risultati migliori di quella convenzionale, rispetto alla
grande maggioranza degli indicatori ambientali;
un’indagine condotta dall’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura
delle Nazioni Unite (la FAO) ha concluso che le pratiche di agricoltura
biologica opportunamente applicate portano a un miglioramento delle
condizioni ambientali, a tutti i livelli.
7. Effetti positivi sui cambiamenti climatici, tramite la riduzione del
consumo diretto e indiretto di energia
L’agricoltura biologica usa l’energia in modo molto più efficiente, e riduce
notevolmente le emissioni di CO2, rispetto all’agricoltura convenzionale sia
per quanto riguarda il consumo diretto di energia sotto forma di
combustibili fossili, sia riguardo al consumo indiretto connesso con l’uso
di fertilizzanti
e antiparassitari chimici di sintesi;
L’agricoltura sostenibile ristabilisce la materia organica del suolo,
aumentando la quantità di carbonio sequestrato nel terreno, quindi
sottraendo significative quantità di carbonio dall’atmosfera;
l’agricoltura biologica probabilmente emette meno biossido di azoto (N2O),
un altro importante gas serra e una delle cause della distruzione dello
strato di ozono.
8. Produzione efficiente, ad alto profitto
nell’agricoltura biologica qualunque eventuale riduzione delle rese è più
che compensata dai miglioramenti ecologici e dagli aumenti di efficienza;
le aziende biologiche, più piccole, producono molto di più per unità di
superficie che non i ben più grandi appezzamenti di terreno caratteristici
dell’agricoltura convenzionale;
nell’agricoltura biologica i costi di produzione sono spesso più bassi che
nell’agricoltura convenzionale, portando a ritorni netti equivalenti o più
alti anche senza il premio sui prezzi dei prodotti biologici; quando si
tiene conto dei prezzi più alti per i prodotti biologici, i profitti di
questo sistema di agricoltura sono quasi sempre superiori.
9. Aumento della sicurezza alimentare e dei vantaggi alle comunità locali
Un’indagine sui risultati dei progetti di agricoltura sostenibile ha
dimostrato che la produzione media alimentare per famiglia è aumentata di
1,71 tonnellate all’anno (fino al 73%) per 4,42 milioni di coltivatori che
lavorano 3,58 milioni di ettari, portando alle comunità locali grandi
benefici in termini
di sicurezza alimentare e di salute;
L’aumento della produttività fa aumentare la quantità di cibo disponibile e
i redditi, quindi riduce la povertà aumentando l’accesso al cibo, riducendo
la malnutrizione e migliorando le condizioni di salute e di vita;
i metodi dell’agricoltura sostenibile attingono intensamente dalle
conoscenze tradizionali indigene e danno importanza all?esperienza dei
coltivatori e alle loro innovazioni, quindi ne migliorano la condizione
sociale e l’autonomia, rafforzando le relazioni sociali e culturali
all’interno delle comunità
locali;
per ogni sterlina spesa per acquistare prodotti dell’agricoltura biologica
(in uno studio condotto nel Regno Unito), vengono generate 2.59 sterline per
l’economia locale; per ogni sterlina spesa in un supermercato, vengono
generate soltanto 1,40 sterline per l’economia locale.
10. Prodotti alimentari migliori per la salute
Il cibo biologico è più sicuro, poiché nell’agricoltura biologica è vietato
l’uso di antiparassitari; è perciò raro trovare in questi alimenti residui
chimici nocivi;
nella produzione biologica è vietato l’uso di additivi artificiali, come i
grassi idrogenati, l’acido fosforico, l’aspartame e il glutammato
monosodico, che sono stati messi in relazione con patologie molto diverse
quali le cardiopatie, l’osteoporosi, l’emicrania e l’iperattività;
vari studi hanno dimostrato che, in media, i cibi biologici hanno un
contenuto più alto di vitamina C, di minerali e di fenoli - composti
vegetali che possono combattere le cardiopatie e il cancro e alleviano le
disfunzioni neurologiche correlate con l’età - e un contenuto
significativamente più
basso di nitrati, che sono sostanze tossiche.
Le pratiche dell’agricoltura biologica hanno dimostrato di avere effetti
positivi su tutti gli aspetti riguardanti la salute e l’ambiente. In più
queste pratiche agricole sono ovunque fonte di sicurezza alimentare,
benessere sociale e culturale per tutte le comunità locali. E’ necessario e
urgente
il completo passaggio, a livello mondiale, a tutte le forme di agricoltura
sostenibile.
Alcuni degli scienziati che formano l’ISP (il gruppo di scienziati
indipendenti) sugli OGM:
Prof. Miguel Altieri
Professore di Agroecologia, University of California, Berkeley, USA
Dr. Michael Antoniou
Senior Lecturer in Genetica Molecolare, GKT School of Medicine, King’s
College, London.
Dr. Susan Bardocz
Biochimica, già attiva al Rowett Research Institute, Scotland
Prof. David Bellamy OBE
Botanico di fama internazionale, ambientalista, giornalista; insignito di
numerosi premi e riconoscimenti; Presidente & Vice Presidente di molte
organizzazioni per la conservazione e la tutela ambientale
Dr. Elizabeth Bravo V.
Biologa, ricercatrice e attivista nelle campagne di informazione sui temi
della biodiversità e degli OGM; cofondatrice di Acción Ecológica; part-time
lecturer alla Universidad Politécnica Salesiana, Ecuador
Prof. Joe Cummins
Professor Emeritus di Genetica, University of Western Ontario, London,
Ontario, Canada
Dr. Stanley Ewen
Istopatologo presso il Grampian University Hospitals Trust; già Senior
Lecturer di Patologia, University of Aberdeen; responsabile dello Scottish
Colorectal Cancer Screening Pilot Project.
Edward Goldsmith
Ambientalista, insignito di numerosi premi e riconoscimenti, studioso,
autore e fondatore di The Ecologist.
Dr. Brian Goodwin
Studioso attivo a Residence, Schumacher College, England
Dr. Mae-Wan Ho
Cofondatrice e Direttrice dell’Institute of Science in Society; Editore di
Science in Society; Consulente scientifico per The Third World Network e per
the Roster of Experts for the Cartagena Protocol on Biosafety; Visiting
Reader, Open University, UK e Visiting Professor di Fisica organica,
Università di Catania, Sicilia, Italia
Prof. Malcolm Hooper
Professor Emeritus presso la University of Sunderland; già Professore di
Chimica Medica, Faculty of Pharmaceutical Sciences, Sunderland Polytechnic;
Chief Scientific Consulent per i Gulf War Veterans
Dr. Vyvyan Howard
Medico patologo, Developmental Toxico-Pathology Group, Department of Human
Anatomy and Cell Biology, The University of Liverpool; Membro dell’UK
Government’s Advisory Committee on Pesticides
Dr. Brian John
Studioso di geomorfologia e scienze ambientali; Fondatore e per lungo tempo
Presidente del West Wales Eco Centre
Prof. Marijan Jo¨t
Professore di Plant Breeding and Seed Production, Agricultural College
Kri’evci, Croatia.
Lim Li Ching
Ricercatrice, Institute of Science in Society e Third World Network;
deputy-editor di Science in Society.
Dr. Eva Novotny
Astronoma, attivista in campagne sugli OGM per Scientists for Global
Responsibility, SGR
Prof. Bob Orskov OBE
Capo della International Feed Resource Unit in Macaulay Institute, Aberdeen,
Scotland; Membro della Royal Society of Edinburgh, FRSE; Membro della Polish
Academy of Science
Dr. Michel Pimbert
Ecologo, International Institute for Environment and Development.
Dr. Arpad Pusztai
Consulente privato; già Senior Research Fellow al Rowett Research Institute,
Aberdeen, Scotland
David Quist
Docente di ecologia microbica, Ecosystem Science Division, Environmental
Science, Policy and Management, University of California, Berkeley, USA
Dr. Peter Rosset
Ecologo ed esperto di sviluppo rurale; Codirettore di the Institute for Food
and Development Policy (Food First), Oakland, California, USA
Prof. Peter Saunders
Professore di Matematica Applicata al King’s College, London.
Dr. Veljko Veljkovic
Virologo, esperto di AIDS, Center for Multidisciplinary Research and
Engineering, Institute of Nuclear Sciences, VINCA, Belgrade, Yugoslavia
Roberto Verzola
Philippine Greens; Membro del Board of Trustees, PABINHI (network per
un’agricoltura sostenibile), Coordinatore, SRI-Pilipinas.
Dr. Gregor Wolbring
Biochimico, University of Calgary, Alberta, Canada; Adjunct Assistant
Professor su temi di bioetica, University of Calgary; Adjunct Assistant
Professor, University of Alberta; Fondatore e Direttore Esecutivo
dell’International Center for Bioethics, Culture and Disability; Fondatore e
Coordinatore
dell’International Network on Bioethics and Disability
Prof. Oscar B. Zamora
Professore di Agronomia, Department of Agronomy, University of the
Philippines Los Banos-College of Agriculture (UPLB-CA), College, Laguna, The
Philippines