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Società dell’indotto Telecom licenzia 187 lavoratrici precar

Publie le venerdì 1 agosto 2003 par Open-Publishing

Società dell’indotto Telecom licenzia 187 lavoratrici precarie

La protesta in prefettura

«E ravamo 187 lavoratrici Co.co.co. Senza alcun giorno di preavviso, siamo diventate 187
disoccupate».

Ieri, con questa denuncia fra le labbra, alcune operatrici telefoniche della Mile Service s.a.s. si sono date appuntamento davanti alla prefettura.

L’impresa genovese forniva servizi di telemarketing alla Telecom Italia: le sue telefoniste contattavano gli utenti per proporre, e possibilmente vendere, nuove tariffe del colosso italiano delle comunicazioni.

Dopo aver monitorato l’attività della Mile Service, la Telecom ha deciso di interrompere con essa ogni rapporto commerciale. E con una lettera del 25 luglio, ha chiesto al suo direttivo che venisse sospeso, immediatamente, ogni servizio svolto per suo conto.

«L’agenzia ci ha comunicato il suo stato di crisi il 28 luglio», dice Lina, 34 anni e due figli a casa, una delle operatrici riunite in via Roma «ma senza accennare ad alcun licenziamento. Il giorno dopo, alle 17.30, ci hanno consegnato la comunicazione con cui veniva rescisso il nostro contratto, con l’invito a non ripresentarci al lavoro. Oggi era tutto chiuso».

«Non abbiamo risolto alcuna collaborazione continuativa, ma solo sospeso l’attività», replicano fonti della Mile Service. «Questo evento - dicono - è il frutto di un’errata valutazione, fatta dalla Telecom, sul nostro operato. E’ interesse dell’impresa risolverlo e reintegrare queste lavoratrici».

Incomprensione fra le parti? Forse. Fatto sta che, se di vera e propria rescissione contrattuale si trattasse, secondo i sindacati mancherebbero anche i 15 giorni di preavviso necessari.

Le parole di Eleonora, mamma ventisettenne di un bimbo che ne ha 5, riassumono chiaramente l’opinione di molte sue colleghe: «Niente spiegazioni! Quel che vogliamo è che ci venga pagato il lavoro di luglio». Già, perché ora le banche hanno bloccato i conti dell’azienda e gli stipendi non possono più essere erogati.

«Mai successo nulla di simile, a Genova» conferma Mina Grassi, della Cgil «oggi ci incontreremo per discuterne». Il finale di questo gioco degli equivoci arriverà nei prossimi giorni. L’unica certezza, per ora, sono 187 protagoniste che aspettano di conoscere la loro parte.

M. F.