Home > Statistiche dell’Intifada

Statistiche dell’Intifada

Publie le domenica 5 ottobre 2003 par Open-Publishing

Per aggiornamenti: www.palestinemonitor.org

Traduzione a cura del Go’el - Ass. Papa Giovanni XXIII

PALESTINESI UCCISI(1)

2.344 morti dei quali 201 in uccisioni extragiudiziali (violazioni gravi
della IV Convenzione di Ginevra e come tali considerati crimini di guerra).
435, il 19%, minorenni. Almeno l’85% del totale sono vittime civili. 471
uccisi da armi pesanti. 1.410 uccisi da munizioni letali. Non e’ stata
condotta alcuna inchiesta; ai soldati e’ stata di fatto garantita
l’immunita’ e il tacito permesso di continuare ad agire al di fuori della
legge (2).

PALESTINESI FERITI

Piu’ di 41.000 (3)
Cisgiordania (4): 35,7% minorenni, 32,4% colpiti da munizioni letali, 64,9%
feriti nelle parti superiori del corpo, 39% moderatamente gravi (16.673
casi, 28/2/2002).
Striscia di Gaza (5): 20% minorenni, 37% feriti da munizioni letali, 60%
colpiti nelle parti superiori del corpo (ca. 6.000 casi 6/3/2002), si
calcolano piu’ di 7.000 minorenni feriti (6).

DISABILI PERMANENTI

Si calcolano circa 2.500 casi (7). Circa 500 palestinesi minorenni resi
disabili (8).

ATTACCHI A VEICOLI SANITARI E PERSONALE MEDICO(9)

15 (tra i quali un tedesco) (10) medici/infermieri/piloti d’ambulanza uccisi
durante il servizio (fuoco contro le ambulanze / colpi d’artiglieria in aree
residenziali).

180 tecnici d’emergenza medica della Palestinian red crescent society (Prcs)
feriti. 95 operatori di pronto soccorso della Union of palestinian medical
relief committees (Upmrc), compresi due medici.

25 ambulanze della Prcs distrutte; 197 attacchi con munizioni letali,
proiettili di gomma e/o pietre lanciate dai coloni israeliani contro le
ambulanze della Prcs. Riportati 432 casi in cui alle ambulanze della Prcs
non e’ stato consentito il transito oltre i blocchi stradali.

70 arresti fra il personale d’emergenza e i volontari del soccorso medico a
partire dall’invasione del 29 marzo (11). Durante le grande invasione di
marzo-aprile 2002 i membri dello staff della Upmrc sono stati fermati,
trattenuti e si sono visti negare l’accesso alle zone d’intervento fino a
tre volte al giorno; a partire da aprile 2002 il lavoro delle cliniche
mobili e’ stato tenacemente ostacolato.

70 decessi dovuti al mancato permesso di accedere alle strutture d’emergenza
o a quelle per il trattamento delle malattie croniche.

ATTACCHI CONTRO GLI OSPEDALI

(pazienti feriti, taglio della corrente elettrica) Fuoco d’artiglieria
contro il French Hospital (danni stimati attorno ai 25.000 (12) dollari) e
l’ospedale Al Hussein a Betlemme (13). Munizioni letali contro l’ospedale
A-Dibs di Beit Jala, il French Hospital (14) e l’Al Yamama di Betlemme,
contro il Prcs Maternity Hospital di Ramallah e, in tre occasioni (15),
contro l’Al Alia Hospital di Hebron.

Artiglieria contro il General Hospital di Ramallah (16); accesso negato per
alcuni giorni al Khalid di Ramallah (17).

Alcuni coloni hanno attaccato l’Augusta Victoria Hospital di Gerusalemme e
sparato ad un agente della sicurezza (18). Durante l’invasione di
marzo-aprile 2002 un gran numero di ospedali e di cliniche mediche e’ stato
attaccato in tutta la Cisgiordania.

GIORNALISTI

7 reporter palestinesi uccisi, 1 giornalista italiano ucciso, 75 giornalisti
feriti, almeno 167 attaccati dai soldati israeliani (malmenati, trattenuti,
l’equipaggiamento confiscato o distrutto), 5 giornalisti palestinesi
arrestati e attualmente in detenzione amministrativa. Almeno 20 uffici
stampa colpiti dall’artiglieria, vandalizzati o danneggiati (19).
31 marzo 2002: Ramallah e El-Bireh dichiarati aree militari chiuse, ingresso
vietato ai giornalisti e richiesta formale a quelli presenti all’interno di
lasciare immediatamente l’area.

Aprile 2002: l’ International association press dichiara la Cisgiordania il
secondo posto al mondo piu’ pericoloso per i giornalisti dopo l’Afghanistan.

TIPOLOGIE DI ARMAMENTI(20)

Proiettili: 5,56 mm (calibro223), 7,02 mm, 9 mm, calibro 50, 500 mm,
proiettili di gomma con anima in acciao, plastico. Missili.
Equipaggiamento balistico da carro. Caccia F16.

RIOCCUPAZIONI ED INCURSIONI

Rioccupazione di aree "A" (prima delle principali operazioni militari di
marzo-aprile e giugno 2002). Casi piu’ gravi: Betlemme, 10 giorni; Jenin, 40
giorni; Ramallah - El Bireh, 20 giorni; Tulkarem, Qalqilya. Invasioni in
aree "A": Beit Rima, Deir Ghassana, Beit Lahia.
Febbraio-marzo 2002: Sharon lancia una campagna di attacchi contro i campi
profughi della Cisgiordania. Balata Camp, a Nablus, viene attaccato in modo
particolarmente violento. 180 palestinesi, in gran parte profughi, muoiono
nel giro di due settimane (28 febbraio-12 marzo). Enormi i danni e la
distruzione di proprieta’ privata. 29 marzo-1 maggio: i carri armati
israeliani invadono tutte i principali centri della Cisgiordania tranne
Hebron e Gerico. Alle citta’ vengono imposti coprifuoco di 24 ore su 24, le
ambulanze e il personale medico vengono attaccati sistematicamente,
infrastrutture civili distrutte o vandalizzate, quasi 260 palestinesi
uccisi. Proteste da parteinternazionale, l’Inviato Speciale dell’Onu
definisce quanto accaduto a Jenin "orribile oltre ogni immaginazione" e
"moralmente ripugnante"(21).

19 giugno 2002: il governo israeliano lancia una seconda invasione su larga
scala di tutte le citta’ e i villaggi della Cisgiordania (eccettuata
Gerico). Rioccupazione completa della Cisgiordania. Per gli ultimi 4 mesi a
2.000.000 di palestinesi sono stati imposti coprifuoco di 24 ore su 24.

CHIUSURE E COPRIFUOCO

Punizione collettiva: riguardano tre milioni di palestinesi in Cisgiordania
e nella striscia di Gaza. Si tratta della serie piu’ grave e prolungata di
limitazioni alla liberta’ di movimento imposte dall’inizio dell’occupazione
nel 1967 (22) Assedi e chiusure interne: 120 check point israeliani in
Cisgiordania e nella striscia di Gaza. Insieme ai blocchi stradali dividono
la striscia di Gaza in tre pezzi e la Cisgiordania in 300
mini-raggruppamenti separati gli uni dagli altri.
Chiusure interne prolungate: Cisgiordania, 66 giorni su 100. Chiusure
interne parziali: Cisgiordania, 34 giorni su 100; striscia di Gaza 94 giorni
su 100 (23). Le chiusure causano emergenze quali scarsita’ d’acqua e di gas
(p. e. Beit Furik e Beit Dajan).

Agli abitanti di Al Mawasi (costa della striscia di Gaza) e’ consentito un
minimo di liberta’ di movimento fuori e dentro l’area a prezzo di una vera e
propria "etichettatura" con numeri di identita’. Israele ha costruito
ingressi elettrificati all’entrata di Al Sifa (nord della striscia di Gaza):
ai residenti e’ permesso muoversi dentro e fuori dall’area dale 7/9 della
mattina fino alle 3/5 del pomeriggio. Maggio 2002: il governo israeliano ha
introdotto un nuovo regime di permessi personali, rendendo impossibile gli
spostamenti tra le citta’ palestinesi in Cisgiordania. La
"bantustanizzazione" dei Territori Ocuupati e’ stata completata. La
costruzione del muro di separazione tra Cisgiordania e Israele e’
cominciata.

Chiusure verso l’esterno: Cisgiordania e Striscia di Gaza isolate dal resto
del mondo. L’aeroporto di Gaza e’ inagibile da febbraio 2001; il "passaggio
sicuro" tra Gaza e Cisgiordania e’ chiuso da ottobre 2000 (mentre gli
accordi di Oslo proibiscono la sua chiusura). Frequenti le chiusure
prolungate del ponte verso la Giordania, del confine con l’Egitto (passaggio
di Rafah), dei punti di accesso a Israele (Al Mintar e Beit Hanoun).
Dall’inizio di marzo 2002 l’esercito israeliano ha ripetutamente invaso le
aree sotto controllo palestinese e imposto coprifuoco prolungati su citta’ e
villaggi.
(vedi RIOCCUPAZIONI E INCURSIONI)

PALESTINESI ARRESTATI E DETENUTI DALLE AUTORITA’ ISRAELIANE

Si e’ calcolato che dal 29 marzo 2002 15.000 palestinesi sono stati
arrestati, 6.000 dei quali ancora in prigione. Tra questi 1.700 palestinesi
sono sotto detenzione amministartiva (24), vale a dire che non hanno avuto
un processo e sono stati imprigionati senza che venissero portate prove
contro di loro. 350 bambini palestinesi attualmente detenuti in prigioni
israeliane e centri di detenzione in Israele e Cisgiordania. 30 di questi
sono sotto detenzione amministartiva (25). Molti dei prigionieri hanno
subito torture e non ricevono cure mediche adeguate.

DANNI ALLA PROPRIETA’

Incursioni in aree residenziali (punizione collettiva)
Nel corso dei primi 15 mesi di Intifada i danni materiali sono ammontati a
305 milioni di dollari. Durante l’invasione di marzo-aprile l’esercito
israeliano ha distrutto e saccheggiato proprieta’ per 361 milioni di dollari
(27).

Dall’inizio dell’ Intifada fino a febbraio 2002: colpi d’artiglieria e
demolizioni hanno causato il crollo di 720 case e il danneggiamento di altre
11.553, per un totale di 73.600 persone coinvolte (28). 30 moschee, 12
chiese (29), 134 pozzi d’acqua (30), un numero imprecisato di cimiteri hanno
subito danneggiamenti. 34.606 olivi ed alberi da frutto sradicati (31), piu’
di 116 ettari di terra confiscati (32), 1.433,9 ettari di terra spianati o
bruciati (33).

Invasione di marzo-aprile: 881 case distrutte, 2.883 case nei campi profughi
danneggiate, 22.500 persone coinvolte (34).
Striscia di Gaza: piu’ di 600 case demolite, ca. 1.600 ettari di terra, per
la maggior parte terreno agricolo, spianati dall’esercito israeliano (35).

ISTRUZIONE

(punizione collettiva)

Il Ministero dell’istruzione riporta la chiusura temporanea di 850 scuole, 8
trasformate in caserme militari. 185 scuole fatte oggetto di spari e colpi
d’artiglieria da parte dell’esercito israeliano; 11 scuole completamente
distrutte , 9 vandalizzate. 15 scuole adibite a centri di detenzione e
caserme militari.
132 studenti palestinesi uccisi e 2.500 feriti mentre andavano o tornavano
da scuola.

Persi 1.135 giorni di scuola a causa degli attacchi israeliani (36). Durante
la grande invasione di marzo-aprile 2002, 54.730 lezioni al giorno sono
andate perse per la completa cessazione delle attivita’ scolastiche.

CONDIZIONI ECONOMICHE

(punizione collettiva)

Totale delle mancate entrate stimato tra i 3.2 e i 10 miliardi di dollari
(non vengono conteggiate le perdite dovute alla distruzione della proprieta’
pubblica e privata).
Perdite giornaliere su scala nazionale: tra i 6 e gli 8.6 milioni di dollari
per giorno lavorativo.
Mancate entrate salariali: 59.4 milioni di dollari
Disoccupazione: 67% a Gaza, 48% in Cisgiordania
Il 75% della popolazione palestinese vive al di sotto della soglia di
poverta’ (meno di due dollari al giorno): 84,6% a Gaza e 57,8% in
Cisgiordania (37).

I danni economici hanno costretto il 69% delle societa’ palestinesi a
chiudere o a ridurre la produzione (38).
PIL diminuito del 51% (39). Israele impedisce a 125.000 palestinesi di
andare al lavoro (40). La Banca Mondiale sostiene che con la soluzione del
conflitto e la fine delle chiusure ci vorranno almeno due anni perche’
l’economia palestinese ritorni al livello di entrate pro capite precedente
l’inizio dell’Intifada (41).

RISOLUZIONI E RAPPORTI DELLE NAZIONI UNITE

Israele condannato per un uso sproporzionato ed eccsivo della violenza
contro i civili palestinesi e per il mancato adempimento delle leggi
internazionali (per maggiori informazioni vedere www.un.org). 7 maggio 2002:
Assemblea Generale dell’ONU, ripresa la decima Sessione Speciale
d’Emergenza. Risoluzione ES-10/10: condanna gli attacchi compiuti dagli
israeliani contro il popolo palestinese particolarmente nel campo profughi
di Jenin; condanna inoltre il rifiuto da parte di Israele di cooperare con
la commissione d’inchiesta del Segretario Generale su quanto avvenuto a
Jenin. Chiede che Israele metta fine ai ritardi e agli ostacoli imposti al
lavoro delle organizzazioni umanitarie e alle agenzie Onu nei Territori
Occupati.

19 aprile 2002: risoluzione 1405 del Consiglio di Sicurezza. Invita Israele
a cessare le restrizioni imposte alle operazioni delle organizzazioni
umanitarie e accoglie l’iniziativa del Segretario Generale d’inviare una
commissione d’inchiesta che indaghi su quanto avvenuto nel campo profughi di
Jenin (Israele rifiuta di collaborare con la commissione d’inchiesta).

15 aprile 2002: la Commissione Onu per i Diritti Umani condanna Israele per
le uccisioni di massa di palestinesi, biasima Israele per le "gravi
violazioni" del diritto umanitario e dichiara legittimo il diritto del
popolo palestinese a resistere all’occupazione israelaina.

30 marzo 2002: risoluzione 1402 del Consiglio di Sicurezza. Invita Israele a
ritirare le sue truppe dale citta’ palestinesi.

20 dicembre 2001: l’Assemblea Generale chiede che vengano fermate le
violenze, l’attuazione del Rapporto Mitchell, il rispetto della IV
Convenzione di Ginevra.

6 dicembre 2001: dichiarazione congiunta di 114 Firmatari della IV
Convenzione di Ginevra. Condanna Israele per l’uso indiscriminato e
sproporzionato della violenza, invita il governo israeliano al rispetto del
diritto umanitario.

3 dicembre 2001: l’Assemblea Generale mette ai voti 6 risoluzioni contro
Israele riguardanti lo status di Gerusalemme, gli illegali insediamenti
israeliani, il diritto inalienabile del popolo
palestineseall’autodeterminazione.

23 novembre 2001: Commissione Onu contro la Tortura, condanna alle pratiche
di Israele.

7-13 novembre 2000: Mary Robinson, Commissario Onu per i Diritti Umani,
visita i Territori Occupati. Al termine della missione raccomanda
l’attivazione di una presenza internazionale per il monitoraggio dei
Territori Occupati.

20 ottobre 2000: Assemblea Generale dell’Onu, decima Sessione Speciale
d’Emergenza.

19 ottobre 2000: Commissione Onu per i Diritti Umani, quinta Sessione
Speciale.

11-15 ottobre 2000: il Relatore Speciale alla Commissione per i Diritti
Umani visita i Territori Occupati.

7 ottobre 2000: Risoluzione 1322 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite. Deplora la provocazione avvenuta il 28 settembre 2000 alla Spianata
delle Moschee di Gerusalemme., invita Israele al rispetto dei suoi obblighi
legali e alle sue responsabilita’ secondo quanto prescritto dalla IV
Convenzione di Ginevra.

CRITICHE A ISRAELE DA PARTE DI GOVERNI STRANIERI

10 aprile 2002: USA, UE, Russia e Nazioni Unite invitano unanimemente
Israele ad un ritiraro immediato dai Territori palestinesi. 16 aprile 2002:
il commissario dell’Unione Europea per lo Sviluppoe e l’Assistenza
Umanitaria afferma che Israele ostacola il lavoro delle forze di protezione
e si fa beffe del diritto umanitario.

ALTRE CRITICHE DA PARTE INTERNAZIONALE

Condanne a Israele espresse da agenzie internazionali,, appelli per la
cessazione delle violenze

a.. Phisicians for Human Rights (USA e Israele)

b.. Euro-Mediterranean Human Rights Network (Emhrn), Danimarca

c.. International Federation of Human Rights (Fidh), Parigi

d.. Human Rights Watch, New York

e.. Amnesty International

f.. International Committee of Red Cross

Per maggiori informazioni consultare i siti web, o visitare
www.palestinemonitor.org/comments/comment_archives.htm

LEGGI INTERNAZIONALI O RISOLUZIONI VIOLATE

Risoluzioni delle Nazioni Unite 242 e 338, IV Convenzione di Ginevra, Norme
di Hague, Codice di Condotta ad uso dei funzionari Onu per l’applicazione
della legge, Accordo Internazionale per i diritti economici, sociali e
culturali, Convenzione per l’eliminazione di tutte le forme di
discriminazione razziale, Convenzione sui diritti dell’infanzia, ed altre.
Quelle riportate sono cifre caute, dal momento che non tutti i casi sono
stati registrati. Alcune cifre sono basate su rapporti non aggiornati
(vedere i riferimenti cronologici delle fonti).

Note:

1 Health, Development, Information and Policy Institute (Hdip),
www.hdip.org; statistiche basate su informazioni disponibili al momento
del computo.

2 Rapporto di B’Tselem, "Illusions of restraint: Human Rights Violations
Durimg the Events in the Occupied Territories 29 September ­ 2 December
2000", www.btselem.org.

3 Le statistiche valgono soltanto per le persone che hanno usufruito dei
servizi sanitari.

4 Ministero della Sanita’, www.pna.org/moh

5 Palestinian Center for Human Rights, www.pchrgaza.org

6 Relatore Speciale della Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni
Unite, rapporto di marzo 2002, riportato nella conferenza stampa
DCI-PAL, 19 marzo 2002

7General Union of Disabled Palestinians

86 Relatore Speciale della Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni
Unite, rapporto di marzo 2002, riportato nella conferenza stampa
DCI-PAL, 19 marzo 2002

9 Palestinian Red Crescent Society, 27 ottobre 2001,
www.palestinercs.org e Union of Palestinian Medical Relief Committees,
www.upmrc.org

10 Palestinian Center for Human Rights: www.pchrgaza.com, 28 giugno 2002

11 Palestinian Red Crescent Society, 10 luglio 2002,
www.palestinercs.org

12 Direttore dell’ Holy Family Hospital, Betlemme

13 Durante l’occupazione di Betlemme, 19-29 ottobre 2001

14 Law, 4 e 8 novembre 2000, www.lawsociety.org

15 Al-Ayam, (quotidiano), 19 ottobre 2000

16 Durante l’invasione e l’occupazione di Ramallah tra il 13 e il 15
marzo 2002

17 Durante l’occupazione di Ramallah, ottobre 2001

18 Law, 29 ottobre 2000, www.lawsociety.org

19 Informazione ottenuta dal Sindacato dei Giornalisti Palestinesi

20 Al-Haq, www.alhaq.org

21 Terje Rod Larsen, in un’intervista alla BBC, 19 aprile 2002

22 Rapporto dall’ufficio di Gaza dell’inviato Onu in Medio Oriente,
Terje Rod Larsen, febbraio 2001

23 UNSCO: "The impact on the Palestinian economy of confrontation,
border closures and mobility restrictions" (ottobre 2000 ­ 30 settembre
2001) 24 Law, conferenza stampa del 17 luglio 2002

25 Informazione del Dci (Defence Children International)risalente ad
agosto 2002

26 UNSCO: www.arts.mcgill.ca/mepp/unsco/pr_may2002.pdf

27 Non comprende le mancate entrate e i costi sociali e umanitari.
Valutazione dei donatori internazionali

28 Palestinian Humanitarian Disaster, US Agency for International
Development, 10 luglio 2002

29 Consiglio palestinese per la pace e la giustizia

30 Al-Mezan 2001, www.mezan.org

31, 32, 33 Law society, 29 novembre 2001 (cifre relative all’inizio del
2000) 34 Pchr, 3 giugno 2002

35 Ibid.

36 Ministero dell’Istruzione, 17 gennaio 2002, dato riferibile
esclusivamente alle scuole del Ministero dell’Istruzione (a partire dal
28 settembre 2000)

17 Pcbs, aprile 2002

38 Statistiche tratte prevalentemente da: UNSCO, "The impact on the
Palestinian economy of confrontation, border closures and mobility
restrictions" (ottobre 2000 ­ 30 settembre 2001)

39 Rapporto stilato dal Ministero della Pianificazione e della
Cooperazione Internazionale

40 Associated Press, 29 ottobre 2000

41 Rapporto della Banca Mondiale.