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Sul due agosto a Bologna: per tutti i comitati

Publie le domenica 27 luglio 2003 par Open-Publishing

Cari Tutti,
approfitto per comunicarvi intanto la gratitudine per
l’impegno profuso nell’organizzazione dell’incontro del 12/07 nell’ambito
delle giornate di Genova e poi volevo darvi qualche informazione in più sul
clima che si sta formando verso la scadenza del 2 Agosto a Bologna.

Il dibattito nazionale inaugurato con la vicenda Sofri e le successive
dichiarazioni del ministro Castelli, come sapete, hanno portato
all’attenzione pubblica il tema prima dell’indulto e poi dell’amnistia per
i cosiddetti "detenuti politici". Come al solito, nel paese dove la notte
della repubblica è tale perché tutte le vacche siano nere, il problema
sollevato da più parti è la solita idea di pensare di pagare i conti con la
storia, togliendo qualche decina di anni dalla testa di gente in carcere
con un uso scrupolo del manuale Cencelli. Del resto, per questi signori, è
sempre stato più semplice fare promesse vane o concessioni inutili
piuttosto che andare a fondo di una storia recente tragica quanto
inconfessabile per il nostro paese.

Sul dibattito nazionale ha preso posizione l’associazione delle vittime dei
familiari di Bologna con questo comunicato che allego e che trovo
semplicemente condivisibile.

Allo stesso modo trovo condivisibili le dichiarazioni di Paolo Bolognesi
oggi a Radio Città del Capo. Infatti di fronte a questo clima nel paese, i
consigliere di AN al comune di Bologna hanno preannunciato una
manifestazione "pro Calabresi" in città e il loro capogruppo Mazzanti ha
polemizzato con l’associazione dei familiari per questo manifesto:

http://www.stragi80.com/bologna/manifesti/2003b.jpg

ed il riferimento alla P2. Trovo condivisibile Bolognesi quando dice che al
depistaggio ignobile sui fatti del 2 Agosto ’80 partecipò anche la P2 e
questo è un governo che del programma politico di stampo eversivo massonico
sta mettendo in pratica le linee guida generali grazie al suo presidente ex
tesserato (ricordo: Silvio Berlusconi, tessera 1816 della Loggia Massonica
P2).
Ovviamente il signor Mazzanti si è guardato bene dal rispondere nel merito
preferendo polemizzare con Bolognesi sul tema più politicante che poteva
scegliere: ovvero, in realtà Bolognesi vuole solo trovare finalmente una
scusa per scendere dal palco delle autorità e del sindaco Guazzaloca per
stare con Cofferati. Per i non bolognesi questa è una polemica nata in
città diverse settimane prima sull’onda di un clima, che come potete
immaginare, si sta preparando ad una lunga e tesa campagna elettorale dopo
la candidatura di Cofferati, con le dichiarazioni dei futuri sfidanti alla
poltrona di sindaco nel tentativo di ricordare all’altro la giusta e
legittima collocazione tra palco e platea. Bolognesi, sempre a Radio Città
del Capo, ha definito le polemiche fisiologiche all’appuntamento del 2
Agosto, ma mi permetto di far notare una novità e di dimostrare una
tendenza.

La tendenza è nello scollamento progressivo tra l’impegno civile e politico
che un appuntamento come il 2 Agosto chiede e la risposta delle
istituzioni, delle amministrazioni pubbliche e di molti, troppi pezzi della
società politica del nostro paese. In questo scenario si è approfondita la
frattura tra memoria e impegno da una parte mentre si è cercato di svuotare
di significato quell’appuntamento. Come? Con la proposta, non per niente
proveniente dalla maggioranza reazionaria che sostiene la giunta
Guazzaloca, di togliere la parola "fascista" dalla lapide del 2 Agosto. Un
caso non isolato di una vera e propria strategia che in questi ultimi
quattro anni ha alimentato il revisionismo nei confronti di Bologna
"medaglia d’oro alla resistenza" grazie a impunità e indifferenza sia che
si facciano proposte come quella di Bignami (consigliere regionale di AN)
di istituire il 26 Aprile come giornata della riconciliazione, sia che si
continuino a offendere e imbrattare i simboli e i cippi della resistenza
sul territorio. Allo stesso modo il movimento d’ispirazione fascista Forza
Nuova, il 13 Maggio 2000, promuovendo il suo convegno nazionale a Bologna
che fu contestato e costretto prima del tempo a chiudere da un corteo di
10000 persone, ha potuto contare sull’appoggio di consiglieri di AN per
trovare miglior sede in provincia. il 2 Agosto a Bologna è stato sempre un
termometro indicativo di questo clima che soprattutto negli ultimi due anni
ha sancito la definitiva distanza tra la classe politica che governa la
città, e chi ne asseconda i principi, e il resto della società. I famosi
"fischi" che sono stati riservati a Casini nel 2001, qualche giorno dopo i
fatti di Genova, sono stati tutt’altro che espressione di una minoranza in
piazza (ricordo che il Social Forum, in quell’occasione, andò in piazza con
81 maschere e la scritta "Sappiamo chi è STATO" per poi lasciare uscire
dopo l’intervento di Bolognesi) e la conferma si è avuta l’anno dopo con
una contestazione ancora più convinta e generalizzata che, anche in seguito
al mancato minuto di silenzio, ha coinvolto tanto il sindaco Guazzaloca
quanto un indigeribile Buttiglione.

La novità è che quest’anno ci sono davvero le condizioni per recuperare un
impegno civile e politico forte ed autorevole e far rivivere il 2 Agosto di
una rinnovata dimensione pubblica che vada oltre il momento celebrativo.
Questo grazie ad una consapevolezza ritrovata nel paese che può contare su
un movimento ampio, plurale, intergenerazionale che ha imposto l’autonomia
delle proprie istanze sociali rispetto alla rappresentanza politica, a
qualsiasi rappresentanza politica. Per questo oggi parlare di "verità e
giustizia" trova finalmente uguale dignità e autorevolezza tanto per Genova
quanto per il 2 Agosto ’80 a Bologna, e allora come oggi chiede quale
società democratica e dei diritti può essere mai questa, dove l’impunità di
pezzi dello Stato viene sancita in maniera così spudorata tra le pagine di
storia più drammatiche del nostro paese.
Per questo io spero che la proposta del Social Forum di portare in piazza
il silenzio assordante della nostra presenza dietro lo striscione "Verità e
Giustizia", di fronte al vaniloquio di promesse di 23 anni di ministri sul
palco, di fronte ai continui depistaggi, di fronte a un governo e a una
classe politica che tra responsabilità ed ignavia è colpevole
dell’involuzione delle garanzie democratiche nel nostro paese, sia la
modalità nella quale poterci riconoscere nel rispetto reciproco di
differenze e responsabilità, con la quale dare un segnale forte nel paese e
in città.

Marco Trotta