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In occasione della manifestazione di Roma del 4 ottobre il Movimento dei/delle disobbedienti organizza la partenza (disobbediente) in treno con i seguenti orari dal Friuli Venezia Giulia (vengono indicati gli orari di ritrovo nelle stazioni; i treni partono circa venti muniti dopo).
TRIESTE h. 21.00
MONFALCONE h 21.30
GORIZIA h. 20.50 (cambio a Monfalcone)
PORDENONE h. 21.30 (cambio a Mestre)
Non occorre prenotazione, i treni vanno conquistati, a bordo tratteremo con Trenitalia per un biglietto a prezzo politico (ovvero riprenderci una piccola parte di quello che le ferrovie neoliberiste ci rubano da anni...).
Il rientro è previsto per la notte di sabato 4. Gli orari verranno comunicati a bordo.
HASTA SIEMPRE!
(alleghiamo il testo dell’appello dei Disobbedienti romani e quello del Forum Sociale Europeo per la manifestazione).
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A quante e quanti dal Vecchio Mondo si levano in piedi nella lotta per l’umanità contro il neoliberismo, per un’altra Europa contro l’Europa dei potenti e dei loro muri,
al movimento dei movimenti,
alla società civile italiana ed europea
Fratelli e sorelle, compagni e compagne, cara Signora: vi informiamo che il movimento delle e dei disobbedienti si mobilita da tutta Italia accanto alle reti ed ai movimenti del Foro sociale europeo per contestare la Conferenza intergovernativa convocata dal presidente di turno dell’Unione e (purtroppo) presidente del Consiglio dei ministri italiano, il ben noto cavalier Silvio Berlusconi, per il giorno 4 di ottobre a Roma.
Questa Conferenza vorrebbe essere la sede di ratifica della bozza di Trattato costituzionale elaborata dalla Convenzione che ha come presidente il signor Giscard D’Estaing, già noto come brillante sostenitore del dottor Bokassa.
Un Trattato, non una Costituzione. Che non prevede la decisione delle popolazioni, ma solo l’accordo dei governi e il consenso dei potentati. Che non sancisce nuovi diritti, ma limita persino quelli antichi. Che non costituzionalizza i principi d’una cittadinanza e d’una democrazia più aperte, ma quelli dei Trattati che hanno già portato l’Europa al declino e al ripiegamento nelle sue storie peggiori: Maastricht e Schengen, cioè il dominio della Banca e dei profitti sulla decisione politica e sui bisogni sociali, e l’innalzamento di nuovi Muri su quella che è già stata la barbarie europea. Un Trattato che non ci riconosce la garanzia della pace, d’un tetto, dell’acqua, di un cibo sano, d’una conoscenza libera, di comunicare al meglio, di muoverci, d’un reddito, dei nostri diritti quando lavoriamo, d’essere cittadini perché veniamo a chiederlo in terre di potere fuggendo da terre in cui ci è negato per gli interessi di quel potere: ma garantisce il diritto dei potenti di fare strage dei nostri diritti. Un Trattato costituzionale, che fa rimpiangere le nostre Costituzioni.
Noi vogliamo un’altra Europa. Noi riteniamo d’esserla già, in gran parte: nelle nostre esperienze di autogestione e di decisione diretta, nella nostra opposizione alla guerra permanente, nelle nostre battaglie per aprire spazi di partecipazione, nelle nostre lotte per riappropriarci dei beni comuni sequestrati e degradati dalle privatizzazioni, nelle occupazioni dei senza casa, nelle reti del precariato, del non lavoro e degli studenti, nell’abbattimento e nell’invasione dei lager contro i cittadini migranti. Infine, nella comunanza del nostro cammino con quelli di quanti in tutto il globo si battono contro il potere della menzogna e dell’oblio, scontrandosi con i suoi centri, dal G8 al Fondo Monetario al Wto.
Per tutte queste ragioni e molte altre, noi non riconosciamo legittimità alcuna alle decisioni che si vorrebbero prendere in quella Conferenza il 4 ottobre. Vogliamo disturbarla, contestarla, contrastarla, farci sentire più fortemente che sia possibile. Perché siamo, tutte e tutti insieme, un’altra Europa in marcia: e perché vogliamo i nostri Stati Generali, che dibatteremo nell’assemblea europea del 3, contro una prevaricazione cieca ed un ennesimo abuso.
Il 4 di ottobre a Roma sarà una giornata di azione. La stessa manifestazione convocata all’Eur, dove è stato collocato un vertice blindato perché gestito da chi affronta il consenso solo con la paura, sarà un momento di contestazione collettiva: noi intendiamo viverlo fino in fondo, con il linguaggio e i comportamenti della disobbedienza, civile e sociale.
Non consideriamo legittime le decisioni che la Conferenza e chi la presiede si arroga, non consideriamo legittimo che vengano schierati eserciti di polizia a garantirle da quanto il potere considera un disturbo, cioè la voce e la protesta della cittadinanza. Non accetteremo d’essere soffocati da chi deve ancora rispondere della sospensione d’ogni diritto nelle giornate di quel luglio del 2001 a Genova. Non accettiamo di dimenticare, mentre decine di noi pagano con la limitazione dei diritti o addirittura la detenzione tutto quanto abbiamo invece subito. Pensiamo che tutte e tutti coloro che si definiscono "opinione democratica" dovrebbero pensarla allo stesso modo, ed agire perché ingiustizia e brutalità siano bandite e i loro responsabili non abbiano nulla a che fare con una piazza di mobilitazione civile.
In ogni caso, una cosa vi garantiamo: noi affermeremo il rispetto delle persone e quello delle cose comuni, in faccia a chi è abituato a sequestrare a mano armata i nostri diritti. Siamo sempre ribelli, per la democrazia la giustizia e la dignità. In marcia per costituire un’Europa diversa, in un mondo diverso possibile.
Da Roma, Italia, Europa, Pianeta Terra, settembre/ottobre del 2003, Anno secondo della guerra globale permanente
Movimento delle e dei disobbedienti di Roma
APPELLO DEL FSE PER LA MANIFESTAZIONE
Contro il liberismo, la guerra e il razzismo il 4 ottobre in piazza per un’altra europa
Il 4 ottobre si apre a Roma la Conferenza Intergovernativa. I capi di stato e di governo dell’Unione Europea, capitanati da Silvio Berlusconi, proveranno a tradurre in trattati costituzionali il risultato della Convenzione.
All’Europa liberista e del Patto di Stabilità, all’Europa che alza i muri contro i migranti e che, senza assumere il ripudio della guerra, lavora invece alla costituzione dell’esercito europeo, il 4 ottobre noi opporremo un’altra Europa: quella dei popoli e della pace, l’Europa del Forum Sociale Europeo e del 15 febbraio.
La nostra Europa si basa su alcuni semplici principi: è antiliberista, ripudia la guerra e tutti i razzismi, fa della democrazia e della partecipazione valori fondanti.
E’ l’Europa che difende i beni e i servizi pubblici, lo Stato sociale, il lavoro. E dunque si batte contro gli attacchi alle pensioni, la mercificazione della scuola, della salute, della cultura e contro la progressiva precarizzazione della vita intera. La nostra Europa è l’Europa dei diritti sociali, a partire dal diritto al lavoro, al reddito e a una esistenza dignitosa.
E’ una Europa che privilegia la costruzione di spazi pubblici, in cui la società sostenibile e il rispetto dell’ambiente siano punti inaggirabili e dove le differenze di genere, le identità sessuali e le libertà civili non siano negoziabili.
E’ l’Europa che ripudia le guerre senza se e senza ma.
Contraria all’aumento delle spese militari e all’ipotesi di un esercito europeo, la nostra Europa lavora per la pace nei luoghi di conflitto, con le missioni civili e la solidarietà internazionale. La nostra Europa lavora per la pace anche qui, dove la guerra viene alimentata: per questo abbiamo manifestato il 15 febbraio, per questo teniamo appese ai balconi le bandiere della pace.
Per questo vogliamo la fine dell’occupazione militare in Iraq e il ritiro delle truppe italiane, così come da tempo chiediamo la fine dell’occupazione della Palestina.
La nostra è l’Europa della cittadinanza universale. Dove non esistono discriminazioni di razza, di religione e di sesso. Una Europa aperta, accogliente, senza centri di detenzione e in cui nessuno e nessuna è straniero o straniera.
La nostra è l’Europa della partecipazione: locale, nazionale, sopranazionale. L’esperienza della democrazia partecipativa non ha nulla a che vedere con il metodo oligarchico adottato dalla Convenzione presieduta da Giscard d’Estaing.
Dopo Firenze, dopo il 15 febbraio e il 12 aprile, mentre ci avviciniamo al Forum Sociale Europeo di Parigi, il 4 ottobre daremo un nuovo impulso a un processo costituente per un’altra Europa. Un processo aperto, comprensivo delle forme più articolate del conflitto sociale, delle diverse soggettività e dei tanti movimenti che compongono il nostro movimento. Un processo che valorizzi le resistenze sociali e i progetti alternativi. Un processo che culmini nel 2004 con la Convocazione degli Stati Generali dell’altra Europa.
Facciamo appello alla molteplicità della società civile, alle forze sociali e politiche, con cui in questi anni abbiamo incrociato strade e percorsi, a costruire insieme questo appuntamento: ci rivolgiamo a coloro che hanno realizzato il Forum Sociale Europeo di Firenze e il 15 febbraio, per avviare un confronto perché il 4 ottobre sia una giornata fondativa dell’altra Europa.
Appuntamento a Roma
venerdì 3 ottobre: forum internazionale dell’altra Europa
sabato 4 ottobre: manifestazione nazionale
Questo impegno vivrà anche in altre mobilitazioni. Ci sono infatti altri appuntamenti, eventi, scadenze di lotta, percorsi diversi che intendiamo promuovere, sostenere e attraversare, dopo le giornate di mobilitazione di Riva del Garda e la mobilitazione internazionale di Cancun per fermare il WTO:
le mobilitazioni in occasione dei tanti vertici europei che si svolgeranno quest’anno in Italia, da quello di Roma per le politiche abitative del 30 e 31 ottobre a di San Patrignano il 5 e 6 ottobre in occasione del vertice dei ministri dell’Istruzione e degli Affari Sociali
le mobilitazioni che fanno vivere questi contenuti:
la marcia Perugia Assisi del 12 ottobre
la giornata di mobilitazione sulla scuola contro la riforma Moratti il 26 settembre
lo sciopero generale della Fiom il 17 ottobre
gli appuntamenti del movimento internazionale:
il Forum Sociale Europeo di Parigi a novembre
il Forum Sociale Mondiale a Mumbai in India nel gennaio 2004
le organizzazioni e i movimenti italiani del Forum Sociale Europeo