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Termini Imerese - Ocupata la stazione, sit-in davanti Bankitalia a Palermo
par InfoAut Palermo
Publie le giovedì 17 maggio 2012 par InfoAut Palermo - Open-PublishingAncora una nuova giornata di protesta per le tute blu di Termini Imerese che da giorni ormai sono in mobilitazione “perenne” per strappare i fondi necessari per la riconversione dello stabilimento produttivo di Termini, passato a Dr Motors dopo la chiusura da parte della Fiat e il rispetto degli accordi presi nella capitale.
Questa mattina, dopo un’assemblea gli operai si erano dati appuntamento alla stazione ferroviaria di Termini per raggiungere Palermo e sfilare in corteo fino alla Banca d’Italia, nuovo obiettivodella protesta. Gli operai non avevano però fatto i conti con Trenitalia. L’azienda adducendo la “solita” scusa del pagamento di un biglietto individuale e boicottando qualsiasi forma di pagamento cumulativo richiesto dai lavoratori ha bloccato i treni, spalleggiata dalle forze dell’ordine, nel tentativo di impedire ai lavoratori di manifestare Trenitalia continua dunque a ricoprire quello che è ormai divenuto il suo classico ruolo di censore di qualsiasi diritto alla mobilità nelle occasioni di lotta collettiva.
Alla provocazione lanciata da Trenitalia, nei confronti di chi da mesi vive una situazione di cassa integrazione e di estrema precarietà, la risposta dei circa trecento operai è stata quella di occupare la stazione ferroviaria, dimostrando così che non basta un semplice “no”per fermare la rabbia di chi giustamente scende in piazza per opporsi ad una crisi ed alle politiche di austerity che ha già fin troppo pagato.
Nel frattempo un centinaio di operai è comunque riuscito a raggiungere il capoluogo con i propri mezzi per praticare l’obiettivo stabilitostamattina nell’assemblea di fronte i cancelli BM-Sud. Sono dunque giunti a contestare un altro dei luoghi simbolo della loro attuale condizione di precarietà: la Banca d’Italia in via Cavour.Dopo aver contestato nei giorni scorsi i due istituti bancari commerciali che più di tutti continuano a speculare sulla vita delle duemiladuecento famiglie dei lavoratori e delle lavoratrici ex-Fiat, la loro rabbia e la loro pressione si sta rivolgendo a quell’istituzione garante degli aspetti finanziari della contrattazione e in questo senso complice dell’attuale stato di stallo.
17 Maggio 2012