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Truppe USA spianano coi bulldozer i frutteti iraqeni
Publie le martedì 14 ottobre 2003 par Open-Publishinghttp://www.commondreams.org/headlines03/1012-01.htm
http://news.independent.co.uk/world/middle_east/story.jsp?story=452375
Sunday, October 12, 2003
US SOLDIERS BULLDOZE FARMERS’ CROPS
AMERICANS ACCUSED OF BRUTAL ’PUNISHMENT’ TACTICS AGAINST VILLAGERS
"Truppe USA spianano coi bulldozer i frutteti dei contadini - Americani sotto accusa per brutali
tattiche punitive contro gli abitanti dei villaggi iraqeni"
Soldati USA con i bulldozer, diffondendo jazz dagli altoparlanti, hanno sradicato interi boschetti
di antiche palme da datteri, aranci e limoni, in una zona dell’Iraq centrale, come parte di una
nuova strategia di punizioni collettive per i contadini che non forniscono informazioni sui
guerriglieri che attaccano le truppe americane.
I ceppi divelti delle palme, alcune di esse vecchie di 70 anni, sporgono dalla terra scura
sconvolta dai bulldozer, a lato della strada di Dhuluaya, un paesino 80 km a nord di Baghdad. Le donne
del posto ieri si affrettavano a raccogliere i rami degli aranci e limoni divelti per servirsene
almeno come legna da ardere.
Nusayef Jassim, uno dei 32 contadini che hanno visto distruggere i propri alberi da frutta, dice:
"Ci dicevano che i combattenti della resistenza si nascondevano nelle nostre case, ma questo non è
vero. Non hanno catturato nessuno né trovato armi."
Altri contadini affermano che le truppe USA hanno detto loro, in arabo con i megafoni, che gli
alberi sarebbero stati spianati come punizione per le mancate informazioni fornite sulla resistenza,
che è molto attiva in questo distretto sunnita.
"Hanno fatto una specie di scherzo contro di noi: suonavano jazz mentre buttavano giù gli alberi"
ha detto un uomo.
Agguati contro le truppe USA hanno avuto luogo nei pressi di Dhuluaya.
Sheikh Hussein Ali Saleh al-Jabouri, un membro della delegazione che si è recata presso la vicina
base americana per reclamare il risarcimento degli alberi abbattuti, ha detto che gli ufficiali
americani hanno parlato dell’accaduto in termini di "punizione degli abitanti" a causa del fatto che
non sono venuti fuori i nomi dei partecipanti agli atti di resistenza. Ciò che gli Israeliani
hanno fatto per mezzo di punizioni collettive sui Palestinesi sta ora accadendo anche in Iraq, ha
aggiunto Sheikh Hussein.
La distruzione degli alberi risale alla seconda metà di settembre, ma, come molto di ciò che
accade nelle aree rurali, le notizie filtrano a fatica verso l’esterno. La distruzione dei campi è
avvenuta lungo un chilometro a lato della strada subito dopo un ponte.
I contadini sostengono che 50 famiglie hanno perso la possibilità di sostentamento, ma per ora la
petizione indirizzata alle forze di coalizione di stanza in Dhuluaya, in cui si chiede il
risarcimento in un inglese stentato, comprende i nomi di sole 32 persone. Nel testo si dice che "decine di
famiglie povere dipendevano interamente dai frutteti ed ora non avranno più niente se non
aspettare la fame e la morte".
I figli di una donna che possedeva qualche albero si erano stesi davanti ad un bulldozer ma sono
stati trascinati via, secondo testimoni che non hanno voluto dire il proprio nome. Hanno anche
detto che durante l’operazione un soldato americano è scoppiato in lacrime. Quando un giornalista
del quotidiano Iraq Today ha tentato di fare una foto dei bulldozer al lavoro, un soldato gli ha
afferrato la macchina tentando di sfasciarla. Lo stesso giornale cita una frase del Ten.Col.
Springman, comandante della regione: "Abbiamo chiesto più volte ai contadini di fermare gli attacchi o
dirci chi erano i responsabili, ma loro non l’hanno fatto".
Informarre le truppe USA sull’identità degli attaccanti sarebbe molto pericoloso nei villaggi
iraqeni, dove la maggior parte della gente è imparentata e tutti si conoscono. I contadini che hanno
perso i frutteti sono tutti del clan Khazraji ed è assai improbabile che forniscano informazioni
su altri membri del clan, se fosse vero che alcuni di loro attaccano gli americani.
Quando gli è stato chiesto quanto valeva il suo frutteto, Nusayef Jassim ha risposto con voce
sconvolta: "E’ come se qualcuno mi avesse tagliato le mani, e voi mi chiedeste quanto valgono."