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Sull’energia una politica "scellerata"
A seguito dei "black-out" elettrici che hanno portato tanto disagio ai cittadini,
come Rifondazione Comunista denunciamo quattro elementi centrali che ne
sono causa principale:
– la privatizzazione selvaggia di un settore così strategico, che riduce
pesantemente la capacità di programmazione della produzione e della distribuzione.
Grtn, la società che gestisce la rete di distribuzione su tutto il territorio
nazionale, sapeva benissimo che dicembre-gennaio e giugno-luglio rappresentano
da anni due picchi di domanda quasi equivalenti fra loro, questi dati sono
forniti dalla società stessa. Nonostante ciò in questo periodo molte centrali
risultano ferme o inefficienti;
– la politica scellerata di questo governo di invitare quotidianamente al
massimo consumo, invito sostenuto massicciamente dall’Enel verso gli utenti
con l’offerta di energia a più basso costo per chi consuma di più, anche
questo in una logica di puro mercato;
– la totale assenza di una qualsiasi politica per conseguire maggiore efficienza
sia dal lato della produzione delle centrali sia dal lato domanda. Studi
dell’Enea indicano la possibilità di risparmi fino al 46%. Con pochi sforzi
si potrebbe avviare politiche di risparmio di almeno il 10-20% in breve
tempo.
Elemento altrettanto grave è la mancanza di una qualsiasi politica per lo
sviluppo delle energie rinnovabili, "in primis" il solare. È infatti incredibile
che il paese del sole venga messo in ginocchio dal calore del sole stesso,
mentre non si fa nulla per sfruttarne l’energia. Va ricordato che paesi
ben più a nord, come Austria e Germania, ottengono energia elettrica e energia
equivalente dal sole per dieci-undici volte l’Italia. Questo dimostra che
la politica miope dell’Enel - che rincorre solamente il massimo profitto,
rispolverando persino il nucleare, ma che non ha sviluppato minimamente
energie alternative - oggi ci penalizza pesantemente. In questi giorni riecheggiano
a volte nostalgie per il nucleare, ricordando che la Francia ci vende energia
a più basso costo avendo tale fronte a disposizione. Dobbiamo ricordare
in proposito le conseguenze gravi indotte come le scorie radioattive e quelle
potenziali, come Cernobyl ben ci ricorda. Del resto, se i costi indiretti
di tale settore non fossero intensamente finanziati dal governo francese,
ben difficilmente manterrebbe l’attuale livello competitivo; tale politica
viene mantenuta per garantire un sostegno fondamentale agli armamenti nucleari.
In Italia i costi per mettere in sicurezza le scorie radioattive provenienti
in prevalenza dalle nostre quattro centrali dimesse, sono previsti in oltre
7mila miliardi delle vecchie lire. Con tutto il disagio che ne deriva per
le popolazioni interessate, come in questi giorni vediamo dalle mobilitazioni
in Sardegna.
Roberto Guarchi
Consigliere comunale
Rifondazione Comunista
Vigevano