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Un 1 maggio di lotta e non un patetico concerto!

Publie le giovedì 29 aprile 2004 par Open-Publishing

Il 1° maggio nasce come momento di lotta dei lavoratori. La prima Internazionale nel 1866 lancia
la proposta delle otto ore come limite massimo dell’attività lavorativa.

Nel 1886, dopo che la polizia aveva già sparato sugli operai provocando 4 vittime, nei giorni
successivi al 1° maggio, a Chicago, nel corso di una manifestazione, durante scontri con la polizia in
cui furono uccisi otto operai, viene lanciata una bomba. Del fatto vennero accusati, senza prove,
otto anarchici. Quattro di loro vennero impiccati in carcere. Il ricordo dei martiri di Chicago
diviene il simbolo della lotta per le otto ore che rivive nella giornata a loro dedicata: il 1°
maggio. Nel 1891 il congresso dell’Internazionale rende permanente tale ricorrenza ’’il 1° maggio
diventa la festa dei lavoratori di tutti i paesi, in cui manifestare la comunanza delle loro
rivendicazioni e la reciproca solidarietà".

Da allora molta acqua è passata sotto i ponti. I padroni, con i vari governi di centrosinistra e
di centrodestra, con le loro leggi Treu e legge 30, grazie ad accordi con i sindacati concertativi
Cgil, Cisl e Uil, hanno ridotto di nuovo il 1° maggio a una giornata di sfruttamento come e peggio
di tutte le altre, soprattutto, ma non solo, per i lavoratori precari.
Ma se nulla è più come prima è giusto che tutti sappiano che la misura è colma e che i lavoratori
intendono riconquistare diritti, dignità e reddito.
Proprio il precariato sociale è divenuto un nuovo soggetto politico. Milioni di donne e di uomini
che in Italia e in Europa lavorano a futuro indeterminato e a salario incerto, di notte e di
giorno, di sabato e di domenica. Milioni di persone, di giovani non possiedono più né vita né affetti,
ormai dati interamente in pegno alle imprese.

Un 1 maggio di lotta, per rivendicare garanzia di reddito, contributi sociali e ferie, diritto di
autorganizzazione sindacale e fine della discriminazione tra chi è precario e chi no, tra chi è
part time e chi è full time, accesso sussidiato alla cultura, alla formazione, alla casa, alla
sanità e ai servizi sociali di base, accesso al credito e alla possibilità di mutuo, limitazione del
lavoro festivo e notturno e della turnazione e mobilità selvagge.
L’EUROMAYDAYPARADE, al quale partecipano tutti i lavoratori, è dedicata proprio a questo nuovo
soggetto politico perché il precariato sta al postfordismo come il proletariato stava al fordismo: i
precari sono il gruppo sociale prodotto dalla trasformazione neoliberista dell’economia. E’ il
terziariato degli ipermercati e delle catene commerciali, dei servizi alle imprese e alle persone; è
il cognitariato della tecnologia dell’informazione e dell’industria della comunicazione: siamo
ormai, anche noi del pubblico impiego, quasi tutti precari e flessibili.

Quest’anno è tutto molto più grande.
La Parade è diventata un grande appuntamento transnazionale. Si svolgeranno due manifestazioni in
contemporanea a Milano e Barcellona (Spagna e Italia sono i due Paesi con più alto tasso di
precari) ma si terranno iniziative anche a Parigi Londra e Berlino. Sono in arrivo migliaia di
lavoratori a tempo indeterminato, precari, parasubordinati a tempo pieno, a part-time, a termine, in
apprendistato, in cooperativa, in subappalto, dalla nuova e vecchia Europa.

Sarà un 1 maggio contro la guerra e per il ritiro delle truppe d’occupazione dall’IRAK.
Contro un’economia di guerra messa in moto da un’aggressione imperialista con lo scopo di sancire
l’egemonia mondiale di un modello neoliberista che si è dimostrato incapace di diffondere
ricchezza o prevenire crisi economiche. Nel nome del neoliberismo, l’élite politiche dell’Occidente,
rafforzate da norme sociali coercitive, hanno venduto anime e patrimoni pubblici ai mercati finanziari
e alle imprese transnazionali, privatizzando servizi, case, salute, educazione, etere, rafforzando
così la tendenza neoliberista verso l’aumento della disuguaglianza.
Siamo convinti che al cuore del processo di accumulazione neoliberista risieda l’attacco alle
tutele e ai diritti del mondo del lavoro, il lavoro flessibile e precario di giovani, donne, migranti.
Il corteo partirà alle ore 15 da Porta Ticinese e si concluderà in Piazza Castello.

La manifestazione si svolgerà separatamente da quella di Cgil-Cisl-Uil che ripropongono la
politica concertativa che ha spianato la strada alle politiche antisociali di Berlusconi e di
Confindustria e che ha reso precario e sottopagato il lavoro, ridimensionato la previdenza pubblica a favore
dei fondi pensione, favorito la trasformazione della scuola in azienda, della salute in merce.

Un 1 maggio di lotta e non un patetico concerto!

percorso: raduno in piazza XXIV Maggio quindi sfilata per corso di Porta Ticinese, via De Amicis,
via Cesare Correnti, via Torino, Piazza Duomo, via Orefici, Cordusio, via Broletto, via Ponte
Vetero, via Mercato, corso Garibaldi, largo La Foppa, via Moscova, piazza Lega Lombarda, piazza
Tinaglia, via Legnano, piazza Marengo, Foro Bonaparte, Largo Cairoli, Piazza Castello.

PER INFORMAZIONI:

federazione nazionale RdB/CUB 06762821