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Un G8 a tolleranza zero

Publie le domenica 18 maggio 2003 par Open-Publishing

http://www.ilmanifesto.it:80/oggi/art63.html

Un G8 a tolleranza zero Zone rosse, gas Cs e pallottole di gomma per i
contestatori. Ci sarà anche la polizia tedesca
SERENA TINARI
GINEVRA Il Governo federale ha fatto marcia indietro: chiederà rinforzi
alla Germania, cedendo alle pressioni della ministra della giustizia e
polizia di Ginevra Micheline Spoerri. 750 Schupos, gli agenti antisommossa
tedeschi, con 15 camion idranti, dovrebbero dunque unirsi alle forze
svizzere per difendere il vertice di Evian. La decisione sarà ratificata
mercoledì dal Governo nella sua seduta settimanale e a giorni dovrebbe
arrivare la conferma dal ministro degli interni tedesco Otto Schilly, che
aveva già assicurato questo aiuto alla sua omologa svizzera Ruth Metzler.
La notizia ha suscitato inquietudine nel Forum sociale lemanico, che
protesta «per una misura del tutto sproporzionata, che aggiunge tensione a
una situazione già delicata e rischia di aumentare la psicosi e il rischio
concreto di aggressioni da parte della polizia». Gli agenti tedeschi
dovrebbero essere destinati alla difesa dell’aeroporto di Cointrin e il
Forum sociale chiede che in nessun caso si trovino a contatto con i
manifestanti. Venerdì il Partito socialista, l’Unione di centro e il
Partito democristiano hanno espresso forti critiche contro una decisione
«immotivata» e «sconsiderata», puntando il dito contro il continuo cambiare
idea dell’esecutivo federale. Ieri mattina, intanto, a Biére, nei pressi di
Losanna, le polizie dei cantoni Ginevra, Vaud e Valais hanno illustrato in
una conferenza stampa la«doctrine d’engagement», ovvero l’insieme di
regole, criteri ed armi che saranno impiegate dagli agenti nella difesa del
G8, lato svizzero. «Legalità, opportunità e proporzionalità», ha spiegato
il maggiore Alain Bergonzoli, «sono i cardini della dottrina sottoscritta
in un concordato dai cantoni francesi e italiani già nel 1999 e ribadita
per la gestione di Evian: a questa dottrina faranno riferimento anche le
altre polizie cantonali e straniere coinvolte».

Sotto una pioggia battente, i giornalisti sono stati accompagnati in una
visita guidata nel mondo dei Robocop elvetici, che da due giorni si
allenano per il G8. Dalle speciali tenute ignifughe acquistate per
l’occasione dal canton Vaud (che sarebbero 250, anche se i media romandi
avevano scritto 400), agli idranti che spareranno acqua mescolata con gas
lacrimogeno Cn, ma «avviseremo i manifestanti del imminente». Gas Cs,
invece, in candelotti e nei diffusori che i militari porteranno a spalla,
sui quali il maggiore Bergonzoli si è lasciato andare a una battuta tanto
facile quanto di dubbio gusto: «non sembra forse un giardiniere alle prese
con un fertilizzante?». Gas e pallottole di plastica saranno «rimedi
estremi, destinati ai casseurs», ma la parola d’ordine è «desescalation»,
ovvero «cercheremo in ogni modo di contenere i momenti di tensione». Gli
ufficiali lo ripetono di continuo: «il diritto di manifestare
democraticamente sarà rispettato», ma sarà tolleranza zero «per chi cerchi
di violare la zona rossa, o non obbedisca agli ordini della polizia». Dopo
tre ore di dimostrazione, fra marce militari, scudi di plexiglas e sorrisi
alle telecamere, l’aperitivo con i giornalisti. E dopo un paio di bicchieri
di vino, a un istruttore del canton Vaud proprio gli scappa da dirlo, alla
giornalista italiana: lui, a Genova c’era. «Come osservatore, con la mia
telecamera digitale. È stata un’esperienza incredibile: i manifestanti
erano delle vere bestie. Speriamo di fare tanto bene ad Evian come hanno
fatto i nostri colleghi italiani a Genova». A chi gli ricorda che è a
Genova è stato ucciso un ragazzo che aveva appena ventitré anni, tranquillo
replica: «c’est dommage», è un peccato.

Intanto a Ginevra, presso la Maison des associations, si incontrava il team
legale europeo per Evian, su iniziativa dell’Aed (avvocati europei
democratici) e della Commissione internazionale diritti fondamentali e
globalizzazione (www.globaldr.org). Avvocati da Francia, Svizzera, Grecia e
Italia hanno discusso del coordinamento per i giorni di Evian: ci saranno
legali a tutte le frontiere e nei luoghi delle mobilitazioni (ad Annemasse,
Ginevra, Losanna), che indosseranno una pettorina rossa e saranno a
disposizione dei manifestanti contro arresti preventivi, espulsioni,
schedature illegali (contatti: legalteam@inventati.org). Del gruppo fanno
parte anche studenti e attivisti, che si coordineranno con i legali, mentre
a Ginevra ci sarà una postazione fissa di riferimento (telefono attivo
dalla prossima settimana: 0041 22 329 20 69). A Parigi, intanto, un gruppo
di giuristi, magistrati e avvocati ha dato vita a un Osservatorio sulla
legalità per Evian, che chiede il rispetto dei diritti umani «per tutti i
manifestanti, anche per coloro che si rendano responsabili di un’azione
illegale».

— 
"Violence is not the way
they’ll hear what we have to say
They use it to twist the truth
and split apart every group
But we hold the deeper power
It’s growing with every hour
We are their economy
and we own our destiny."
http://gawen.too.it