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VENDOLA: PRIMA CON IL PD, POI VEDREMO CON L’UDC

Publie le venerdì 29 giugno 2012 par Open-Publishing

Nè con il PRC nè con l’UDC (almeno per ora). L’intervista dell’unità di questa mattina di Vendola sembra chiarire la strategia del leader di SEL. Vendola prima vorrebbe tessere un centrosinistra senza l’UDC, poi semmai una volta definito il programma e il leader confrontarsi con i moderati di Casini. Niente unità della sinistra per quanto possiamo capire da questa intervista ma al limite unità con i movimenti "utili e compatibili" da poter utilizzare per la campagna elettorale. Ci piacerebbe essere smentiti, ma ci pare che oramai la direzione tracciata da Vendola sia questa. Il giorno dopo in cui il parlamento approva la manomissione dell’art.18 con i voti determinanti del PD non si riesce a dire nulla di più che fare il solito disperato appello ai limiti dello stalking al PD di Bersani per ricostruire un cantiere il cui programma sembra già stato scritto dal Governo Monti sotto dettatura dalla BCE.

Riportiamo per intero l’intervista così com’è stata diffusa dall’ansa.

’Non e’ la mia strada, non e’ la strada su cui Sel si potra’ incamminare’, spiega Nichi Vendola in una intervista a ’l’Unita’, riferendosi a una possibile alleanza tra Pd e Udc. ’Noi non abbiamo mai posto obiezioni alla prospettiva di un allargamento della coalizione di centrosinistra o di un punto di compromesso con i cosiddetti moderati. Ma la prima cosa che e’ indispensabile fare e’ ricostruire il centrosinistra, scrivere la sua carta dei valori, rendere percepibile qual e’ il minimo comun denominatore che lo tiene insieme. Altrimenti l’idea e’ che la sinistra si arrende al centro’, argomenta il leader di Sinistria ecologia e liberta’.

’Molte volte ho fatto presente che c’e’ la necessita’ di riaprire quel cantiere, ho proposto di affrontare nel modo giusto il tema dell’allargamento. Dobbiamo caricarci sulle spalle la rappresentanza di un mondo piu’ variegato, ma partendo dalla centralita’ delle giovani generazioni e del lavoro dipendente, dobbiamo allargare innanzitutto ai movimenti sociali, a coloro che sono i veri protagonisti della piu’ radicale critica del berlusconismo come il movimento delle donne. In questo quadro si puo’ dialogare con le culture politiche democratiche che sono nel campo del moderatismo’, aggiunge Vendola.

’Serve un discorso di chiarezza. Il campo dei progressisti e’ nebuloso, mentre quello dei moderati e’ ben visibile. Il centrosinistra esiste se nella sua agenda di governo si prospetta un avanzamento su piano sociale e dei diritti civili. Mi pare invece che non sia neanche cominciata su questo l’interlocuzione. Con Buttiglione che, per esempio, preannuncia il fronte dei nemici delle unioni civili quale sara’ il compromesso possibile?’, conclude il leader di Sel che sull’alleanza con l’Idv precisa: ’Nelle intemperanze di Di Pietro c’e’ il segno dell’incerta esistenza del centrosinistra, c’e’ un deficit di dialogo, di tessitura comune. Ci sono cose che non condivido di Di Pietro, dovremo discutere. Ma se c’e’ una coalizione, ci sono anche regole di convivenza, se invece tutto e’ aleatorio, ognuno prova a occupare gli spazi che pensa piu’ utili’.