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Michele;
spero che tu stia bene.
Io e Agostino siamo ritornati dall’Uganda mercoledì 20 agosto. Siamo in ottima salute e il programma che avevamo predisposto è stato interamente e positivamente completato. Padre Luigi Sala sta bene e ti saluta cordialmente.
Il viaggio di andata, il 2 agosto scorso, è stato piuttosto elaborato. Dovevamo fare scalo a Addis Abeba ma, a causa della nebbia, siamo stati dirottati a Dubaj per alcune ore. Poi, tornati a addia Abeba, abbiamo avuto un’ulteriore lunga attesa a causa di un guasto meccanico all’aereo. Siamo quindi arrivati a Entebbe molto in ritardo, il vescovo di Hoima ci ha comunque aspettato. Una valigia mancava all’appello ed è arrivata soltanto dopo una settimana (ma è arrivata).
Siamo stati tre giorni a Hoima, effettuando esami, predisponendo occhiali e alimentandoci quasi esclusivamente con matoke (banane pressate e cotte) e riso. Il centro ottico di Hoima è pulito, ordinato, ben organizzato e Gabriel prepara gli occhiali con buona tecnica e impegno. Il lavoro a Hoima è scarso e il registro degli occhiali evidenzia che vengono predisposti circa 140 occhiali all’anno, non molti per un centro ottico che ha una persona a tempo pieno a disposizione. Il problema è relativo alle prescrizioni, che attualmente Gabriel non è in grado di fare. In realtà egli, pur non avendone i titoli, esamina i soggetti presbiti e prescrive loro gli occhiali.
In una riunione finale i responsabili del Bujumbura Healt Center hanno manifestato l’intenzione di inviare Gabriel a Nairobi, dove c’è una Scuola di Ottica che potrebbe formarlo e renderlo idoneo a sviluppare la parte professionale; hanno naturalmente chiesto a noi di sostenerne la spesa. Non abbiamo preso impegni al riguardo, dato che a Hoima le condizioni sociali e ambientali sono buone e la situazione economica è discreta. Credo che a Hoima possano continuare da soli, pur con la nostra supervisione e collaborazione a distanza, sviluppando progressivamente la struttura che abbiamo aperto nel 1999.
Da giovedì 7 a lunedì 18 siamo stati a Angal, lavorando nel centro ottico della Comboni Technical School e ritornando a dormire a Akanyo con il pick-up che padre Luigi ci ha affidato. Ci siamo organizzati effettuando esami visivi al mattino e svolgendo un corso di formazione teorico-pratico al pomeriggio. Al mattino, dalle 9 alle 13, eravamo disposti in tre sale adiacenti. Nella prima sala eravamo io, Agostino Cardinali, Paul Opar (il principal della scuola) e un insegnante che traduceva dall’alur all’inglese quando serviva; ci occupavamo della parte optometrica. Nella seconda sala erano Venancious e un suo collega OCO; essi effettuavano l’anamnesi, verificavano eventuali opacità e patologie, prescrivevano farmaci e, quando necessario, annotavano direttamente l’appuntamento con l’Ospedale di Nebbi per gli sviluppi chirurgici o diagnostici del caso.
Nella terza sala, quella con le mole e le lenti, erano i cinque operatori dei laboratori ugandesi che preparavano gli occhiali prescritti: Gabriel (che era venuto con noi da Hoima), Lazarus e Geoffrey di Angal, Robert e Felix (che erano venuti da Arua). Nei dieci giorni di attività abbiamo esaminato circa 250 persone. Nel pomeriggio, in un’aula della scuola, si svolgeva il corso teorico-pratico con i cinque tecnici, che hanno seguito le lezioni con grande impegno (soprattutto a causa del mio inglese approssimativo) e hanno affrontato l’esame finale con un timore esagerato e ingiustificato: belin, non li avrei comunque bocciati! Il corso ha trattato soprattutto le lenti astigmatiche (teoria e modalità di montaggio), le ametropie (descrizione, classificazione e compensazione con lenti), l’anatomia dell’occhio e l’organizzazione del sistema visivo. Tutti sono stati promossi e hanno ricevuto, nel corso di una lunga cerimonia ufficiale organizzata dalla scuola, il diplomino che avevamo predisposto per l’occasione (che allego).
Ci siamo trasferiti per una giornata a Arua per vedere il centro ottico ’Giuseppe Ricco’. Abbiamo trovato suor Paola e valutato con lei la situazione complessiva. Il CUAMM sta sostenendo il centro di Arua e ha investito molto denaro per rifornirlo di lenti man mano esse finiscono. Inoltre il CUAMM stipendia i due operatori, i quali affiancano un OCO del CUAMM che si reca nei distretti per l’attività diagnostica di base, prescrivendo quando necessario e affidando al centro ottico di Arua la realizzazione degli occhiali. In complesso l’attività procede discretamente, anche se il laboratorio è piccolo e alcune macchine sono molto vecchie e ormai poco efficienti.
In Uganda la situazione politica e la convivenza civile sono molto peggiorate rispetto al 1996. Allora la guerriglia degli Acholi era limitata alla zona di Gulu e Kitgum. Oggi i soldati di Kony oltre ai distretti di Gulu e Kitgum hanno sotto controllo anche la regione di Lira, il distretto di Soroti e tutto il Murchinson Park fino a Pakwach. Si può affermare che il nord dell’Uganda, escluso il West Nile, è tutto sotto il controllo dell’Lra. Inoltre da qualche mese anche il Karamoja è zona franca e non è percorribile, se non di notte; le auto vengono attaccate da gruppi di 6-7 uomini con armi automatiche e ci sono decine di morti tutti i giorni (nei giorni scorsi padre Mantovani, conosciutissimo comboniano di Orzinuovi da 50 anni in Uganda, con i suoi compagni di viaggio).
La situazione sembra destinata a peggiorare perchè nella primavera del 2004 ci saranno le elezioni presidenziali. Mutseveni, il presidente del sud che volutamente ignora i problemi degli Acholi in quanto popolo del suo odiato nemico Obote, dopo due mandati non può più essere eletto ma sta predisponendo una modifica costituzionale per potersi ripresentare. I suoi oppositori hanno minacciato, in caso di un suo nuovo mandato, una rivolta militare che naturalmente partirebbe dalle regioni del nord, già attualmente territorio non controllato dai soldati governativi. I politici più lungimiranti dell’Africa, a partire da Nelson Mandela, stanno cercando in questi mesi di prevenire il peggio facendo pressioni su Mutseveni affinchè non si ripresenti e lasci spazio a un’alternanza politica capace di disinnescare le tensioni. Speriamo bene.
Porto i saluti di padre Aladino, dei tecnici dei centri ottici, degli insegnanti della Comboni Technical School, di suor Paola, ...
Sto preparando un articolo per Ottica Italiana con la cronaca del viaggio di quest’anno e uno scritto che racconta la storia (vera) di un ragazzo di 12 anni di Akanjo che, dopo aver preso il traghetto sul Lago Alberto a Panymur per recarsi dalla zia a Butiaba, si è trovato a dover affrontare una situazione imprevista e pericolosa...
Nei giorni in cui eravamo a Akanjo, in una capanna vicino alla missione è morta una donna di 31 anni a causa dell’AIDS; da tempo era malata e si è consumata come una candela. La prima delle sue quattro bambine (da 9 a 2 anni) è andata con una zia di Kampala che la crescerà nella sua casa, nella capitale. Le altre tre sono rimaste a Akanyo con la nonna. D’accordo con Anna abbiamo deciso di fare l’adozione a distanza ovvero mandare a padre Luigi una cifra annuale (circa 150 euro) per mantenere le bambine agli studi e sostenere la famiglia in cui crescono.
Ve lo comunico perchè padre Luigi ci diceva che situazioni simili sono numerose, se qualche vostro conoscente vuole fare un’adozione a distanza essa è ben accetta.
Il clima in Uganda era fresco, 23-25° di giorno e 16-18° di notte; fa molto più caldo in Italia!
A presto.
Silvio