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Violenze dei soldati israeliani contro manifestazioni di donne a Bidu
Publie le mercoledì 5 maggio 2004 par Open-PublishingCare tutte e tutti,
sempre più spesso le manifestazioni non violente sono violentemente attaccate dai soldati israeliani. Vi invio il messaggio di Gila Svirsky, della Coalizione delle donne per la pace, sull’attacco contro una manifestazione di donne israeliane, palestinesi ed internazionali, tra cui c’era anche Molly Malekar, direttrice di Bat Shalom.
Se volete inviare messaggi di solidarietà a Molly ed alle altre donne di Bat Shalom, potete scrivere all’indirizzo info@batshalom.org
Un abbraccio,
Luisa Morgantini
L’ANARCHIA NEI NOSTRI CUORI - DONNE IN NERO ISRAELIANE
(traduzione dall’inglese di Chiara Ascari)
Ho appena parlato con Molly Malekar. Stava andando all’ospedale da una manifestazione a Bidu. Questo è ciò che ha raccontato:
"Eravamo approssimativamente 60 donne: circa 1/3 israeliane, 1/3 palestinesi e 1/3 internazionali. Ci siamo incontrate a Bidu per protestare contro la costruzione del muro in questo villaggio. Era una marcia tranquilla, con le donne che portavano dei segnali e camminavano verso l’area dove i soldati stavano vigilando la costruzione del muro. Ad una distanza di circa 10 metri da loro, abbiamo smesso di camminare perché i soldati si sono voltati e hanno puntato direttamente contro di noi i loro fucili. Io ho gridato loro in ebraico "non sparate, noi non siamo armate, è una manifestazione non violenta". All’improvviso c’è stato un attacco di gas lacrimogeno e di granate stordenti, che piovevano tutt’intorno a noi, completamente sproporzionate alla natura mite e non provocatoria della nostra azione.
Le granate cadevano proprio ai nostri piedi e noi stavamo soffocando, senza poter respirare. La maggior parte si è dispersa ed è corsa indietro. I soldati hanno allora fatto la carica verso di noi, scagliandosi sulle donne e afferrando alcune per arrestarle. Dopo di ciò, non c’è stata più alcuna dimostrazione, niente da disperdere. La maggior parte delle donne era ritornata indietro per riprendersi dal gas lacrimogeno, ma io sono rimasta perché volevo parlare con i soldati, per impedire l’arresto delle quattro donne. Inaspettatamente, dei poliziotti di frontiera su quattro cavalli sono saltati fuori dal nulla e hanno caricato. Io ho iniziato a correre ma un cavallo, montato da una donna in uniforme, mi ha raggiunto e lei mi ha colpito alla testa con il suo manganello. Sono caduta. Allora un altro cavallo ha caricato verso di me ed io ho sentito ancora più colpi alla testa ed alla schiena. Non c’è stato alcun tipo di provocazione in nessun momento quando ciò è successo."
Molly è la direttrice di Bat Shalom, l’organizzazione pacifista di donne che forma la parte israeliana del Jerusalem link (il lato palestinese è il Jerusalem Center for Women).
Molly è la donna più meravigliosamente seria e ponderata che si potrebbe volere alla testa di un’organizzazione. Chiunque abbia incontrato Molly sa che non ha mai avuto a che fare con la provocazione, ma che è stata sempre e solo cauta e rispettosa. Le ho chiesto, parlando con lei al cellulare, mentre si recava all’ospedale, come si sentisse e lei ha risposto "un terribile mal di testa, mi fanno male le orecchie e sono indolenzita per i colpi. Ma pensiamo a come risvegliare le persone su ciò che sta accadendo là fuori. Dobbiamo svegliare le persone."
Svegliati, mondo! Oh Israele, svegliati! I soldati israeliani hanno fatto della brutalità un modus vivendi con i Palestinesi, poi hanno volto le loro armi e la morte contro gli attivisti di pace internazionali ed ora stanno brutalizzando gli Israeliani che esprimono disapprovazione per il loro modo di fare. Chi sarà il primo ammazzato?
Una donna attivista americana, che ha partecipato ad alcune di queste azioni, scrive "Gli Israeliani impegnati in una resistenza quotidiana ... mi hanno detto di sapere che è solo una questione di tempo prima che ci sia uno ’shaheed’ israeliano - un martire dell’occupazione. Essere Israeliano non è più una protezione contro la violenza dell’esercito".
Ciò che è peggio: la non-violenza non è più una protezione contro la brutalità dell’esercito che non fa distinzioni tra Israeliani, Palestinesi o internazionali. Nessuno dovrebbe subire un assalto per aver dimostrato pacificamente e, ciononostante, questa è diventata la norma. Oggi, tutte le manifestazioni nei territori - che siano manifestazioni di Palestinesi o di Israeliani, di donne o di uomini, violente o non violente - sono trattate alla stessa brutale maniera, con le pistole, le granate stordenti, i manganelli. E nessuno indaga sugli incidenti in modo serio ed imparziale, lasciando capire ai soldati che possono essere crudeli nell’impunità.
Cosa è successo? E’ successa l’occupazione. L’occupazione ha corrotto l’anima di Israele. Una situazione di ’Ein din v’ein dayan’, come dice la Bibbia ’Nessuna legge e nessun imputato’.
C’è l’anarchia nell’anima di Israele oggi e non se ne sarà andata finché non avremo sradicato l’occupazione dalla nostra terra e dai nostri cuori.
Gila Svirsky