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a proposito di televisioni

Publie le martedì 27 maggio 2003 par Open-Publishing

Dario Fo & Franca Rame News
Il C@C@O della domenica

25 maggio 2003

Il signore che rubo’ una televisione, anzi due.
(Romanzo di fantascienza)

Dopo l’incredibile scoop della settimana scorsa (la truffa della corrente elettrica) siamo qui
ancora una volta per stupirvi con una notizia che dire che e’ una bomba e’ un vezzeggiativo! Il
superscoop alla settimana! Questo si’ che e’ ritmo!!! Leggete, maniaci dell’occulto!!!
Siamo ai confini della realta’. Oggi, maggio 2003, pianeta Italia.
Quel che succede e’ che c’e’ un signore che ha diritto a un bene e un altro signore che lo detiene
e che riesce a non consegnarglielo e che lo fa grazie a una legge scritta apposta per lui.
C’e’ una decisione ufficiale dello stato, una sentenza del Consiglio di Stato, una sentenza della
Corte Costituzionale che danno ragione al legittimo concessionario di questo bene conteso ma non
c’e’ niente da fare.
E guardate che una sentenza della Corte Costituzionale non e’ un giochino tanto per ridere, e’ la
cosa piu’ seria che ti puo’ succedere. In un pianeta di media moralita’ quando la Corte
Costituzionale dice una cosa parte la polizia a metterla in pratica, e se ci sono problemi intervengono
istantaneamente l’Aviazione e la cavalleria pesante. Cioe’, la Costituzione e’ la base del nostro
ordinamento democratico, mica ciccioli.
Ma il fatto ancor piu’ incredibile e’ che da un’inchiesta che noi abbiamo realizzato su di un
campione di 100 italiani con licenza media superiore solo uno (UNO!!!) era a conoscenza di questa
storia.
E, in effetti, tutti i mezzi di informazione hanno brillato per aver totalmente censurato
qualunque notizia sul caso oppure le hanno riportate in modo stitico affinche’ passassero il piu’
possibile inosservate.
E, ancora una volta, la sinistra ci fa la sua bella figura.

Ma per capire bene questa vergogna nazionale nascosta dobbiamo fare un passo indietro e partire
dall’inizio.
Berlusconi nel 1985 aveva solo una rete di televisioni locali che trasmettevano non
contemporaneamente gli stessi programmi, era una furbata che permetteva di violare la legge, visto che al tempo
era vietato a soggetti privati di possedere televisioni nazionali. Ma Berlusconi si mette
d’accordo con Craxi che gli fa un decreto legge apposta. Cosi’ Berlusconi ha finalmente tre televisioni
nazionali vere. Ma molti storcono il naso perche’, essendo possibili solo 11 reti nazionali, e’ un
po’ anomalo che un solo imprenditore se ne prenda tre; le frequenze televisive sono un bene dello
stato e lo stato dovrebbe assegnarle permettendo ai cittadini di concorrere in modo paritario. Non
siamo nel Far West che il primo che arriva si prende tutto. Inoltre, possedere tre reti
contemporaneamente sembrava un po’ esagerato...
Cosi’ nel 1994 la Corte Costituzionale con la sentenza 420, stabiliva in difesa del pluralismo,
che un unico soggetto privato non potesse detenere tre reti nazionali concedendo un periodo di
transizione e rimettendo il problema al legislatore per una sollecita soluzione definitiva entro e non
oltre l’agosto 1996.
A questo punto la classe politica si trova in un bel pasticcio. Come si fa a dirlo a Berlusconi?
La sinistra non poteva agire perche’, come ha ricordato l’on. Luciano Violante a Montecitorio, il
2 marzo 2002, parlando di quel periodo: "A Berlusconi nel ’94 offrimmo delle garanzie sulle sue
televisioni: non sarebbero state toccate. Lo sa Berlusconi e lo sa anche Letta".
Cosi’ arriva il 1996, scade nell’indifferenza generale la decisione della Corte Costituzionale e
Berlusconi continua ad avere tre tv.
Nel 1997 la legge Maccanico, pur con un anno di ritardo rispetto alle raccomandazioni della Corte
Costituzionale, stabiliva che un soggetto non potesse detenere piu’ di due reti, e che, finche’
non ci fosse stato un "congruo sviluppo" via satellite e cavo (oggi superiore al 1000% rispetto a
quella data), Rete4 avrebbe potuto continuare a trasmettere via etere, quest’ultima decisione in
palese contrasto con le decisioni della Corte Costituzionale che aveva deciso per un termine
definitivo entro l’agosto 1996.

Poi D’Alema, una volta diventato capo del governo, decide di risolvere la questione e indice una
gara per l’assegnazione delle concessioni delle reti nazionali.
La commissione nominata dal Ministero, e’ presieduta da un avvocato di Mediaset. Berlusconi si
aspetta che finalmente possa detenere legittimamente, con un regolare mandato dello Stato, e non
perche’ se le e’ prese e basta, le sue tre reti e relative frequenze.
Nel luglio 1999 si svolge questa gara d’appalto, per partecipare si richiedono requisiti
spaventosi e sembra chiaro che nessuno riuscira’ a scombinare i giochi.
Invece, colpo di scena, arriva un tipo con uno scatolone enorme pieno di documenti e dice: "Buon
giorno sono Francesco Di Stefano di Europa 7, vorrei due RAI nazionali, grazie."
Panico! E chi e’ questo? E’ pazzo?
No, non e’ pazzo, e’ il loro peggior incubo.
Un signor Nessuno, spuntato dal nulla, che ha tutte le carte in regola. Cavolo non ci avevano
pensato! E adesso cosa facciamo?
Iniziano a mettergli i bastoni tra le ruote: "Le manca il certificato 3457!"
"No e’ qui!"
"Il modulo 13 bis compilato in 8 lingue?"
"Ne ho due, bastano?"
Ma poi trovano la furbata: "Il bando di gara richiede di avere 12 miliardi di capitale interamente
versato lei ne ha solo 12 puo’ chiedere una sola tv."
"Balle!" Risponde il signor Di Stefano, "dodici miliardi sono per concorrere non per ognuna delle
due frequenze". Ricorre al Tar e poi al Consiglio di Stato e vince.
Insomma alla fine gli devono dare UNA concessione per una rete nazionale e presto anche una
seconda perche’ ne ha diritto e a Berlusconi ne tolgono una, non che la debba chiudere, deve traslocarla
sul satellite che ormai e’ ricevuto da 18 milioni di italiani. Ma in effetti, volendo potevano
lasciare anche tre reti a Berlusconi e darne comunque due a Di Stefano, visto che a tutt’oggi due
sono le reti di Tele+ (che Murdock deve mollare, questo e’ stato stabilito chiaramente quando gli e’
stato concesso di inglobare Tele+ e Stream).
Ma a questo Di Stefano non gli vogliono dare proprio niente.
Evidentemente lui deve essere uno che da piccolo lo allenavano ad abbattere i muri con la
cerbottana perche’ avvia una serie di procedimenti giudiziari spaventosa. Ingiunzioni, diffide, cause
penali, civili, regionali, Commissione Europea. E vince tutti i ricorsi, tutti gli appelli, tutte le
perizie. E alla fine arriva alla Corte Costituzionale che nel novembre 2002, sentenza numero
466-2002, ha stabilito inequivocabilmente che Retequattro, dal 1 Gennaio 2004 dovra’ emigrare sul
satellite, e ha stabilito che le frequenze resesi disponibili, dovranno essere assegnate al legittimo
possessore nella persona di Di Stefano!
L’avete sentito dire al telegiornale?
Abbiamo chiesto a Di Stefano come si sentisse in questa storia e ci ha risposto in modo lapidario
ma con un lieve sorriso:
"Nonostante siano trascorsi ben nove anni dalla decisione della Corte Costituzionale e quattro
anni dal mancato rilascio della Concessione, Retequattro continua a trasmettere, mentre Europa 7, pur
avendo ottenuto la Concessione, non e’ stata messa in condizione di trasmettere perche’ non le
sono state assegnate le frequenze di cui aveva e ha diritto.
Attualmente Mediaset continua a detenere e utilizzare appieno tre reti nazionali su un totale di
sette concessioni assegnate sulle undici assegnabili (comprese quelle Rai).
Il fatto che un soggetto, a cui e’ stata data una concessione (in concessione si da’ un bene
pubblico, in questo caso le frequenze), non riceva poi materialmente il bene e’ un avvenimento che non
ha precedenti al mondo.
Nel luglio 1999 Centro Europa 7 aveva fatto richiesta di due concessioni, una (Europa 7) l’ha
ottenuta, per l’altra (7 Plus) c’e’ stato un diniego, in quanto non ritenuta idonea per la mancanza
del requisito del capitale sociale.
Una sentenza del Consiglio di Stato ha riconosciuto esistente il requisito del capitale sociale,
per cui siamo in attesa di una seconda concessione, anche se il Ministro Gasparri prende tempo.
Nel frattempo Centro Europa 7 per iniziare le trasmissioni, si e’ dotata di una struttura di oltre
20.000 mq, di otto grandi studi di registrazione per le proprie eventuali produzioni, di una
library di oltre 3000 ore di programmi e di tutto cio’ che e’ necessario per esercire una rete
televisiva nazionale che prevede circa 700 dipendenti.
Questa preparazione e’ stata necessaria poiche’ la legge stabilisce che, entro sei mesi
dall’ottenimento della concessione, la neo-emittente ha l’obbligo di iniziare le trasmissioni.
Attualmente Centro Europa 7, e’ una societa’ praticamente ferma, non ha alcun introito, poiche’
non e’ stata messa in condizione di operare, ma ha avuto, e continua ad avere, pesanti oneri per la
gestione della struttura, l’adeguamento della library, l’adeguamento tecnologico, le ingenti spese
legali, i costi dei dipendenti, ecc, pur avendo nel frattempo chiuso gli uffici di Milano ed
altre infrastrutture per cercare di ridurre i costi.
Centro Europa 7 si trova in questa situazione a causa di gravi inadempienze e omissioni da parte
del Ministero per le Comunicazioni e soprattutto da parte dell’Autorita’ per le Comunicazioni nei
confronti dei quali sono stati sviluppati numerosi ricorsi e numerose diffide."
Ma ora (diciottesimo colpo di scena!) la situazione diventa esplosiva perche’ Gasparri si sta
muovendo per salvare Rete 4 dalla retrocessione.

Il D.D.L. Gasparri, art. 20 comma 5 e art. 23 comma 1, realizza in pratica un condono,
riconoscendo il diritto di trasmettere a "soggetti privi di titolo" che occupano frequenze in virtu’ di
provvedimenti temporanei, come le sentenze sospensive dei TAR, discriminando cosi’ le imprese come
Europa 7 che hanno legittima concessione, il tutto sempre al fine di salvaguardare Retequattro.
Infatti, quest’ultima potra’ continuare a trasmettere, in barba alla sentenza del ’94 e del 2002
della Corte Costituzionale e della legge 249/97, pur non avendo ormai da quasi quattro anni la
concessione, mentre Europa 7 non potra’ mai trasmettere, dimenticando che nel luglio 1999 c’e’ stata
una regolare gara dello Stato per assegnare le concessioni, gara persa da Retequattro e vinta da
Europa 7.
Si realizza quindi un ennesimo gravissimo stravolgimento del diritto. In pratica, chi ha perso la
gara (Retequattro) puo’ continuare tranquillamente a trasmettere, e chi l’ha vinta (Europa 7),
perde definitivamente tale diritto.
Non vi sembra straordinario?
Ma qui viene il bello: la cosa e’ talmente sporca che fa vomitare, ma la sinistra non reputa sia
il caso di incatenarsi ai banchi e darsi fuoco davanti al Palazzo. E allora tocca ai deputati del
Polo fare una cosa sensata!!! Travolti da un miracoloso afflato civico bocciano alla Camera dei
Deputati il decreto Gasparri proprio laddove vuol tagliare la gola a Europa 7.
E a questo punto vien da pensare che Dio esiste.
Certo bisogna vedere come va al Senato.
E’ chiaro che le urla di Berlusconi di questi giorni sono per ricompattare i suoi, che se lo
mollano adesso... Che lui in fondo potrebbe vivere anche solo con due televisioni, che un cristiano
normale si deve accontentare di due palle... Ma e’ l’idea che una sua frequenza finisca a Di Stefano
che lo fa impazzire. Che oltretutto Di Stefano e’ piu’ bello di Cacciari...
Comunque, non tutto e’ perduto. Bisogna vedere cosa fa il Senato... E poi la legge deve tornare
alla Camera... E poi bisogna vedere se Ciampi la firma una legge del genere. Sarebbe proprio
abnorme. Si tratta di una questione sostanziale per la legalita’ e il pluralismo dell’informazione nel
nostro paese, gia’ piu’ volte schiaffeggiata. Ma qui saremmo all’oltraggio definitivo del concetto
stesso di stato di diritto.
Gravita’ nella gravita’, un conto e’ fare una legge per non finire in galera, un conto e’ fare una
legge per prendersi qualche cosa che appartiene a un altro. Si comincia cosi’ e poi si pretende il
Jus Primae Noctis.
Quindi, cara cittadina, caro cittadino, sappi che in questo momento si sta giocando una partita
incredibile. Se questa legge passa quel che e’ tuo e’ suo.
E medita pure, se vuoi, su questa sinistra bolsa che non vede neppure il Re quando appare nudo
fino in fondo e non lo attacca mai veramente dove gli da’ fastidio.
E, visto che i leader della sinistra non sembrano interessati a occuparsi dei fatti della vita
(sono troppo impegnati a fare a gara a chi ce l’ha piu’ lungo), sara’ il caso di guardarci in faccia
e dirci la verita’.
Il signor Di Stefano, qui, chi lo difende?
Ci scrivete due righe che cosi’ va a letto piu’ contento la sera?
Cioe’, sarebbe utile mandare due righe al presidente. Al tuo presidente. Sai il presidente di
quella cosa che si chiama Repubblica democratica fondata sul lavoro... e’ una cosa che tra averla e
non averla e’ meglio sempre averla, cosi’ per scaramanzia, casomai ti servisse.
Vedi un po’ tu ma a noi sembra giusto firmarla una letterina al tuo presidente della Repubblica e
magari anche a Pera e Casini.
E vedi tu se riesci a far girare questa mail. Che secondo me anche solo se si sa in internet un
po’ li rende nervosi... Che poi casomai gli viene di fare un altro passo falso... Che internet non
conta niente in borsa ma siamo comunque una decina di milioni...

— -

A sua Eccellenza il Presidente della Repubblica Italiana Carlo Azeglio Ciampi

A sua Eccellenza il Presidente della Camera Pier Ferdinando Casini

A sua Eccellenza il Presidente del Senato Marcello Pera

Noi sottoscritti cittadini italiani ci rivolgiamo a Voi e alle Vostre cariche istituzionali
perche’ siamo scandalizzati e profondamente offesi in quanto una decisione dello Stato Italiano non
viene applicata e si tenta di legiferare in modo tale che chi possiede un bene per diritto non ne
possa usufruire.
Esattamente quanto e’ accaduto all’azienda Centro Europa 7 Spa, che e’ legittimamente in diritto
di utilizzare due frequenze televisive nazionali assegnatele tramite una gara ufficiale dello Stato
Italiano ma che, al momento, a piu’ di tre anni di distanza, non ha nessuna frequenza sulla quale
trasmettere.
Al contrario, Rete 4 non ha nessun diritto di trasmettere ma continua a occupare abusivamente una
frequenza che e’ stata assegnata a Centro Europa 7.
Non capiamo proprio come sia possibile tollerare un simile stravolgimento del diritto all’interno
di una democrazia costituzionale.

In Fede


(Inviare ai seguenti indirizzi: presidenza.repubblica@quirinale.it , casini_p@camera.it ,
m.pera@senato.it e per conoscenza a europa7@quipo.it)