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la saga degli ostaggi, ridere o piangere?

Publie le sabato 1 maggio 2004 par Open-Publishing

mah...
fatto sta che la storia e’ strana, bizzarra, tragicomica

Non faccio il resoconto dei fatti, che dovrebbe essere conosciuti.
Lascio qui due link che, grosso modo, aiutano a capire il perche’ di molte discussioni sulla manifestazione di ieri. Giulietto Chiesa spiega perche’ non partecipera’ alla manif: http://www.ilmanifesto.it/php3/ric_view.php3?page=/Quotidiano-archivio/29-Aprile-2004/art15.html&word=ci;vado
Luisa Morgantini spiega invece perche’ ci andra’
http://www.ilmanifesto.it/php3/ric_view.php3?page=/Quotidiano-archivio/29-Aprile-2004/art14.html&word=ci;vado

NUOVE NOTIZIE
Oggi un’atra sorpresa, non si parla solo del campo antiimperialista, ma anche della croce rossa che portrebbe recuperare gli ostaggi, e di una nuova richiesta che le brigate verdi avrebbero avanzato come condizionale: liberare dei prigionieri irakeni in Kurdistan. DI seguito i dettagli

Da La repubblica:
http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/esteri/iraq21/iraq21/iraq21.html
Ad Al Jazeera un messaggio delle Brigate verdi di Maometto
Pressioni sul governo italiano, ma "i prigionieri stanno bene"
Ostaggi italiani, nuove condizioni
"Liberi gli iracheni in Kurdistan"
Battuta d’arresto quando la liberazione sembrava imminente
I parenti: "Più tranquilli, ma nessuna certezza. Aspettiamo"

ROMA - Si complica la situazione degli ostaggi italiani in Iraq. Dopo lo spiraglio aperto dall’incontro tra il commissario della Croce Rossa Italiana, Maurizio Scelli, e Abdel Salam Al Kubaisi, autorevole membro del consiglio degli Ulema sunniti, gli sviluppi della vicenda hanno subito una battuta d’arresto. E un comunicato dei sequestratori diffuso dalla tv Al Jazeera ha ricacciato indietro le speranze di riportare in Italia, almeno in tempi stretti, Salvatore Stefio, Maurizio Agliana e Umberto Cupertino.

Nel nuovo messaggio, le "Brigate verdi di Maometto" hanno posto nuove condizioni al governo italiano: intervenire per la liberazione di prigionieri iracheni detenuti in Kurdistan. Dai sequestratori arriva però anche un segnale rassicurante: gli ostaggi stanno bene, dicono i guerriglieri, e sarà loro cura mantenerli in buona salute.

Le Brigate affermano anche di aver valutato positivamente quanto fatto dagli italiani. Con riferimento, evidentemente, alla manifestazione di giovedì a San Pietro. Diversamente dal solito, Al Jazeera non ha mostrato il foglio con il comunicato, né sul video è stata fatta scorrere, alla base dello schermo, una scritta con la notizia del nuovo comunicato.

Il susseguirsi di notizie che davano per probabile una rapida liberazione degli ostaggi è cominciato quando a Bagdad erano già le dieci di sera e mancavano poche ore allo scadere dell’ultimatum. Al Kubaisi aveva convocato il commissario Scelli dicendosi "ottimista" sulla possibilità che il rilascio degli ostaggi potesse avvenire di lì a breve. Kubaisi, inoltre, aveva anche aggiunto che in caso di liberazione, Agliana, Cupertino e Stefio, sarebbero stati consegnati nelle mani della Croce Rossa.

La convocazione di Scelli non era stata casuale: l’apertura del corridoio umanitario con i tre viaggi effettuati dalla Croce Rossa a Falluja, con un carico di medicine e generi di prima necessità per la città assediata dalle truppe americane, probabilmente ha lasciato il segno. Tant’è che Al Kubaisi ha chiesto alla Croce Rossa "un ulteriore sforzo per i numerosi orfani e feriti a Falluja". Il religioso, inoltre, ha ringraziato il commissario straordinario per quanto fatto finora: "Il popolo iracheno vi è riconoscente".

Lo stesso Al Kubaisi, secondo alcune fonti a Bagdad, sarebbe stato, nelle ultime 24 ore, nella zona attorno a Falluja e nella città stessa. Non si può dunque escludere che abbia incontrato o comunque preso contatti con persone in grado a loro volta di avere un canale con i sequestratori dei tre italiani.

Il messaggio arrivato da Bagdad è stato preso in considerazione, seppure con cautela, negli ambienti dei servizi di sicurezza. Un segno su cui riporre qualche speranza, anche se la richiesta dei sequestratori potrebbe aprire nuovi scenari. Dopo esser stato a colloquio con Al Kubaisi, Scelli si è allontanato all’improvviso facendo perdere per qualche tempo le sue tracce e soltanto quando a Bagdad era già notte fonda è rientrato nell’ospedale della Croce Rossa. Per ora, dunque, la Cri, "attende un segnale" anche se nulla, fanno notare dalla capitale irachena, fa pensare a sviluppi immediati.

Intanto prosegue il calvario degli ostaggi dei familiari. "Abbiamo appreso che sono vivi e che stanno bene - dice il fratello di Umberto Cupertino, Francesco - e questa ora è la cosa più importante, poi vedremo". "E’ importante - aggiunge - che l’ultimatum sia ormai scaduto e che i sequestratori non abbiano dato corso ai loro intenti. Aspettiamo notizie dalla Farnesina. Siamo qui, continuiamo ad aspettare...".

Della stessa opinione Antonella Agliana. "Sono contenta perché ho saputo che i ragazzi sono in buone condizioni", dice la sorella di Maurizio. Ma, aggiunge, "non voglio parlare della richiesta di intervento del governo italiano per liberare prigionieri iracheni in Kurdistan".

Alla luce degli sviluppi delle ultime ore sembra tramontata la possibilità di consegnare gli ostaggi ad una delegazione di pacifisti, possibilità avanzata ieri dal leader dell’Alleanza Patriottica Irachena Jabbar Al Kubaisi, secondo quanto riferito dal portavoce dei Campi Antimperialisti Moreno Pasquinelli, che avrebbe ricevuto una sua telefonata durante la marcia a San Pietro.

Lo stesso Pasquinelli ha detto oggi di aver pronta una delegazione di cinque o sei persone di "altissimo livello" del mondo pacifista e della società civile pronte a partire per Bagdad, ma gli organismi "ufficiali" del movimento non hanno accolto per il momento la richiesta in quanto non hanno avuto conferme di quanto detto dal portavoce dei Campi Antimperialisti.
(1 maggio 2004)