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mozione presentata dal Forum dei deputati per la pace
Publie le sabato 8 maggio 2004 par Open-PublishingLa Camera,
premesso che:
la situazione Irakena è caratterizzata da un aumento drammatico delle
violenze e sono ormai migliaia i morti civili e centinaia i caduti militari
dell’esercito degli Stati Uniti e degli altri eserciti alleati;
nel carcere di Abu Ghraib e in altre situazioni sono state documentate
torture e sevizie su diversi prigionieri irakeni da parte di militari
irakeni e secondo il Pentagono sono almeno 25 i detenuti morti a causa di
torture nelle prigioni Irakene e Afgane;
nella città di Falluja e di Najaf durante gli scontri e sotto i
bombardamenti americani sono rimasti uccisi centinaia e centinaia di civili
molti dei quali donne e bambini;
lo stesso vicecapo del Pentagono Wolfowitz ha dichiarato che sul
territorio è ormai in corso una vera e propria guerra e il generale Richard
Myers capo di stato maggiore statunitense ha annunciato l’invio di rinforzi
militari in Iraq per far fronte ai problemi della sicurezza e
all’isolamento dell’esercito militare di occupazione anglo-americano;
la guerra in Irak è stata motivata da parte dei paesi della coalizione,
compresa l’Italia, con la sistematica costruzione di prove e notizie false;
negli USA e in GB sono in corso inchieste per accertare le responsabilità
dei governi in questa campagna di menzogne diversamente nulla si è voluto
fare in Italia;
nell’ultimo incontro Blair-Bush è stato confermato che il comando reale in
Iraq, ovvero i problemi della sicurezza e della ricostruzione, resteranno
saldamente nelle mani degli Stati Uniti;
molte imprese hanno rinunciato ai lavori in appalto;
nell’incontro Bush-Sharon il presidente degli Stati Uniti ha avallato il
piano del premier Israeliano che cancella i confini del 1967, autorizza
l’annessione di alcune parti dei territori occupati e cancella milioni di
profughi palestinesi;
la scelta dell’amministrazione americana di sostenere il piano Sharon
cancella di fatto quello che era stato presentato come percorso di pace
previsto dalla "road map" e rappresenta un grave colpo alla possibilità di
una soluzione multilaterale al conflitto medio-orientale;
il 25 aprile il sottosegretario di stato Marc Grosman di fronte al
congresso ha dichiarato: "fino al 31 gennaio 2005 rimarranno in vigore le
norme stabilite da Paul Bremer, il nuovo governo provvisorio che sarà
insediato il 30 giugno non potrà emettere né leggi né decreti senza
l’accordo del comando americano né avere il controllo per la sicurezza";
il 26 aprile dichiarazioni del tutto simili a quelle di Marc Grosman sono
state rese dal segretario di Stato Colin Powell;
il premier spagnolo Zapatero ha deciso di avviare da subito il ritiro delle
truppe spagnole dall’Iraq che sarà completato entro il prossimo 27 maggio,
convinto che non esistano le condizioni per una svolta reale che preveda il
comando effettivo nelle mani delle Nazioni Unite;
altri paesi hanno effettuato, annunciato o iniziato a prendere in
considerazione il ritiro;
alla luce degli eventi irakeni e per le scelte dell’amministrazione
statunitense il 30 di giugno, data prevista per il passaggio dei poteri, ha
perso sempre più di valore politico, né, tantomeno, può rappresentare una
"svolta" della situazione in Iraq;
il contingente italiano a Nassiriya ha partecipato a diversi scontri a
fuoco per riconquistare tre ponti occupati da manifestanti irakeni. Durante
gli scontri sono rimasti feriti 11 bersaglieri italiani e sono morti
diversi cittadini irakeni;
i militari italiani in Iraq in contraddizione con gli stessi deliberati del
Parlamento italiano approvati dalla maggioranza di governo e in violazione
della Costituzione, sono parte della guerra in corso nel territorio irakeno;
tre ostaggi italiani "operatori privati di sicurezza" sono nelle mani della
"Falange verdi di Maometto" che minacciano di ucciderli dopo aver ucciso il
quarto ostaggio Fabrizio Quattrocchi;
impegna il Governo:
ad adoperarsi con tutti gli strumenti diplomatici per la liberazione degli
ostaggi;
a condannare le torture di prigionieri irakeni nel carcere di Abu Ghraib e
a denunciare la violazione della convenzione internazionale contro la
tortura depositata a New York il 10 dicembre 1984 e entrata in vigore il 26
giugno 1987;
a ritirare con effetto immediato le truppe italiane dall’Iraq;
a promuovere di concerto con gli altri paesi europei una nuova risoluzione
del consiglio di sicurezza che preveda:
a) il passaggio all’ONU della guida della transizione irakena per garantire
la sicurezza, la ricostruzione e il futuro democratico dell’Irak;
b) un percorso certo per una piena sovranità del popolo irakeno sul proprio
paese;
a promuovere una iniziativa europea sul conflitto israeliano-palestinese
che rifiuti il piano Sharon e riaffermi l’obiettivo di una soluzione
multilaterale e negoziata.
"Cento, Crucianelli, Folena, Giordano, Grandi, Rizzo".