Home > 20 ottobre 1944 : I PICCOLI CADUTI DI GORLA
Esiste, a Milano, una collinetta artificiale, denominata Monte Stella, costruita
con oltre un milione di quintali di macerie, recuperate da tutti i settori della
città rasi al suolo dai bombardamenti terroristici anglo-americani. Una parte
di dette macerie proviene dalla distruzione di due istituti scolastici superiori,
di sei scuole elementari e cinque materne completamente atterrati, ma anche da
altri trentacinque edifici scolastici danneggiati in città, mentre altre centoventicinque
scuole, di ogni ordine e grado, vennero distrutte in provincia. Fra le scuole
elementari distrutte, una è particolarmente ricordata dai milanesi, quelli meno
giovani, quelli che la guerra l’hanno vissuta nella metropoli, ed è la scuola
di Gorla, della quale vogliamo ricordare la triste sorte.
Era Una giornata limpida, tersa, allora non c’era lo smog, e -incredibile a dirsi-
dalla piazza del Duomo si riusciva a vedere la cerchia delle Alpi, quella del
20 ottobre 1944, allorché una formazione di circa quaranta quadrimotori americani
del tipo B 24 e B 27 comparve nel cielo della città, contemporaneamente al suono
delle sirene d’allarme. E sulla verticale di Gorla, che allora era un sobborgo
periferico e non un quartiere incorporato nella città come oggi, gli aerei sganciarono
il loro carico. Puro terrorismo, volontà di inserire su un popolo ormai in ginocchio,
nonostante ancora oggi ci sia chi sostiene la tesi che le bombe erano destinate
alla stazione ferroviaria di Greco, che si trova in zona, ma che era facilmente
identificabile, ed anche attaccabile senza pericolo, data l’inesistenza di ogni
reazione da parte della caccia italo-germanica.
Nella zona attaccata si contarono 635 Vittime, o almeno furono recuperati 635 corpi, forse potevano esserci stati altri esseri umani che, letteralmente dilaniati dalle esplosioni, non vennero mai rinvenuti. Fra gli edifici centrati in quella tragica mattina ci fu la scuola elementare Francesco Crispi: fu letteralmente polverizzata. Oltre duecento bambini, la loro direttrice, quattordici maestre, un’assistente sanitaria e quattro bidelli furono travolti. Quattro soli bambini, una femminuccia e tre maschietti (Annamaria, Giuseppe, Remo e Gabriele) si salvarono e furono estratti dalle macerie. Occorsero tre giorni per ritrovare e recuperare i corpi delle vittime della scuola, tre giorni in cui Vigili del Fuoco, militari dell’U.N.P.A., soldati italiani e tedeschi, uomini della G.N.R. e operai in tuta, magari partigiani, certamente antifascisti, lavorarono fianco a fianco, senza risparmiarsi, unitamente ai genitori dei bambini, ed ai parenti, disperati, ma sempre speranzosi, nell’illusione di trovare qualche superstite. Chi lavorava e piangeva, chi lavorava e pregava, chi malediceva e bestemmiava Dio, che aveva permesso una strage di bambini senza colpa né pena. Oggi, al posto della scuola, sorge un monumento funebre, una madre con un bimbo in braccio, inginocchiata, come se offrisse al Cielo quella sua creatura, e sotto al monumento c’è l’Ossario, dove sono conservati i resti dei piccoli Caduti, e degli adulti che erano con loro.
Ogni anno, una piccola cerimonia celebrativa riunisce chi non ha dimenticato; sono presenti le Autorità locali ma nessun papavero, sino ad oggi, è venuto mai da Roma, nessun politicante della prima repubblica ha mai partecipato ufficialmente. Non occorre chiedere il perché quei morticini sono scomodi, hanno avuto il grande torto di farsi assassinare dagli Alleati liberatori e non dai biechi oppressori nazifascisti!
PURTROPPO QUESTI "EROI" NON SEDETTERO SUL BANCO DEGLI IMPUTATI A NORIMBERGA!!!!
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