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Alternativa di Società : intervento a Rimini

Publie le sabato 22 gennaio 2005 par Open-Publishing

Partiti Partito della Rifondazione Comunista Parigi

Di Paolo Pantaleoni (membro CPF Rimini)

Habemus papam! Il C.P.N. ha approvato quelli che saranno i documenti congressuali togliendo dall’imbarazzo compagne e compagni che, da diversi mesi, alla maniera di abili enigmisti, tentavano di decifrare il rebus sulla futura collocazione politica delle istanze interne in vista dell’imminente fase congressuale.

Finalmente l’eterogeneità, non sempre trasparente di un partito, spesso conflittuale al suo interno, si è materializzata in maniera necessaria in modo tale che si possa attivare un confronto articolato sui cinque documenti, che non rappresentano semplicemente cinque opzioni complementari, ma cinque indirizzi profondamente diversi tra loro, quando non antitetici.

La scelta di non rendere emendabili i documenti sottrarrà di fatto la facoltà, che alcuni compagni si erano arrogati, di nascondersi alle spalle del segretario nazionale dopo averne attaccato le scelte politiche e dopo aver lavorato nel limbo informale delle "assemblee d’area" per creare fronde al fine di sabotare la linearità di un percorso.

L’ultimo congresso voleva, attraverso la modalità dei documenti articolati per tesi emendabili, fornire uno strumento pratico per meglio recepire la ricchezza di un dibattito tra le singole sensibilità presenti all’interno del partito fin dal 1991. I quattro emendamenti al tempo presentati dal compagno Grassi come elemento "arricchente", nascondevano di fatto la strategia politica che li aveva posti in essere. La vita politica del partito si è infatti dovuta misurare con la centralità conquistata da quella molteplicità di istanze proposte e promosse dal Movimento dei Movimenti e dalle altre realtà di lotta presenti nel nostro paese.

Siamo riusciti ad attraversare le straordinarie esperienze delle mobilitazioni contro la guerra, di Scanzano Ionico, di Melfi, degli scioperi degli autoferrotramvieri, dei Social Forum di Porto Alegre e Mumbay per citare solo alcuni passaggi, che hanno visto il nostro partito nelle vesti di forza presente e propositiva, lasciando ad altri il compito di fare testimonianza.

Mentre ciò accadeva la polarizzazione delle posizioni interne, si è sedimentata con modalità rancorose, ed ha palesato la volontà di alcuni finalizzata ad ottenere posti all’interno degli organi collegiali attraverso la scelta dell’internità al documento di maggioranza. Sarebbe difficile spiegare altrimenti i contenuti ed i toni del dibattito sulla non violenza, sulla scelta dell’internità al Movimento oppure sulla nascita del Partito della Sinistra Europea o più in generale di tutti i C.P.N. conclusisi sempre con documenti contrapposti.

L’insieme di questi episodi, non ascrivibili a sporadiche ed episodiche contrarietà, hanno denotato l’incompatibilità tra percorsi e posizioni politiche all’interno di una stessa proposta politica, quella della ex maggioranza, tanto che la stessa ha partorito oggi tre differenti documenti. Lo sfondo all’interno del quale tale dibattito si articolerà è quello delle realtà locali, dei circoli, delle federazioni, spesso ostaggio di maggioranze bulgare, dove vengono approvate, poco prima delle scadenze congressuali, liste di proscrizione sulla base della volontà di qualche "leader" locale, "interno alla maggioranza" per convenienza, ed antitetico ad essa nella formulazione della proposta politica.

Oggi il dibattito si apre tra coloro che rilanciando una innovativa proposta politica hanno fatto superare al nostro partito la necessità della sopravvivenza, (rendendolo permeabile alle istanze esterne e collocandolo naturalmente in un insieme di dinamiche di lotta) e coloro che invece, con modalità divinatorie, concepiscono la politica come l’amministrazione dell’esistente, limitandosi a rimarcare identità e percorsi storici che sono quanto di più lontano ci possa essere dall’idea di quell’"altro mondo possibile" che ci consente, tenendo ben alta la linea dell’utopia, di rapportarci "hic et nunc", con i nuovi cicli di lotte e le nuove richieste di partecipazione e coinvolgimento politico.