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Appello in difesa della sinistra irakena

Publie le venerdì 2 luglio 2004 par Open-Publishing

Dazibao


Nicolas Dessaux

Ecco un appello in difesa della sinistra irakena, che si trova attualmente in
una situazione difficile a causa dell’occupazione delle truppe della coalizione
e delle malversazioni delle milizie islamiche e nazionaliste Desideriamo farlo
firmare ad intellettuali, artisti, sindacalisti etc…. per far conoscere questa
situazione e fare appello soprattutto a forme concrete di solidarietà. Potrete
trovare altre informqzioni sul sito http://www.solidariteirak.org

Se accettate di far parte dell’elenco dei primi firmatari, potete farmelo sapere
rammentando il vostro nome e la vostra condizione sociale. Resto a vostra disposizione per ogni ulteriore informazione.

Prime firme ricevute :

Coordination Lesbienne en France - Ligue des Droits de l’Homme - Les Pénélopes - Jean-Marc Adolphe (rédacteur en chef revue Mouvement) - Catherine Berthet-Cahuzac (maître de conférences, Espagnol, Paul Valéry - Montpellier III) - Régis Blanchot (secrétaire fédéral de Sud-PTT) - Sonia Bressler (philosophe et journaliste) - Christophe Caillé (syndicaliste CGT) - Daniel Calin (philosophe, formateur d’enseignants spécialisés) - Vincent Charbonnier (ingénieur d’études) - Jean-Christophe Chaumeron (syndicaliste CGT) - Yves Coleman (traducteur) - Franck Cuvillier (rédacteur, Solidarité Irak) - Jean-Claude Delaunay (économiste) - Xavier Decrock (militant syndical CGT) - Nicolas Dessaux (archéologue, président de Solidarité Irak) - Chantal Enguehard (maître de conférences en informatique, Nantes) - Vincent Faure (professeur des écoles) - Fabrice Flipo (maître de conférences) - Robin Foot (sociologue) - Emanuel Angelo da Rocha Fragoso (Professeur de Philosophie, Brasil) - Marc Frey (Sud Education 91) - Isabelle Garo (enseignante) - Jean-Luc Gautero (maître de conférences 72e section (philosophie des sciences-histoire des sciences-logique), Nice) - Charlotte Girard (juriste) - Jimmy Gladiator (instituteur retraité, écrivain, éditeur) - Philippe Gottraux (enseignant en science politique, Lausanne) - Georges Grbic (comédien) - Anne Jolet (historienne) - Geneviève Koubi (professeure de droit public) - Georges Labica, (philosophe, professeur émérite des universités, Comité de Résistance Démocratique Internationale et de soutien à la résistance irakienne) - Jean-Loic Le Quellec (ethnologue) - Spyros Marchetos (historien) - Christian Mahieux (secrétaire fédéral SUD-rail) - Isabelle Mathieu (journaliste) - Fabienne Messica (sociologue, Cedetim et Ligue des Droits de l’Homme) - Francis Mizio (écrivain) - Franck Nadaud (économiste) - Jérôme-Alexandre Nielsberg (journaliste) - Claude Patriat (professeur de Science politique à l’Université de Bourgogne) - Céline Pauvros (chômeuse, Solidarité Irak) - Eva Rachele Grassi ( sociologue/poète) - Rachel de Rancourt (enseignante) - Nathalie Rey (Maître de Conférences en Economie) - Christèle Rocher (ingénieure d’études) - Angelo Ermanno Senatore (professeur/artiste) - Edith Soboul (Alternative Libertaire) - Maxime Vivas (écrivain)

Cordialmente

Nicolas Dessaux

Archeologo, presidente di Solidarietà Irak

Il cerchio si stringe intorno alla società irakena

Perché ci siamo opposti alla guerra, un anno fa. Perché da allora l’Irak vive un incubo ancora più grave ed é fuori discussione essere complici, con il nostro silenzio, di una repressione : quella della sinistra irakena.

« Padre sunnita, madre sciita, io ateo, tendenza John Lennon », risponde Oday Rasheed, un giovane regista, quando gli si domanda la sua origine etnica e religiosa. Di generazione in generazione, l’Irak é un paese che gode di una lunga tradizione nella scrittura, nella creazione e nella scienza. Non é il paese che ci viene dipinto, che, per uscire dalla barbarie di un’occupazione militare, si precipita con entusiasmo nella barbarie di un regime fondamentalista.

I nemici dei nostri nemici non sono necessariamente nostri amici. Respingere l’occupazione della coalizione ed il suo consiglio di governo fantoccio, soprattutto con un’apparenza di « antimperialismo », non implica il sostegno di forze reazionarie, nazionaliste e religiose, cioé dei peggiori nemici della libertà e dell’uguaglianza. « Dopo essere stato liberato da Saddam, l’Irak deve essere liberato delle sue idee ! », proclama Yanar Mohammed, dell’Organizzazione per la libertà delle donne, minacciata di morte per la sua lotta contro la sharia. Al contrario, gli USA favoriscono il ritorno dei dirigenti baathisti al governo, nell’amministrazione e nell’esercito.

Esistono oggi in Irak organizzazioni di sinistra, un movimento che esprime un’alternativa sociale e femminista e chi, sovranamente, respinge sia l’occupazione militare che la reazione nazionalista, etnica o religiosa. Disoccupati e disoccupate che hanno organizzato un sit-in di quarantacinque giorni davanti agli uffici di Paul Bremer, rappresentante civile della coalizione ; donne che chiamano a manifestare a capo scoperto contro la sharia ; scioperanti che non esitano ad espellere la direzione corrotta dalla loro fabbrica ; profughi che lottano per un alloggio dignitoso, per il semplice diritto di vivere ; operai che impediscono alle milizie di Al-Sadr’ di impadronirsi della loro fabbrica ; ecco l’altra faccia dell’Irak, quella che ci viene mostrata molto meno spesso. Ogni giorno lotte, scioperi e manifestazioni esprimono il desiderio radicale di vivere e non di sopravvivere. E davanti a loro ? le baionette, le milizie, le fatwa, la tortura…

Oltre gli slogan contro la guerra, é urgente sviluppare una solidarietà concreta con il movimento progressista, laico, sociale e femminista in Irak. I sindacati, le associazioni di donne, di disoccupati mancano dei mezzi per organizzarsi efficacemente, per diffondere le loro idee nel paese e farsi conoscere all’estero, per organizzare i mezzi di sussistenza più elementari. La nostra solidarietà internazionalista puo’ aiutarli a distribuire cibo o medicine ai profughi, ai senzatetto, ai più poveri ; a disporre di locali, di mezzi di comunicazione e di difesa ; ad organizzare le loro lotte ed avanzare le loro rivendicazioni.

Il cerchio si stringe intorno alla società irakena. Solo il movimento potrà spezzarlo !

Da : Solidarité Irak

Traduit du français par Karl et Rosa



Tradotto dal francese da Karl e Rosa

01.07.2004
Collettivo Bellaciao