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Attenzione alle Onlus Fasciste che dicono di aiutare i bambini Palestinesi.
Publie le giovedì 17 giugno 2010 par Open-Publishing19 commenti
Invitiamo i compagni e gli amici dei compagni che sono sensibili e informati sulla causa palestinese, soprattutto per i più piccoli che subiscono vite non degne di essere chiamate di bambino a controllare con una certa attenzione le loro donazioni e a chi sono realmente destinate in alcuni casi. Come sappiamo posso nascondersi attività illecite e gruppi di chiara matrice fascista dietro di esse, non fidatevi se si autodefiniscono "umanitarie": di Onlus di camerati ve ne sono purtroppo a iosa, rischiare di finanziare organizzazioni che in realtà sono eversive, fasciste e non esageriamo se le chiamiamo golpiste potrebbe essere purtroppo una leggerezza che non ci perdoneremmo. A tal proposito purtroppo apprendiamo difatti che continua la collaborazione tra la Comunità Solidarista Popoli e l’Associazione benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (ABSPP).
In caso non sappiate chi sono questi malfattori vi alleghiamo il link a seguito:
Attenzione alle Onlus Fasciste che dicono di aiutare i bambini Palestinesi.
http://www.nuovaalabarda.org/leggi-articolo-a_proposito_della_%27comunit%E0_solidarista_popoli%27.php
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1. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 17 giugno 2010, 17:10, di You
Articolo su Amos Spiazzi di qualche anno fa ma comunque di una certa attualità, considerando che il figlio Giulio è da anni promotore delle attività e diretto protagonista assieme Franco Nerozzi dell’associazione umanitaristica Popoli, già indiziati anni fa per i tentati golpe nelle isole Comore e in Congo, ora di base in Birmania.
VERONA - La verità sul golpe Borghese. La verità sulla Rosa dei venti. La verità sulle trame della P2. Depositario di questo spaccato di storia sotterranea degli ultimi quindici anni è, o dice di essere, Amos Spiazzi, tenente colonnello dell’ esercito, una vita spesa, dice sempre lui, al servizio di uno Stato che non lo meritava e in cui credeva fino a un certo punto, condannato a cinque anni per aver aderito ai progetti eversivi di un gruppo che faceva capo a vecchi arnesi del fascismo e delle forze armate, ancora in attesa del processo d’ appello, arrestato di nuovo nel marzo dell’ anno scorso con l’ accusa di cospirazione politica e scarcerato per mancanza di indizi tre mesi dopo. Di recente è circolata la voce che fosse in qualche modo collegato alle indagini sulla strage alla stazione di Bologna. Ma lui cade dalle nuvole. "Può essere anche vero, come è stato scritto, che qualcuno avesse confidato ai servizi segreti che elementi di estrema destra stavano per compiere un attentato di enormi proporzioni", spiega. "Ma non risponde assolutamente a verità che i servizi, con i quali tra l’ altro non ho mai avuto alcun rapporto, abbiano incaricato me di indagare. Non so davvero come può essere nata una diceria del genere. Fra l’ altro, dal 1974, da quando cioè sono stato inquisito per la Rosa dei venti, io sono ’ a mezzo servizio’ . Nel senso che percepisco mezzo stipendio, appena 830 mila lire, dipendo dal quinto Comiliter di Padova, ma ho cessato ogni incarico appunto dal ’ 74". Siamo nella dèpendance-studio della sua splendida villa alle porte di Verona. "Tutto quello che resta di quanto lasciatomi da mio padre, ufficiale dell’ esercito che l’ 8 settembre sparò contro i tedeschi e che poi è stato per cinque anni deputato democristiano". Ad una parete della stanza, l’ aquila nera su fondo oro, il simbolo ghibellino, dietro ad una statuetta di Dante, il ghibellin fuggiasco, che ho sempre ammirato soprattutto per le sue idee politiche". Poi, cinque sciabole da parata, una foto con dedica del re Umberto, medaglie d’ argento e di bronzo di Spiazzi senior, onorificenze varie, un motto che è tutto un programma: "chi sa comandi, chi non sa ubbidisca". Qualche filo grigio sui grandi baffi e tra i capelli a spazzola, giubbotto stile militare, una moglie dolce ma diffidente verso i giornalisti, tre figli di 18, 21 e 24 anni tutti disoccupati ("Il più grande voleva fare la carriera militare, ma la sua domanda è stata dimenticata in un cassetto a causa del cognome che porta"), Amos Spiazzi ha una gran voglia di parlare. "Non mi sento più vincolato ad alcun segreto", spiega "e quello che sto per dire a lei lo dirò il 5 novembre, quando ci sarà finalmente il processo d’ appello per il golpe Borghese e per la Rosa dei venti, e l’ ho già detto il 25 novembre scorso alla commissione P2 che mi ha interrogato su sollecitazione del senatore Pisanò". Allora cominciamo dalla P2. Lei ha conosciuto Licio Gelli, ha avuto contatti con lui? "L’ ho visto una sola volta. O 02465 perlomeno sono certo all’ 80 per cento che fosse lui. Si era nel ’ 73. Facevo parte insieme col generale Nardella, oggi in pensione, del movimento nazionale di opinione pubblica, quando il mio superiore mi chiamò per dirmi che quattro signori volevano parlarci. Costoro si presentarono come massoni di una loggia che non richiedeva riti o iniziazioni, che era segreta (allora non si diceva ancora ’ coperta’ ) e i cui membri non si riconoscevano tra loro. Quando, a distanza di anni, ho visto sui giornali le foto di Gelli, ho creduto di riconoscerlo in uno di quei quattro: per la voce, l’ intonazione toscana, l’ età, la corporatura massiccia...". Vi chiesero di aderire alla loro loggia? "Sì. dovevamo fare fronte comune con loro al cospetto del pericolo comunista e dello sfascio dei valori patriottici. Aggiunsero, per fare colpo, che Garibaldi era stato massone. Non sapevano naturalmente che io non ho mai amato Garibaldi. Li ho lasciati parlare; poi, alla fine, ho detto che io ero l’ esatto contrario di loro: tradizionalista, ghibellino, refrattario ai miti patriottici. Quindi, niente da fare. Se ne andarono formulando una larvata minaccia: fate molto male a non aderire, dissero, perchè molti dei vostri superiori, militari e politici, fanno parte della massoneria e voi, rifiutando, perdete un’ ottima occasione per fare carriera". Torniamo indietro di qualche anno. Che cosa sa del golpe Borghese, della notte cosidetta del ’ Tora tora’ ? "La sera dell’ 8 dicembre 1970, il principe Borghese era stato invitato ad organizzare una manifestazione contro l’ arrivo in Italia di Tito. A parlargliene era stato Filippo De Jorio, assessore alla Regione Lazio, fedelissimo di Andreotti. L’ invito - lo stesso De Jorio lo ha scritto esplicitamente sul ’ Borghese’ in un articolo intitolato "Giuda è tra noi" - veniva da forze politiche di governo, che non potevano esporsi direttamente, così come non potevano farlo i partiti. Borghese reclutò, oltre ai suoi uomini del ’ Fronte nazionale’ , varie associazioni d’ arma, una delle quali, guidata da Sandro Saccucci, si attestò nella palestra di via Eleniana, e gli uomini di ’ Avanguardia nazionale’ , che guidati da Stefano Delle Chiaie mossero verso il Viminale. Per quanto ne so io, Borghese voleva approfittare dell’ opportunità offertagli dal governo per verificare la possibilità di coagulare un gruppo di persone intorno a lui. Una esercitazione insomma, magari anche in vista di un futuro colpo di Stato". Poi che cosa successe? "Successe che proprio io misi all’ ultimo momento sull’ avviso Borghese, insieme con il colonnello Condò che è morto spero di morte naturale. Il fatto è che, contemporaneamente, quella notte doveva scattare un piano di ordine pubblico, denominato progetto triangolo, che prevedeva la repressione di qualsiasi movimento e l’ arresto dei partecipanti a qualsiasi manifestazione. Insomma, si trattava di imporre un regime autoritario reprimendo l’ azione di presunti congiurati e figurando come restauratori dell’ ordine. La conclusione è: a dare il contrordine in pratica fui io (che avevo avvertito anche i dirigenti di "Ordine nuovo", movimento che infatti non partecipò all’ azione), ma l’ interessante sarebbe sapere con certezza chi dette l’ ordine". E la ’ Rosa dei venti’ come nacque? "Nel ’ 72-’ 73, aderivo ad un gruppo che non era d’ accordo con quel piano segreto che faceva, e forse fa tuttora, parte 02516 dei protocolli stipulati tra Italia e Usa al di fuori della Nato. Un piano, chiamato ’ di sopravvivenza’ , che riguardava la sicurezza in Italia e che consisteva, in poche parole, nell’ abbandono del territorio in caso di invasione e successiva riconquista da parte di un esercito amico. Quindi, io, e chi la pensava come me, davamo fastidio al regime. Fu così che il regime mi tese una trappola in cui, da ingenuo, caddi. Venni contattato da un ufficiale del Sid che si spacciò per il maggiore Venturi e mi presentò tali Zagolin e Rizzato, due fascistelli di provincia, che avevano alle spalle un finanziatore e che avevano progettato proprio un progetto alternativo al ’ piano di sopravvivenza’ , chiamato ’ Rosa dei venti’ , che non aveva nulla di eversivo. Venturi voleva conoscere gli scopi del finanziatore e mi chiese di aderire al gruppo. Io caddi nel tranello e finii in galera... Seppi poi che il sedicente Venturi era in realtà il famoso capitano La Bruna, che il piano era stato affidato in custodia a Giampaolo Porta Casucci e che costui aveva pensato bene di portarlo al magistrato. Saltò fuori che tra i finanziatori c’ era Piaggio, che lo scopo ultimo era un colpo di Stato... Fatto sta che io, senza saperne nulla, mi feci 13 mesi di segregazione cellulare e poi altri tre anni di carcere. Senonchè, poco più di un anno fa è finito di nuovo nei guai. "Esatto. Il 14 marzo, otto poliziotti mi sono piombati in casa e mi hanno arrestato. Cospirazione politica. Era successo che Marco Affatigato, neofascista pentito, mi aveva accusato di avergli commissionato un progetto di golpe! Per giunta, per telefono, mentre lui era latitante in Francia. E il bello è che io non ho mai conosciuto questo Affatigato. Tre mesi dopo mi hanno scarcerato per assoluta mancanza di indizi, mi hanno prosciolto dalla cospirazione e rinviato a giudizio per il possesso di due pezzi di ferro, due manici di mitra Sten non denunciati...". E ora è segretario per il Veneto del partito monarchico nazionale. "Sì. Lo ha fondato a Roma Cesare Crosta e ne è presidente il principe Gianfranco Alliata di Montereale, proprio quello che è stato prosciolto dalle accuse per la ’ Rosa dei venti’ . Volevamo presentarci alle elezioni europee, ma la nostra lista non è stata accettata. Mancavano le 30 mila firme necessarie. Vorrà dire che ci presenteremo alle prossime politiche". - dal nostro inviato FRANCO COPPOLA
Repubblica 1984
1. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 17 giugno 2010, 21:50
I fascisti ( o almeno una parte minoritaria ma significativa di questi) che sguazzano provocatoriamente intorno alla Palestina ed in generale al Medio Oriente non sono certamente una novità.
Già negli anni 60 e 70 del secolo scorso capitò che un noto gruppo di provocatori, strettamente legati all’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno ed in parte poi implicati anche nella strategia delle bombe e della tensione, creassero il gruppo nazimaoista "Lotta di Popolo" al quale poi aggiunsero davanti il termine "organizzazione" per potersi firmare con l’acronimo OLP, identico a quello della "Organizzazione per la Liberazione della Palestina".
Ed eravamo ancora in un periodo storico dove le organizzazioni palestinesi che appunto formavano l’ OLP ( quella vera) erano tutte, sia pure in vario modo, riconducibili a sinistra, non fosse altro - soprattutto per la maggioritaria Fatah di Arafat che a differenza delle altre non si è mai dichiarata nè marxista nè socialista - perchè tutte dipendevano dagli aiuti dell’Urss.
Ora ovviamente è tutto più complicato ... in forma senz’altro diversissima tra loro tanto Hamas ( che governa Gaza), musulmano-integralista, tanto Fatah che controlla L’Anp, organizzazione ben diversa da quella di 30 o 40 anni fa, sono invece riconducibili a destra ... anche se certo si tratta di destre ben lontane come impostazione dai fascisti nostrani o dalla classica destra europea, peraltro in larga parte ormai filoisraeliana.
A sinistra in Palestina rimangono oggi, largamente più deboli di qualche decennio fa, il Fronte Popolare ed il Fronte Democratico più qualche struttura minore come i Comitati di Resistenza, mal visti e mal sopportati tanto da Fatah che da Hamas.
Esaminare il perchè si è arrivati a questo è abbastanza complicato e richiederebbe una lunga discussione a parte ... ma il problema vero è che, a differenza di allora, oggi tanto Hamas che Fatah, pur in sostanziale guerra tra di loro, non guardano molto per il sottile ad accettare i sempre più rari aiuti e sostegni politici internazionali ... anche da ambienti fascistoidi ....
Del resto, non solo l’Urss non c’è più .... ma anche le tradizionali "sinistre di governo" europee sono diventate tutte, salvo rarissime eccezioni, floisraeliane.
Quindi non c’è più niente di facile, di lineare .... basti pensare a come, anche non parlando di Palestina e nemmeno di Medio Oriente, certi ambienti fascistoidi tranquillamente definibili neonazisti riescono a volte ad ingannare anche gente certamente di sinistra ... gente di sinistra che è arrivata spesso anche a pubblicare persino qui su BellaCiao le loro farneticazioni più o meno "complottiste" ....
Per cui, di cosa ci meravigliamo ?
Non riusciamo a volte noi a distinguere più il grano dal loglio .... dando credibilità spesso a chiunque parli male degli Usa o di Israele purchè lo faccia .... possiamo prendercela coi palestinesi che di aiuti e di sostegni politici internazionali hanno comunque un bisogno vitale come del pane ?
E, del resto, anche il presidente turco Erdogan - che pure ha finanziato ed appoggiato politicamente la tragica spedizione della Freedom Flottilla - non è a sua volta un uomo inequivocabilmente di destra ?
Forse, molto semplicemente, onde evitare equivoci ... dovremmo essere capaci di sostenere ( senza troppi se o ma) la lotta dei palestinesi ... ma senza per questo erigerla a paradigma assoluto dello "scontro globale" ...
Piaccia o non piaccia, la Palestina ed il Medio Oriente del 2010 non sono il Vietnam e l’Indocina degli anni sessanta e settanta ... che poi nemmeno lì era oro tutto quello che sembrava luccicare ... ma rappresentano un qualcosa di tremendamente più sfaccettato e complicato dove se innegabilmente le principali responsabilità di tutto sono di Israele e degli Usa non è però facilmente applicabile lo schemino "buoni/cattivi" come fu invece facile applicarlo appunto allora per l’Indocina .... bisognerebbe avere il coraggio di prenderne atto ed allora pure la sacrosanta solidarietà coi palestinesi sarebbe meno problematica e sofferta ....
K.
2. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 08:05, di erg
credo che non hai capito un cazzo. Qui si parla di non farsi fregare i soldi dai fascisti
Ma sei sempre il solito spione che commenta sempre un certo tipo di notizia?
Abbiamo capito che te la fai con i fascisti..
3. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 08:07, di erg
Verona ospita la base dei signori della guerra da esportazione per poi sviluppare investimenti turistici in un piccolo paradiso naturale che è anche un inferno di povertà.
E il veronese Franco Nerozzi, 40 anni, giornalista free lance, volontario dell’associazione «Popoli» e da ieri agli arresti domiciliari, è considerato dalla polizia uno specialista in colpi di stato attraverso il reclutamento di mercenari. Punta i riflettori su questo oscuro mondo d’affari e di morte l’inchiesta della Procura che ieri è approdata ad una quindicina di perquisizioni in tutta Italia (la maggior parte a Verona) e all’arresto, oltre che di Nerozzi, anche di un cittadino di origini croate, Fabio Leva, 42 anni, nato a Lussimpiccolo e abitante a Muggia in provincia di Trieste.
Sullo sfondo di un imponente lavoro di intercettazioni telefoniche, di pedinamenti e di controlli con i contatti francesi, c’è la preparazione di un golpe alle isole Comore, a largo del Mozambico, un Paese poverissimo nel quale, negli ultimi venticinque anni, sono stati tentati o portati a termine diciannove colpi di stato. Tra i registi di questo progetto, gli investigatori della Digos che hanno condotto l’indagine, coordinata dal procuratore Guido Papalia, individuano un altro personaggio del romanzesco e violento mondo dei mercenari: l’uomo d’affari francese Bob Denard, considerato il mandante per l’operazione Comore perché in quel Paese lui ha una serie di investimenti bloccata dall’attuale governo del presidente Azzali Assoumani, in sella dal 1999 nonostante uno dei numerosi gruppi avversari abbiano tentato ancora una volta di roversciarlo nella primavera scorsa.
I controlli hanno portato gli investigatori della Digos anche a casa di Carlo Nerozzi, fratello di Franco, presidente della Veronamercato e imprenditore di successo, personaggio pubblico molto conosciuto. Nell’indagine entrano sette veronesi e nella lista degli indagati c’è Giulio Spiazzi, figlio del generale Amos, anche lui vicino all’associazione «Popoli». Cadono tutti dalle nuvole, c’è chi dice che l’attività svolta è solo umanitaria o di studio per la realizzazione di reportage. Ma la Procura non la pensa così, anche se non ritiene che tutti gli associati di «Popoli» vadano considerati collusi con queste operazioni militari. Per esempio, l’indagine sta accertando quale sia stato uno degli scopi della recente missione in Birmania nei primi giorni dello scorso settembre, quando il gruppo di una decina di volontari fu arrestato. In quell’occasione, gli otto medici al seguito di Franco Nerozzi non sapevano nulla di contatti con i guerriglieri e si dedicarono solo alle cure degli ammalati o dei feriti della popolazione Karen, da anni in forte contrapposizione con il governo birmano.
Ed anche su questa missione, ieri, gli investigatori della Digos hanno raccolto documentazione fotografica nelle case degli indagati. In alcuni scatti Nerozzi è vicino a mitragliatori, poi ci sono le fotografie di granate e mortai ed anche di campi d’addestramento di guerriglieri. È tutto materiale che solitamente un giornalista conserva dopo i viaggi in Paesi martoriati dai conflitti, ma l’indagine riserva altri atti, per il momento ancora coperti dal segreto istruttorio, tra i quali si consolida la convinzione della Procura e del giudice per le indagini preliminari Stefano Sernia che ha emesso le ordinanze di custodia cautelare.
A Franco Nerozzi e a Fabio Leva è contestato il fatto di aver costituito un’associazione con lo scopo di violare la legge che punisce il terrorismo internazionale e il sovvertimento degli ordinamenti democratici e la norma sul divieto di reclutare mercenari per combattimenti all’estero. Il primo reato è lo stesso contestato agli organizzatori degli attentati dell’11 settembre perché introdotta proprio dopo gli attacchi a New York e Washington.
Bob Denard invece non è nella lista degli indagati dalla Procura di Verona e su di lui, recentemente assolto a Parigi dall’accusa di essere il mandante dell’uccisione del penultimo presidente delle Comore, pende una procedura di rogatoria internazionale.
Il prossimo passo dell’inchiesta sarà verso i finanziamenti ricevuti da Franco Nerozzi per le sue missioni. Se lo scopo di certi viaggi era preparare il terreno per un golpe che a sua volta avrebbe spianato la strada a floridi affari, chi ha consegnato soldi per queste operazioni non dormirà sonni tranquilli. Gli investigatori credono che la barriera corallina delle Comore, il clima e la possibilità di far arrivare il turismo di massa anche in quell’angolo di mondo politicamente instabile sia un motivo più che sufficiente per scatenare l’ennesimo massacro di povera gente.
Franco Nerozzi sarà interrogato nei prossimi giorni dal giudice Sernia. Ieri ha nominato come suo difensore l’avvocato Paolo Tebaldi. Anche altri indagati hanno scelto i legali. L’avvocato Roberto Bussinello assiste Giulio Spiazzi, Enrico Bastianello è stato invece nominato difensore da un giovane che vive in Valpolicella e che partecipò ad alcune missioni di «Popoli».
L’inchiesta è nata l’anno scorso quasi per caso. Durante alcuni controlli sui possibili autori di scritte antisemite davanti alla Sinagoga, un’intercettazione telefonica portò il dirigente Fernando Malfatti e gli investigatori della Digos sulla pista del reclutamento di mercenari. Ieri, il dottor Alessandro Meneghini, nominato recentemente a capo della Digos, ha spiegato che il fascicolo dell’inchiesta è pieno di documenti.
4. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 08:12, di erg
Franco Nerozzi, "la Onlus Popoli" e il Comunitarismo nazista
Va avanti quasi indisturbato il processo di "mondializzazione" con il pretesto di un ausilio di sedicenti volontari dall’Europa (leggasi mercenari) in Birmania per il popolo Karen, capitanati dal fascista Nerozzi e la Sua "Comunità Solidarista Popoli". Plaudono alla ricostruzione della loro clinica intitolata a un tal Carlo Terracciano nei dintorni del villaggio di Kler Law Seh, sede dell’allora distrutta clinica medica, quattro anni fa per l’esattezza. Terracciano teorizzatore, redattore di Eurasia e Orion, mondialista e sostenitore delle tesi appunto comunitariste e naturalmente caro, caro amico di Gabriele Adinolfi, morto nel 2005 a Firenze. Se qualcuno cercasse ancora ulteriore prova della malafede con cui questi loschi figuri mettono in atto il loro progetto oltre confine, si immagina che qui ne abbiano da vendere i Signori Nerozzi & c e ve ne sia ancorché d’avanzo per tutti i gusti e palati.
Il comunitarismo nasce agli inizi degli anni ’60 come presunta nuova concezione teorica. Il fondatore è un ex SS belga Jean Thiriart il quale all’epoca fonda Jeune Europe che è una vera e propria Internazionale Nera. Il suo motto è “Il plastico sarà il megafono dell’anticomunismo nella II metà del XX secolo. In Italia aderiscono Ordine Nuovo, Giovane azione e Quaderni Neri, Claudio Mutti, Ugo Gaudenti (poi fondatore di Rinascita Nazionale), Claudio Orsi e Salvatore Bezicheri, attualmente dirigente della Fiamma Tricolore. Dalla struttura italiana del gruppo nacque Lotta di popolo, la formazione dei sedicenti nazi-maoisti, attivi nelle provocazioni e nelle infiltrazioni degli anni ’60 e ’70. Il simbolo originario è un’aquila prussiana con spada e falce e martello. Il comunitarismo è una concezione che teorizza “il superamento in avanti del nazismo e del comunismo, depurato da Marx”. E’un’area oggettivamente provocatoria. Thiriart elabora il concetto di mondialismo e di “una potenza euro-asiatica da contrapporre agli USA”. In Italia inizialmente è una corrente interna al Fronte di Tilgher. Non hanno una struttura centralizzata. Gruppi, aree, nuclei, riviste ed associazioni sono fra loro coordinati. Tentano di accreditarsi come “sinistra anticapitalista ed antimperialista” e coprono il loro antisemitismo con un esibito antisionismo. Nel 1988, questa corrente si aggrega attorno alla rivista “Rosso è Nero” di Carlo Terracciano e Maurizio Neri. Nel 1999, i Comunitaristi escono dal Fronte ed entrano in rapporto con il Partito Comunitarista Nazionale Europeo, fondato nel 1984 in Belgio. Il feeling con questa formazione dura poco. Alla fine del 1999 la rivista “Rosso è Nero” comincia a dare ampio spazio a quello che impropriamente viene definito “il popolo di Seattle”. Nel 2000 la rivista muta il suo nome in “Comunitarismo”. Nel 2001 i circoli comunitaristi esauriscono la loro esperienza e successivamente danno vita all’Unione dei comunisti nazionalitari e alla nuova rivista “Resistere” che sostituisce “Comunitarismo”. Gli obiettivi politici e programmatici dei comunitaristi sono in sintesi: · superamento della dicotomia destra-sinistra che per loro sono categorie obsolete · tentare di collocarsi nell’area anti-fascista, anticapitalista e antimperialista e marxista · criticano il filo-americanismo di alcuni neo-fascisti · utilizzano anche la stella rossa come simbolo · il nemico è il liberal-capitalismo · hanno un atteggiamento favorevole all’Islam più integralista, in quanto combattente contro “il mondialismo” · teorizzano di fatto il ritorno alle cosiddette origini rivoluzionarie del fascismo e del nazismo · attingono a piene mani dalla simbologia di sinistra, in quanto cercano di accreditarsi come sinistra anticapitalista e antimperialista Attualmente si muovono anche con la sigla Socialismo e Liberazione, definita rivista comunista e nazionalitaria il cui direttore è Maurizio Neri.
Riviste che possono considerarsi punto di riferimento teorico dei comunitaristi e non solo sono Orion, Aurora e in parte Uomo libero di Pietro Sella. Vi è inoltre un rapporto abbastanza stretto con la rivista e il gruppo di Rinascita Nazionale. Le case editrici sono Mediterraneo, Edizioni all’Insegna del Veltro di Claudio Mutti e Barbarossa che stampa la rivista Orion a cui collaborano Murelli, Chicco Galmozzi e Alessandra Colla – moglie di Murelli – che è il referente culturale dell’area di “Sinergie Europee”. L’area dei cosiddetti comunitaristi, ovvero i gruppi di estrema destra d’ispirazione e d’origine fascista o nazional-comunitaria, sono i fra i più pericolosi in quanto ambigui, manipolatori, demagogici e portatori di una pratica che tende a confondere ed infiltrarsi nell’area di estrema sinistra. Inoltre queste formazioni che si definiscono nazional-comunitarie, sono poco conosciute, tant’è che in alcuni casi compagni anche in buona fede si sono fatti coinvolgere in loro iniziative senza conoscere la loro origine e il loro ruolo nel panorama dell’estrema destra fascio-nazionalitaria interna ed internazionale.
CONCLUSIONI
L’idea comunitaria e comunitarista è un contenitore di fascismi vecchi e nuovi. Il comunitarismo è una pseudo dottrina che fa dell’ambiguità la forza della sua pratica e tattica politica e si appella ad un concetto di comunità che opprime le libertà dell’individuo in modo reazionario e corporativo e nega la dialettica della lotta fra le classi. Il concetto di comunità sostituisce sempre il concetto di classe.
Mondialismo e mondializzazione
Non hanno nulla a che vedere con il concetto di globalizzazione, né tanto meno con quello di imperialismo che sono categorie di intepretazione della realtà proprie della sinistra. Con questo concetto la destra radicale si riferisce infatti ad una strategia per il dominio mondiale perseguita attraverso il capitalismo dalle lobbies ebraiche e dai circoli sionisti,. Un complotto secondo i fascisti per mescolare e distruggere le razze. In definitiva è un concetto strutturalmente razzista e antisemita.
Il Fronte Nazionale di Adriano Tilgher, oggi Fronte Sociale Nazionale, nasce da una scissione della Fiamma Tricolore di Pino Rauti nel settembre 1997, ma rappresenta a tutti gli effetti la continuità storica di un’esperienza politica ed organizzativa, quella di Avanguardia nazionale, che attraverso innumerevoli rigenerazioni vanta ormai 40 anni di storia. Il Fronte, quasi inesistente al Nord, riesce a raccogliere 25 mila voti alle elezioni provinciali di Roma nel 1998. Nel 1999 subisce la scissione della componente “nazionalcomunista” che si aggrega attorno alla rivista “Rosso è Nero” di Carlo Terracciano e Maurizio Neri. Sinergie Europee si oppone al capitalismo e alla globalizzazione, auspica la creazione di uno spazio eurasiatico in funzione antiamericana e sostiene movimenti anti-imperialisti. In Italia la testata di riferimento è Orion, rivista fondata agli inizi degli anni ’80. In essa sono conferite altre esperienze di nuova destra come Nuova Azione di F. Batarra e il movimento antagonista sinistra nazionale nato attorno al mensile Aurora (ex rautiani). In quest’area sedicente nazional-comunista e comunitaria convivono Murelli (condannato per omicidio dell’agente Arino e più volte inquisito e condannato per aggressioni fra cui quella di Giorgio Riboldi, Chicco Galmozzi ex Prima Linea, Claudio Mutti, musulmano convertito e Alessandra Colla moglie di Murelli. Orion è il riferimento centrale di una galassia di gruppi che manifestano simpatia per l’Islam in versione fondamentalista, integralista e gerarchica. Murelli è il principale ispiratore. Hanno rapporti con i nazional-comunisti in Russia (opposizione rosso-bruna)
5. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 09:03
Lo scemo sei tu che pubblichi periodicamente sempre le stesse medesime cose e non solo su Bella Ciao.
Che "Popoli" e dintorni siano una massa di pericolosi provocatori fascisti, che Mario corsi sia un assassino ed un mafiosetto etc. etc. etc. ormai lo sappiamo da un pezzo ma K. ha fatto invece una rara perla di analisi seria sul problema palestinese e su un modo marxisticamente corretto e politicamente laico di approcciarvisi.
Cosa ben più seria del copiaincollare maniacalmente sempre le stesse medesime cose dando del fascista a chiunque cerca di volare un pò più in altro nell’analisi.
Raf
6. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 12:38
Io credo sia importante pubblicare e ripubblicare certi argomenti. Perchè il fatto che li conoscano i quattro commentatori fissi qui e altrove non conta niente. Non è a loro forse che si rivolgono le informazioni, ma a chi non le sa. E, quando le sappiamo possiamo evitare di rileggerle no? Maniacali sinceramente mi sembrano anche sempre gli stessi commenti......
7. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 13:49
Ah sfido a vedere chi davvero le cose le conosce, e se così fosse, che fa se le chiude nel suo scrigno di saccenza? Su dai compagni, alzate le chiappette del cervello e datevi da fare, non è mai troppo o come si dice repetita juvant. La memoria è quella con le gambe corte a differenza di ciò che ci hanno detto. Fatto sta che l’idea dei soldi di gente comune, e magari nemmeno tanto benestante ma piena di buona volontà, che finiscano nelle tasche di questi maiali golpisti pronti a fare leva sui sentimenti più semplici mi fa vomitare. Mi fa ribrezzo, mi fa schifo.
8. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 13:52
...puntualizzo: c’è gente che chiaramente vuole tenere nascoste belle trame in cui magari ci si trova nemmeno troppo casualmente a marciare.... Non crediate di venire a dettare legge, forse dovreste fare un pensierino su qualche sito di destra se così fosse. Chiudete quella bocca piena di mazzette.
9. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 13:59, di pit
per K
QUANDO IL FASCISMO SI COLORA DI ROSSO
di Archivio Antifascista Venezia
Si racconta che una volta Jack Kerouac presentò una sorta di programma politico-culturale della Beat Generation che parlava della "volontà che unisce i nostri gruppi e che ci fa comprendere che gli uomini e le donne devono apprendere il sentimento comunitario al fine di difendersi contro lo spirito di classe, la lotta delle classi, l’odio di classe!" e che si concludeva con l’auspicio "Noi andiamo a vivere presto in comune la nostra vita e la nostra rivoluzione! Una vita comunitaria per la pace, per la prosperità spirituale, per il socialismo".
Il pubblico composto da "alternativi" di sinistra ne fu entusiasta ma si raggelò subito apprendendo di aver applaudito un discorso pronunciato da Adolf Hitler al Reichstag nel 1937.
Di simili provocazioni ci sarebbe ancora bisogno.
In tempi in cui molte cose si confondono, trascolorano e sembrano sempre più assumere contorni incerti, mentre in politica la destra gioca la carta dello sfondamento a sinistra -emblematica l’affermazione elettorale del partito nazional-populista di Haider quale primo "partito operaio" austriaco- e i partiti che si richiamano alla sinistra rincorrono la destra per accreditarsi davanti ad un indistinto elettorato quale garanzia d’ordine, annullando in questo modo la loro identità legata all’idea stessa di liberazione sociale, tutto si presenta come paralizzante quanto sfuggente complessità e di conseguenza constatiamo, come sostiene un attento osservatore di tali implicazioni, di non essere "più in grado di sorvegliare con attenzione la realtà"[1].
In un presente in cui è possibile riscrivere la storia, ossia la memoria della società, capovolgendo ruoli e parti, col rischio di dover rivivere un passato che troppo in fretta era stato lasciato alle spalle, sta passando quasi inosservata la ricomparsa di un fascismo rivoluzionario che, in contrapposizione anche con la destra borghese e nostalgica, mantiene le sue radici nelle componenti più radicali dei movimenti nazionalisti che portarono al potere Mussolini ed Hitler per poi finire da questi liquidate in quanto ormai incompatibili con il regime, e riprende le esperienze teoriche e organizzative che tra gli anni
60 e
70 cercarono di ritrovare la rotta e nuove sponde tra i marosi della ribellione sociale.Anche se per il momento, il ritorno sulle scene europee di queste componenti variamente connotate come nazionalrivoluzionarie, nazionalcomuniste o nazionalcomunitariste non sembra avere la forza per determinare rilevanti cambiamenti negli attuali rapporti sociali, è altrettanto vero che queste avvertono il favorevole mutarsi della situazione internazionale; da un lato infatti la prospettiva della Nazione Europea, da loro da sempre auspicata ed intesa soprattutto come potenza economica-militare, è ormai un "luogo comune" che appartiene in modo trasversale sia alla destra che alla sinistra politica ma, allo stesso tempo, questa comporta l’apertura di nuovi conflitti per l’egemonia tra le varie nazioni e i diversi gruppi economici, così come si assiste ad un’accelerazione delle tensioni tra gli Stati facenti parte dell’Unione Europea e gli USA che rendono tutt’altro che stabile il tanto celebrato nuovo ordine mondiale seguito alla caduta dei regimi dell’Est.
In questo contesto infatti, la Germania "unificata" è tornata a giocare un ruolo centrale quale principale potenza della Mitteleuropa con la missione storica di mantenere la coesione interna del Vecchio Continente; contemporaneamente, la dissoluzione dell’Unione Sovietica e l’impetuosa ripresa del nazionalismo russo permettono di immaginare la realizzazione di uno spazio geopolitico euro-asiatico così come avrebbero voluto i nazionalbolscevichi tedeschi negli anni Trenta e come venne teorizzato nel dopoguerra da Jean Thiriart che, per fondare il movimento di Jeune Europe poté contare anche su non trascurabili finanziamenti tedeschi.
Difficile prevedere quali sviluppi futuri e quali margini d’azione politica sullo scacchiere internazionale potranno aprirsi per questa variante del fascismo che, sotto vario nome e con ogni mezzo necessario, persegue l’obiettivo di un nuovo ordine europeo non lontano da quello prefigurato negli originali piani di dominio del Terzo Reich; ma poichè la penetrazione ideologica e culturale, mirante a sostituire l’identità di classe con il mito della comunità di "sangue e suolo" e a soffocare nel nazionalismo ogni ipotesi di liberazione sociale, è la condizione necessaria per imporre nuove gerarchie e immutate logiche di sfruttamento, è più che mai necessario sviluppare l’opposizione antiautoritaria e anticapitalista anche attraverso la ricerca storica e persino l’analisi filologica.
Se dopo la loro lettura troverete queste pagine allarmanti, il loro intento potrà considerarsi almeno parzialmente raggiunto.
http://www.intermarx.com/ossto/archivio.html
10. "Popoli" di Nerozzi dietro l’aggressione di Tor Vergata, 18 giugno 2010, 14:00, di pit
Roma. Università Tor Vergata. Aggressione squadrista, 6 feriti Martedì 16 Marzo 2010
Domani conferenza stampa alla facoltà di lettere
ROMA - Ancora aggressioni di stampo fascista nella capitale. E’ successo quest’oggi intorno a mezzogiorno nell’Ateneo di Tor Vergata e precisamente nella facoltà di Giurisprudenza, dove una quarantina di personaggi legati ai gruppi dell’estrema destra romana hanno violentemente aggredito alcuni studenti, prima nei corridoi e poi all’esterno dell’edificio. Bilancio della giornata 6 persone ferite, tutte con prognosi non inferiore ai 10 giorni.
Cinque degli aggrediti sono stati visitati al Policlinico di Tor Vergata dove a ognuno gli è stato riscontrato trauma cranico, lesioni e ferite su varie parti del corpo, tanto che i sanitari hanno dovuto praticare la tac. Per uno di questi, arrivato con varie ecchimosi, quattro denti rotti e un braccio fratturato si è ritenuto necessario il ricovero. Aggredita anche una giovane studentessa che, subito dopo l’aggressione è dovuta ricorrere alle cure mediche del Fatebenefratelli e al momento non si conosce ancora il referto medico.
Oggi - come ci ha raccontato uno degli studenti aggrediti - una quindicina di studenti si erano recati dal rettore della Facoltà di Giurisprudenza per denunciare la presenza all’interno dell’Università di gruppi di estrema destra, gli stessi che nel pomeriggio avevano organizzato la conferenza "Popoli identitari" incentrata sui Karen, gli abitanti sulle montagne della Birmania orientale, al confine con la Thailandia, in lotta contro il governo di Rangoon. Iniziativa patrocinata dalla Onlus Popoli Identitari, legata particolarmente all’area dell’estremismo di destra come Casa Pound e Blocco studentesco e capitanata da Franco Nerozzi, giornalista di guerra free-lance, che stando alle cronache fu indagato nel 2002 per essere uno degli artefici di un probabile colpo di stato alle isole Comore.
Lasciato l’ufficio del rettore i giovani studenti incontravano nei corridoi del piano terra un gruppo di una quarantina di personaggi legati agli ambienti dell’estrema destra, tutti tra i 25 e i 40 anni che iniziavano ad aggredirli, ragazze incluse. I malcapitati venivano poi spinti all’esterno della facoltà dove lo scontro continuava. "Era una carica continua di pugni, calci e cinghiate - ci ha raccontato uno degli aggrediti, ancora sotto shock per l’accaduto -. Alcuni di loro indossavano i guanti rinforzati, quelli solitamente usati per correre in motocicletta, mentre altri avevano sfilato la cinghia per colpire da una certa distanza. Ho visto in difficoltà anche alcuni agenti della sicurezza, intervenuti per sedare l’aggressione, ragazze prese a pugni e a calci senza nessun ritegno."
Nel frattempo, domani 16 marzo gli studenti hanno convocato una conferenza stampa alle ore 12.00 presso l’aula t12 della facoltà di lettere di Tor Vergata in via Columbia, n°1 per informare gli organi di stampa su quanto accaduto e denunciare ancora una volta il gravissimo clima in cui versa l’Ateneo di Tor Vergata.
11. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 14:47
Non voglio fare l’inteprete autentico dell’amico K. che pure conosco bene per essermi collega di lavoro e di sindacato sia pure in due città diverse.
Ma se si legge bene il suo commento, lui non minimizza affatto il ruolo provocatorio dei fascisti "terzoposizionisti" o "nazimaoisti" che dir si voglia, tanto più che su Bella Ciao si è spesso scazzato su questo con compagni che, in buona fede, ne copia-incollavano qua sopra gli articoli"antisionisti" e/o "antiamerikani".
Dice semplicemente che la sacrosanta e dovuta solidarietà con la Palestina va esercitata senza farne un paradigma dello scontro globale, essendo la situazione mediorientale assai complicata e sfaccettata dove i buoni non stanno tutti da una parte ed i cattivi dall’altra.
Per cui su questi temi può fatalmente capitare di trovarsi, per antiebraismo storico o anche per pura provocazione, sulla stessa barricata personaggi a dir poco ambigui.
E, nella situazione data, ci si può fare ben poco visto che anche le due maggiori organizzazioni palestinesi, Hamas ed Al Fatah, tendono oggi oggettivamente a destra, anche se certo non possono dirsi fasciste nel senso proprio del termine.
Che cazzo c’entra tutto questo con le aggressioni fasciste a Tor Vergata proprio non lo capisco.
Raf
12. Onlus Popoli Fascista - Da dove nasce - GOLPE BORGHESE, TRAME NERE, P2, 18 giugno 2010, 15:53
ah ah ah! incredibile, tanta saccenza e tanta disinformazione..... Raf, studia o pensa prima di scrivere.
13. "Popoli" di Franco Nerozzi dietro l’aggressione di Tor Vergata, 18 giugno 2010, 15:54
ROMA - Ancora aggressioni di stampo fascista nella capitale. E’ successo quest’oggi intorno a mezzogiorno nell’Ateneo di Tor Vergata e precisamente nella facoltà di Giurisprudenza, dove una quarantina di personaggi legati ai gruppi dell’estrema destra romana hanno violentemente aggredito alcuni studenti, prima nei corridoi e poi all’esterno dell’edificio. Bilancio della giornata 6 persone ferite, tutte con prognosi non inferiore ai 10 giorni.
Cinque degli aggrediti sono stati visitati al Policlinico di Tor Vergata dove a ognuno gli è stato riscontrato trauma cranico, lesioni e ferite su varie parti del corpo, tanto che i sanitari hanno dovuto praticare la tac.
Per uno di questi, arrivato con varie ecchimosi, quattro denti rotti e un braccio fratturato si è ritenuto necessario il ricovero. Aggredita anche una giovane studentessa che, subito dopo l’aggressione è dovuta ricorrere alle cure mediche del Fatebenefratelli e al momento non si conosce ancora il referto medico.
Oggi - come ci ha raccontato uno degli studenti aggrediti - una quindicina di studenti si erano recati dal rettore della Facoltà di Giurisprudenza per denunciare la presenza all’interno dell’Università di gruppi di estrema destra, gli stessi che nel pomeriggio avevano organizzato la conferenza "Popoli identitari" incentrata sui Karen, gli abitanti sulle montagne della Birmania orientale, al confine con la Thailandia, in lotta contro il governo di Rangoon. Iniziativa patrocinata dalla Onlus Popoli Identitari, legata particolarmente all’area dell’estremismo di destra come Casa Pound e Blocco studentesco e capitanata da Franco Nerozzi, giornalista di guerra free-lance, che stando alle cronache fu indagato nel 2002 per essere uno degli artefici di un probabile colpo di stato alle isole Comore.
Lasciato l’ufficio del rettore i giovani studenti incontravano nei corridoi del piano terra un gruppo di una quarantina di personaggi legati agli ambienti dell’estrema destra, tutti tra i 25 e i 40 anni che iniziavano ad aggredirli, ragazze incluse. I malcapitati venivano poi spinti all’esterno della facoltà dove lo scontro continuava. "Era una carica continua di pugni, calci e cinghiate - ci ha raccontato uno degli aggrediti, ancora sotto shock per l’accaduto -. Alcuni di loro indossavano i guanti rinforzati, quelli solitamente usati per correre in motocicletta, mentre altri avevano sfilato la cinghia per colpire da una certa distanza. Ho visto in difficoltà anche alcuni agenti della sicurezza, intervenuti per sedare l’aggressione, ragazze prese a pugni e a calci senza nessun ritegno."
Nel frattempo, oggi 16 marzo gli studenti hanno convocato una conferenza stampa alle ore 12.00 presso l’aula t12 della facoltà di lettere di Tor Vergata in via Columbia, n°1 per informare gli organi di stampa su quanto accaduto e denunciare ancora una volta il gravissimo clima in cui versa l’Ateneo di Tor Vergata.
14. per gli smemorati. Raf e fasci vari, 18 giugno 2010, 16:14, di olep
Tor Vergata: dopo i 7 feriti di ieri, altre pesanti aggressioni squadriste in ateneo durante la seduta del Senato Accademico.
Oggi alle 15.00 si è riunito il Senato Accademico di Tor Vergata, luogo in cui si voleva far esprimere l’Ateneo in merito ai fatti accaduti ieri durante i quali 40 neofascisti di “Casapound” e “Blocco Studentesco” provenienti da tutta Roma e provincia hanno aggredito venti studenti e studentesse che stavano iniziando un volantinaggio a Giurisprudenza per smascherare la prima iniziativa pubblica di questi soggetti, coperta dal prestanome di una onlus ad essi collegata (“Comunità solidarista Popoli”).
Ieri sono stati feriti e medicati in diversi pronto soccorso della città cinque studenti, una studentessa e un lavoratore dell’ateneo tutti/e colpiti/e ripetutamente alla testa, con nasi e braccia fratturate, traumi causati da pugni, calci, cinghiate, caschi ed altri oggetti contundenti. La polizia già presente in loco non ha fermato i neofascisti che hanno poi continuato ad effettuare ronde squadriste dentro e fuori Giurisprudenza.
Oggi è successo ancora di peggio, se possibile.
Davanti al Rettorato dal primo pomeriggio erano presenti un centinaio di fascisti armati di spranghe, bastoni, manganelli telescopici, cinghie e caschi che hanno impedito al rappresentate del Collettivo di prendere parte al Senato Accademico e agli altri studenti e studentesse che lo stavano accompagnando di avvicinarsi, aggredendoli sotto gli occhi delle forze dell’ordine che hanno permesso agli squadristi di fare i loro comodi. C’erano oltre ai 40 di “Casapound” e “Blocco Studentesco” altre decine di camerati da loro reclutati per l’occasione.
La polizia era presente sia a Lettere, da dove ci si stava trasferendo a seguito della conferenza stampa da noi indetta, che a Giurisprudenza e ha collaborato attivamente alla riuscita dell’agguato squadrista che ha per altro portato al fermo di 7 ragazzi antifascisti che si trovano presso il commissariato di zona. Il Rettore e gli altri componenti del Senato Accademico hanno continuato, come se nulla stesse succedendo, ad eccezione di due senatori accademici (RDB e CGIL) che hanno chiesto invano la sospensione della seduta per quanto accadeva all’esterno e per il fatto che ad un senatore è stato impedito fisicamente di esercitare il suo diritto a partecipare alla seduta.
Dopo l’aggressione fascista di ieri, il Rettore è stato inoltre protagonista di un provvedimento disciplinare vergognoso: ha annunciato di voler bloccare le iniziative studentesche fino al mese di maggio. Reputiamo tale misura cautelativa sbagliata e del tutto fuori luogo rispetto ai fatti accaduti.
Sono quasi due anni che denunciamo i tentativi portati avanti tramite minacce, intimidazioni e aggressioni fisiche dai neofascisti di queste organizzazioni alleate con Azione Universitaria e PdL che li hanno sempre coperti e tutelati politicamente per via di comuni accordi elettorali.
Dopo l’ennesima aggressione il Rettore Renato Lauro e l’Amministrazione dovranno assumersi la responsabilità politica e giuridica di quanto avvenuto in Ateneo, per aver permesso una seconda volta, dopo aver visto i corridoi insanguinati, a questi picchiatori di farla da padroni nell’Ateneo di Tor Vergata.
Convochiamo quindi un’assemblea pubblica d’ateneo per giovedì alle ore 13.00 presso la Facoltà di Lettere e, a seguire, nel pomeriggio un’assemblea cittadina sempre a Lettere a Tor Vergata per portare alla luce la verità e la gravità dei fatti che si stanno susseguendo in questi giorni.
Invitiamo studenti, ricercatori, professori e realtà sociali e politiche a partecipare a questi appuntamenti dove sarà illustrato quanto avvenuto e per dare un’immediata risposta a questa pesante situazione.
Invitiamo tutti/e ad esprimere pubblicamente la propria solidarietà nelle forme che ciascuno riterrà più opportuno.
Fascisti, “padrini” istituzionali e forze dell’ordine stanno portando il panico e la violenza a Tor Vergata per questioni politiche ed economiche che vanno contro gli interessi di studenti e collettività.
Nonostante tutto, non ci riusciranno.
GIOVEDI’ 18 MARZO – ORE 13.00 – FACOLTA’ DI LETTERE E FILOSOFIA – ASSEMBLEA D’ATENEO
SUBITO DOPO, A SEGUIRE, ASSEMBLEA CITTADINA SEMPRE A LETTERE E FILOSOFIA
Roma, 16 marzo 2010
15. ???, 18 giugno 2010, 16:26, di olep
"Che "Popoli" e dintorni siano una massa di pericolosi provocatori fascisti, che Mario corsi....RAF"
chi ha parlato qui di mario Corsi? RAF di che parli?
16. ???, 18 giugno 2010, 20:02
Ma chi difende chi ?
Ho semplicemente detto che è impossibile, su Palestina e Medio Oriente, inventarsi lo schema usato in passato per il Vietnam "buoni/cattivi".
E’ se è comunque giusto sostenere la lotta di liberazione nazionale palestinese è anche bene aver chiaro in testa che appunto di lotta di liberazione nazionale si tratta e non di rivoluzione.
Quanto ai fascisti penso in generale che andrebbe seriamente ripresa la pratica del sano antifascismo militante e che il problema dei fascisti dovremmo porcelo tutti i giorni per quello che fanno in Italia e non soltanto per gli aiuti provocatori e strumentali alla Palestina.
Ma penso pure che trovarseli fra le palle quando si tratta di Palestina e Medio Oriente è, per i motivi spiegati ieri, è oggi come oggi del tutto inevitabile.
Ho amici che bazzicano almeno una volta l’anno i territori occupati ( non Gaza che è irraggiungibile ma le zone controllate da Fatah) che mi raccontano che ormai anche lì sui muri è pieno di svastiche.
E’ realisticamente una reazione emotiva comprensibile rispetto alle carognate subite quotidianamente da Israele ma è pure una cosa che solo qualche anno fa in Palestina era impensabile ....
E allora ti puoi meravigliare se l’ambasciatore palestinese a Roma ( di Fatah) riceve in pompa magna Roberto Fiore o se in genere vengono accettati gli aiuti "umanitari" anche di gruppi fascisti ?
K.
17. ???, 20 giugno 2010, 22:28
se permetti attenendoci al tema, io vorrei poter sapere dove vanno i miei aiuti, so di chiedere troppo, ma visto che in tal caso la cosa è venuta a galla non intendo fare finta di nulla.
18. ???, 21 giugno 2010, 09:02
Semplicemente, non dare aiuti ad una organizzazione a dir poco ambigua ....
Ma, in tutta sincerità, in questo caso la destinazione degli aiuti mi sembra un elemento del tutto secondario .... non credo francamente che ci sia un problema di ladrocinio o di truffa.
C’è invece un problema politico grosso come una casa.
E cioè il fatto che organizzazioni palesemente fasciste vengano ormai considerate a pieno titolo interlocutori validi dai palestinesi.
Ed è su questo che bisognerebbe riflettere.
Chi ha provato a farlo qua sopra, però, si è preso solo una sequela di insulti gratuiti.
Raf