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BANCHE ETICHE E BANCHE CRIMINALI

Publie le lunedì 15 agosto 2005 par Open-Publishing

Dazibao Movimenti Economia-Budget Viviana Vivarelli

di Viviana Vivarelli

Milioni di persone lavorano per realizzare un mondo diverso, oltre le differenze di religione, etnia, lingue, usi e costumi, ideologie partitiche... ma mirando alla soluzione di problemi concreti, secondo il motto e’ appunto: “Un mondo nuovo e’ possibile!”

L’enorme lavoro avviene su piano mondiale e segue alcuni immediati principi comuni da cui discende la sintesi programmatica di Porto Alegre.

All’interno di questa cornice universale, nella lotta alla globalizzazione neoliberista, i movimenti operano ognuno nello specifico di un problema particolare, chi per le energie alternative, chi per la salvaguardia climatica, chi per l’accoglienza i migranti o per gli aiuti al terzo mondo, per la lotta alla mafia, per la corretta informazione ecc...

Ovviamente, in un quadro globale, non poteva mancare la finanza. Banca Etica sorge appunto all’insegna di “Un’altra finanza e’ possibile”.

Sappiamo cos’e’ il sistema bancario che ha finito per diventare una delle piaghe della nostra societa’, passando da una utile funzionalita’ sociale ed economica a una potenza politica indiscriminata ai limiti della legalita’.

E’ di attualita’ lo scandalo che degrada l’immagine della Banca d’Italia e mette sotto accusa le scalate a gruppi bancari italiani, con una commistione indebita tra potere bancario, politico e finanziario e nella complicita’ dei poteri di controllo..

In particolare:
 sta sparendo la distinzione tradizionale tra sistema industriale e sistema bancario, che e’ fondamentale per una correttezza degli investimenti,
 sta sparendo la distinzione necessaria tra sistema bancario e sistema politico, che e’ garanzia di correttezza istituzionale.

In un sistema corretto non dovrebbe esistere che un partito di governo come la Lega, abbia la sua banca, Eurocredinord, e che, malgrado la criminale incapacita’ di questa di gestire denaro pubblico, sia lo stesso salvata per motivi politici da una banca maggiore. Cio’ crea un insanabile conflitto di interessi, per cui la Lega al governo sara’ disposta a fare solo quelle operazioni o leggi che salvino i suoi interessi finanziari privati a discapito della correttezza pubblica e dell’interesse generale. Se questa non e’ ‘Roma ladrona’ non so cos’altro!
Ne’ dovrebbe accadere che il segretario di un partito come i DS si trovi a difendere UNIPOL, banca delle cooperative rosse, chiudendo pertanto gli occhi sulle scorrettezze di Fazio.
In un sistema corretto non dovrebbe accadere che un ministro come De Mita si appropri dei fondi versati dagli Italiani per la ricostruzione dei danni ai terremotati dell’Irpinia e con questi metta su la Banca Popolare dell’Irpinia, gestita da moglie e 4 figli, e che lo stesso sia poi onorato in una coalizione seria. Quando si parla, forse a sproposito di codice morale, queste diventano cose che offendono.
In un sistema serio non avverrebbe nemmeno che nella stessa coalizione sia mantenuto in rispetto chi per decenni ha prostituito il sistema fiscale siciliano svendendone la riscossione a clan mafiosi.
In un sistema corretto, un Berlusconi proprietario di Mediolanum, che e’ una delle maggiori banche del paese, non sarebbe nemmeno eleggibile, mentre si permette addirittura che usi gratuitamente a suo arbitrio degli sportelli delle Poste Nazionali come sportelli privati della sua banca privata.
Ne’ sarebbe corretto che un’agenzia di Milano finanziasse lo stesso soggetto in modo non dichiarabile facendolo ‘scendere in campo’ come prestanome per riciclare i soldi della mafia e tutelarne gli interessi.

Risulta chiaro a chiunque che, se i direttori delle banche sono collusi politicamente o peggio ancora lo e’ il presidente della Banca d’Italia, che dovrebbe essere il massimo organo di controllo, o lo sono funzionari di suoi istituti, come la CONSOB, somme enormi di denaro possono essere elargite, senza garanzia alcuna e in totale spregio delle regole anche economiche e dell’interesse dei risparmiatori, a persone equivoche, non qualificate altro che dalla loro posizione politica o dai loro soci politici, con danno ingente al risparmiatore o all’azionista, con danno all’economia tutta e suo discredito internazionale.

E’ proprio perche’ e’ avvenuto tutto questo che abbiamo avuto il crack della Parmalat, poi della Cirio e ora abbiamo lo scandalo delle intercettazioni, che vede il governatore della Banca d’Italia colluso con chi, per conto di Berlusconi, tenta la scalata al principale quotidiano italiano: il Corriere della Sera.

Del resto e’ prassi della criminalita’ italiana servirsi di prestanome per riciclare denaro sporco e per assumere posizioni di controllo sui gangli di potere del paese. E il fatto che Ricucci, come a suo tempo Berlusconi, escano dal nulla con patrimoni immensi da investire non fa pensare bene.

Queste operazioni finanziarie cosi’ disinvolte e sfrontate non possono non aver dietro dell’illecito e non possono essere compiuto che con la collusione di Bankitalia.

Ma i partiti non hanno mai inteso moralizzare il sistema bancario e finanziario sporco, perche’ ci sono immersi fino al collo, perche’ denaro e potere camminano abbracciati

Ed e’ proprio per questa complicita’ fatale che il discredito della politica sta producendo in noi il disgusto piu’ profondo e le dichiarazioni programmatiche e moralistiche di Fassino-Prodi & company riscuotono il nostro scetticismo.
Ora queste cose le dovremmo sapere tutti, perche’ e’ sulla nostra pelle e con i nostri soldi che questi intrallazzi vergognosi vengono fatti.

Non dobbiamo fare come gli azionisti ingannati della Parmalat, che si sono resi conto un bel mattino che i fidati consiglieri bancari non li avevano allertati: che i loro soldi, magari sudati e guadagnati con fatica e sudore, servivano solo ai giochi squallidi e fuori controllo di squali speculatori, per cui il valore azionario non aveva piu’ alcuna rispondenza con lo stato di salute dell’azienda Parmalat che andava benissimo, ma poteva diventare carta straccia a causa dell’avidita’ delle speculazioni finanziarie del signor Tanzi, grazie agli occhi chiusi del signor Fazio e alla benevolenza dei partiti tutti, che ci inzuppavano il biscottino.

Tutto questo e’ stato possibile per la mancanza di controllo degli organi competenti. Il processo a Fazio doveva essere fatto allora, l’aggravamento delle pene per falso in bilancio e reato finanziario doveva essere fatta subito, come e’ avvenuto in USA dove le pene per falso in bilancio sono balzate ai 30 anni di galera, e invece due anni sono passati nell’inerzia di un Berlusconi che, per coprire i propri giochi sporchi, ha preteso di depenalizzare invece che di punire, e con il rimbombo di parolai alla Calderoli che non hanno meglio da fare che tuonare contro il burka o l’Islam o gli extracomunitari che portano via il pane, mentre tengono il sacco a questi malfattori interni che ci portan via il portafogli.
E cosi’ i prestiti e le sovvenzioni e gli aiutini a chi e’ squalo nel mercato, invece di ridursi, si sono amplificati.

Il sistema bancario e finanziario, con la collusione micidiale di questo governo, di questa Cdl, di questa Lega, ma anche con la collusione strisciante di questa opposizione, sono diventati ancor piu’ sfacciatamente criminali. Sono addirittura aumentate le sofferenze delle banche verso “i capitani coraggiosi”, come D’Alema ha avuto la faccia tosta di chiamare i nuovi squali di borgata, la nuova banda della Magliana.

Il risultato e’ quello descritto da Sole24ore (giornale per di piu’ di Confindustria!)
Debiti finanziari delle piu’ importanti societa’ italiane al 31 marzo del 2005. Societa’ piu’’ indebitate:

1° Telecom Italia, 50.756 milioni di euro

2° Fiat, 32.121 milioni di euro

3° Enel, 25.666 milioni di euro

4° Autostrade, 10.049 milioni di euro.

Telecom, Enel e Autostrade si reggono (con le stampelle) su tre fattori:
monopolio di fatto, incassi continui, tariffe superiori alla media europea (e ora avremo altri aumenti).

Riesce a durare un sistema che si basa su questi livelli di debito perseguiti da manager di questo livello, con la pelosa benevolenza di un Fazio? Evidentemente no.

Ma chi dovrebbe reagire con violenza? L’opposizione!

Lo fa? Evidentemente no.

O il loro fallimento sara’ coperto dalle casse dello stato, e cioe’ dai soldi nostri, come e’ successo gia’ in passato, vedi il banco di Napoli, o avremo il fallimento dei nostri risparmi, vedi Parmalat, oppure, in uno scenario ancora piu’ apocalittico, questa crisi travolgera’ tutto il sistema italiano, vedi l’Argentina.

Vediamo le percentuali abnormi con cui l’indebitamento di questi gruppi supera il capitale netto sociale:

1° Fiat (Agnelli) di un mostruoso 594,4%,

2° Autostrade (Benetton) di un altrettanto mostruoso 538,5%,

3° Telecom Italia (Tronchetti Provera) si un 239,5%,

4° Enel di un 128,1%.

Provate voi a chiedere a una banca il 594,4% in piu’ di quel che possedete. Per esempio, a fronte di una casa di proprieta’ di 300.000 euro, provate tranquillamente a chiedere alla banca un milione e 783.000 euro, cioe’ un prestito di 3 miliardi e mezzo e vedrete che pernacchia vi fa la banca. Moltiplicate tutto cio’ per parametri immensi e vi rendete conto su cosa basa la solidita’ delle banche italiane. Su un castello di carte.

Queste societa’ sono gia’ tutte fallite. E noi stessi con loro.

L’attuale sistema bancario italiano e’ diventato un mostro.

(Piccolo aneddoto. Mi sono occupata per anni di una madre gravemente invalida e ho pagato tutte le sue spese e anche le tasse della sua piccola pensione. Ma ho pagato piu’ del dovuto e l’INPS mi restituisce alcuni euro, e’ una piccola resa di cio’ che IO ho pagato, sono soldi MIEI, che mi tornano indietro anche se con un ritardo di 8 anni. Mia madre e’ morta ormai da tanto tempo. La Banca d’Italia, per quanto non ci siano piu’ tasse sulle successione per volonta’ di Berlusconi, mi fa riaprire l’asse ereditario, mi fa denunciare questi pochi euro, mi chiede una serie di formalita’ inutili e costose di tempo e fatica in uffici dislocati in zone diverse, e dopo due settimane io posso dire di non avere ancora il piacere di vedermi pagato l’assegno. Ma, quando protesto per l’inutilita’ della cosa, l’impiegato allo sportello bolognese ha anche la spudoratezza di dirmi che “questa e’ la legge” e che (parole testuali): “In Italia tutto va male, ma, grazie a Dio, abbiamo la correttezza della Banca d’Italia”. Faccio notare che avrei potuto versare lo stesso assegno in un conto corrente e nessuno mi avrebbe chiesto niente, per la serie: ‘ diversi criteri, diversi valori’, sii duro col piccolo utente e munifico col grande delinquente, ma tant’e’...)

Bene. Tutto quello che avviene nel mercato abbisogna di denaro, le banche tengono nelle loro mani le redini per guidare praticamente il bene e il male del mondo: sono loro che ci permettono o no di comprare una casa stipulando un mutuo, di avviare una impresa o di modernizzarla, che possono crearci un futuro come distruggercelo, ma sono loro anche che finanziano il commercio di armi, che riciclano il denaro sporco che deriva da attivita’ criminali, che finanziano gruppi di potere e facilitano o ostacolano i partiti, che occultano l’evasione fiscale, che colludono col traffico di droga, che aiutano o ingannano gli investitori consigliandoli in modo giusto o maligno a investire in azioni di cui spesso e’ nascosto il vero andamento, che sorreggono le peggiori speculazioni finanziarie, che hanno da sempre tassi da usura, che hanno protetto i paradisi fiscali, che hanno fatto ostacoli alla trasparenza delle transazioni illecite, sono loro che hanno venduto i nostri dati personali al mercato ma che si sono opposti alle indagini della magistratura, sono loro il vero centro ‘nero’ dell’economia, che ha sostituito produzione e mercato.

Per tutto questo, il sistema bancario ha finito per assumere un peso cosi’ spropositato, ogni liceita’, che qualche correttivo non sarebbe male, cominciando dai paradisi fiscali magari, o dalle banche svizzere, un gigantesco potere, che il sistema ha difeso negandosi alla trasparenza, violando la legge, impedendo controlli piu’ efficaci, ed esercitando un dominio innaturale anche sulla politica, al di la’ dei limiti organici a uno stato civile.

Questa anomalia e’ accentuato dal cerchio inestricabile che i capi del sistema bancario sono di nomina politica, per cui, quanto piu’ un governo e’ corrotto e nemico del bene pubblico tanto piu’ il sistema bancario sara’ tentato di violare la legge e di esercitare poteri indebiti.

In Italia abbiamo un sistema bancario capzioso, che sembra fatto per aumentare il potere dei potenti e per trattare a pesci in faccia i piccoli risparmiatori, l’unico sistema occidentale dove il presidente della Banca nazionale ha una carica a vita, nemmeno fosse un papa o un monarca, e non una carica di otto anni come nel resto d’Europa, dove un Fazio si permette di discettare sulle direttive del governo proprio mentre diserta gli obblighi di controllo e anzi collude con le parti, dove le regole della Banca d’Italia divergono da quelle delle singole banche italiane ed europee, dove l’utente ha l’onore di pagare gli oneri piu’ alti d’Europa in cambio dei servizi piu’ scadenti, oneri che addirittura aumenteranno ancora a sola discrezione delle banche stesse, contro ogni interesse pubblico, e dove le condizioni sono contrattate col cliente ma decadono appena esca dalla porta, dove le spese in sfarzo delle agenzie contrastano col contraltare della bassa qualita’, dove ci si permette di penalizzare chi non fa operazioni di conto, dove si puo’ andare in rosso per un centesimo ma nessun impiegato viene penalizzato per errori gravi, dove per avere un mutuo si devono dare garanzie incredibili se si e’ piccoli ma si concludono affari per telefono o “passando dalla porta del retro”, se si e’ potenti.

Per fare un piccolo esempio pratico, e’ impossibile in Italia avere da una banca un finanziamento per intraprendere una piccola attivita’ o aprire un mutuo se non si ha un lavoro fisso (regola oggi del tutto anacronistica) e proprieta’ immobiliari da ipotecare. (Cito il caso di un ricercatore universitario, dunque precario per la Moratti, col padre che si fa mallevadore con un immobile da tre miliardi, che si e’ visto rifiutare un mutuo per una casa). Ricordiamo che in Inghilterra chiunque abbia un lavoro, e la’ i lavori sono tutti precari, puo’ aprire un mutuo bancario per comprare una casa e che puo’ farlo anche a zero lire di deposito iniziale!
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Con scopi e conduzione ben diversi e’ nata Banca Etica.

Quando si fa un deposito in banca vorremmo certe regole di correttezza e vorremmo anche sapere cosa ci fara’ la nostra banca o i nostri soldi. Non potrei essere pacifista, per esempio e investire in una banca armata, che cioe’ mette i miei soldi in guerre. E se sono nemica della droga non posso pensare che la mia banca avvalli mercanti di droga. La banca non ci da’ alcuna trasparenza in proposito. Banca etica, invece, ci fa scegliere.

Possiamo avere investimenti a basso tasso di interesse ma ad alto tasso di miglioramento sociale, per esempio atti ad aiutare piccolissime imprese che altrimenti non troverebbero mai finanziamenti bancari, come cooperative che sorgono su terreni sequestrati alla mafia, imprese di recupero di tossicodipendenti o ex carcerati, case popolari, imprese di giovani.

Possiamo scegliere investimenti a piu’ alto tasso di interesse, misti, che tengono conto anche del nostro desiderio di guadagnarci qualcosa.
Ma lo scopo della banca non sara’ il lucro, la mera speculazione finanziaria, la collusione politica, le manovre politiche. Non e’ finalizzata a profitto e al potere.
Banca Etica esiste in quasi tutte le citta’ italiane, conta ormai una raccolta di alcune migliaia di miliardi, ha aiutato o risolto molte situazioni marginali, molti recuperi sociali, e ha avviato molte piccole imprese, aiutando gruppi di giovani disoccupati a costruirsi un futuro.

Nasce nel 1999, a Padova, e conta 18.000 soci, di cui 2.500 persone giuridiche.
La globalizzazione ha aumentato le contraddizioni del sistema ma anche il bisogno di una politica diversa, piu’ etica e finalizzata all’agire collettivo.

Cito le parole di Vittorio Prodi: “Siamo di fronte a una malattia del mondo, i maggiori paesi della Terra sono tesi a una dimostrazione di forza, piu’ che al desiderio di risolvere i problemi. La Carta dei Diritti delle Nazioni Unite nella UE ci guida proprio perche’ la nostra attivita’ mira alla persona e ai suoi valori e diritti. L’uomo deve svilupparsi in dignita’ e capacita’ e contribuire alla societa’. Nei rapporti internazionali il cinismo non paga e lo stesso in economia. E’ venuto il momento in cui dobbiamo pretendere da chi ci governa un’etica al centro dell’azione. Non puo’ esserci sviluppo se non c’e’ sviluppo sociale. Il solo indicatore del PIL (prodotto interno lordo) non basta piu’. Abbiamo bisogno di indici che si riferiscano alle relazioni tra persone o tra uomo e ambiente. Nei rapporti occorre stabilire il primato della persona e non del denaro. Ricordiamo che anche con piccoli passi si puo’ andare lontano. Si deve muovere la responsabilita’ personale seguendo principi della dignita’ della persona. “

E Vera Negri Zamagni:
“Gli economisti ci hanno insegnato che l’unico fondamento economico e’ quello autointeressato e hanno limitato la liberta’ della persona quando fa scelte diverse. Ma questo non e’ realistico. Sono sempre esistite forme economiche diverse, non basate sul profitto. E’ un attentato alle liberta’ civili indurre a pensare che le attivita’ economiche debbano essere solo autointeressate. La finanza etica e’ appunto qualcosa di diverso che sfugge alle vecchie classificazioni, e pone alla base un concetto di economia civile. Non si puo’ imporre un pensiero unico e una economia dominante. Un tempo c’erano i Monti di Pieta’, le Casse Rurali, la Casse di Credito Cooperativo ecc. che poi si sono snaturati. Il popolo ha sempre dato molto appoggio a queste istituzioni a fini etici. La piccolissima Lugo che nell’800 aveva forse 6.000 abitanti, trovo’ 60 persone disponibili a mettere insieme i capitali per fondare una cassa di Risparmio senza remunerazione, lo stesso a Rimini. Le Casse di Risparmio nacquero cosi’, simili ai Monti di Pieta’, con capitali che non cercavano una remunerazione. Poi tutto peggioro’. Oggi la nuova realta’ sono le Banche Etiche, molto in minoranza, certo, rispetto alle banche for profit, il cittadino deve tornare a crederci e deve appoggiarle. All’inizio anche le Casse di Risparmio avevano fini etici, nacquero per le donne di servizio e remuneravano bene i loro piccoli risparmi, ma oggi i piccoli capitali in banca perdono mentre quelli grandissimi guadagnano in modo incredibile.”

Fabio Salvato:
“Banca etica e’ un grande progetto. Il Pil che contiene la ricchezza nazionale oggi non funziona piu’, non tiene conto del negativo, ne’ della sostenibilita’ del modello di sviluppo, sia sul piano umano che ambientale. Gli economisti ci dicono che il benessere e’ diminuito e sono aumentate le difficolta’ economiche e sociali, sono aumentati i soggetti ‘non bancabili’. Questi milioni di bambini che lavorano sei giorni la settimana per nove ore al giorno non sono un segno di progresso. Non solo aumentano coloro che vivono fuori del sistema ma anche quelli che ci sono dentro sono a continuo rischio di uscirne. La globalizzazione sta dimostrando che questo e’ un modello che non va. Il suo negativo e’ troppo grande per giustificarsi con l’aumento di ricchezza di pochi soggetti mentre aumenta il numero degli esclusi. Occorre globalizzare la solidarieta’, e il fenomeno delle reti attuali e’ un fenomeno incredibile. Anche i tre miliardi di persone che sopravvivono a stento cominciano ad organizzarsi. Anche noi in Italia abbiamo 8 milioni di poveri. Ma si stanno creando imprese di tipo nuovo e si affinano nuovi strumenti. Accanto alle monete forti, dollaro, euro e yen, abbiamo un terzo mondo escluso dalla moneta che ha elaborato scambi di tipo diverso per 2.000 miliardi di lire, gruppi di persone si incontrano e scambiano prodotti e servizi, nascono banche del tempo, gruppi di acquisto solidale, GAS ecc., fenomeni con uso diverso dello scambio e moneta. Occorre una autentica merchant etica. Se le ex fondazioni bancarie il cui patrimonio e’ immenso destinassero il 5% dei frutti, si avrebbero centinaia di miliardi di volano per un ulteriore sviluppo. La crisi incalza e occorre trovare soluzioni rapidamente altrimenti entro pochi anni daremo ai nostri figli un mondo che non sara’ ne’ giusto ne’ solidale.

Nel terzo millennio la banca di successo sara’ la banca virtuale, senza sportelli, con solo bancomat e carta di credito. Le banche etiche incarnano un modello evoluto di banca virtuale. Una banca etica di 40 persone puo’ mettersi al servizio del mondo intero. Il problema e’ oggi quello di far rientrare nel circuito economico l’escluso.
Facciamo un esempio: gli imprenditori di Padova hanno bisogno di manodopera ma non possono averne perche’ non ci sono alloggi, ma se essi fanno piani di costruzione di alloggi popolari questo aiutera’ anche la loro produzione. In questo modo si spezzano circuiti viziosi per aprire circuiti virtuosi.
Unicredito ha detto: non vogliamo piu’ finanziare chi fabbrica o esporta armi. S. Paolo di Torino voleva imitarla ma subito la FIAT ha chiuso tutti i conti e cosi’ la banca si e’ rimangiata la dichiarazione. Finora la banca etica si e’ salvata perche’ e’ piccola, cresce ma ha tutti contro. Ma ha una sua coerenza: se ti batti per il bene del mondo, non puoi avere poi i tuoi soldi investiti in attivita’ come guerra o droga (e non puoi affidarli a politici speculativi).”

Il denaro e’ un mezzo importante e puo’ essere usato come strumento di promozione umana o di esclusione. La Banca etica ha un personale molto ben scelto che sa orientare lo sviluppo di una comunita’’ erogando crediti cosi’ da fare scelte di valore.

Etico e’ promuovere la partecipazione economica per i piccolissimi operatori. Microstorie di piccoli crediti permettono grandi riprese di sviluppo. Banca Etica da’ aiuti la’ dove le grandi banche non ne danno, la sua azione ha vari effetti: calmiera i tassi, combatte l’usura, permette la ripresa dal basso, aiuta chi non e’ aiutato da nessuno.... essa propone una democrazia economica contro il sistema bancario perverso di fronte a cui la gente si sente spaesata.

Movimenti come Sbilanciamoci o Banche Armate o Attac con la Tobin Tax cercano di frenare la finanza troppo libera. Le Banche Etiche fanno parte di questa reazione. Il mondo delle banche tradizionali le guarda male, i sindacati le guardano male, le guarda male anche la sinistra che non ha mai visto di buon occhio il volontariato e crede che la Finanza Etica sia una specie di cavallo di Troia per far cadere lo stato sociale, mentre lo stato sociale lo stanno facendo morire proprio i partiti.

Le banche tradizionali accettano che la guerra sia l’unica politica, ormai chi parla di pace viene trattato come un terrorista, ma e’ un modo totalitario di fare la politica, che uccide il dissenso. La poverta’ non e’ piu’ un fenomeno che riguarda il terzo mondo, Milano e’ la citta’ con piu’ poveri, abbiamo ormai la piaga enorme dei nuovi poveri, quelli che non reggono il costo pesante della sopravvivenza urbana: monoreddito, pensionati, extracomunitari, precari... persone che, anche lavorando duramente. non possono sopravvivere. Col passare del tempo la disuguaglianza aumenta, aumenta il numero di chi non ce la fa.

A Milano occorrerebbero 50 000 alloggi con affitti da 500.000 Lire, ma lo stato non costruisce piu’. Occorre dunque mettere in piedi alloggi a basso affitto. Banca Etica cerca di fare anche questo. Lo stato preferisce fare donazioni a chi e’ gia’ spaventosamente ricco, come i 3000 miliardi che sono stati regalati alla Fiat con la voce rottamazione. Il credito viene dato solo a chi ha gia’ denaro. Invece una categoria piu’ ampia di cittadini deve essere aiutata dalle banche.

Una finanza etica si contrappone a una finanza che premia solo i capitali sporchi.
Uno dei grossi problemi delle banche tradizionali e’ l’usura, solo con la legge 108 del 96 si e’ potuto finalmente porre dei massimali che sono sempre stati combattuti ferocemente dal sistema bancario. Prima le banche hanno impunemente rovinato migliaia di artigiani e operai e piccoli commercianti con spaventosi tassi da usura o portandoli a investimenti azionari devastanti o con l’anatocismo, cioe’ i tassi sui tassi. Questa cieca politica e’ stata avallata dalla Banca d’Italia e dalla Consob e ha rovinato migliaia di povera gente rendendola piu’ povera.

Il sistema bancario italiano ha perseguito la politica dei finanziamenti illeciti, quando sappiamo che il terrorismo internazionale si combatte combattendo i finanziamenti illeciti non buttando bombe.

Quanti sanno quante banche finanziano il mercato delle armi? Banca di Roma in testa. Siamo tutti offesi e scandalizzati per quello che le banche hanno commesso fin’ora. Dobbiamo aiutare chi sta fuori del sistema economico a riprendersi i modi per lavorare e vivere. Ci sono 23 milioni di persone che hanno avuto microprestiti. La Banca Etica ha fiducia in loro, offre una opportunita’ che le Banche tradizionali rifiutano. Questa fiducia e’ una sfida nuova. E’ cosi’ che si porta avanti una nuova economia.

Oggi chi ha piu’ bisogno non riceve e chi non ha bisogno riceve di piu’.
Le banche erano nate come anche strumento di sviluppo del territorio, oggi sono solo strumenti finanziari. Parliamo di globalizzazione ma quella finanziaria c’e’ da molto tempo, pensiamo al segreto bancario o ai paradisi fiscali. Per mandare i soldi in un paradiso fiscale non occorre nemmeno fare tanti sforzi, e’ la vostra banca che ci pensa. La vecchia finanza si basa su tre parole: profitto, segreto, garanzie. La nuova finanza deve basarsi sulla solidarieta’, la trasparenza, l’etica.
Il microprestito si basa su valutazioni personali. La banca etica non vuole finanza che crea altra finanza, ma progetti che creano benessere.

In Francia c’e’ un ministero dell’economia solidale, Etica significa rispetto delle cose, delle persone, dall’ambiente. Non sarebbe male che questi concetti entrassero anche in qualche partito italiano.

PAROLE DI KOFI ANNAN quando gli hanno dato il Nobel per la pace.
“Commetteremmo un grave errore se pensassimo che la sfida davanti a noi e’ solo la lotta al terrorismo, mentre invece i grandi mali del terzo millennio sono ineludibilmente le nuove e le grandi poverta’, lo sterminio causato dalle malattie di massa e la necessita’ incombente di uno sviluppo legato alla tutela dell’ambiente;.. proprio nelle sacche di incredibile poverta’ del mondo si annida il seme del terrorismo radicato in un odio verso un occidente, a volte non giusto e non solidale”

AMARTYA SEN, premio Nobel per l’economia, dice che “la’ dove vi sia un po’ piu’ di benessere deve esserci un di piu’ per chi non ha.. la politica deve tornare a dare di nuovo concretezza di risposte ai problemi dei meno agiati e dei nuovi deboli ..la societa’ deve far si’ che nessuno resti indietro”.

I dati di Bankitalia ci dicono che il 10% della popolazione gestisce il 5°% della ricchezza. La finanza etica riscopre la dignita’ della politica. E’ un ottimo grimaldello per aprire porte altrimenti chiuse. Chi cerca qui non lo fa per se’ ma per tutti.
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