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Battisti e le menzogne del culturame

Publie le martedì 15 giugno 2010 par Open-Publishing
10 commenti

A SUA BATTAGLIA. Il dottor Cruciani, l’impunito Battisti e le menzogne del culturame -

della Redazione di Carmilla

GiuseppeCruciani.jpgUn intero libro contro Carmilla! (1) Accidenti, che onore! Noi, secondo l’autore (il dottor Giuseppe Cruciani, titolare della rubrica La Zanzara su Radio 24, collaboratore di Panorama e di La 7), saremmo una lobby di inaudita potenza, capace di mobilitare fior di intellettuali di destra e di sinistra (da Erri De Luca a Tiziano Scarpa a Marco Müller, da Bernard Henri-Lévy a Philippe Sollers a Gabriel Garcîa-Márquez) in giro per il mondo. Il tutto a partire dalla “lista della vergogna”, cioè dalla nostra raccolta di firme (del 2004) a sostegno di Cesare Battisti. Uno spietato assassino responsabile di tre, anzi quattro delitti trent’anni fa, oggi titolare di una vita agiata in una prigione brasiliana.
Come mai, disponendo di simile potere, lo avremmo usato non per cause più illustri (tipo la verità su Piazza Fontana, la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Pinelli, ecc.), bensì per appoggiare un oscuro portinaio della Rue Bleue, scrittore di romanzi in edizione economica, quasi sconosciuto in Italia? Come mai attorno a un criminale latitante si è mossa una fetta così consistente di “culturame”? Siamo grati al dottor Cruciani per avercelo spiegato.

Il “culturame” in questione (i nomi sono centinaia, inclusi il mite Beppe Sebaste o il moderato Sandro Provvisionato, conduttore Mediaset) vive accanto al caminetto nostalgie e fantasie feroci, ai limiti dell’onirismo, degli anni Settanta e Ottanta. Si illude che esista ancora un mondo in cui lo scontro sociale non è mera formula, in cui la stratificazione in classi sussista intatta, in cui poteri incontrollabili politico-economico-criminali pratichino l’arbitrio ed esercitino una selezione per censo. Il dottor Cruciani, saggiamente, censura tale atteggiamento disfattista e antistatuale, che non prende atto di come va il mondo. Lo chiama “disprezzo per lo Stato”, accusa chi lo coltiva di istinti “psicotici”. Ha ragione. C’era da affidarsi a occhi bendati a una “democrazia” che non era che una sequela di prepotenze palesi e occulte. Collusioni tra Stato e mafia, stragi protette o istigate da segmenti degli apparati di difesa, condizionamenti internazionali, corruzione a ogni livello. Più tardi si è saputo dell’esistenza di Stay Behind (Gladio) e della P2. Ancora più tardi l’intera classe politica del periodo postbellico è sparita dalle scene: chi in prigione, chi in esilio, chi in un sordido riciclaggio sotto nuove sigle. Ma il dottor Cruciani ci spiega che quella – definita nell’ ’88 “lo Stato del ricatto”, da un noto eversore quale Gherardo Colombo - era una democrazia perfetta, quanto l’attuale. Ha senz’altro ragione. Invece ha torto marcio chi dice che, a quel tempo, qualcosa non andava, e non va tuttora.

Specialmente per quanto riguarda i processi per terrorismo vero o supposto della fine degli anni Settanta e dei primi anni Ottanta. Non quelli alle BR, che fanno storia a sé, ma quelli intitolati Torregiani, Tobagi, 7 Aprile. Maratone giudiziarie in cui, spesso, chi aveva commesso i crimini peggiori se la cavava con pochi anni di prigione, grazie al pentimento o alla dissociazione, oppure non veniva neppure indagato (vedi il caso Tobagi); mentre chi cadeva sotto i colpi del pentitismo si trovava sottoposto a pene smisurate. Il dottor Cruciani omette di soffermarvisi, ma avrebbe dovuto iscrivere nei ranghi del sovversivismo anche Amnesty International, che per due volte richiamò l’Italia per via dei suoi processi “d’emergenza”, anche in rapporto al caso Torregiani; il giurista Italo Mereu, che in un saggio famoso più volte ristampato, Storia dell’intolleranza in Europa (Bompiani), mise a confronto le procedure emergenziali italiane con quelle dell’Inquisizione (Cruciani: “Come si fa a discutere seriamente con chi sostiene per esempio che il reato di ‘concorso morale’ in omicidio sia ispirato direttamente alle procedure dell’Inquisizione?”, p. 143); magistrati democratici, come Amedeo Santosuosso, che si ribellarono al tipo di legislazione che dovevano imporre, e pagarono il loro gesto con ostacoli alla carriera. Invece il dottor Cruciani santifica opportunamente la figura del pentito (“lo strumento dei pentiti, comunque lo si voglia giudicare, si rivelò fondamentale”, p. 142), di cui resta esponente emblematico Carlo Fioroni. Il quale, probabilmente, disse un sacco di balle (vedi qui), ma sicuramente lo fece a fin di bene. (continua)

Messaggi

  • Non mi piace "CARMILLA" perchè è "blindata" e non dà spazio agli eventuali lettori.
    E’ un giornale autoreferenziale per un "marasma" di intellettuali e scribacchini che si lodano e incensano l’un con l’altro. Non me ne frega niente dell’impegno della "gauche" di un ultramiliardario come Bernard Henri Levy e tanti altri engagés.
    E’ tutta una "falsa" opposizione. E lo scrittore,lo scribacchino è un uomo come tutti gli altri e non ha nulla di speciale,non è un eroe,è un mestierante come tutti gli esseri umani,con le medesime cupidigie e ipocrisie. Cesare Battisti non fa eccezione.
    Questa è una "retoricissima" opposizione di Intellettuali radical-chic che conferma il "conformismo" della Democrazia occidentale...si mangia tutti alla stessa mensa in fondo.

    • Condivido la critica a Camilla ed a certi ambienti di intellettualismo sinistrese un pò snob ben presenti in Italia ma che, chissà perchè, trovano in particolare a Bologna un terreno fertilissimo.

      Condivido invece un pò meno l’applicare questa critica proprio ad una delle poche cose buone che certi ambienti hanno negli ultimi anni praticato ... cioè una sacrosanta controinformazione, anche sanamente autocritica sulle scelte passate ma coerente rispetto alla ricerca storica, sugli anni settanta e sul caso Battisti in particolare.

      Mi fanno invece molto più incazzare ... i vari Evangelisti, Bifo, Monteventi, Wu Ming, Dal Lago, il giro di Rekombinant ecc. ecc. ... pur nelle notevoli differenze tra di loro .... quando pretendono di dare lezioni professorali ai movimenti di oggi ... ed anche quando si divertono a fare le pulci ed a buttare merda invidiosamente su loro colleghi intellettuali e /o artisti di maggiore successo .... come è avvenuto recentissimamente nei confronti di Luttazzi, di Santoro ed anche di Saviano .... in questo riescono veramente a dare il peggio di loro, nè più nè meno come la peggiore comunità intellettualoide di destra e borghese ....

      Una volta detto questo, però non condivido nemmeno il mito deamicisiano ed alquanto stucchevole della "tuta blu comunista" ... già era stata mitizzata e sacralizzata oltremodo, spesso proprio dagli intellettualoidi di cui si parlava prima, anche negli "anni ruggenti" in cui il "potere operaio" sembrava a portata di mano .... figuriamoci oggi quando, anche se con tanti sacrosanti buoni motivi per avercela con le cosiddette "sinistre", spesso le tute blu votano Lega o PdL .... e si abbeverano anche loro alle tv ed ai tg di Berluskoni ed ai sogni consumistici di diventare appunto "consumatori" o addirittura padroncini, indebitandosi per questo spesso fino all’osso e diventando per questo ultraricattabili ....

      E si ricordano di essere una "comunità" ( che comunque è un concetto assai diverso dalla "classe" ) solo quando sono alla disperazione e non hanno altra scelta che salire sui tetti o bloccare le autostrade ....

      K.

    • dici cose condivisibili (avrei solo da fare qualche più marcato distinguo sui nomi). Detto ciò, ho l’impressione che non manchino in giro nemmeno coloro che vorrebbero parlare a nome delle tute blu senza esserlo ed altri che vorrebbero fare gli intellettuali o i giornalisti di professione ma devono farsi il sito in proprio... insomma una marea di frustrazione tanto nelle redazioni dei cervelloni quanto nei capannoni delle fabbriche... e non meno sui tasti di queste tastiere... ’nsomma... ’na deriva!

    • E su questo non hai certo torto .... anzi condivido pienamente !

      Internet - anche se qualche scemotto tardo-stalinista l’ha definito "prodotto della Cia" ( e perchè allora non del diavolo ?) - è certamente una grande novità positiva, che permette di fare cose una volta impensabili.

      Ma è diventato pure il bene-rifugio - anche nei siti "politici" di sinistra più o meno antagonista - di tanta gente che nella vita non ha probabilmente altro da fare ...

      E, scambiando Internet per l’ antico "telefono amico" o per le prime radio libere ( chi si ricorda della satita feroce ed azzeccata su questo di Nanni Moretti in "Ecce bombo" ? ), lo usa per sfogare frustrazioni, farneticare, esibirsi, spararle grosse così come capita ....

      K.

    • Caro K, l’accusa di "intellettualoide" Pier Paolo Pasolini se le portata addosso per decenni : poi abbiamo visto chi aveva ragione !!

      E’ chiaro che molti "intellettualoidi" sono anche snob e pseudo-rivoluzionari con il culo degli altri , della serie "armiamoci e partite", ma è sbagliato anche generalizzare !!

      MaxVinella

    • E vuoi mischiare PPP che di fatto le borgate romane se le viveva quotidianamente con gente che "studia" ( o meglio ancora "studiava", oggi anno altre priorità) la mitica classe operaia come si studia un fenomeno da baraccone ?

      E questa definizione non è mia ma di un altro grande e VERO intellettuale di sinistra, Federico Caffè ... e pure lui ha fatto una fine a dir poco misteriosa ...

      Raf

  • BHL,ovvero BERNARD HENRI LEVY E’ UN PAPERON DE PAPERONI DELLA GRASSA BORGHESIA GIUDAICA PARIGINA CON UN CAPITALE PERSONALE DI GROSSO MODO 200 MILIARDI DI VECCHIE NOSTRE LIRE ITALIANE.
    CREDERE CHE IL COMUNISMO SI POSSA REALIZZARE CON TALI MAITRES A PENSER E’ DA DEMENTI O IMBROGLIONI IN MALA FEDE.
    IL COMUNISMO REALIZZATO DAI CAPITALISTI E’ SOLO UNA MESSA IN CULO.

    • Innanzitutto Bernard Heny Levy non è comunista nè lo è mai stato e questo chiude il discorso che lo riguarda ... tra l’altro poi in questa discussione mi sembra sia stato citato assai a sproposito ....

      Non c’entra niente il fatto che sia ebreo ( lo erano Marx, Trotzky, Bela Kun, Rosa Luxembourg, i Rosemberg e tanti altri che le rivoluzioni le hanno fatte veramente o ci hanno seriamente provato) e c’entra poco anche il fatto che sia ricco ( vedi Feltrinelli, vedi Castro figlio del più ricco agrario di Cuba ecc. ecc.).

      Vediamo di non mischiare la giusta critica a certi soloni della "intellighenzia" di sinistra .... con discorsi fascistoidi e pure un pò razzisti .....

      K.