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Bertinotti : una manovra davvero iniqua

Publie le sabato 24 luglio 2004 par Open-Publishing

Dazibao


di Fausto Bertinotti

La stangata a colpi di fiducia è un provvedimento odioso socialmente, politicamente
inutile, economicamente dannoso. Anzitutto perché colpisce una popolazione già provata
dall’insicurezza del lavoro, dalla perdita del potere d’acquisto di salari e
stipendi, dal peggioramento della qualità dei servizi e della vita. Con il taglio
dei trasferimenti agli enti locali, questa condizione già compromessa viene ulteriormente
colpita. A settembre numerose famiglie non potranno mandare i propri figli ai
nidi o alle materne e tutte e tutti si troveranno di fronte servizi più cari.

Il Mezzogiorno d’Italia, da dove è salita una grande domanda di cambiamento, verrà nuovamente penalizzato. Per che cosa tutto questo? Solo per tenere in piedi un governo che non si regge più sulle sue gambe, per mascherare una crisi profonda e irreversibile, per evitare che l’esecutivo di Berlusconi precipiti nella sua naturale conclusione, una fine ormai attesa e auspicata dalla parte migliore d’Italia. Invece, la maggioranza si è inginocchiata ai diktat dell’Europa tecnocratica, come non hanno fatto Francia e Germania. Il Paese paga questa genuflessione, ma il governo non se ne avvantaggia. La sua crisi irreversibile affonda nel fallimento delle sue politiche: è la crisi del suo blocco sociale, con le forze della maggioranza sempre più lacerate divise.

L’operazione del governo comprime ogni possibilità di sviluppo: questa maggioranza è oggi un ingombro alla possibilità di intraprendere un nuovo corso, e così l’esecutivo rischia di far marcire la situazione politica ed, anzi, di infettare il Paese. In questo contesto, si rivela la pericolosità e l’insidiosità della piattaforma della Confindustria, che non solo non costituisce una via d’uscita da queste politiche, ma, se portata avanti, potrebbe spingere nel vortice delle logiche neoconservatrici forze che invece sono indispensabili per il cambiamento. Le posizioni della Cgil, e soprattutto quella della Fiom, si rivelano tutt’altro che improvvisate o radicali: al contrario, i sei punti della piattaforma del maggior sindacato metalmeccanico, sono un utile riferimento per tutte le opposizioni.

Il governo ricorre alla fiducia perché altrimenti non avrebbe il consenso neppure dei partiti che lo compongono. Ma la crisi, così negata artificialmente, continua a lavorare nel profondo. Adesso più che mai è necessario uno scatto delle opposizioni. Bisogna organizzare un vasto fronte che contrasti questa manovra e respinga il Dpef e bisogna contemporaneamente definire obiettivi comuni, e predisporre confronti programmatiuci aperti alle forze politiche, ai movimenti, alle realtà sociali. Bisogna saper dire al Paese che è necessaria un’ampia mobilitazione per far cadere il governo Berlusconi.

23.07.2004
Collettivo Bellaciao