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C’è una nuova "Auschwitz" che fabbrica desideri...
Publie le domenica 13 giugno 2010 par Open-Publishing1 commento

L’undicesimo suicidio di un giovane operaio cinese è avvenuto il 27 maggio scorso. Stando a quanto denuncia il gruppo di attivisti Students & Scholars Against Corporate Misbehavior (SACOM), il ventisettenne Yan Li sarebbe morto letteralmente di lavoro dopo un turno continuato della durata di 34 ore.
420 mila operai cinesi imprigionati nella più grande catena di montaggio del pianeta. Si chiama Shenzhen, la città del sud della Cina dove ha sede la Foxconn Technology Group, l’azienda Taiwanese che fornisce componenti per la “Apple”, la “Dell”, “Hewlett-Packard” la “Sony” e “Nokia”. Si tratta di una megafabbrica salita sulle cronache mediatiche di tutto il mondo a seguito di una lunga catena di suicidi di giovani operai. Gli oggetti di produzione e assemblaggio sono attualmente in cima ai desideri del mercato occidentale: iPhone, iPad, computer Hp, Sony e telefoni Nokia ecc ecc.
La via del suicidio è diventata così un mezzo di liberazione oltre che un mezzo di sostentamento delle famiglie degli operai visto che fino a poco tempo fa era attiva un’assicurazione sulla vita. Si!, sembra risuonare in questo contesto moderno l’eco della famosa scritta posta all’ingresso del più famoso campo di concentramento della seconda guerra mondiale: “Il lavoro rende liberi”.
“Prometto di non fare del male a me stesso o agli altri in maniera irreparabile” è la formula usata dall’azienda taiwanese per correre ai ripari e per chiedere ai suoi dipendenti l’impegno a non suicidarsi. I vertici del colosso informatico hanno chiesto scusa per i suicidi, negando che le morti siano legate alle condizioni di vita e di lavoro dei suoi dipendenti. Stando alle testimonianze dei lavoratori, raccolte da vari quotidiani cinesi e stranieri, più che una fabbrica sembrerebbe una prigione. Orari di lavoro disumani, con paghe da 100 dollari al mese (dopo il tragico fenomeno, sembra saranno aumentate a ottobre prossimo a circa 167 dollari), brevi pause per mangiare, riposo nei dormitori, rigidi controlli, una ricompensa per i delatori (30 dollari a chi ‘denuncia’ un collega, che si sospetta essere pronto al suicidio);
L’azienda ha inoltre chiesto ai dipendenti di firmare una lettera per acconsentire di esser mandati in istituzioni psichiatriche se … LEGGI TUTTO su http://www.ciardullidomenico.it
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1. C’è una nuova "Auschwitz" che fabbrica desideri..., 13 giugno 2010, 18:43, di Nando
Stiamo vivendo un lungo periodo parossistico, dovuto a questo scellerato sistema capitalista che sta rovinando e ingabbiando l’intera umanità. Non si sà come potrebbe finire, sicuramente non a lieto fine se non succederà niente di nuovo e se non saremo ognuno di noi a fare il primo passo vedi nelle nostre scelte sugli acquisti, politiche, impatto ambientale e soprattutto cercare di ritornare a lottare, socializzare e solidarizzare con le classi più deboli.