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CARO BANCA: I costi della crisi li paga Pantalone
Publie le lunedì 4 aprile 2011 par Open-Publishing3 commenti
Comunicato Stampa
CARO BANCA: ANCHE L’INCHIESTA ODIERNA DI REPUBBLICA CONFERMA IL GAP TRA I COSTI DEI CONTI CORRENTI ITALIANI E LA MEDIA (295 EURO CONTRO 114) CHE GENERA UN AGGRAVIO DI 4,2 MILIARDI DI EURO L’ANNO SUI CORRENTISTI, CHE HANNO COSI’ PAGATO A RATE,CON 42 MILIARDI NEL DECENNIO, COSTI CRISI.
Anche l’odierna inchiesta di Andrea Greco pubblicata dal quotidiano La Repubblica :
http://rassegnastampa.mef.gov.it/me...
conferma il divario tra gli elevatissimi costi dei conti correnti italiani (ben 295 euro) ed i costi di gestione dei conti correnti europei (114 euro della media Ue a 27),che genera un saccheggio sistematico dalle tasche delle famiglie pari a spese aggiuntive di 4,2 miliardi di euro l’anno i costi della crisi e le levate prebende dei banchieri con un conto di ben 42 miliardi di euro dal 2001.
La crisi sistemica generata dall’avidità dei banchieri,che ha distrutto, secondo il FMI ben 32 milioni di posti di lavoro dal 7 luglio 2007, tramite la speculazione sulle materie prime con gli strumenti derivati OTC (Over The Counter) pari a 700.000 miliardi di dollari,una vera e propria creazione dal nulla di denaro e piramidi finanziarie costruite sulla sabbia per pagare le stock option e le dorate prebende dei bankster, secondo affermazioni superficiali e destituite di fondamenta,non avrebbe toccato la solidità delle banche italiane,che avrebbero retto meglio la cattiva congiuntura.
Le banche italiane,se hanno retto meglio la crisi rispetto alle altre banche europee, lo hanno fatto addebitando a rate da lunghissimi anni sulle spalle delle famiglie e piccole e medie imprese, gli elevatissimi costi della loro inefficienza ed avidità,sia con tassi più elevati rispetto alla media UE, che con prezzi dei conti corrente più alti delle altre banche d’Europa, presentando il conto di una tangente annua pari a 4,2 miliardi di euro di extra spese addossata a carico dei correntisti,che ammonta a ben 42 miliardi di euro,sottratti alle famiglie ed alle piccole e medie imprese nell’ultimo decennio.
Adusbef e Federconsumatori stigmatizzano ancora una volta i comportamenti arroganti dei banchieri a danno delle famiglie e delle piccole e medie imprese, l’introduzione di nuove gabelle come il pizzo di 3 euro per prelevare contante agli sportelli,la variazione unilaterale dei tassi e delle condizioni contrattuali, la commissione di 2 euro al giorno per chi sconfina anche per 1 centesimo dal fido con penalità da 3,5 fino a 5 euro per i senza fido, la revoca degli affidamenti con un preavviso di 24 ore, l’introduzione surrettizia di nuove voci di costo ed i continui salassi consentiti agli sportelli bancari dalla complicità sistemica di Bankitalia, che non muove un dito per prevenire ed arginare prassi predatorie, che portano un conto corrente a listino con 11 operazioni mensili (132 annue) a costare ben 550 euro l’anno.
Adusbef - Federconsumatori
http://www.federconsumatori.it/ShowDoc.asp?nid=20110401114400&t=news
Messaggi
1. CARO BANCA: I costi della crisi li paga Pantalone, 7 aprile 2011, 14:01
Oggetto: Mutui: le banche hanno già aumentato lo spread
(Teleborsa) - Roma, 5 apr - In attesa dell’aumento del costo del denaro annunciato dal presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, nella conferenza stampa di inizio marzo, che dovrebbe portare nella riunione del 7 aprile p.v. ad un incremento di 25 punti base (+0,25%) per contenere le spinte inflazionistiche per l’ascesa dei prezzi di materie prime e beni alimentari che sta erodendo il potere di acquisto delle famiglie, le banche furbette con la complicità e la collusione diretta di Bankitalia, si portano avanti imponendo spread sui mutui quasi raddoppiati, oltre ad imporre costose assicurazioni sulla vita, pena la mancata erogazione.
La denuncia giunge da Adusbef e Federconsumatori. Nella nota le due associazioni affermano che se l’Euribor ad 1 mese è pari allo 0,933%, quello a tre mesi fissato all’1,255% ed a sei mesi è pari all’1,563%, per l’acquisto di un mutuo prima casa le banche stanno ritoccando gli spread che arrivano fino all’1,80% (Banca Sella e Barclays), all’1,50% per Banca Intesa; 1,35% per la BNL; 1,30% per Che Banca ed Unicredit; 1% per la Banca Popolare di Milano, per le richieste di un mutuo prima casa di durata ventennale di 150.000 euro.
Ancor più onerosi gli spread imposti per un mutuo a tasso variabile di 150.000 euro durata ventennale,che arriva al 2,20% per Banca Carige ed Intesa San Paolo (le banche più onerose); 1,85% BNL; 1,60% Barclays, BPM e Che Banca; 1,55 per cento We Bank.
Ricordando che molte banche hanno consigliato mutui a tasso variabile all’80 per cento dei richiedenti, che avranno problemi nell’onorare le rate con le manovre BCE, che dovrebbero portare il tasso di riferimento almeno all’1,75% nel 2001, Adusbef e Federconsumatori rammentano che la base dei mutui a tassi fissi (oggi tra il 4,50% ed il 5,75%) è l’Eurirs,che oscillano tra il 3.650% a 10 anni; il 3,890 % a 30 anni ed il 4.040% a venti anni. Adusbef e Federconsumatori, che stanno raccogliendo le lamentele di numerosi cittadini che ad uno o due giorni dalla stipula del mutuo,si vedono esigere un aumento un + 0,20 % + 0,30 %, rispetto alla richiesta dello spread precedentemente pattuito due mesi prima con la richiesta di esose assicuraizoni sulla vita pena la mancata erogazione,oltre a denunciare l’ennesima assenza di vigilanza da parte di una Banca d’Italia che asseconda acriticamente tutti i desiderata dei banchieri, ricordano che qualsiasi comportamento di tipo estorsivo sarà portato all’attenzione della magistratura.
5 Aprile 2011
http://www.teleborsa.it/DettaglioNews/685_2011-04-05_TLB/mutui_per_adusbef_e_federconsumatori_banche_hanno_gia_aumentato_spread.html
1. CARO BANCA: I costi della crisi li paga Pantalone, 10 aprile 2011, 12:46
Comunicato Stampa
7/4/2011
TASSI: BCE AUMENTA TASSI 0,25% STANGANDO 2,3 MILIONI MUTUATARI A TASSO VARIABILE FINO A 288 EURO L’ANNO. 550 MILIONI DI EURO MAGGIORI ONERI SU DEBITO PUBBLICO 2011.
La decisione della Bce di procedere al primo dei tre aumenti previsti del costo del denaro,con i tassi di riferimento portati oggi dall’1 all’1,25 per cento, avrà ricadute su circa 2,3 milioni di famiglie che ascoltando i cattivi consigli delle banche,si sono indebitate a tasso variabile,invece degli irripetibili tassi fissi.
Le rate dei mutui indicizzati subiranno una maggiorazione di 11 euro al mese (132 euro l’anno) per un mutuo decennale di 100.000 euro a tasso variabile, che passa dal 2 al 2,25 per cento e con il costo della rata mensile, che passa da 920 a 931 euro.
Maggiori oneri per un mutuo di 100.000 euro di durata ventennale che passa da 506 euro al mese a 518,con un aumento di 12 euro mensili (144 euro l’anno.
Una maggiore stangata subiscono i mutuatari con prestiti da 200.000 euro a 10 anni, che prestando fede alle sirene delle banche,sono stati indotti ad indebitarsi a tasso variabile,con i ratei che passano da 1.840 euro mensili a 1.862 (+22 euro al mese,+ 264 euro annui) nella migliore delle ipotesi, e sempre che le banche furbette avendo già aumentato prima giocando d’anticipo, non facciano la cresta,come al solito, aumentando anche dopo la decisione odierna della Bce.
Stangata doppia per un mutuo ventennale di 200.000 euro con la rata mensile che passa da 1.012 euro a 1.036 euro (+24 euro mensili che fanno + 288 euro l’anno), sempre a patto che le idrovore banche italiane bisognose di ricapitalizzarsi a spese di correntisti e mutuatari, colluse con una Banca d’Italia che asseconda supinamente i desiderata dei banchieri, non facciano la cresta,rincarando ulteriormente i tassi.
L’aumento dei tassi dello 0,25% comporterà maggiori oneri per rinnovare lo stock del debito pubblico, pari a 281 miliardi di euro in scadenza nel 2011,rispettivamente 125,982 miliardi di euro in Bot; 87,785 in Btp; 30,048 in Cct; 37,301 miliardi in Ctz, con un aggravio di 550 milioni di euro fino al 31 dicembre 2011.
Adusbef e Federconsumatori, nel ricordare il divario insopportabile tra gli elevatissimi costi dei conti correnti italiani (ben 295 euro) ed i costi di gestione dei conti correnti europei (114 euro della media Ue a 27),che genera un saccheggio sistematico dalle tasche delle famiglie con spese aggiuntive di 4,2 miliardi di euro l’anno, ossia ben 42 miliardi di euro dal 2001, riterranno inaccettabile ed illegale, qualsiasi manovra di maggiorazione speculativa che dovesse essere eseguita su tassi,mutui e prestiti erogti dai signori banchieri.
Adusbef e Federconsumatori
2. CARO BANCA: I costi della crisi li paga Pantalone, 18 aprile 2011, 11:20
AUMENTANO TASSI SU MUTUI E PRESTITI,RESTANO A ZERO QUELLI SUI DEPOSITI. LE BANCHE INGRASSANO CON + 0,45% DIFFERENZIALE MUTUI, + 1,18% CREDITO AL CONSUMO SU MEDIA UE. 29.700 EURO DI DEPOSITI NELLA UE ED INVECE 403.400 IN ITALIA, PER AMMORTIZZARE COSTI CONTO CORRENTE.
Prima ancora che la Bce aumentasse il costo del denaro, le esose banche italiane che spalmano sui consumatori i costi di inefficienza e mala-gestio dei banchieri, avevano già provveduto ad aumentare i tassi sui mutui,che come si può vedere dall’ultimo bollettino della Banca Centrale Europea di ieri (15.4.2011) avevano già anticipato il rialzo con aumenti di mutui,presititi e fidi, gurdandosi bene di ritoccare i tassi sui depositi pari allo zero.
Dall’Osservatorio Adusbef,che elabora i dati della Bce su mutui e credito al consumo si può facilmente verificare che le banche italiane, due mesi prima della manovra di Trichet che il 7 aprile u.s.ha aumentato di un quarto di punto il tasso di riferimento portandolo all’1,25%, avevano provveduto ad aumentare i tassi sui mutui portandoli dal 4,22% di gennaio al 4,37 di febbraio,allargando così il differenziale con la media Ue di da un + 0,36% di gennaio ad un + 0,45% di febbraio (un + 0,9% in un mese).
Ancora più accentuato il differenziale sui prestiti che le banche erogano alla clientela sotto la voce credito al consumo, che in Europa aveva un costo medio del 6,13% a gennaio 2011 così come a febbraio, a differenza delle esose banche italiane, che con il concorso del controllore (Bankitalia),continuano a fare la cresta sulle famiglie bisognose di prestiti imponendo tassi del 7,31% a febbraio,con un rincaro dello 0,32% rispetto a gennaio e di un +1,18% rispetto alla media europea.
E se negli altri Paesi europei a 27, per pagare i costi di gestione un conto corrente, la cui media è di 114 euro, occorre avere depositi annui, attualmente retribuiti ad una media dello 0,50 per cento lordo, capitali immobilizzati pari a 29.700, in Italia per ammortizzare i costi medi di gestione di un conto corrente, pari a 295,66 euro l’anno regolati ad un tasso medio dello 0,100 % lordo, occorre avere immobilizzata una vera e propria fortuna in banca,con un ammortamento annuo della spesa che richiede un deposito di 403.400 euro, sempre chè le banche non inventino nuove voci di costi appioppate di soppiatto ai consumatori,come i 3 euro per prelevare i propri denari contante allo sportello in vigore da lunedi 18 aprile p.v.,oppure i 12 euro richiesti di recente da alcune banche quali: “rimborsi spese sostenute per consegna certificazione interessi passivi sui mutui”,da allegare obbligatoriamente alla dichiarazione dei redditi.
Poiché i pessimi consigli delle banche,che hanno indotto 2.232.000 mutuatari,su 3,5 milioni, ad indebitarsi a tassi indicizzati invece degli irripetibili tassi fissi, con aumenti delle rate di 132 euro in media, che potranno triplicare arrivando a circa 400 euro in più entro fine anno quando le previsioni indicano altre due manovre Bce,con un ulteriore + 0,25% per questa estate e un successivo rialzo prima della fine dell’anno portando il tasso di riferimento della Bce a 1,75%,se non addirittura al 2% per i più pessimisti, per contrastare le fiammata inflazionistiche derivanti dalla speculazione sul petrolio e sulle materie prime (grano,soia,riso,ecc.), Adusbef e Federconsumatori richiamano l’inerte Bankitalia ad una maggiore azione di vigilanza, sia per imporre la simmetria dei tassi sui depositi che devono essere simultaneamente aumentati quando si rincarano gli impieghi,che ad evitare speculazioni odiose sulla pelle delle famiglie.
La funzione di Bankitalia, per Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, non può essere ridotta a garante delle malefatte di banche e banchieri, ma ha il preciso dovere di intervenire su un sistema bancario rapace e vessatorio, per chiedere il rispetto della trasparenza minimale e delle eque condizioni contrattuali,che finora l’ufficio di vigilanza si è ben guardato da esercitare.
17/04/2011
Adusbef e Federconsumatori