Home > Cacciati dalle terre in Uganda. Il dramma di 20 mila contadini
Cacciati dalle terre in Uganda. Il dramma di 20 mila contadini
par info
Publie le giovedì 22 settembre 2011 par info - Open-Publishing’Nessun compenso, solo minacce. Ora siamo poverissimi’
KICUCULA (Uganda) - Dall’alto della collina Paulo Ntesemana guarda con le lacrime agli occhi quella che fino a pochi mesi fa era la sua terra. Fa un ampio gesto con il braccio: «Ecco, tutto questo era mio. Coltivavo caffè e patate, avevo mucche, capre e pecore. Guadagnavo bene e ogni anno con un milione di scellini (262 euro, ndr) potevo permettermi di mandare i miei tre figli a scuola. Volevo che diventassero dottori. Invece, un anno fa mi hanno confiscato tutto, bruciato la casa e picchiato brutalmente. Ho abbandonato la terra e sono andato a vivere da mio fratello. Ospite, senza più un lavoro. E i miei figli non vanno più a scuola».
L’acquisto dei terreni agricoli da parte di grandi compagnie occidentali non è una pratica in uso solo in Uganda. Come spiegano diverse indagini dell’Onu e di alcune organizzazioni non governative, si è diffusa in tutta l’Africa e non solo. La riforestazione e l’uso intensivo di campagne sottoutilizzate, perché destinate finora a un’agricoltura di sostentamento, potrebbero giovare sia alle economie povere sia all’ambiente. Ma invece non è così, perché i contadini che da anni abitavano quelle terre sono stati allontanati senza alcuna ricompensa. Dal 2001, nei Paesi in via di sviluppo, 227 milioni di ettari, una superficie grande quanto l’Europa occidentale, è stata data in concessione a società straniere: cinesi e indiane soprattutto, ma anche coreane o europee.