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Che vinca il NO.

Publie le mercoledì 12 gennaio 2011 par Open-Publishing
5 commenti

CHE VINCA IL NO! IL GOVERNO SMETTA DI FARE IL TIFOSO DI MARCHIONNE E SI NAZIONALIZZI LA FIAT

a cura dell’Unione Sindacale di Base (USB)

Mancano poche ore all’avvio delle operazioni referendarie alle carrozzerie Fiat di Mirafiori e molti cominciano a temere la vittoria del no. Lo temono i padroni, Marchionne in testa, il governo, Sacconi fra tutti, lo temono soprattutto Angeletti e Bonanni – che degli altri due commensali non ci interessa sapere – che rischiano davvero grosso. Non è detto che accada, le pressioni sui lavoratori di Mirafiori in queste ore sono enormi, dai talk show di tutte le reti alle segreterie praticamente di tutti i partiti di centro destra e centro sinistra, con l’ineffabile PD solerte nel dire che bisogna rispettare il responso di un referendum che tutto si può dire meno che si svolga in un clima sereno in cui ciascuno può semplicemente esprimere la propria idea senza prefigurarsi scenari apocalittici.
Tutti si chiedono cosa succederà se vince il no, perché tutti sanno già cosa succederà se vince il si. Cioè succederà che gli operai della FIAT saranno i primi a sperimentare la dottrina Marchionne/Sacconi, succederà una forte involuzione delle relazioni sindacali ma, soprattutto, succederà quello che tutti sanno già da tempo, cioè che comunque la FIAT disinvestirà dall’Italia perché il suo core business, da molto tempo, non è più, almeno nel nostro paese, la produzione di auto ma la finanza e la speculazione. Intanto a nessuno è dato sapere dove, quando e come Marchionne tirerebbe fuori i denari promessi per investire in Italia.
Ma se questo è probabilmente lo scenario futuro che si realizzerà a prescindere, allora bisogna evitare un’altra Alitalia!

Bisogna che i lavoratori e i cittadini italiani si tengano la Fiat, soprattutto perché questa è stata lautamente finanziata, per decenni, con i soldi pubblici – addirittura non c’è traccia del pagamento di quanto dovuto da parte di Fiat per l’acquisto dell’Alfa Romeo! – e quindi la FIAT E’ NOSTRA! E allora se vince il NO, o se il NO ottiene un risultato così importante da far confermare a Marchionne l’intenzione di andarsene dall’Italia, allora intervenga lo STATO, attraverso il suo governo in carica, i cui ministri dovrebbero smettere di tifare così spudoratamente per la dottrina Marchionne, e nazionalizzi la FIAT. Si dimettano Angeletti e Bonanni e si arrivi al più presto ad una democratica legge sulla rappresentanza che impedisca da oggi in poi ai padroni di scegliersi le controparti di proprio gradimento e che garantisca, finalmente, il pluralismo sindacale e la democrazia nei luoghi di lavoro. Per questo noi lavoriamo alla vittoria dei NO!

Ripreso da:www.contropiano.org

Messaggi

  • Spero che vinca il NO e comunque qualsiasi risultato si avverasse la partita non finisce con il referendum, ma ci saranno tante lotte ancora per riuscire da questa palude creata dal sistema padronale e non, a scapito della classe subalterna.

  • Purtroppo vincerà il sì e si aprirà la stagione del marchionnismo ovvero una gara all’apertura di "newco" ed al ribasso di diritti e stipendi. Improvvisamente l’Italia sarà una fucina di marchiocloni (cloni di Marchionne) che chiuderanno fabbriche, laboratori, officine,agenzie bancarie per riaprirle il giorno dopo con un’altra denominazione ed un altro contratto di lavoro deteriore rispetto a prima. michele

    • Ovviamente spero si avveri quel che scrive il compagno Nando, ma se invece vincesse il si, niente è definitivamente perduto perchè l’infame ricatto padronale sui diritti dei lavoratori e sulle lavoratrici avrà aperto gli occhi a tanti componenti la classe e nulla sarà come prima.
      La sinistra governista alla Vendola, Camusso, Bersani, sarà smascherata e l’urgenza di una alternativa politicamente indipendente sarà sotto gli occhi di chi vuol ancora vedere,comunque vada la sinistra di classe può tornare ad essere credibile, a patto che sappia essere riferimento concreto di chi è sotto infame attacco padronale.
      Le contestazioni al poeta governista Vendola ne sono la riprova concreta, da una parte i lavoratori, le lavoratrici e la loro situazione concreta, dall’altra i supporters del capitalismo e delle sue rapine di tutti i giorni.
      Autorganizziamo la rivolta contro l’affamatore Marchionne, i suoi servi dei sindacati gialli, e le stampelle sinistre del capitale.
      Chi non si schiera per il NO al referendum ricattatore si sa da che parte lavora, senza alcun se, senza alcun ma.
      Le fabbriche vere, sanno riconoscere le fabbriche di sola poesia, i sinistro governisti sono serviti.
      E una nuova pagina si apre per una opposizione di classe politicamente indipendente.

      Enrico Biso

  • giusto rimprendiamoci la nostra fiat che appartiene al popolo italiano acquistata con sonvrnzioni e casse integrazioni tuttora in corso N A Z I O N A L I Z Z I A M O (confisca) di tutto il gruppo