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Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!
Publie le martedì 4 gennaio 2011 par Open-Publishing13 commenti

Ce ne avessimo di “moderati” come Lula.
E’ che a noi ce toccano “estremisti” come Di Pietro..!?
Tra le altre cose, ciò che fa riflettere (e godere) è come uno stato che fino 10-15 anni fa si sarebbe messo sull’attenti di fronte alle reiterate pressioni della diplomazia italica (leggasi interessi economici a nome Fiat, Telecom, ecc.) oggi le molla una sonora sberla.
L’eurocentrismo becero della pseudosinistra nostrana ancora una volta mostra il nanismo politico nel quale siamo immersi ...
Messaggi
1. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 4 gennaio 2011, 16:07
Come dire ....
BATTISTI LIBERO ! LULA STOPPER !!!
Obrigado Presidente Lula !
Hasta siempre, CESARE !!!
Raf
1. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 4 gennaio 2011, 18:26, di marcel lò
se quel poveraccio di Battisti avesse commesso i suoi crimini in Brasile adesso sarebbe sotto due metri di terra (o di sterco).
2. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 4 gennaio 2011, 21:32
Oggi TG e media vari ci hanno frantumato i coglioni ....... col figlio in carrozzella di Torregiani, oltretutto dirigente del partitello fascista della Santanchè .... che si baciava col Berluska .... e poi pure con Di Pietro ... durante la sparutissima manifestazione, a base di saluti romani, davanti all’ambasciata brasiliana in Piazza Navona a Roma.
Nessuno che abbia il coraggio di dire due verità elementari, emerse chiarissimamente nei processi :
1) Cesare Battisti non ha partecipato all’attentato contro Torregiani, i cui esecutori materiali, tutti "pentiti" o "dissociati", se la sono cavata con pochi anni di reclusione e senza che nessuno, nemmeno Torregiani figlio, si scandalizzasse per questo ... lui, per quell’omicidio avvenuto a Milano, è stato condannato solo per "concorso morale" ... visto che le stesse sentenze lo condannano per avere fatto, lo stesso giorno ed alla stessa ora nei pressi di Udine, da autista nel commando che uccise Sabbadin ....
2) Il figlio di Torregiani è stato ferito e ridotto in carrozzella non per un colpo degli attentatori - tra i quali, ripeto, Battisti non c’era - bensì per una pallottola sparata dal padre in reazione all’aggressione. Certo del tutto involontariamente, ma questo è ....
Eppure, chiunque oggi sia passato per un Tg ( compreso il Tg3 ) e non conosca i fatti .... sarà convinto che Battisti ha materialmente ammazzato Torregiani e ne ha reso paralitico il figlio ....
Tutto ciò dovrebbe indurre a qualche seria riflessione sull’uso, questo sì veramente criminale, dei media .... .... invece che a sparare cazzate ....
K.
3. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 4 gennaio 2011, 23:36, di Enrico Biso
Sotto lo sterco, e tanto pure, c’è l’economia capitalista ed il potere criminale che si esprime ogni giorno con guerre chiamate missioni di pace esportanti democrazia fasulla, che affama ed uccide per fame, che toglie futuro e diritti ai più, e sparge a piene mani inquinamento, che per ottenere profitti non si ferma davanti a niente.
Eppure il pericolo nemero uno per i tg è Battisti, veramente una cosa disgustosa, l’informazione disinformante è complice senza nemmeno preoccuparsi di non dar troppo a vedere.
La casta dei bunga bunga planetari si sente intoccabile, ma la crisi economica avanza, e la rabbia popolare pure, la realtà è assai differente dal grande fratello menzognero.
Enrico Biso
4. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 5 gennaio 2011, 12:06, di Anto
Ma una giusta precisazione da fare è che Spataro non ha detto che Battisti ha sparato a Torregiani. Linko un suo intervento:
http://www.osservatoriosullalegalita.org/04/comm/03/04spataro_battisti.htm
5. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 5 gennaio 2011, 14:07
E ci mancherebbe pure questo ... Spataro era il Pm dell’inchiesta e quindi non può non sapere ... però volutamente, nelle varie interviste di questi giorni, su questo particolare rimane nel vago ....
Raf
6. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 5 gennaio 2011, 14:25
Di Battisti e di altri demoni
Proprio prima di Capodanno, in attesa di botti meno figurati, alla fine la palla di neve della vicenda Battisti è divenuta una, per certi versi incredibile, valanga mediatica.
Un terrorista di seconda fila si è trovato a dover gestire il dubbio onore di diventare un primo attore, niente di meno che un simbolo, l’emblema stesso del sociologico homo sacer, con attaccata addosso la canettiana muta di caccia, ben interpretata, a sua volta, dalla stampa nazionale, per una volta, comodamente, unanime. La vicenda, ne sono convinto, troverà modo di fornire non pochi spunti al pensiero sociologico e filosofico a venire, intanto però, con la voglia di linciaggio che si è portata dietro, ha impestato non poco l’aria di miasmi di roghi, per ora solo figurati.
Come è noto, il caso esplode all’inizio degli anni 2000 allorché si prospetta esplicitamente l’estradizione di Battisti in Italia, dalla Francia in cui aveva trovato rifugio, onde scontare l’ergastolo che gli pesa sulla testa per vicende di sangue legate all’azione dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) nel periodo degli anni di piombo.
Proprio allora, in uno con la richiesta di estradizione, qualche minoritaria voce critica inizia a mettere in dubbio i metodi seguiti nei processi che hanno portato alla condanna in contumacia del Battisti: le carte processuali, si dice, evidenziano come l’attribuzione dei delitti a Battisti trovino fondamento esclusivo nelle parole di un paio di pentiti, essi stessi appartenenti ai Pac, che oltre ad essersi più volte contraddetti, avevano tutto l’interesse alla chiamata in correità in considerazione dei vantaggi previsti della legislazione premiale in favore del pentitismo, tanto che alla fine, effettivamente, le accuse all’attuale fuggiasco son valse loro dei più che sostanziosi sconti di pena.
E’ un fatto, in effetti, che i processi di quel tipo, in quegli anni, si svolsero secondo un modello prettamente inquisitorio, col che non si intende minimamente formulare un giudizio morale (come pure qualche voce critica ha frainteso), ma dar semplice conto dell’applicazione di una tecnica processuale, (per altro già tipica del “processo misto” all’epoca applicato in Italia, che la legislazione emergenziale fece slittare solo un altro po’ verso il modello inquisitorio) che certo comunque non mette i diritti di difesa dell’accusato al centro dei propri interessi.
Nello specifico comunque quel modello diede gli sperati risultati, giacché, deficitario sul piano dell’accertamento della verità, ebbe come conseguenza principale l’implosione di buona parte delle posse che insanguinivano il paese, al verificarsi dei primi arresti e, con loro, dei primi “pentimenti”. Alla luce di queste considerazioni è fin troppo chiaro come chiedere lumi ai magistrati (cfr. Spataro) in ordine alla correttezza di quei processi, non abbia alcun senso: quei processi furono effettivamente correttissimi.
Piuttosto allora la vera domanda è se quei processi, al di là della correttezza formale, accertarono sempre la verità in riferimento ai singoli casi (e più in radice magari se fossero idonei ad accertarla). Nello specifico è legittimo chiedersi, soprattutto ora – passati due decenni dalla fine della stagione dell’emergenza – se l’attribuzione delle sue colpe a Battisti avvenne al di là di ogni ragionevole dubbio: è quello che nello specifico si è chiesta la redazione del sito Carmilla, che per dare risposta a questi quesiti si è andata a spulciare le carte processuali, dando poi conto di tutta una serie di dubbi e incongruenze, le quali sia ben chiaro non portano ad affermare l’innocenza di Battisti, ma probabilmente e più semplicemente la sua non condannabilità secondo gli stilemi di un processo che fosse stato modernamente accusatorio (un processo, per intenderci, all’americana).
Niente di trascendentale insomma, soltanto la pratica applicazione di una prassi giornalistica ad una vicenda con troppe incrostazioni politiche, per non rischiare di dar vita a processi politici.
Proprio l’applicazione di quella metodologia per altro ha portato, in Francia e Brasile, una parte non irrilevante dell’opinione pubblica a dubitare della bontà di quelle sentenze di condanna, ed esemplare a questo proposito è stato il caso della scrittrice Fred Vargas, dileggiata invece qui da noi come la caricatura dell’intellettuale engagée.
Di converso, sull’altro fronte della barricata, non si è assistito a nulla di analogo, piuttosto ci si è profusi in un’apodittica difesa dei risultati dei processi, spesso, per altro, citati con notevole approssimazione (vedi l’erronea attribuzione dell’omicidio Torreggiani), senza darsi minimamente la briga di svolgere un lavoro di indagine sulle carte processuali (analogamente a quanto avvenuto, per esempio, con riferimento alla sentenza sul lodo Mondadori, spulciata, meritoriamente, in ogni dettaglio).
Ne è nata una cacofonia di voci acritiche, in cui il pathos ha finito col far premio sul ragionamento, e in cui, a perdere, mi scusino gli amici del Fatto, in questo allineati al resto della stampa, mi pare esser stato il giornalismo tout court.
Le conseguenze son sotto gli occhi di tutti: l’ansia di crocifiggere Battisti alle proprie responsabilità ha finito col creare un processo pubblico iperpolitico, quand’anche non una vera e propria ordalia, che finisce col dar ragione – più del processo stesso – dell’asilo che gli è stato sino ad oggi prestato.
Alla luce di queste considerazioni, invocare l’interesse nazionale, come ho letto su più di una testata, come presupposto delle pressioni politiche che sarebbe necessario reiterare nei confronti del Brasile, mi pare non avere alcun senso, giacché, a mio modo di vedere, l’unico interesse nazionale reale sarebbe quello di far finalmente i conti con una stagione in cui alla violenza sociale si reagì con la violenza di Stato (ché tale è senza dubbio la proclamazione di ogni stato di eccezione): sarebbe appena il caso di prenderne atto, non per mandare tutti indistintamente assolti, ma per rendere, ognuno nel proprio piccolo, se non un servizio alla Verità, almeno alle singole verità dei singoli casi, che, se nel loro insieme compongono un mosaico, non cessano per questo di avere vita autonoma al di fuori della Storia.
Avv.Marcello Andreozzi
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/01/01/di-battisti-e-di-altri-demoni/84445/
7. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 5 gennaio 2011, 18:45, di marcel lò
se il boia Battisti fosse innocente, come sostiene queasto avvocato delle cause perse, non si capisce il perchè della sua fuga in Francia. Se avesse affrontato il processo e dimostrato la sua innocenza, ora in Brasile ci andrebbe in vacanza per andare a puttane.
8. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 5 gennaio 2011, 18:55, di dare a cesare quel che è di cesare
estradate pure battisti, ma che ne facciamo dei terroristi nostrani? dove possiamo estradare i criminali e i mafiosi al governo del nostro paese?
9. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 5 gennaio 2011, 19:19
In Francia ci sono andati in molti, anche gente che poi è stata completamente assolta ... era difficile fidarsi di quella giustizia ....
E comunque quando Battisti è andato in Francia aveva una condanna a pochi anni per banda armata e rapine .... l’ergastolo arrivò solo in appello con le accuse di due pentiti, peraltro in contraddizione pesante tra loro ....
Risultati, anche per i giudici, del tutto inattendibili per altre testimonianze ... ma per Battisti no ....
In particolare Pietro Mutti, operaio dell’Afa Romeo e vero capo e fondatore dei Pac .... prima disse che Battisti aveva ucciso Sabbadin ( ndr alla stessa ora dello stesso giorno del delitto Torregiani ed a centinaia di Km di distanza) e che lui gli faceva da autista.
Poi, dopo la prima condanna di Battisti, si pente un altro tizio che dice che ad uccidere Sabbadin è stato se stesso e che Mutti era l’autista .... e che Battisti non c’era ....
A quel punto Mutti cambia versione, a sparare sono stati lui e l’altro pentito e Battisti era l’autista ...
Tra l’altro, assodato anche dalle senetnze che Battisti non faceva parte del commando che aveva ucciso Torregiani a Milano, se fosse caduta anche l’accusa per Sabbadin sarebbe caduto anche il "concorso morale" per Torregiani - basato sulla contemporaneità e quindi presunta univocità dei due attentati - che ha portato Battisti alla condanna all’ergastolo pure per quell’omicidio ....
Ma lo stesso discorso vale per l’uccisione l’anno dopo dell’agente della Digos Campagna.
L’assassino, dissociato e reoconfesso, è Giuseppe Memeo, che già è un gigante di 1,85 ... tutti i testimoni, compreso il suocero di Campagna, indicano un altra persona, ancora più alta di Memeo, come "spalla" ... Battisti è altro solo 1,60 ...
Ma, nonostante questo, il solito Mutti che nel frattempo è passato ad un altro gruppo armato, "Prima Linea", indica, per sentito dire, in Battisti la "spalla" di Memeo .... Memeo, da coerente "dissociato", non fa nomi ma nega che la sua "spalla" sia stato Battisti che oltretutto a quella data aveva abbandonato i Pac ....
Nonostante ciò, Battisti si prende un altro ergastolo pure per l’omicidio Campagna ....
Per concludere, l’omicidio Santoro, maresciallo delle guardie carcerarie di S.Vittore ... l’azione non viene rivendicata dai Pac, che in effetti a quella data si sono sciolti, nè da nessun altro .... oltretutto Santoro è il padre di un militante del Collettivo Autonomo Barona da cui provengono molti dei militanti dei Pac ... gli stessi giornali, in assenza di rivendicazione tipica dei gruppi armati politici, ritiene che l’omicidio sia opera della malavita milanese .... ma l’accusa, sostenuta da Spataro, affibbia, sulla base della testimonianza di una quindicenne - poi riconosciuta psicolabile dalle strutture sanitarie - la responsabilità allo zio della quindicenne, un ex militante romano di Potere Operaio del tutto estraneo al "giro" dei Pac ... il tizio, però, è stato compagno di cella a Roma di Battisti, quando questi era ancora un ladruncolo che operava nei paesotti del reatino .... per cui, per induzione, pure Battisti viene incriminato per l’omicidio Santoro ...
Alla fine, con un incredibile evoluzione processuale, lo zio della quindicenne viene assolto e Battisti condannato ....
Insomma, ci si poteva veramente fidare di una giustizia così ?
K.
10. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 5 gennaio 2011, 21:38
Frattini, vaglielo dire ai brasiliani ...
Vaglielo a dire ai brasiliani che il caso Battisti non è un caso politico. Vaglielo a dire alla presidente Roussef che deve rimandare Battisti in un paese dove il governo non è imbottito di fascisti e dove non si permette ai fascisti di scendere in piazza e insultare il Brasile e nemmeno d’insultare la democrazia italiana e le vittime dei nazifascimi, esponendo celtiche e saluti romani.
Vaglielo a dire che i politici presenti, in quei rari casi in cui succede, non fanno una piega perché sono ragazzate folcloristiche. Vaglielo a dire che sul Giornale di Berlusconi hanno pubblicato centinaia d’insulti al Brasile, alle sue istituzioni e al suo popolo, solo per far sfogare i ragazzini con l’ormone imbizzarrito.
Vaglielo a dire che siamo un paese civile. Vaglielo a dire che il ministro della Difesa non ha insultato e minacciato il Brasile, vaglielo a dire che si crede D’Annunzio e che non è l’unico caso umano nell’esecutivo.
Vaglielo a dire, proprio a lei che dai fascisti amici di questi fascisti è stata torturata negli anni delle dittature fasciste, che in Brasile sono durate fino al 1989.
Vagli a chiedere di compiere un atto che non può compiere, per smentire il suo mentore e compagno di partito e suo predecessore alla prima carica del paese.
Vagli a dire che il Duce da noi mandava gli oppositori in vacanza e che il sindaco di Roma e i suoi compagni di partito non hanno riempito i posti di governo di camerati provenienti dall’eversione nera, vagli a dire che qui il fascimo non era proprio fascismo e che al governo e in posizioni di responsabilità escludi che ci siano fascisti. Vagli a dire che i fascisti che l’hanno torturata con questi non hanno niente a che fare.
Vagli a dire che è una questione di giustizia, che questi non sono fascisti e che Battisti non morirà in carcere come accade ad altri per sfortunati incidenti. Vagli a dire che i francesi gli hanno dato asilo per anni per un errore e che quando se ne sono accorti gli è scappato. Vaglielo a dire che è giusto che i terroristi stiano in galera per la quiete della brava gente timorata di Dio, vaglielo a dire che in Italia la giustizia è senza falle, che Berlusconi scherza quando dice che è eversiva, corrotta, politicizzata e allo sfascio.
Coraggio, caro il nostro Ministro degli Esteri Frattini, vaglielo a dire in Brasile, di persona, come ci si apetta dal rappresentante di un grande paese che espone francamente le sue ragioni, capirai che una lettera non può bastare in un caso del genere.
Tocca a te, facciamo tutti il tifo per te, facci sognare.
Mazzetta
http://mazzetta.splinder.com/post/23834604/frattini-vaglielo-a-dire-ai-brasiliani
( a questo link c’è un video con i fascisti alla manifestazione contro il Brasile )
2. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 8 gennaio 2011, 12:21, di io
Siete semplicemente ridicoli..il vostro articolo trasuda ignoranza ed incapacita’ di capire anche cose estremamente semplici..poveri sfigati un po’ anarchici,un po’cumunisti, e sicuramente molto molto ignoranti..andate a rileggervi, se riuscite a fare almeno quello, le cronache e la storia di quegli anni..scoprirete un sacco di cose interessanti..ma,visti i vostri limiti di comprendonio e l’evidente incapacità di intendere dubito che la cosa sortirebbe degli effetti..i miei complimenti difensori degli assassini..non siete meglio di lui..tutt’altro
1. Chiamale se vuoi … emozioni. Battisti libero!, 8 gennaio 2011, 13:45
La colpa della generazione dei Battisti è di aver lasciato vivi personaggi come Larussa e Gasparri.