Home > Cinque nomi per il dopo Bertinotti
di Stefano Brusadelli
Nella sede nazionale di Rifondazione comunista, in viale del Policlinico a Roma, l’argomento eccita forse più dell’esito elettorale del 10 aprile. I nomi dei possibili successori
Chi dopo Fausto? Nella sede nazionale di Rifondazione comunista, in viale del Policlinico a Roma, l’argomento eccita forse più dell’esito elettorale del 10 aprile.
Il segretario, che guida il partito dal ‘94, annunciò al congresso di Venezia del 2005 che in quell’occasione avrebbe accettato il suo ultimo mandato; e non ha cambiato idea. A questo punto sono però possibili diversi scenari.
Il primo è quello di una successione immediata, qualora l’Unione dovesse vincere le elezioni e Fausto Bertinotti diventare presidente della Camera.
In tal caso il suo posto sarebbe preso da Franco Giordano, presidente dei deputati, che per esperienza e profilo istituzionale è il nome metabolizzabile con meno traumi.
Il secondo scenario è quello di una successione più meditata, qualora Bertinotti non riuscisse ad arrivare alla guida di Montecitorio.
La competizione, il cui orizzonte si sposterebbe al congresso del 2008, vedrebbe diminuire le chanche di Giordano e crescere quelle dei due più brillanti colonnelli bertinottiani, il responsabile degli Esteri Gennaro Migliore e delle Politiche economiche, Paolo Ferrero.
Esiste poi un terzo caso, la sconfitta del centrosinistra. Che, indebolendo tutto il gruppo dirigente favorirebbe l’arrivo di un esterno.
Come il leader Fiom Giorgio Cremaschi (a destra), gradito anche alla minoranza interna antibertinottiana, o il presidente della Puglia Nichi Vendola, il rifondazionista più carismatico dopo il segretario.
Due nomi pesanti, quelli di Cremaschi e Vendola, che comunque potrebbero entrare in gioco anche nello scenario numero due.




