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Condannati per antifascismo... succede a Forlì

Publie le martedì 5 luglio 2011 par Open-Publishing

I chiacchieroni della pseudo sinistra dei salotti buoni ci rifilano quotidianamente la diceria della Repubblica italiana nata dall’anti-fascismo e dalla Resistenza i cui valori sono stati "distillati" nella Costituzione che vide la luce nel 1948, la quale si ergerebbe (sempre secondo la favoletta democratica) a protezione del popolo, dei lavoratori, addirittura dei poveri.
Questa colossale mistificazione della realtà continua purtroppo a mietere vittime tra uomini e donne che, a volte in buona fede, pur professandosi di sinistra, talvolta persino "comunisti" o "anarchici", si sentono tutelati dalla Costituzione che riveste la Repubblica italiana ed inscenano patetiche marciette in sua memoria e in sua difesa.
Pochi sanno però che questa Repubblica e questa Costituzione, all’atto stesso della loro nascita, hanno ereditato dal precedente stato fascista il famigerato codice Rocco, che legifera e reprime in materia di reati politici, associativi, d’opinione.
Insomma, alcune tra le peggiori leggi fasciste, quelle cioè che permisero al regime mussoliniano di azzerare, in questo paese, ogni traccia di opposizione di classe, sono nei fatti rimaste in vita. E utilizzando le medesime misure repressive lo Stato in cui viviamo, quello borghese della democrazia parlamentare, ha seguitato a vessare e colpire movimenti e lotte, compagne e compagni, intere organizzazioni politiche così come cani sciolti.
L’ultimo capitolo in ordine di tempo al memorandum della repressione statale, in costante aggiornamento, è accorso in questi giorni, ai danni di 4 nostri compagni (più altri 6 non aderenti al PCL) colpevoli di aver contestato, il 04/03/09, l’eurodeputato Roberto Fiore, ras di Forza Nuova, calato per un’iniziativa elettorale (in vista delle amministrative forlivesi) presso il centralissimo Hotel della Città. Insomma, i compagni che animarono allora il presidio anti-fascista, che fu peraltro pacifico e limpido, "alla luce del sole", si beccano oggi decreti penali e pene pecuniarie che collettivamente ammontano ad alcune miglia di euro. Con questo comunicato intendiamo contrattaccare, passare da inquisiti ad accusatori, denunciare i nostri denunciatori ed evidenziare come l’anti-fascismo proletario sia di nuovo messo sotto processo e ne approfittiamo per lanciare fin da ora la proposta di una campagna locale e nazionale contro il codice Rocco, che funge da stampella legale per la repressione statale.
Il fascismo non è seppellito se non si seppelliscono le sue leggi.
Il fascismo non è seppellito se non si seppellisce il codice Rocco.
PCL Forlì-Cesena sez. Domenico Maltoni