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LE MARY POMPINS CHE ZUCCHERANO CICUTE
La disoccupazione giovanile in Italia ha raggiunto il peggior livello dal 2004.
Il 28.9%: un giovane su tre non lavora.
In tanti non la cercano neppure più l’occupazione. Sanno che è inutile. Sono coscienti d’essere fuori dal mercato del lavoro.
La soluzione: scappare a gambe levate all’estero e mollare questo Paese.
Il dato ISTAT ci dice pure che la percentuale di disoccupati nostra ci pone fanalino di coda in Europa: l’Italia è la peggiore.
Sempre leggendo i dati ufficiali dell’Istituto di Statistica nazionale, sappiamo pure che gli stipendi pagati a chi lavora in Italia sono i peggiori d’Europa. Dopo di noi forse c’è ancora il Portogallo.
Il forse è d’obbligo, perché con i provvedimenti governativi, che da anni a questa parte vengono calati a ghigliottina sui salari, e gli ultimi tagli, blocco dei contratti e degli aumenti nel settore pubblico, ridimensionamento antisindacale dei salari per i dipendenti privati, anche il Portogallo ci avrà superati.
In Italia si deve campare con poco più di mille euro al mese.
Dal primo gennaio 2011 si vivrà con ancora meno vista la raffica di aumenti.
La libertà di stampa qui da noi è quasi morta: siamo al 73 posto nella classifica mondiale, dietro pure a piccoli Paesi africani.
Il meccanismo di adeguamento dei salari all’inflazione, scala mobile, da anni è stato abolito per i cittadini, ma non per la Casta: tutti i dipendenti del Senato, per esempio, ne usufruiscono con un calcolo che li mette al riparo, oltre lo stipendio d’oro che prendono, ben oltre la soglia della reale inflazione, e non di quella programmata.
Un barbiere del Senato percepisce ben 44 mila euro annuali in più del primo ciambellano di corte della regina d’Inghilterra, lo stesso vale per un magazziniere.
Quella che Fini ha definito "la migliore riforma dell’esecutivo", la porcata Gelmini è diventata legge in barba a tutte le richieste della quasi totalità di docenti, studenti, rettori e presidi.
Un solo dato che l’Istat non ci dirà e neppure la "libera informazione italiana": a causa dei concorsi bloccati dalla ministra della Distruzione Pubblica mancano circa 3.000 presidi, il prossimo anno scolastico saranno 6.000.
Si può a questo punto immaginare la situazione delle cattedre e in quale bolgia infernale questa "migliore riforma" ha scaraventato la scuola pubblica.
Le carceri nazionali: situazione esplosiva, sovraffollamento, suicidi continui, diritti negati, Costituzione calpestata laddove parla "riabilitazione" del recluso.
L’Italia compare anche nel rapporto annuale mondiale di Amnesty International: non rispetta le Convenzioni sui Diritti Umani che ha firmato, respinge senza discriminare clandestini da profughi richiedenti asilo politico, reprime con violenza le manifestazioni degli oppositori, non garantisce la libertà di stampa, i colpevoli di violenze e torture, con morti, nelle carceri e durante il G8 di Genova restano impuniti…
Il ministro degli esteri Frattini, che era maestro di sci dei figli del premier, si permette di insultare Amnesty International, perché ha inserito l’Italia nel suo rapporto annuale, e si colloca a livelli di dittatori come Ahmadinejad, Gheddafi, il capo di Stato del Sudan… che non permettono ad Amnesty neppure di mandare osservatori nei propri Paesi.
Il non rispetto delle Convenzioni e dei Trattati sui Diritti Umani da parte dell’Italia, fa sì che Paesi europei come l’Olanda e la Germania intervengano direttamente per sottrarre cittadini stranieri in status di Rifugiato Politico in Italia alla stessa Italia perché "non riesce a garantire la dignità della persona e non applica le norme, anche economiche, stabilite dalla Comunità Europea per l’aiuto dovuto e finanziato ai profughi".
C’è da chiedersi allora che fine fanno i fondi dati all’Italia dall’Europa, assegnati ai Comuni del nostro Paese, per gli interventi dovuti all’Asilo Politico.
Sarebbe interessante ce lo dicessero coloro che hanno in mano questi soldi, come li adoperano in realtà?
Con Marchionne e gli accordi Pomigliano-Mirafiori, l’Italia sta scrivendo una sua pagina tra le più vergognose: il ritorno al padronato fascista degli anni ’50, la cancellazione dello Statuto dei Lavoratori, la negazione dei diritti sanciti dalla Costituzione e la norma che il padrone può ricattare in ogni modo i propri dipendenti, perché se non fanno come vuole lui, li lascia a casa e se ne va a produrre in Serbia piuttosto che negli USA.
L’Italia è a pane ed acqua, in tutti i sensi.
Il momento è pericolosissimo e la tensione sociale sta montando come mai in questi ultimi due decenni.
I giovani, che sono quelli che più stanno pagando la crisi voluta dai banchieri globalizzati mondiali, abbandonano sia il PDL che il PD; stanno scegliendo Di Pietro e Vendola.
Il bipolarimo, cioè il bipartitismo consociativo è sempre di più formato e gestito da vecchi.
Roba destinata a morire.
Di fronte a questo sfacelo sentiamo personaggi come D’alema e Fassino esprimersi a favore del Governo e della sua politica economica e sociale.
Tutti e due sono contenti degli accordi fascisti alla FIAT, ne parlano come matrone romane piene di rosolio, flemmatici, tristi, perentori, stessa faccia dell’identico regime necrofilo.
Non si preoccupano loro. E chi lo farebbe con ventimila euro mensili garantiti di base, più tutto il resto che si ciucciano per le cariche che hanno!
D’alema, che è stato sempre il Berlusconi col baffetto, ha raggiunto limiti di rappresentanza così vergognosi tanto da meritarsi il premio "simpatico come una colica renale" e "compagno come la Binetti".
Questi personaggi, incluso Veltroni, Bersani e i rimanenti maggiorenti che dirigono il partito che ama l’amore del partito delle libertà, dopo aver svenduto e assassinato la sinistra italiana, permesso per più volte a Berlusconi di continuare la sua dittatura, oggi siedono su poltrone prestigiose anche, contigue al potere di merda.
Che ci fa D’Alema al Copasir?
E che ci fanno gli altri notabili democratici riformisti nelle Commissioni governative?
Nulla di diverso dai loro amici dell’esecutivo.
Hanno solo un compito preciso: imbonire le masse.
Indorare la pillola.
Ed eccole le Mary Pompins che spargono zucchero sulle cicute giornaliere del regime.
Invitano i metalmeccanici a voler bene a Bonanni, Angeletti e l’UGL, fanno comunella & liberatutti con Casini, si prendono la Binetti e Rosi Bindi, vogliono allearsi con Fini, anche con Rutelli, di nuovo e ancora!, frenano lo sciopero generale perché farebbe male alla sinistra, ma quale sinistra?
Se il PDL assomiglia ad una casa di tolleranza aperta, il PD segue a ruota e ormai ha acceso i copertoni sulle tangenziali.
Così meglio lottare da soli, resistere senza di loro, tanto non ci sono mai, sono troppo occupati nelle preparazioni delle anticipazioni delle elezioni territoriali in funzione degli incontri provinciali per il regionale e poi per i settemila congressi che abbisognato agli elefantoni.
Meglio resistere da soli, abbiamo visto che sappiamo farcela.
E per dirla alla Monicelli, vadano anche loro alla malora!