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Dissolutezze verdi della manovra di Tremonti

Publie le mercoledì 7 luglio 2010 par Open-Publishing
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Il pacchetto europeo su clima ed energia del 2008, dice che entro il 2020 i Paesi UE dovranno usare rinnovabili per almeno il 20%, alzare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2. Ma siccome siamo governati da baluba, in Italia tutto questo nemmeno arriva.

Entro il 2020 i 27 leader si sono impegnati a portare dall’8,5% al 20% le energie rinnovabili utilizzate, a diminuire del 20% le emissioni di CO2 e ad aumentare del 20% l’efficienza energetica. Per ogni Paese ci sono 27 obiettivi interni per aumentare le rinnovabili, e quello dell’Italia è del 17%.
Ogni 2 anni i paesi UE devono presentare un rapporto sui progressi fatti. E questo piano porterà anche 2 milioni e mezzo di nuovi occupati.
Oltre agli interventi diretti del Governo, ci devono essere incentivi fiscali ed economici ai pannelli solari, l’energia eolica, le coibentazioni di edifici, la sostituzione di vecchie caldaie, la messa a norma di edifici pubblici i certificati verdi ecc.

Obama ha detto che per la ripresa avrebbe puntato su energie verdi, scuola, ricerca e sviluppo. Lo stesso dice l’Europa. B, al contrario, penalizza tutti questi settori. In controtendenza col mondo progredito, la manovra di Tremonti non è solo punitiva del presente e del futuro al punto da ammazzare ogni crescita economica, ma riporta l’Italia a vecchie e costose dipendenze con energie non pulite e non sostenibili, stroncando di fatto il vasto movimento privato verso un mondo più sostenibile.

Non solo questa manovra è fatta a casaccio, tagliando servizi indispensabili ai cittadini, punendo categorie già in difficoltà e abbattendosi sulle classi medio-basse senza toccare i grossi cespiti, le rendite finanziarie, gli enti inutili come le Province e gli abusi della casta, ma taglia servizi pubblici senza aprire sviluppo, persistendo su principi vecchi e obsoleti, che hanno nella corruzione e nella mafia i loro primi mandanti e fruitori.

Quando sia l’Europa che l’America, per non parlare dell’Inghilterra, puntano sulle energie verdi, anche di fronte ai rischi crescenti del petrolio e del nucleare e, ovunque, dalla Svezia alla Cina, si realizzano intere città ad economia pulita, con architetti italiani che sono i migliori e i più ricercati del mondo, non solo noi cacciamo le eccellenze come Rubbia, grazie alla ristretta cultura nepotistica del Pdl e della Lega, ma Tremonti esce addirittura dal piano delle energie verdi europee e con la manovra fiscale praticamente lo ammazza.

Lo scopo è chiaro: eliminare ogni possibilità di gestione democratica e diffusa dell’energia, che col piano verde allarga le scelte del cittadino, e concentrare, invece, tutto nelle Grandi Opere, che sfuggono ai controlli di giustizia e permettono alla Cricca di procurarsi forti ricavi privati con la truffa e la maggiorazione dei costi, come abbiamo visto per tutte le grandi opere, dai trafori di Lunardi alla Tav, dalla Salerno-Reggio Calabria alla Maddalena, dall’Expo al terremoto dell’Aquila.

La manovra di Tremonti, con l’art. 45 smantella tra l’altro i certificati verdi, cosa che non solo non dà un € allo Stato ma ne toglie molti. Vista la follia della scelta, si fa capire che, pur di portare avanti un nucleare proficuo per i grossi ricavi che permetterebbe ai ladri di Stato, si tagliano addirittura le energie pulite così da eliminare concorrenze. Il piano mostra che l’unico scopo della cricca sia continuare sulla linea dissoluta dei Piani-
Obiettivo, delle Grandi Opere fuori controllo alla Bertolaso, della spartizione di soldi tra compari.

Ci sono già impianti di rinnovabili per 4,6 MLD già realizzati e altri per 2,7 MLD in fase di completamento. Bloccando i certificati verdi, si bloccano i pagamenti. "E’ come se si rendesse impossibile pagare le rate del mutuo di una casa", dice Simone Togni, segretario dell’Anev, l’associazione dei produttori eolici. "Vorrebbe dire consegnare gli impianti alle banche, che non avrebbero la possibilità di gestirli e li chiuderebbero. Tradotto in termini energetici ed economici approvare l’art. 45 porterebbe a 3 danni.
1°: si rinuncia a 3,5 miliardi di kw di energia pulita. 2°: si toglie dal bilancio dello Stato il gettito fiscale garantito dalle industrie che vengono chiuse che al 2020 saranno 8 MLD. 3°: scatterebbero le sanzioni di Bruxelles per alcuni MLD che saremmo costretti a pagare per il mancato rispetto degli obiettivi europei.

Un altro peggioramento ambientale con tutte le conseguenze di costo successive verrà dall’orrendo federalismo demaniale che consegnerà alla speculazione privata dei poteri locali (spesso a collusione mafiosa o ad avidità corruttiva) ben 11.000 beni pubblici, tra cui sorgenti, coste e spiagge, parchi ecc, con conseguente allargamento di speculazione, cementificazione, rovina del paesaggio, arricchimento dei soliti pochi e distruzione o contaminazione dell’ambiente.

Oggi lo Stato dà ai parchi 50 milioni di €. Tremonti li dimezza. Tutelare il 10% del territorio non dà solo benefici ambientali, ma mozza un indotto turistico in continua crescita. E, visto che l’Italia è povera di materie prima e il turismo è una delle sue voci prevalenti, ciò equivale a un suicidio. Tagliare la forestale e i mezzi antincendi sembra folle, sia per i costi dell’incuria e degli incendi, sia perché i boschi salvati assorbono 500.000 t di CO2.

Dunque Tremonti intende:

 punire le rinnovabili e le imprese o le famiglie che le vogliono usare, privilegiando petrolio e nucleare;

 dimezzare i parchi nazionali, annullando 30 anni di sforzi per preservare clima, ambiente, aria pulita e bellezza;
proseguire con condoni illegittimi (82.000 nel 2001-2002, 40.000 nel 2003, con annullamento del senso di legalità e protezione dei cantieri mafiosi e dell’abusivismo edilizio, che già costa al Governo troppo in termini di disastri ambientali e di potere delle ecomafie);

 svendere zone demaniali, acque, sorgenti, fiumi, arenili… alla speculazione privata, che già imperversa nel controllo dell’acqua e nei cantieri abusivi con scarsi introiti per lo Stato e con scempio dell’ambiente, e che consolida nuovamente le associazioni criminali con le cosche politico-imprenditoriali che già hanno dissestato il paese."

Come si vede, nulla viene al cittadino da questa manovra scellerata, molto viene alle parti peggiori del paese che tendono a ricavi illeciti e inquietanti.

Molti sono i motivi per cui Comuni, Province e Regioni hanno chiesto con forza a B un incontro per una concertazione di tagli più intelligenti che non li obblighi a rimettere le loro funzioni. B si è rifiutato di riceverli, insultando organi costituzionali che hanno tutto il diritto di essere ascoltati, soprattutto davanti a piani che tagliano ogni ripresa al paese, svuotando ancor più le casse dello Stato e consegnandolo alla criminalità speculativa o mafiosa.

Il No di B dimostra solo da che parte sta e che è fuori da ogni accettabilità democratica. Il No dimostra che, malgrado inchieste e processi svelino la crescente corruzione e il crescente controllo sul paese di cosche criminali, non solo B le protegge, ma ha tutta l’intenzione di proseguire sulla stessa strada, con arretramento delle tutele, dissoluzione dei servizi, attacco al bene pubblico e disastro ambientale. E che intende farlo con un autoritarismo assolutistico ormai non più sopportabile, calpestando ogni garanzia costituzionale di istituzioni e cittadini.

La manovra sarà imposta alla fiducia, senza dunque discussioni ed emendamenti, contro ogni filo di democraticità. E la Lega la sosterrà, dimostrando fino in fondo che la sua difesa delle realtà locali e del territorio è solo la grandissima bufala di un gruppuscolo di arrivisti a cui interessa solo mantenere il potere e fare soldi illeciti.

Masada 1167.

http://masadaweb.org

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