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Fiat Melfi: solidarietà e vicinanza ai lavoratori

Publie le domenica 22 agosto 2010 par Open-Publishing
4 commenti

Inaccettabile la decisione di Fiat di Melfi di non voler far entrare in fabbrica i tre operai nonostante l’ordinanza del giudice. Solidarietà ai lavoratori

Apprendiamo dalla stampa della volontà di Fiat comunicata tramite telegramma di non voler far entrare in fabbrica i tre operai licenziati a Melfi nonostante l’ordinanza cautelare del giudice che li reintegrava nel posto di lavoro.
Giovanni D’Agata componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di IDV e fondatore dello “Sportello dei Diritti” dichiara che tale decisione è inaccettabile da ogni punto di vista e dimostra l’arroganza e lo spregio per le regole di diritto proprio da parte di chi dallo Stato e dalle sue risorse ha beneficiato per decenni.
Non possiamo che esprimere, quindi, solidarietà incondizionata ai tre operai e un incoraggiamento a continuare nella lotta per i diritti dei lavoratori ed invita Fiat a ripensare immediatamente ad una decisione incomprensibile e deprecabile.

Messaggi

  • La totale solidarietà ai tre operai della Fiat di Melfi reintegrati dal giudice, e condanno l’operato della Fiat che non vuole rispettare la decisione del giudice.

    • Mah, secondo me la Fiat fà bene a non volerli più in fabbrica, almeno fino a che il ricorso non fà il suo corso.
      Solidarietà si ma non mi sembra questo il caso... vengono comunque pagati.

    • Il giudice ha ordinato il reintegro e non soltanto il pagamento dello stipendio.

      E’ vero che l’atteggiamento odierno della Fiat non è una novità assoluta ... già nel 1980 si comportò così per 61 licenziati a Mirafiori dei quali un altro pretore aveva ordinato il reintegro ...

      Come è vero che comportamenti simili li hanno avuti in passato persino aziende pubbliche come lo erano Bnl e Alitalia ...

      E’ anche vero però che anche in questi casi poi i livelli superiori della magistratura hanno dato ragione ai lavoratori e torto alle aziende ...

      Persino nel caso citato di Mirafiori 1980, nonostante una parte di quei licenziati ebbe torto nel giudizio di appello sul licenziamento vero e proprio, la Fiat fu comunque costretta a pagare i danni per non aver ottemperato correttamente alla sentenza di primo grado ...

      E nel caso di quei 61 licenziati il motivo del licenziamento era addirittura "sospetto terrorismo", mica di aver semplicemente bloccato un carrello durante uno sciopero interno .... e non era certo una fase in cui la magistratura, soprattutto quella torinese falcidiata dagli attentati BR, potesse essere sospettata di "simpatie" per presunti brigatisti ...

      Ma la legge è uguale per tutti, persino per la Fiat, e le sentenze anche di primo grado sono esecutive e vanno ottemperate fino in fondo ... oggi l’ha detto persino Cicchitto ....

      Indi per cui, di che stiamo parlando ?

      K.

    • A completare il quadro di illegalità del comportamento Fiat c’è poi il fatto che due dei tre operai reintegrati sono membri della Rsu di fabbrica ... uno è addirittura da anni regolarmente il primo degli eletti nelle elezioni interne ...

      E quindi, non potendo entrare in fabbrica, oppure essendo confinati in una "saletta sindacale" ma impossibilitati ad accedere nei reparti, non possono svolgere il ruolo sindacale cui sono stati eletti dai lavoratori di Melfi ...

      Il che rappresenta, secondo la sentenza del pretore un danno, non solo per loro e per la Fiom, ma per i diritti sindacali di tutti i lavoratori della fabbrica ... e questo l’ha detto oggi persino uno come Bonanni che in genere dà sempre ragione alla Fiat ...

      Per cui, anche in questo caso, di che stiamo parlando ?

      K.