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GENOVA 2001 : LA MENZOGNA un percorso di riflessione

Publie le venerdì 16 luglio 2004 par Open-Publishing

Dazibao


di COMITATO PIAZZA CARLO GIULIANI

Appuntamento a Genova: 16-21 e 28 luglio 2004 per il programma clicca
qui


Genova, capitale europea della cultura nel 2004, si è messa il vestito della
festa. E allora può dar fastidio parlare della devastazione e del saccheggio
che ha subito nel 2001: devastazione dei diritti e saccheggio della democrazia.

 Noi pensiamo che si debbano trovare la volontà e lo spazio per la memoria,
perché non si può dimenticare, peggio ancora cancellare un passato tanto recente
quanto scomodo.

 Non si deve archiviare tutto, come l’uccisione di Carlo.

 Non si deve dimenticare la partecipazione di migliaia e migliaia di persone,
associazioni, organizzazioni, la costruzione del Genoa Social Forum, un percorso
culturale eccezionalmente variegato e colorato, la straordinaria mobilitazione
contro l’arroganza degli otto potenti, la repressione e le violenze inaudite
sui manifestanti.

 Non si deve tacere.

A Genova è in corso un processo, poi un altro, e poi un altro ancora. Il rispetto
per l’autonomia della magistratura non può e non deve impedire di giudicare singoli
atti di singoli magistrati. L’archiviazione su piazza Alimonda nasconde la verità.
Nel processo contro i 26 "capri espiatori", la "devastazione" e il "saccheggio" colpiscono
non solo chi si è difeso da cariche violente e ingiustificate, non solo tutti
i manifestanti ma mettono sotto accusa l’intero movimento. A Cosenza, e indirettamente
anche a Genova, si sostiene il teorema della "compartecipazione psichica", in
base al quale anche chi osserva da lontano è corresponsabile o complice. Il rinvio
a giudizio di appartenenti alle forze dell’ordine e di qualche loro diretto superiore,
implicati nelle violenze nella scuola Diaz e a Bolzaneto, non risolve affatto
le responsabilità politiche e della catena di comando e non affronta quelle delle
violenze di strada.

Anche tacere è un modo di non fare verità. Troppo spesso l’informazione tace, viene meno al suo primo dovere. Troppo spesso contribuisce alla menzogna, viene meno alla sua dignità.

Nei tre anni dopo il G8 di Genova, la voglia di affermare verità e giustizia si è trovata coinvolta, come ogni altro episodio di critica alla globalizzazione, nello sviluppo concreto della guerra preventiva, cioè infinita. Eppure, il grande movimento contro la guerra ha quotidianamente operato nella ricerca della verità, smascherando le narrazioni mediatiche che cercano di legittimare il sistema prodotto dal pensiero unico neo-liberista.

Parallelamente i contenuti e le pratiche dei movimenti si misurano anche con altri ambiti di comunicazione propri della politica istituzionale: dal Brasile all’Argentina, dalla Spagna all’India, dalle elezioni europee alle prossime elezioni presidenziali negli Stati Uniti.

Troviamoci ancora una volta a Genova non solo per una testimonianza che ci appartiene, ma per ragionare sui nostri modi di produrre verità e valori condivisi, sulla capacità dei movimenti di decostruire le narrazioni e i processi mediatici del pensiero unico, per riflettere su come lo svelamento della menzogna e la ricerca della verità non siano processi separati che attengono al mondo della comunicazione, ma siano elementi di sostanza delle relazioni umane, delle società e delle culture. Costruiamo a Genova, nel luglio 2004, percorsi di indagine per affrontare il tema "verità e menzogna" nei suoi snodi giudiziari e politici, sociali e culturali. Usiamo tutti i linguaggi: teatrali, fotografici, documentari, artistici, verbali, per una lettura del presente.

Torniamo a Genova.

16.07.2004
Collettivo Bellaciao