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di Viviana Vivarelli
Ho appena finito di leggere la mail di Ciampolini che cita il messaggio di fine anno di Pertini (1978):
"Io ritengo che l’Europa potra’ conoscere un domani migliore e che essa potra’ svolgere opera di di mediazione e di pace ... oggi si spendono per le armi nucleari 400.000 miliardi l’anno, le due superpotenze posseggono 12.000 testate nucleari che corrispondono a 500.000 bombe uguali a quelle che hanno distrutto Hiroshima e Hiroshima è là ad ammonire tutta l’umanità: la tragedia che ha conosciuto Hiroshima potrebbe conoscerla domani l’umanità intera; eppure vi sono 600 milioni di creature umane che mentre io parlo stanno lottando contro la fame.. Si svuotino gli arsenali di guerra sorgente di morte, si colmino i granai sorgenti di vita".
Cosa ci dira’ tra pochi giorni il presidente Ciampi nel suo messaggio di fine anno? Che e’ andato con 200 industriali in Cina per riprendere lietamente il commercio di armi che ingrassera’ ora anche di piu’ il mercato della morte? Ce lo dira’ sorridendo bonariamente con quel suo viso burroso da papa’ Natale che piace tanto agli Italiani?
I dati di Pertini sulla fame del mondo erano del 78, sono passati quasi 30 anni ma le sorti dei msieri sono ancora peggiorate, mentre ogni moratoria atomica è buttata alle ortiche e sta vigorosamente riprendendo una incontrollata e funesta proliferazione della distruzione.
Plaude D’Alema al business mortifero promosso da Ciampi, come continua a plaudire convinto a quella globalizzazione che gli piace tanto, incurante dei cinque milioni di bambini che ogni anno muoiono di fame e della metà dei lavoratori di tutto il mondo che sono sotto i due dollari al giorno e un terzo di questi addirittura sotto un dollaro. Marx non è solo morto, è bestemmiato e rinnegato. Va D’Alema in Argentina e tutto quello che vede è che l’Argentina commercia con la Cina armi più dell’Italia. Non vede o non vuol vedere un paese che proprio la sua globalizzazione tanto amata ha messo in ginocchio, non vede la miseria indotta dalla Banca Mondiale o dal WTO, non vede nella Cina altro che un compratore utile e allettante, non vede o non vuol vedere il principale boia del mondo, che giustizia ogni anno 10.000 persone, che schiaccia qualsiasi movimento religioso o dissenso, che non rispetta alcun diritto dei lavoratori.
Come dice Sergio d’Elia, di Nessuno tocchi Caino, "L’Italia (di Ciampi) si presenta in Cina con delle convenienze, lasciando a casa le proprie convinzioni".
Sulle convenienze si fa il mercato. Sulle convinzioni si costruisce la propria anima e si fa la storia.
Furio Colombo scrive oggi sull’Unità: "Il mercato può vivere lunghi periodi senza democrazia, senza libertà degli individui e senza diritti umani." Ce lo mostrò ieri il Cile, ce lo mostra oggi la Cina.
Non è la difesa di questo immondo mercato senza diritti umani, senza democrazia, e senza libertà individuali che ci aspettavamo da un presidente della repubblica e da un presidente della sinistra.
Non vedono o non vogliono vedere.
O la cecità del business li ha presi e li ha divorati.