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“Il fatto quotidiano” e le banche (venezuelane e italiane)
Publie le martedì 3 agosto 2010 par Open-Publishing4 commenti
– di Attilio Folliero -
Chi sono Andrea Barolini e Matteo Cavallito, firmatari di un articolo, zeppo di falsità, sul quotidiano “Il Fatto”, diretto da Antonio Padellaro (1)?
Costoro ignorano il loro destino e sono ignari del destino dell’Italia. Forse vivono nella contrada dei balocchi addormentati nel bosco. Ogni tanto un sussulto, e vetrioleggiano qualcosa contro qualche altro Paese, di cui segnalano tare che affliggono in misura ben maggiore l’Italia. Miopia della pagliuzza più grande della trave o schizofrenia?
Questi due dovrebbero guadagnare attorno ai 1.500/2.000 euro al mese, non si sono ancora resi che l’Europa è malata, e patisce i mali di cui sono abituati ad accusare Paesi terzi da cui -ora- stanno uscendo. La coppia Barolini-Cavallito indulge nel torpore che deriva da un vecchio status, che ora sta scemando. Si sentono ricchi, credono di vivere ancora in un Paese del G7, con un diffuso welfare, full assistenza sociale e sanitaria garantita, col diritto di andare in pensione a 60 anni. Credono che le loro mogli andranno in pensione a 55 anni; per i loro figli sognano il diritto di formarsi e di studiare gratuitamente fino all’università ed oltre.
Vivono nel presente? Sti due ed il loro direttore ricordano quei patrizi romani, che mentre Roma era invasa da ondate di “barbari”, non si avvedevano di nulla e continuavano a trastullarsi con i gladiatori, i circenses ed altre bizzarre credenze. Poi ebbero un duro risveglio.
Sti due, si sveglieranno il giorno del loro sessantesimo compleanno e scopriranno che non c’è più nessuna pensione, perchè fra due anni anche le donne andranno in pensione a 65 anni. Ogni triennio – a quanto pare – l’età pensionabile sarà dilatata di un anno. Andrea Barolini e Matteo Cavallito la pensione la vedranno con il binocolo, perchè fra 20/30 anni, l’età per andare in pensione sarà arrivata a 75/80.
E i loro figli? Sarà svanito ogni diritto allo studio, difficilmente potranno pagare le rette presso le università privatizzate. Così come sarà durissimo affrontare una malattia perchè la sanità, anch’essa in via di privatizzazione, sarà un lusso persino per i giornalisti.
Ma Barolini e Cavallito preferiscono preoccuparsi della triste sorte dei cittadini del Venezuela, dove le pensioni sono state equiparate al salario minimo e tre milioni di giovani -su una popolazione di 28- studiano nel ciclo universitario o superiore. Pubblicano sul “Il Fatto”, un articolo dal titolo: “Venezuela, il presidente Chavez verso il controllo statale del sistema bancario” (1). Sono mossi dallo sdegno per l’amaro destino di un mariuolo finito in galera, nonostante fosse banchiere, per aver truffato lo Stato e i cittadini. Nutrono una acida avversione per il controllo statale del sistema bancario perchè -loro- sono sempre a favore delle privatizzazioni. “A prescindere” direbbe Totò.
Zero intervento statale nell’economia, e poi lo stato deve lasciare liberi i banchieri di fare quel che gli pare e piace. Quando va male, naturalmente, lo Stato deve metter il proprio pecunio per salvarli. A costo zero per i truffatori, per dio!
Io preferisco che lo stato intervenga nell’economia e attui un ferreo controllo sul sistema bancario, possedendone una parte, esattamente come succedeva in Italia fino agli anni novanta. Ai fini pratici debbo dire a sti filo liberisti, ai firmatari dell’articolo ed al loro direttore, che vivendo in Venezuela mi trovo molto meglio ad avere il conto in una banca statale.
Da quando il governo venezuelano ha cominciato ad intervenire nel settore e controllare un pò le banche, la mia situazione finanziaria è migliorata. Infatti, prima, avevo un conto in una banca privata ed ero costretto a pagare fior di commissioni, perfino quando ritiravo il denaro col bancomat, presso la mia stessa banca!
Da quando lo stato venezuelano è diventato propietario del 40% delle banche, io ho aperto il conto presso il Banco del Tesoro, banco statale, dove non solo non pago commissioni per ritirare i miei soldi, ma non pago nessun tipo di commisisone e gli interessi passivi per i prestiti, sono più bassi di quelli delle banche prívate. A voi liberisti piace essere spennati dai banchieri, a me non piace e lo confesso ad alta voce.
Sappiate, signori Barolini, Cavallito e Padellaro che negli USA stanno introducendo una tassa dell’1% per il ritiro dei propri soldi attraverso il Bancomat (2). E se passa negli USA, state pur certi che sta legge arriverà in Italia. Era la stessa tassa che esisteva in Venezuela e che il governo di Chavez ha provveduto a sopprimere. A voi piace essere spennati, quindi continuate pure ad appoggiare le privatizzazioni ed i governi liberisti. Avete il diritto di fare l’apologia del neoliberismo, ma non potete pretendere che tutti siano masochisti e vi battino le mani. Quel che è inaccettabile è che sputate livore contro realtà sociali che disconoscete.
Nell’articolo apparso sul quotidiano di Padellaro, vogliono far passarse il propietario del Banco Federal, tale Nelson Mezerhane, per un povero angioletto indifeso e perseguitato dal regime scellerato a antiumano di Hugo Chávez.
Bastava ascoltare le dichiarazioni del presidente dell’Associazione Bancaria Venezuelana, ossia il banchiere Juan Carlos Escotet (3), presidente di Banesco Venezuela, per rendersi conto che razza di delinquente è il figuro di cui fate la difesa d’ufficio d’ordinanza. Escotet, ha elogiato l’operato del governo venezuelano e delle autorità statali, per aver attuato con fermezza e prontezza, eliminando una mela marcia.
Lei invece, signor Padellaro, ha difeso un malfattore come Mezerhane, propietario del Federal che -più che banca- era diventata una associazione a delinquere, specializzata nell’assalto all’erario. Il vostro difeso Mezerhane obbligó tutti i suoi dipendenti -migliaia di persone- a comprare presunti buoni statali, poi risultati falsi. I soldi incassati erano veri e se li è portati all’estero. E’ difendibile un simile truffatore? Bastava una semplice ricerca su Internet per conoscere queste magagne.
Tra l’altro, c’e’ da aggiungere che il “banchiere” latitante è indagato anche come mandante dell’omicidio del giudice Danilo Anderson, fatto saltare in aria, come i giudici italiani Falcone e Borsellino.
Quel giudice assassinato era il PM delle indagini sul colpo di stato che ci fu in Venezuela nell’aprile del 2002, e stava indagando sui legami tra media e golpe. Gli esecutori materiali di questo delitto sono in carcere, mentre come mandanti i giudici segnalano il Mezeherane.
E che dire dell’altro latitante strenuamente difeso? Guillermo Zuloaga, socio del Mezerhane -come tale sarebbe un’altra “vittima della libertà d’espressione”- è un usuraio di vocazione e di professione. In un’intervista rilasciata davanti a centinaia di giornalisti e ripresa da tutti i media del mondo (sfuggita al Padellaro e ai due articolisti), candidamente confessa di essere uno speculatore: “Si, può essere vero che io sia uno speculatore, però grazie a questa mia attività creo posti di lavoro”(sic!) (4).
Zuloaga aveva il monopolio dell’importazione di auto e le immetteva sul mercato ad un prezzo tre/quattro/cinque volte il loro valore reale (reato punito anche dal codice penale italiano), ma addirittura chiedeva una tangente al povero compratore. Al malcapitato compratore imponeva una estorsione aggiuntiva: pagare un’auto per esempio del valore di 10.000 euro, ben 50.000 euro. I Zuloaga, padre e figlio, facevano credere che non c’erano auto nel mercato e per poterne avere una dovevano sborsare una certa quota extra, ossia una tangente. (5).
La liquidazione del banco Federal è intervenuta a tutela dei risparmiatori; lo Stato ha restituito ai risparmiatori che avevano fino a 30.000 bolivares, l’intero ammontare del deposito; quindi il 95% dei risparmiatori non hanno perso nulla. Lo stato è dunque prontamente intervenuto a tutelare il risparmio coi soldi pubblici e -come dice la legge- ha congelato i beni del banchiere-mariuolo: immobili, auto di lusso, barche, aerei sono finiti sotto sequestro e si venderanno per pagare i debiti accumulati.
Tra i beni del Mezerhane vi è un pacchetto azionario minoritario della società proprietaria della TV Globovision. Ben presto metà di questa TV passerà nelle mani dello stato e sicuramente lei ed il suo giornale, dall’alto dell’ignoranza dei fatti venezuelani, si affretterà a scrivere che lo Stato ha fatto fuori una Tv di opposizone. Verba volant, scripta manent.
Nessuna “persecuzione”, ma una politica tendente a proteggere il mercato finanziario nazionale, cercando di spezzare la pericolosa distorsione dei monopoli, in primo luogo quelli appartenenti a gruppi stranieri. L’anno scorso lo Stato ha nazionalizzato l’importante Banco Venezuela, appartenente all’iberico Gruppo Santander. Non si è trattato di confisca o espropriazione a costo zero. Lo Stato ha usato la sua liquidità per indennizzare e controllare il 40% del circuito bancario.
In tutti gli altri casi, a fronte di situazioni abnormi e illegali, gli organi competetenti sono intervenuti in difesa dei risparmiatori e degli interessi nazionali, e le proprietà di questi banchieri sono entrate a far parte del patrimonio pubblico come rivalsa per il pagamento dei debiti lasciati. Poi le ha accorpate, creando un nuovo banco denominato “Banco Bicentenaio”.
Ognuno difende quel che ama, nel vostro caso vi spendete per questa tipologia di “banchieri”. Non domi, con sprezzo del ridicolo, v’azzardate a insinuare che il Venezuela è la nazione a maggior rischio di fallimento del mondo (doppio-sic).
Il Venezuela galleggia letteralmente sulla maggior riserva mondiale di petrolio ed è il quarto detentore di gas. I titoli e bond venezuelani sono inoltre garantiti con miniere d’oro, alluminio, coltran, ecc.
Pochi mesi fa l’ENI ha firmato in Venezuela un accordo ed investirà 7 miliardi. I due scrivani de “Il fatto” praticamente dicono che i dirigenti del più importante gruppo capitalistico italiano sono dei fresconi e buttan via ben 7 miliardi in un Paese sull’orlo del baratro. Gli imbecilli, però, non sono i dirigenti della parastatale ma quelli che dirigono questa gazzetta sbarazzina. L’ENI non è stata privatizzata al 100%, e lo Stato italiano è ancora propietario di una parte consistente dell’Ente Nazionale Idrocarburi. Stanno buttando denaro pubblico o “Il fatto” ha già buttato via la sua credibilità?
L’ENI è in buona compagnia visto che è andata ad investire nella regione dell’Orinoco assieme alla Russia, Cina, Stati Uniti, Spagna, Giappone, Portogallo, Iran, Brasile, India ecc.. Sono tutti “sprovveduti” che investiranno -nel giro di pochi anni- qualcosa come 100 miliardi di dollari? Inoltre, il governo di Caracas non ha debiti, vanta forti riserve monetarie, ha messo alla porta il FMI da tempo e condivide sostanziosi “fondi sovrani” binazionali con la Cina, Russia e Iran.
Parliamo di Borse. Quella italiana, da ottobre del 2007 allo scorso giugno ha perso il 53,0%; nel 2008 ha perso il 49.5%, nel 2009 ha guadagnato il 19,5% e nel 2010, a metà anno, sta perdendo il 16,9%. La borsa del Venezuela nello stesso periodo sta guadagnando il 69,4%. Nel 2008 ha perso il 7,9%. Nel 2009 la borsa venezuelana ha guadagnato il 57,7%, Nel 2010, alla fine del primo semestre, sta guadagnando il 18.3% (9).
Dunque, nello stesso periodo, quella venezuelana è aumentata del 69.4% -quarta miglior borsa in assoluto al mondo- quella italiana ha perso il 53%! Chi starebbe tracollando, please? Per evitare di diffondere corbellerie o disinformazione economica, sarebbe opportuno documentarsi meglio. E’ d’uopo evitare di ignorare che il Venezuela ha al suo attivo la prima riserva mondiale certificata di petrolio estraibile, qualcosa come l’equivalente di circa 10 volte il PIL mondiale di un anno, vale a dire il PIL del pianeta terra di un decennio.
1) L’articolo è leggibile al seguente url: http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/07/03/venezuela-il-presidente-chavez-e-la-sua-guerra-alle-banche/
2) La notizia del disegno di legge, tendente a tassare negli USA il prelievo del soldi al Bancomat è leggibile a questo Url: http://www.redstate.com/erick/2010/07/08/democrats-want-to-tax-your-atm-withdrawals/
3) Leggasi le dichiarazioni di Juan Carlos Escotet, Url:http://www.enfoques365.net/N13164-consejo-bancario-y-asociacin-bancaria-de-venezuela-ratificaron-solidez-de-la-banca.html;
4) Vedasi la dichiarazione di Zuloaga, alla fine di questo filmato pubblicato in You Tube, url: http://www.youtube.com/watch?v=I-Z3Vm1MI4E. In questo video Zulouga dopo essersi dichiarato a favore del golpe in Honduras, parla delle accuse contro di lui da parte della magistratura ed appunto dichiara che può anche essere vero che sia uno speculatore, però lo fa al fine di creare posti di lavoro.
5) Per approfondire il tema dei reati commessi da Zuloaga e famiglia consiglio il video all’url: http://www.youtube.com/watch_popup?v=G9xjplbe0Q4&vq=medium#t=504
Fonte: http://selvasorg.blogspot.com/2010/07/il-fatto-quotidiano-e-le-banche.html
Messaggi
1. “Il fatto quotidiano” e le banche (venezuelane e italiane), 4 agosto 2010, 17:00, di Luigi
Brava Lisa! Ci voleva proprio un articolo così! Questi della banda di Travaglio sono buoni soltanto a fare gli antiberlusconiani, ma quando si tratta di imbastire un discorso serio, economico, si rifugiano nel liberismo più sfrontato. Non riescono a capire che accanto alla libertà di informazione c’è il diritto a non crepare di fame, a non vendere il proprio lavoro per l’elemosina. Non possono ammettere che, nel nostro avanzatissimo occidente, "libertà di informazione" ha un significato ben labile, poiché la stragrande maggioranza dei media fa riferimento a ben determinati gruppi economico-finanziari.
1. “Il fatto quotidiano” e le banche (venezuelane e italiane), 6 agosto 2010, 16:23, di Ef
Io ho vissuto in Venezuela dal 1999 fino al 2005 e posso dire che le cose sono solo peggiorate.
I prezzi sono aumentati incredibilmente , la qualita’ dei prodotti e’ peggiorata e persino e’ diventato difficile trovare beni di prima necessita’ . Non parliamo poi della sicurezza che non esiste piu’. Io non farei crescere i miei figli a Caracas!
Sicuramente preferirei pagare una piccola commissione sul prelievo e poter girare tranquillamente per la città e poter spendere in quello che voglio i pochi soldi che ho.
Mi spiace non pensarlacome voi ma hovissuto in Venezuela e la situazione non e’ quella che si descrive in questo articolo. Arrivederci
2. “Il fatto quotidiano” e le banche (venezuelane e italiane), 6 agosto 2010, 19:33, di viviana
Quand’è che Travaglio si sarebbe occupato del Venezuela? E chi sarebbero quelli della banda Travaglio?
viviana
3. “Il fatto quotidiano” e le banche (venezuelane e italiane), 7 agosto 2010, 11:54
Io sto vivendo in Venezuela. Si, è vero che c’e’ insicurezza, ma alla fine non è che ti ammazzano per strada come un cane! Basta andare la sera e la notte a Las MERCEDES per rendersi conto che poi tutta questa insicurezza è un mito appositamente creato. Insomma non nego che non ci sia, pero’ facciamo attenzione. In quanto alla difficoltà di trovare beni di prima necessità è una balla. Qua in venezuela trovi di tutto e di piu’. Adesso con i supermercati Bicenbtenario (ex Exito ed ex Cada) oltre a Pdval e mercal, arepera socialista e bar venezuela ad ogni angolo puoi comprare beni di prima necessità (e non solo) a prezzi stracciati, come la carne di primo taglio a 1.5 euro al chilo. per favore non facciamo disinformazione.
Sai qual’e’ il paese con il piu’ alto indice di diffusione al mondo di blackberry? E’ il Venezuela. Io personalmente non ho un b., me lo potrei permettere ma non ci tengo. Sai qual’e’ il paese del mondo dove si vendono piu’ fuoristrada Hummer? La risposta e’ sempre il Venezuela. C’e’ un altro record che forse ignori. Quante volte in vita tua sei andato in un Hotel a 5 stelle? Negli Hotel a 5 stelle trovi sempre un posto, in qualsiasi data, in qualsiasi parte del mondo, meno che in Venezuela. Prova a contattare il GRand Hotel di Puerto La Cruz o o quello di Tucacas o di Porlamar ... non troivi un posto neppure a pagarlo carissimo (1.000/1.500 bsf al giorno). Sto cercando disperatamente un posto in un hotel a 5 stelle in una città di mare in Venezuela per fine agosto. Tutto esaurito. Ti invito a contattarli; fai la prova. Come ben sai il Venezuela, esclusi alcuni posti (Los roques) non ha molti turisti stranieri. Sono i venezuelani che affollano gli hotel. E questo sarebbe il paese dove scarseggiano i beni di prima necessità!