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In appello 7 anni a Dell’Utri: " Ma quali reati contro di me solo minchiate"

Publie le martedì 29 giugno 2010 par Open-Publishing
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Questi due nella foto hanno molto in comune, per questo si baciano con trasporto.

Mentre Cuffaro riceve ieri una richiesta dal PM di 10 anni di carcere , “non merita attenuanti”,il caro amico del berlusca viene condannato in Appello poco fà a scontare 7 anni di detenzione.

Cala sempre più la maschera del berlusconismo che cade proprio lì dove era nato, nei rapporti con la mafia.

In relazione al processo penale in Appello che sta subendo a Palermo, Dell’Utri in queste ore aveva tenuto a ribadire : «Non reati penali, ma minchiate».

Speriamo siamo sempre minchiate come queste: prima o poi quel disgusto di destra che ogni tanto traspare ( vedi il caso Brancher ) forse diventerà una valanga…voglio dire anche a destra da qualche parte, magari ben nascosta, dovrebbero ancora avere merce come la dignità, l’onore e “minchiate ” simili come direbbe Don Dell’utri…

La sua assoluzione avrebbe significato la «condanna» della Procura di Palermo: era questo il cuore della questione, che agitava il senatore Marcello Dell’Utri (Pdl, fra i fondatori di Forza Italia), in attesa della sentenza di secondo grado nel processo per concorso in associazione mafiosa, dopo che i giudici si sono chiusi in camera di consiglio.

L’altra mattina Dell’Utri si era detto «tranquillo», uno stato d’animo che gli ha consentito di «restare vivo» dopo «quello che mi hanno fatto patire», ma se anche dovesse arrivare l’assoluzione «non avrò nulla di cui gioire – dice – perché hanno già distrutto la mia vita». Per Dell’Utri, il procuratore generale «è un replicante di un pezzo della Procura della Repubblica di Palermo», un «ventriloquo del procuratore aggiunto Ingroia», membro di una Procura che «continua a sostenere tesi da fanatici».

Ma vediamo ai dati.

In data 11 dicembre 2004, il tribunale di Palermo ha condannato Marcello Dell’Utri a nove anni di reclusione con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il senatore è stato anche condannato a due anni di libertà vigilata, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e il risarcimento dei danni (per un totale di 70.000 euro) alle parti civili, il Comune e la Provincia di Palermo.

Nel testo che motiva la sentenza si legge:...

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