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L’Euro: la più colossale rapina delle masse europee

Publie le domenica 7 novembre 2004 par Open-Publishing
8 commenti

Dazibao Economia-Budget Europa


di Capire per agire

Basta piagnuccolare sull’impoverimento crescente!

Lotta a fondo, invece, all’arricchimento dilagante sulle nostre spalle

La nuova moneta ha comportato, dal primo gennaio 2002, la sostituzione di 13 miliardi di banconote e 7 miliardi di monete. Dal 1° marzo 2002 l’euro è divenuta l’unica valuta avente corso legale in Italia.

L’introduzione dell’euro, la moneta unica europea, è stato un fatto epocale, che ha coinvolto un intero continente, oltre 370 milioni di cittadini di dodici Paesi (Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Lussemburgo, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Portogallo e Spagna).

Passando i mesi, questi euro-cittadini si accorgevano che i conti non tornavano più. Stando in Italia, mentre l’Istat registrava “tranquilli” aumenti dei prezzi dell’ordine del 2,5-2,7%, la massaia o il pensionato addetto alla spesa quotidiana, notava aumenti dei prezzi spropositati. Col 2003, l’ignoranza popolare giungeva alla bestemmia (fortemente redarguita da economisti accademici e soprattutto dai nostri saggi governanti): 1€ = 1.000 Lit.! La banconota da 50€ = 50.000 vecchie lire, ecc. Solo così ragionando si evita(va) di uscire pazzi: i conti torna(va)no, e l’Istat aveva ragione.

Il problema era, ed è, che i salari, gli stipendi e le pensioni vengono calcolate utilizzando, rigorosamente, l’equivalenza 1€ = 1.936,27Lit.; mentre i prezzi delle merci, beni e servizi, sono calcolati sulla base dell’equivalenza 1€ = 1.000Lit. Pertanto, la rapina (perché ormai il popolo ignorante ha capito che di rapina trattasi) non consiste(va) semplicemente nel vizietto dell’arrotondamento in eccesso, bensì in una colossale manovra di spostamento di ricchezza dalle masse popolari alle banche centrali (dalla Bce, giù fino a Bankitalia), da queste alle banche ordinarie, e dalle banche ai capitalisti.

Qui possiamo solo accennare alle tecniche monetarie e finanziarie usate dai ministri europei e dai banchieri centrali per portare a segno la rapina del millennio, a mano disarmata. Non siamo degli specialisti in materia. Attendiamo, pertanto lumi, da chi lo è, soprattutto da chi non ha (ancora) venduto oltre che l’anima anche il proprio cervello al capitalismo parassitario.

La prima tecnica pare sia stata lo stesso calcolo dei parametri di conversione. Mentre le nostre vecchie 2.000 sudate lire andavano cambiate in circa 2 euro, si è deciso che avremmo dovuto ricevere in cambio una sola schifosissima monetina da 1€. Una gran parte del “resto che cola” è attribuibile al “diritto di signoraggio”, cioè al diritto che permette a chi conia moneta (lo Stato, tramite la banca centrale) di vendercela ad un prezzo superiore al costo di produzione. In parole povere, poniamo che il costo di produzione di una moneta da 1€ sia di 0,70€, la differenza (cioè 0,30€) costituisce il signor-aggio (l’aggio del Signore) incamerato dalla Bce, da Bankitalia, ecc.

Ci sono, per stare al nostro esempio, ancora circa 0,20€ che mancano, nelle nostre tasche, e sono ancora da spiegare.

Nel periodo di passaggio all’Euro, il corso dell’oro è stato il seguente: 31/12/2001 > 279,00 Us$/oncia; 31/12/2002 > 348,20. Guarda caso l’oro per i 4 anni precedenti si era attestato al livello del 2001:
29/12/2000 > 273,60
31/12/1999 > 289,60
31/12/1998 > 289,20
31/12/1997 > 289,90.
E’ vero che ormai i nostri sistemi monetari sono a corso forzoso, cioè formalmente disancorati dall’oro. Ma l’oro resta sempre Il Denaro, la merce universale, cui tutte le merci fanno, idealmente, riferimento. Per inciso, proprio ieri, 4/11/04, l’oro ha raggiunto i massimi da 16 anni: al fixing di Londra la quota raggiunta è stata di 432,15/432,90 dollari/l’oncia, guadagnando negli ultimi due giorni 10 dollari/l’oncia! Ora, le banche centrali detengono grosse riserve auree; che utilizzano per influenzare - quando occorre - il prezzo dell’oro stesso: facendolo diminuire vendendolo, e aumentare acquistandolo. Basterà controllare l’andamento delle riserve auree bancarie dal 2001 al 2002, per verificare se e come le banche centrali hanno contribuito all’innalzamento del prezzo dell’oro, il quale a sua volta ha influito sul deprezzamento (implicito) della lira nel suo passaggio all’euro.

Questo nei rapporti tra euro-capitale finanziario e masse popolari europee. Si potrebbe obiettare che anche i capitalisti, la mattina del famigerato 1 gennaio 2002 (è la data di commissione del reato) sono stati a loro volta rapinati, per cui i rapinatori avrebbero, in parte, rapinato se stessi. Le cose non stanno realmente così. Per prima cosa bastava aver tenuto i conti bancari in dollari Usa o in franchi svizzeri (fatto normale per chi s’intende, e può, di finanza): è ormai risaputo che, ad es., i conti bancari delle holding preferiscono il clima delle isole lontane (Caymann, ad es.) a quello dello stivale. In secondo luogo, i capitalisti sono stati, in ogni caso, ampiamente rimborsati con gli interessi, nei giorni successivi mediante il meccanismo asimmetrico spiegato all’inizio (salari ancorati alle lire svalutate, prezzi delle merci in euro sopravalutati).

Ma c’è di più. L’euro è stato un vero e proprio campo di battaglia, nell’ambito della guerra monetaria che è iniziata dal secondo dopo-guerra tra gli imperialismi europei, e si è conclusa (per ora) l’1/1/1999 con l’accordo (di pace) sulla “moneta europea”, mentre è iniziata una guerra monetaria, ancor più estesa e violenta, tra area Euro e Usa. Chi sono stati i vincitori e chi i vinti?

L’€ altro non è che il marco tedesco assurto a moneta unica europea. Grazie all’Euro, il capitale monopolistico finanziario tedesco (e in parte franco-tedesco) ha inferto un colpo, ad es., al capitale italiano e, di riflesso, alle masse popolari italiane, diminuendone il valore reale (e quindi, salari, stipendi, pensioni). L’oligarchia finanziaria italiana si è difesa, come detto, tenendo il grosso dei propri patrimoni monetari in dollari Usa e in franchi svizzeri, parte in marchi tedeschi e franchi francesi, e scaricando i costi della svalorizzazione sui piccoli azionisti e i “risparmiatori”. Questo è avvenuto, principalmente, imponendo tassi irrevocabili di conversione delle valute, ad es. il tasso di cambio lira/euro (1936,27/1), assolutamente errati per difetto (rispetto alla lira, per noi). In secondo luogo, avendo come riferimento un rapporto di cambio 1:1 tra € e $ Usa, in un periodo in cui il $ Usa risultava sopravvalutato rispetto alla £, che era stata svalutata una decina di volte negli ultimi anni.

Riassumendo. L’€ ha impoverito le masse europee in genere (soprattutto in Italia, Grecia e Portogallo, poi Spagna e, in misura minore, in Francia e Germania). E non solo: anche una parte della borghesia concorrenziale, industriale e commerciale, cioè quella non monopolistica, è stata alleggerita; ed è quella che più si lamenta della concorrenza cinese e alimenta la Lega, An e Udc. L’oligarchia finanziaria italiana, invece, si era e si è avvantaggiata dal passaggio all’€ in quanto la moneta unica permette una più veloce (e meno costosa) circolazione europea del capitale finanziario, soprattutto nella sua forma speculativa. Non sappiamo quali altri vantaggi segreti essa abbia strappato ai tedeschi (penso ai mercati dell’est europeo, tradizionale monopolio tedesco; probabilmente se li sono spartiti: la Romania all’Italia con mano libera sui Balcani, l’Ungheria e la Cekia alla Germania; ecc.).

Su Internet stanno girando in queste settimane appelli per il recupero di quanto rapinatoci col “signoraggio”. Nulla in contrario, anzi! Resta da vedere come è possibile ottenerlo, e se ciò sia effettivamente possibile. Discutiamone. Per ora, gli operai - giustamente - rivendicano aumenti consistenti dei salari: e questa è una via pratica per recuperare parte del maltolto. Dovremmo organizzarci per ottenere anche l’aumento delle pensioni, così come la riduzione degli affitti, delle bollette (a partire da quelle elettriche, le più care d’Europa!), ecc.

Insomma, è giunto il momento di smetterla di piangerci l’uno sulle spalle dell’altro, commiserandoci a vicenda sul nostro impoverimento crescente: cerchiamo di organizzarci e di portare una lotta a fondo contro quelli che, sulle nostre spalle non piangono, bensì si stanno arricchendo all’inverosimile!

http://capireperagire.blog.tiscali.it

Messaggi

  • Alla luce di qunto scritto nell’articolo, non comprendo come mai il rapporto euro/dollaro odierno sia attorno e’ 1,29. Cioe’ per 1 euro ci vogliono 1,29 dollari. Investendo in dollari americani nel momento del passaggio tra lira ed euro e mantenendo i dollari fino ad oggi, quanto si avrebbe perso?
    Se il nostro potere d’acquisto e’ calato, quanto e’ calato il potere d’acquisto degli americani? O, vedendola in altro modo, i loro salari (calcolati in dollari) sono piu’ che raddoppiati?

    Sicuramente gli italiani (me compreso, ahime!) hanno perso una grossa fetta del loro potere d’acquisto. I salari non sono aumentati (anzi...), ma i prezzi si’. Pero’ l’analisi delle cause non mi sembra riconducibile solo all’introduzione dell’euro. Gli aspetti da considerare sono molteplici, dalla sempre piu’ estesa globalizzazione e ridefinizione dei mercati mondiali, alle numerose norme che impongono un controllo maggiore sulla qualita’ dei prodotti, alle norme che tutelano maggiormente i lavoratori.
    Si poteva evitare tutto cio’? Credo di si’. Ma come si poteva evitare allora, si potrebbe riaggiustare adesso. Come? Semplice, raddoppiando gli stipendi!
    Ma per raddoppiare gli stipendi bisogna fare in modo che il lavoro renda il doppio, eliminare le inefficienze, le ruberie, le furbizie, incentivare la ricerca, la cooperazione, le idee....
    qui pero’ il discorso diventa molto piu’ complesso e mi ritrovo ad essere pienamente d’accordo con l’autore dell’articolo: "Basta piagnucolare, rimbocchiamoci le maniche!"

    Smettiamo di parlare male dell’euro!
    Grazie.

    Marco Tamanti

    • L’EURO HA SALVATO L’ITALIA DALLA SORTE DELL’ARGENTINA

      Io direi che per quanto riguarda l’Italia è proprio l’euro provvidenziale che la salva dalle sorti dell’Argentina.Berlusconi e Tremonti hanno condotto un’allegra politica economica che ha condotto lo Stato italiano sull’orlo della bancarotta.
      In primo luogo, quanto alla corsa dei prezzi, va ricordato che il tasso dell’inflazione italiana nel primo biennio della moneta unica si è rivelato nettamente superiore a quello degli altri paesi che hanno adottato la medesima valuta: più del doppio, per esempio, di quello tedesco. Come mai altrove non si sono verificati quei picchi di aumento che, invece, hanno subìto i consumatori italiani? Questa è una domanda elementare alla quale finora l’attuale inquilino di Palazzo Chigi non ha mai dato risposta.

      In secondo luogo l’articolista dimentica che con l’ingresso nell’euro l’Italia ha beneficiato di una caduta verticale del costo del denaro. Novità già molto positiva per l’intero sistema perché ha aiutato gli investimenti delle imprese, oltre che dei risparmiatori garantendo loro, per esempio, mutui a basso costo per l’acquisto di case. Ma novità ancora più favorevole per il governo, che ha visto in pratica dimezzarsi il costo degli interessi sull’enorme debito pubblico. Che poi lo stesso governo non abbia saputo approfittare di questo straordinario vantaggio per dare un taglio robusto al debito non è certo colpa dell’euro, ma della scarsa capacità ovvero volontà di bene amministrare da parte dei ministri in carica.

      In terzo luogo, un esercizio che sembra utile raccomandare all’articolista è di chiedersi in quale situazione sarebbe oggi l’economia italiana se Ciampi e Prodi non fossero riusciti ad agganciarla all’euro. A quale livello di cambio starebbe la vecchia lira? A quale vetta drammatica il costo del denaro? A quale velocità sarebbe tornata la corsa dell’inflazione? E quali, ancora più devastanti, buchi si sarebbero aperti nella finanza pubblica?

      Da ultimo, ma non per ultimo, Berlusconi dovrebbe riflettere su un altro fondamentale aiuto che l’euro offre proprio al suo governo. Con la vecchia lira il mercato dei cambi avrebbe provveduto, giorno dopo giorno, a segnalare con continue cadute il giudizio della comunità finanziaria internazionale sulla cattiva gestione dell’economia domestica. Oggi, per fortuna del governo e disgrazia degli italiani, questo termometro implacabile non c’è più, proprio grazie all’euro. Un cero? Con questa disperata situazione anziché raccontare panzane, bisognerebbe accenderne un’intera batteria: la mattina, a mezzogiorno e la sera. Perchè l’Euro ha evitato all’Italia la sorte dell’Argentina,malgrado il governo ce l’abbia messa tutta per farla precipitare nello stesso baratro

    • Caro Marco, so bene che la mia "analisi" è carente, ma la rimurginavo da troppo tempo e ho dovuto buttar giù qualcosa, tanta era la rabbia che mi tenevo (e tengo) dentro. So bene, anche, che il processo inflazionistico e la riduzione dei salari precedono l’introduzione dell’euro, e che ci sono mille altre cause che portano alla rovina le masse popolari. Tuttavia, resta il fatto che l’euro ha permesso alle classi dominanti europee (soprattutto tedesca e francese) di fare il "colpo grosso". Credo di avere ragione sul punto, anche se i miei strumenti analitici non sono forse dei più perspicaci. Quindi, non si tratta genericamente di "parlar male dell’euro" (in se e per se, una moneta come un’altra), ma di capire come esso sia stato il pretesto e il veicolo di una colossale rapina. Per quanto riguarda il dollaro, esso è stato costantemente svalutato onde scaricare gli immani "debiti gemelli" Usa sul resto del mondo, e sull’Europa in particolare. Qui entrano in gioco, appunto, i rapporti tra imperialismo Usa e imperialismi europei, nei quali - per il momento - gli europei stanno pagando lo scotto agli statunitensi. Cercherò, se mi sarà possibile, di dedicare un post anche a questo problema. Ciao. s.b.

    • L’Euro ha salvato l’Italia ... ?! Ma quale Italia? Dei Berlusconi, Tronchetti Provera, Benetton, clan Agnelli, Del Vecchio, Colaninno, Romiti, ecc. ecc., cioè di un pugno di avvoltoi della finanza; o quella delle masse proletarie: operai, disoccupati, precari, pensionati con la minima, donne proletarie, artigiani e contadini poveri, ecc.? Per la prima, sono pienamente d’accordo col commentatore critico. Per la seconda, mi metto le mani sui pochi capelli che mi son rimasti: se l’Euro è la nostra ancora di salvezza, vuol dire che per noi non c’è poprio più speranza!!!

      Il commentatore anonimo pare un ammiratore entusiasta dell’euro ... imperialismo! L’Euro è una moneta come un’altra, non ha e non può avere i poteri magici magnificati dal commentatore anonimo: può, invece, e lo ha fatto, a mio modesto e sofferto parere, camuffare e veicolare la più colossale rapina delle masse popolari europee! Il paragone con l’Argentina non sta nè in cielo nè in terra: sono due situazioni completamente diverse e non confrontabili. E’ solo un modo per sviare il dibattito dal problema che ho cercato, forse non in modo impeccabile, di sollevare. In ogni caso, siamo d’accordo tutti col criticare la politica economica del governo Berlusconi (non ci vuole molto). Il problema è che, anche se al posto del centro-destra Berlusconi-Fini ci fosse stato un governo di centro-sinistra, continuatore della politica di Prodi e D’Alema, la rapina suddetta si sarebbe perpetrata ugualmente. s.b.

    • Pienamente d’accordo con voi,l’€ è stata la salvezza dell’ Italia in questi anni,immaginate una crisi Parmalat e Cirio affrontate con la lira...Prendiamocela con chi ha aumentato i prezzi e con chi non ha vigilato ma non con la moneta unica,anzi magari ringraziamo chi ci ha portato ad agganciarla.

    • Vedo che chi condanna l’euro che ha tamponato il disastro Italia,cerca di stornare l’attenzione dai responsabili al governo che quest’euro ,ancora di salvezza di una lira che oggi al cambio sarebbe da baratto noccioline/fusaglia,non hanno voluto e saputo amministrare .Che poi quest’euro amministrato da chi depenalizza il falso in bilancio abbia favorito gli stessi,non è colpa dell’euro,ma sempre di questi amministratori,predatori della cosa pubblica.M.P

  • L’ammontare della truffa del signoraggio privato sulla moneta
    ammonta a 1,275 milioni di euro a testa! Ogni giorno, in Europa,
    perdiamo circa 100 miliardi di euro di signoraggio.
    Per fare un paragone, il traffico europeo di droga (esclusi i
    medicinali) ammonta a 20 milioni di euro.

    Per approfondire:
    http://saba.fateback.com

    Cordialmente,

    Marco Saba