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L’Impero dei Buoni - L’enorme incapacità auto-riflessiva degli Stati Uniti ci p
par Daniel Patrick Welch
Publie le martedì 13 settembre 2011 par Daniel Patrick Welch - Open-Publishingdi Daniel Patrick Welch

Quando Lois Griffin viene eletta sindaco di Quahog sfruttando senza ritegno i peggiori e più stupidi riferimenti all’11 settembre, il pubblico si scandalizza. Ma quando la stessa cosa accade nella realtà, quando la stessa situazione si replica all’infinito in un tentativo sempre più riuscito di scollegare le persone dal loro intelletto, dalla loro coscienza e dal loro istinto di conservazione, nessuno si rende conto di ciò che succede. “Mai dimenticare!” strillano i giullari e le cheerleader di regime, come se ciò fosse davvero possibile.
Negli ultimi dieci anni, ogni marcia verso la guerra, ogni “area di libero intervento” (Free Speech Zone), ogni passo verso la criminalizzazione del dissenso – l’intera faccenda è stata sempre puntualmente accompagnata dalla ripetizione insensata, dalla minaccia intrisa di terrore fascista di non fare troppe domande o pensare troppo, perché "l’11 settembre ha cambiato *tutto*". C’è un battuta un po’ rude e agghiacciante che gira per la rete, su Facebook e altri social network, riferibile ai Palestinesi o ad altre vittime della sete di vendetta dell’impero americano: “il vostro 9/11 è il nostro 24/7”.
Noi americani abbiamo così poca capacità di auto-analisi che, apparentemente, preferiamo continuare a vederci come eterne vittime invece che iniziatori di una guerra dopo l’altra. In tutte le parate, le feste e le pompose auto-celebrazioni nelle quali gli americani hanno festeggiato il presunto assassinio di Osama Bin Laden (accolto invece con orrore da buona parte del resto del mondo), non c’è stato mai nemmeno un briciolo della riflessione ragionata e ponderata che ci si aspetterebbe da un gruppo di adulti maturi. Al contrario, tutto questo sembra un’eterna ripetizione della scena dei Griffin di cui sopra. Nessuno che abbia posto dubbi e domande, nessuna azione concreta contro la guerra, nessun interesse reale nel valutare le conseguenze a lungo termine delle azioni del nostro governo. Nulla, letteralmente, al di là della domanda "quanto spenderemo per sentirci di nuovo al sicuro?".
Sono tempi davvero deprimenti e spaventosi in cui vivere. Il nostro sistema politico è così distorto che i due partiti principali americani, che fingono di rappresentare interessi diversi, sono regolarmente d’accordo su tutte le questioni principali che servono gli interessi delle lobby che li sostengono finanziariamente. Ciò che è peggio è che l’elettorato non se ne è ancora reso conto, rendendo sempre più tristemente vera la famosa affermazione di Jay Gould che sosteneva di poter “ingaggiare metà della classe operaia per uccidere l’altra metà”. Il popolo americano è così confuso e raggirato che il il nostro circo politico riesce indisturbato a proseguire nei suoi affari dirottando l’attenzione popolare su temi come il tetto del debito o il taglio del deficit (spendendo per la guerra, intanto, più denaro di tutte le altre nazioni del mondo messe assieme...!). E ancora peggio, la cosiddetta “sinistra” si lascia cullare dal fascino di un presidente democratico, nientemeno un nero, le cui scelte sarebbero state duramente criticate e osteggiate se dopo il suo nome ci fosse stata una R. al posto della D. Una vera farsa.
Ma non corriamo troppo. Come disse un celebre tedesco, quando la storia si ripete è sempre una tragedia prima che una farsa. E noi siamo ancora così sporchi di sangue per tutte le morti e la sofferenza che il nostro governo ha causato in nome della spinta a vendicare l’11 settembre, che sarebbe presuntuoso non considerare l’enorme tragedia tuttora in corso. Più di un milione di persone sono state uccise per la nostra incessante e insaziabile sete di sangue. È come se gli americani, del tutto convinti di essere sempre dalla parte dei buoni, abbiano perso completamente il senso della misura. Nello schema delle cose, e dando anche solo un’occhiata ai dati, è dolorosamente ovvio che la distruzione portata avanti dalla politica estera americana supera e rende spropositatamente minuscola ogni eventuale distruzione subita dagli stessi Stati Uniti. Ma è sempre tristemente vero che gli obiettivi dell’impero galleggiano su un mare di sangue – se non anche gli imperialisti stessi. Come disse Robert Emmet al giudice che lo condannò a morte: “... se fosse possibile raccogliere tutto il sangue degli innocenti che avete versato nel corso del vostro ministero, Sua Eminenza potrebbe nuotarci dentro".
La Libia è l’ultimo timbro sul biglietto americano di sola andata verso l’inferno. Il bombardamento sconsiderato contro l’ennesimo stato sovrano ha avuto tuttavia un momento di pericolo: la faccenda della NATO che uccide il nipote di Gheddafi e il suo figlio acquisito stava iniziando a causare ripensamenti e tensioni fra gli alleati NATO. Hmmm... qualcuno ha iniziato a vederci lungo. Forse una barbarie del genere è troppo esagerata per un paese che riposa sulla gloriosa tradizione della Civilizzazione dei Nativi. Stavo giusto per iniziare a scrivere un articolo a riguardo quando all’improvviso tutta la faccenda è stata interrotta dall’improvviso annuncio mondiale della morte di Bin Laden.
Così, rinvigorite dall’uccisione da far-west dell’arcinemico americano (che lo stesso FBI ha ammesso essere non perseguibile per l’11 settembre, vista la mancanza di prove), le truppe USA hanno ripreso i bombardamenti in Libia. Per chiarire: la NATO aveva bisogno di ogni grammo dell’aiuto finanziario, logistico e politico che ha ricevuto dagli USA. L’esercito americano è stato coinvolto praticamente in ogni passo di questa guerra - questa era la guerra di Obama, con un’impronta americana deliberatamente nascosta. Gli unici presi in giro, ancora una volta, sono i popoli americani ed europei. 30.000 bombe piovute sulla Libia da marzo a... beh, stanno ancora cadendo, per la verità. Lo sapevate? Uccidere altre 60.000 persone per aumentare il conto delle vittime di questa guerra per l’impero. È indecente mantenere questo comportamento in pubblico mentre i neri in Libia vengono massacrati, imprigionati, torturati e uccisi dall’esercito americano. Ancora una volta, decine di migliaia di persone sono morte difendendo il proprio paese - più dei 50.000 soldati americani uccisi in Vietnam (e molti meno dei 2.000.000 di asiatici morti laggiù). Ma tanto, sono solo i *nostri* morti che contano – questo è il mondo di fantasia dell’Impero dei Buoni. Concedetemi l’ultima citazione dai Griffin, questa volta di Stewie: “quando meno te lo aspetti... la mia vendetta sarà inesorabile!”.
© 2011 Daniel Patrick Welch. Riproduzione autorizzata con indicazione dell’autore e del sito danielpwelch.com. Traduzione di Gianluca Attoli.